mercoledì 25 marzo 2015

Illustrazioni botaniche di Violette

Probabile rappresentazione di Violetta dal Vienna Dioscurides (Codex Vinindobonensis Medicus Graecus 1 o Codex Aniciae Julianae), 515 d. C. circa,  trascrizione in greco del De materia medica di Dioscoride con illustrazioni delle piante trattate; è il più antico manoscritto che possediamo di quest'opera.

Iris e Viola purpurea dal Dioscurides Neapolitanus (Codex ex Vindobonensis Graecus 1), VI-VII sec. trascrizione in greco del De materia medica di Dioscoride con illustrazioni delle piante trattate.

Ion Porphyroun (Viola purpurea) dal Morgan Dioscurides (Pierpont Morgan Library, MS M. 652), X sec. trascrizione in greco del De materia medica di Dioscoride con illustrazioni delle piante trattate.

Viola purpurea da un Herbarium dello Pseudo-Apuleio (Ashmole 1462), scritto nel XII sec.

Viole da un Tacuinum sanitatis (Codex Vindobonensis ser. nov. 2644) ovvero compendi figurati d'età medievale riguardanti animali, alberi, erbe, cibi, stagioni, ed altri aspetti della vita; scritto entro la fine del XII secolo.

Viole da un Tacuinum sanitatis (BNF NAL 1673) scritto fra il 1390 e il 1400.

Viole da Tacuinum sanitatis (BNF LAT 9333) scritto nel XV secolo.
 
Viola dal Tractatus de herbis (Egerton 747), XV sec. traduzione del Circa instrans di Matthaeus Platearius della scuola salernitana, a sua volta traduzione del De materia medica di Dioscoride. 

Probabilmente una Viola del Pensiero (Viola tricolor) dal Manoscritto Voynich, XV sec. circa.

 Studio di Violette da un manoscritto di Leonardo Da Vinci, XV-XVI secolo.

Viola, Menuta penseta (Viola tricolor), Grossa pesate e Viola alba di Jean Bourdichon da Le Grandes Heures d'Anne de Bretange (Latin 9474), scritto e illustrato fra il 1503 il 1508 per la regina Anna di Bretagna.

Violetta e altre due pagine con Viole come motivi deocrativi, dal Tudor book of patterns (Ashmole 1504), scritto nel 1520-30.


Pratolina, Primula e Violette di Jacques le Moyne de Morgues, seconda metà del XVI secolo.


Sweet Violet, Gourd and Dog-thoot Violet di Joris Hoefnagel da Mira calligraphiae monumenta di Georg Bocskay, scritto e illustrato fra il 1561 e il 1596.

Viola odorata di illustratore non identificato da Hortus Eystettensis di Basilius Beisler, pubblicato nel 1613.

Viola odorata in Flora Danica di Georg Christian Oeder, iniziato nel 1761 e concluso nel 1883.
 
 Alcune varietà di Viola da English Botany di James Sowerby, pubblicato fra il 1790 e il 1813.

 British viola species da British Entomology di John Curtis, pubblicato nel 1823.

Parma violet da Favourite Flowers of the Garden and Greenhouse di Edward Step, pubblicato nel 1896.

Sweet Violet (Viola odorata) e riproduzione della pagina corrispondente di The Country Diary of an Edwardian Lady di Edith Holden, disegnato nel 1906 e pubblicato nel 1977.

Wild Pansy and Wild Violet di Charles Rennie Mackintos, primi decenni del '900.

Sweet violet da Sketching in Nature

Spring Flowers - Devon Violet di  Anne Jones

Viola odorata - Sweet violet di Maryrose Milford Rintoul

The Dog Violet Fairy di Cicely Mary Barker.


Vedi anche:
Violetta
La Violetta nell'antichità
Mitologia della Violetta  
Lo Spirito della Violetta
Alcune varietà di Violetta
Sciroppo di Violette
Illustrazioni botaniche di Achillea 
Illustrazioni botaniche di Calendule
Illustrazioni botaniche d'Iperico
Illustrazioni botaniche di Larice
Illustrazioni botaniche di Rosa (parte I)
Illustrazioni botaniche di Rosa (parte II)
Edith Holden

martedì 24 marzo 2015

Storia della Violetta

Antichità classica
In greco Viola si dice íon (che indica sia il fiore che il colore come in italiano); la íon tò mélan "Viola scura" è la nostra Violetta, mentre íon tò leukón o "Viola bianca" era probabilmente la Violaciocca. Altre denominazioni erano melanion "scuro/nero", melanthium "fiore scuro/nero", kybelion "fiore di Cibele" o segetalis "fiore delle messi".
L'etimolgia di íon è incerta, secondo alcuni appartiene allo stesso ceppo di viere "annodare, intrecciare" e significherebbe quindi "pieghevole, flessuoso", ma si tratterebbe secondo altri di un termine pre-greco. La parola è presente fin dai poemi omerici, ed è usata soprattutto per descrivere qualcosa di scuro, come il mare (ioeidés "simile alle Viole, violaceo, scuro") i vestiti (iópeplos "dal manto viola") i capelli (ióplokamos "dalle trecce di Viola").
Teofrasto e Plino, due dei maggiori studiosi della natura dell'antichità la citano come uno dei primi fiori della primavera, ed il principale insieme alla Rosa per intrecciare corone. Nell'antichità i serti fioriti venivano usati durante le feste, le cerimonie, i simposi, i matrimoni ed avevano dunque una certa valenza sacrale e rituale.

