sabato 31 gennaio 2015

Lo Spirito della Violetta

 Devo dire che questo studio è stato meno complicato di altri; non ho dovuto inseguire per mesi e mesi notizie e intuizioni su questo fiore, è venuto tutto molto spontaneo, in tempi piuttosto brevi (anche se nulla vieta che fra qualche mese mi metta a stravolgere ciò che ho scritto fin ora, in favore di più profonde conoscenze - spesso capita - aggiornamento: sì, in effetti ho corretto e allungato parecchio :D). Forse perché la Viola è uno dei primi fiori che ho imparato a riconoscere e salutare durante le mie passeggiate di bambina, è una di quelle piante che mi accompagnano da sempre; forse perché si  mostra anche in città e quindi è più facile passarci del tempo insieme; forse perché mentre ne scrivo inizia a sbocciare.
Questo è ciò che io ho colto di Lei.

A vederla sembra quasi un'erba timida, così ritirata all'ombra di alberi e siepi, e molto discreta. Poi però ne vedi un'altra un po' più in là, un'altra poco distante, ed un'altra ancora laggiù...sembra che crescano vicine, a macchie ravvicinate, per farsi compagnia in una indipendenza condivisa, ognuna ha il suo nucleo ma tutte sono prossime e collegate (anche dagli stoloni che creano nuove piante). E credo che questo esempio di modello di vita, comunitaria ma indipendente, in cui ognuna ha il suo posto ma condivide lo spazio con le altre, sia molto attuale. Inoltre si trovano in pieno prato, nelle crepe dei muri, fra le pietre dei muretti a secco, lungo gli argini e fra le radici degli alberi...cioè, si sanno adattare. E anche questo non è banale né scontato. Basta però che ricevano un po' d'ombra, di umido, di nutrimento; la Viola non è la Calendula selvatica che cresce anche fra i sassi, o una di quelle erbe di mare che spuntano nella sabbia. Qualche esigenza ce l'ha anche lei, e va rispettata, se no, non fiorisce.
Ma guardiamola più da vicino: la Violetta non ha fusti, non è unidirezionale, fiori e foglie spuntano direttamente dalla radice, e così le donne-Viola hanno molti e diversi interessi, qualità, caratteristiche, tutte che spuntano dalle loro radici, avvero dal loro centro, dal loro io più profondo e radicato.
E poi sono tutte così diverse! I fiori vanno dall'azzurro tenue al bianco, dal lilla al viola intenso, eppure, convivono tutte pacificamente, nessuna si chiede, insicura, se per caso l'una è più bella dell'altra, come facciamo spesso noi donne. Tra l'altro, è uno dei primi fiori a fiorire, e questo mi fa pensare che colei che incarna lo spirito della Viola sia una pioniera, una delle prime e lanciarsi nelle nuove sfide e stagioni, anche a rischio di trovarsi i petali scottati da qualche gelata.
E ci sono le foglie, di quel verde unico che solo a Primavera è dato vedere, con quella leggiadra forma a cuore, che ricorda l'inizio dell'Amore, quando tutto è ancora fresco e intatto in noi. Trovo che lo spirito della Violetta coincida proprio con il concetto di nuovo inizio, giovinezza, e freschezza; e in effetti non  sbagliavano di molto gli autori antichi, che la dicevano in grado di rinfrescare e curare i mali caldi, le infiammazioni, la febbre (concordemente alle moderne conoscenze). E quando si è giovani - non anagraficamente, ma come stato d'essere interiore - e freschi, si è in grado di dire ciò che si ha dentro, si è liberi di comunicare e respirare a pieni polmoni, e la Viola, simbolicamente, aiuta anche a fare questo, con la sua capacità di curare la tosse e risanare le vie respiratorie. Inoltre è lassativa e diuretica, ovvero aiuta a far scorrere, rimuovere i blocchi, alleggerire, illimpidire, ma attenzione, un eccesso di spirito "violesco" porta a rigettare indiscriminatamente, infatti in dosi massicce provoca vomito e diarrea.
Non so a voi, ma a me fa pensare ad una giovane ragazza, ancora sospesa fra fanciullezza e maturità, ingenua forse, ma intatta, non ancora provata da alcune durezze della vita, libera e spontanea, dotata di una bellezza leggiadra ma quasi inconsapevole. Ma questo tipo di stato, come già detto, non è legato ad un'età in particolare, torna a farci visita per tutta la nostra esistenza nei momenti in cui usciamo dai nostri inverni interiori e rifioriamo. È l'anima che riemerge dalla propria notte oscura. È la vita che rifiorisce, ritorna in una nuova e leggiadra forma, così come il fiore è nato dal sangue, dal dolore di Attis, così come è la Viola che attira Kore-Persefone verso la sua trasmutazione sotterranea da fanciulla a donna-Regina. Non mi stupirei se da qualche parte, in qualche tempo, la Viola fosse nata dal primo sangue mestruale di uno Spirito femminile della vegetazione.
Ed è forse proprio per questo che è cara alle ninfe, che sono le donne sempre nel fiore della giovinezza, mai domate da alcuno, infaticabili guardiane e nutrici della Natura-psiche selvaggia.
Così è per me lo spirito della Viola, quello che troviamo anche in noi ad ogni nuova alba della vita, ad ogni rinascita e ad ogni primavera interiore. E' la promessa di Rinascita che viene mantenuta, che si manifesta concretamente; non è il traboccare e lo splendere dei prati di maggio, ma è già un passare dalla potenzialità alle basi dell'atto.
Per tutti questi motivi, personalmente, associo questo fiore al periodo che va da Imbolc, il 2 di febbraio, la Festa delle Candele e della Luce,a Ostara, 21 marzo, quando la Primavera si è ormai palesata. E' il periodo della Luce che torna a splendere, della Terra che rinverdisce e sembra gioire dei suoi fiori, ornamenti della Giovane, della Fanciulla che è Essa stessa.
Foto mie scattate a Spotorno (SV) e Santuario (SV) nel marzo 2015.

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Vedi anche:
Violetta
La Violetta nell'antichità
Mitologia della Violetta
Alcune varietà di Violetta
Illustrazioni botaniche di Violette
Sciroppo di Violette

Aggiornato l'ultima volta il 19 marzo 2015.

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