domenica 19 luglio 2015

Come pulire la cera

Per varie ricette autoprodotte come creme e unguenti un ingrediente irrinunciabile è la cera d'api, così profumata, dai colori caldi ed assolutamente naturale. La cera forma uno strato protettivo sulla pelle, difendendola dagli agenti esterni quali vento, freddo, acqua, strofinio e a differenza di altri prodotti derivati dal petrolio che svolgono la stessa funzione, è compatibile con la pelle, oltre ad essere comunque più "viva", io direi biocompatibile, e dunque energetica. In più è la materia che costituisce la "casa" delle api, prodotta dalle infaticabili operaie e disposta in forme perfette...e questo a livello simbolico-energetico potrebbe avere la sua influenza su ciò che volete produrre, soprattutto se non lo fate solo a fine puramente "cosmetico" ma anche più "sottile".
Per i cosmetici si usa la cera pura, non miscelata con parafina o altro (quindi per esempio, quella delle candele bianche o colorate che si trovano ai supermercati non va assolutamente bene!), che non sempre è facile trovare, ma potete provare nelle erboristerie, nei negozietti che vendono miele e prodotti locali, oppure direttamente dagli apicoltori, opzione che io preferisco per favorire i piccoli produttori dei dintorni, che tra l'altro la vendono ad un prezzo molto inferiore rispetto alle erboristerie; inoltre la cera assorbe i prodotti con cui le api vengono trattate, quindi fate sempre attenzione alla provenienza della vostra materia prima.
Se qualche vostro amico produce miele ed ha i favi smielati, potete ripulirli da voi facilmente, ottenendo così materiale di qualità a prezzo quasi zero. Io uso questo metodo: in una grande pentola metto una certa quantità d'acqua e le cellette di cera, non importa se molto sporche o con api morte e residui vari. Aspetto che la cera sia ben sciolta e verso il tutto in contenitori di alluminio non rigido (quelli in cui si mettono gli alimenti per trasportarli da un luogo all'altro) facendo passare il liquido in un colino per trattenere la maggior parte delle impurità. A questo punto bisogna solo aspettare che si raffreddi: la cera è più leggera dell'acqua, quindi si solidificherà in superficie, mentre le scorie andranno a depositarsi sul fondo. Tuttavia un minimo di impurità resteranno nella cera, quindi può essere utile ripetere l'operazione.
Io personalmente faccio solidificare poca cera per volta, in modo che da fredda crei uno strato che si possa rompere agevolmente con le mani. Questo perché per pesare e sciogliere la cera al momento di creare creme e unguenti, è più agevole averla divisa in piccoli pezzi piuttosto che in grandi blocchi, anche perché è piuttosto dura da tagliare.


Sempre per questo motivo se siete riusciti a trovare solo un blocco infrangibile di cera, basterà scioglierla a bagnomaria (senza acqua, a meno che non contenga ancora qualche impurità) e versarla in strati sottili su un foglio di carta da forno. Una volta solidificata si potrà spezzettare e conservare in scaglie.


Se comunque per qualche motivo preferite avere un panetto intero, basta versare la cera pulita in un contenitore oliato, in modo che una volta solidificata si possa estrarre agevolmente. Fate attenzione al fatto che se lasciate il contenitore cosparso d'olio a lungo, questo tende a concentrarsi sul fondo e le pareti potrebbero rimanere troppo poco unte e la cera potrebbe attaccarsi; conviene fare quest'operazione all'ultimo momento.

Riguardo agli attrezzi
Io personalmente uso una pentola deputata solo a questo scopo, ma può andar bene una qualsiasi pentola d'acciaio a patto che poi venga ben pulita da tutti i possibili residui di cera. Per mescolare si può usare un comune cucchiaio d'acciaio, assolutamente non di legno o plastica. Per filtrare serve un colino d'acciaio a maglie fini; considerate però che se il liquido ci mette troppo a scendere, la cera solidifica nel colino e bisogna riscioglierla. Un buon compromesso potrebbe essere, utilizzare in un primo tempo quello a maglie larghe per raccogliere la maggior parte delle impurità, e al secondo giro quello a maglie fini.
I contenitori di alluminio possono essere riutilizzati all'infinito, ed è meglio prediligere quelli larghi (ma non troppo bassi per ovvie ragioni) in modo che il contenuto si raffreddi prima e lo strato di cera sia più sottile.
Per pulire dalla cera l'unico modo efficace che ho trovato è scaldarla e rimuoverla con della carta, quindi è assolutamente fondamentale che operiate con oggetti di metallo e dunque scaldabili senza danni sul fuoco. Sicché premunitevi! Coprite il piano di lavoro con carta di giornale o da forno se non volete incappare nelle ire di parenti e coinquilini. Ma ve lo dico, in qualsiasi caso vi cadranno gocce di cera dove non devono; un trucco per ripulirle è scaldarle con l'accendigas e poi passare della carta.


Buona fortuna con le vostre sperimentazioni, e se trovate soluzioni più agevoli o modifiche e consigli utili...scrivete!

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Grazie a Luca di Apicosco per avermi dato la possibilità di sperimentare con la cera delle sue api.

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