Le informazioni che trattano dell'uso erboristoco di questa pianta, ci vengono principalmente da Plinio, che riferisce che la Violetta era usata in particolare per infiammazioni oculari,  prolassi dell'utero, suppurazioni, e riporta la notizia che con le Viole seccate, messe in infusione ed unite alla creta, si poteva ottenere la sofisticazione del ceruleo, un colore azzurro-viola molto costoso.
Dioscoride ne conferma l'uso per lenire le infiammazioni, le malattie delle vie respiratorie, la febbre e i dolori di stomaco. Anche nei Geoponica si sostiene la sua utilità in caso di infiammazione e febbre, cosa per altro confermata da studi moderni, come si può leggere qui.
Pausania ci informa che portando corone di Viole o annusandone il profumo, si possono curare l'ubriachezza ed il mal di testa, e pertanto se ne ornavano i partecipanti ai simposi; inoltre lo riteva anche un rimedio per l'epilessia e le punture di scorpione. Marcello Empirico riporta una ricetta preparata con Viole e miele per curare il fegato, ed in fine Celso Aureliano la consiglia come drenante.

Per quanto riguarda la sfera agricola, Columella scrive: "Chi vorrà piantare delle viole, lavori la terra a una profondità non minore di un piede, la concimi e la divida in piccole aiuole. Provveda a disporre le piantine dell'anno in piccole buche di un piede, prima dell'inizio di marzo. Il seme poi delle viole, come quello delle verdure, si semina in due stagioni, cioè di primavera e di autunno. Le viole si coltivano nello stesso modo degli ortaggi, strappando le erbe, sarchiando e ogni tanto anche irrigando (3)". Inoltre è bene piantare le Viole insieme ad altri fiori nei giardini e soprattutto vicino agli apiari, poiché sono di sostentamento alle api e danno profumo al miele, come già Virgilio riferiva. Varrone afferma che, nell'ottica di organizzare una villa nel migliore dei modi, le piantagioni di Rose e Viole devono essere posti vicino alla città, dove la richiesta è altissima, in modo da poter portare i fiori direttamente sul luogo di vendita.
Apicio, nella sua opera sulla cucina romana, trascrive la ricetta del violacium, un vino aromatizzato alle Viole: cucire le Viole in un sacchettino di lino da mettere in infusione nel vino per 7 giorni, poi toglierlo e sostituirle con nuovi fiori, e così altre due volte. Fatto ciò si filtra il vino, ed al momento di berlo si aggiungono delle mele.

Una delle case riportate alla luce a Pompei è la Casa del Profuminere, così chiamata per la presenza di un laboratorio adibito alla fabbricazione di aromi. La casa era affiancata da un giardino, dove sembra si producessero parte dei fiori usati poi nel laboratorio, e dove sono state trovate tracce di polline di Viola. Al tempo dei romani non si conosceva la tecnica della distillazione, quindi non si ricavavano oli essenziali, ma si impiegavano i fiori in associazione a spezie ed altri ingredienti per ottenere sostanze che conservassero e diffondessero gli aromi.

 Note
(1) Columella, De arboribus, 30.

Fonti antiche
Apicio, De re coquinaria (I, 4 ricetta del vino di Viole)
Columella, De arboribus, (30 semina e coltivazione della Viola), De re rustica, (IX, 4 per le api)
Dioscoride, De materia medica
Marcello Empirico, De Medicamentis (XXII, 25 ricetta di miele e Viole)
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XXI, 14, 27, 76 riferimenti vari sull'uso medico)
Teofrasto, Historia plantarum, (VI, 8 fiore coronario della primavera)
Varrone, De re rustica, (I, 16, piantagioni vicino alla città)
Virgilio, Georgiche, (IV, 32 per le api)

Fonti moderne
Elementi di culture precereali nei miti e riti greci, I. Chirassi, Edizioni dell'Ateneo, 1968 
Flora pompeiana, Annamaria Ciarallo, Electa Napoli, 2007
Elementi vegetali nell'iconografia pompeiana, Annamaria Ciarallo, L'Erma di Bretschneider, 2006
Etimo.it

Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso dell'autrice e senza citarne la fonte.

Grazie alla prof. Risso per avermi dato accesso alla biblioteca.

Vedi anche:
Violetta 
Mitologia della Violetta  
Lo Spirito della Violetta
Alcune varietà di Violetta
Illustrazioni botaniche di Violette
Sciroppo di Violette
Columella 
Dioscoride
Plinio il Vecchio 

domenica 22 marzo 2015

Illustrazioni botaniche di Calendule

Probabilmente una Calendula dal Manoscritto Voynich, XV sec. circa.

Calendula dal Tractatus de herbis (Egerton 747), XV sec. traduzione del Circa instrans di Matthaeus Platearius della scuola salernitana, a sua volta traduzione del De materia medica di Dioscoride.

Calendula dal Livre des simples médesines (Codex Bruxellensis IV 1024), XV sec. trattato in francese sulle erbe medicinali.

Calandula e Spes calandula di Jean Bourdichon da Le Grandes Heures d'Anne de Bretange (Latin 9474), scritto e illustrato fra il 1503 il 1508 per la regina Anna di Bretagna.

Golde (Calendula) dal Tudor book of patterns (Ashmole 1504), scritto nel 1520-30.

Vaso con Calendula di Joris Hoefnagel da Mira calligraphiae monumenta di Georg Bocskay, scritto e illustrato fra il 1561 e il 1596. La didascalia in basso recita: Bis delectamur cum pictum florem cum vivo decertantem videmus, in altero miramur artificium naturae, in altero pictoris ingenium, che può essere tradotto "Proviamo un doppio piacere nel vedere un fiore dipinto in confronto a uno vivo, in questo infatti ammiriamo l'abilità della natura, nell'altro [anche] l'abilità del pittore."

Tavola botanica con Calendula (in alto) di Michael Bernhard Valentini da Viridarium reformatum, pubblicato nel 1719.

Calendula arvensis di Ferdinand Bauer da Flora graeca di John Sibthorp, pubblicato fra il 1806 e il 1840.

Marigold (Calendula officinalis) da Favourite Flowers of the Garden and Greenhouse di Edward Step, pubblicato nel 1896.

 Calendula officinalis di William Jackson Hooker dal Curtis' Botanical Magazine, pubblicato nel 1832.

Calendula sicula di Eduard August von Regel da Gartenflora, pubblicato nel 1883.

The Marigold Fairy di Cicely Mary Barker.

In ultimo, anche se non si tratta di tavole botaniche o altro, credo che non possano mancare in questa "galleria" due opere d'arte. Una è Bocca baciata di Dante Gabriel Rossetti, olio su tela dipinto nel 1859. Sul retro si può leggere la frase, tratta dal Decameron, "Bocca baciata non perde ventura, anzi rinnova come fa la luna." contenuta nella settiman novella della seconda giornata, a significare che una donna non vergine non perde valore, ma invece si rinnova come appunto fa la Luna.

Il secondo quadro s'intitola Annunciation ed è stato realizzato da Beatrice Emma Parsons, olio su tela del 1897-9, e rappresenta il momento in cui l'angelo Gabriele si manifesta a Maria.

Vedi anche:
Calendula
Lo Spirito della Calendula
Alcune varietà di Calendula
La Calendula nell'antichità
Mitologia della Calendula 
Oleolito di Calendula
Unguento di Calendula
Unguento alla Calendula e Iperico
Unguento lenitivo di Camomilla, Calendula e Lavanda
Tintura di Calendula
Illustrazioni botaniche di Achillea
Illustrazioni botaniche d'Iperico
Illustrazioni botaniche di Larice 
Illustrazioni botaniche di Rosa (parte I)
Illustrazioni botaniche di Rosa (parte II) 
Illustrazioni botaniche di Violette

domenica 15 marzo 2015

Alcune varietà di Calendula

Secondo la tassonomia di S. Pignatti in Flora d'Italia nel nostro paese crescono spontanee circa 8 fra specie e subspecie di Calendula, di cui la maggior parte sono endemiche della Sicilia o diffuse nel Sud Italia. Le uniche diffuse in tutto il paese sono Calendula officinalis (che comunque non è originaria del nostro territorio) e Calendula arvensis.

Calendula - Calendula officinalis


Calendula selvatica - Calendula arvensis

Calendula da giardino
Vedi anche:
Calendula
Spirito della Calendula
Illustrazioni botaniche di Calendule
La Calendula nell'antichità
Mitologia della Calendula 
Oleolito di Calendula
Unguento di Calendula
Unguento alla Calendula e Iperico
Unguento lenitivo di Camomilla, Calendula e Lavanda
Tintura di Calendula
Alcune varietà di Achillea
Alcune varietà d'Iperico
Alcune varietà di Rosa
 Alcune varietà di Violetta