venerdì 16 dicembre 2016

Saranno le donne a salvare la madre terra

Saranno le donne a salvare la madre terra di Jean Shinoda Bolen, Excelsior 1881, 2007.
Numero di pagine: 220
Titolo originale: Urgent message from Mother: gather the women, save the world
Lingua originale: inglese
Prima edizione: 2006
Prima edizione italiana: 2007
Genere: saggio, raccolta

 L'autrice, Jean Shinoda Bolen, è una psicanalista ed attivista, di suo avevo già letto anni fa Le dee dentro la donna, che mi era piaciuto abbastanza ma senza convincermi del tutto. Per questo libro, ho un'opinione simile. 
Il titolo oroginale è, come spesso accade, molto più adatto al contenuto, Urgent message from Mother: gather the women, save the world, che in italiano suona Urgente messaggio dalla Madre: radunate le donne, salvate il mondo.
Il libro, come spiega l'autrice, inizia a prendere forma da un'iniziativa del 2003 volta a creare cerchi ed iniziativi di donne in occasione dell'8 marzo, intitolata appunto Radunate le donne, frase dal forte impatto come la Bolen sottolinea dicendo "E' tempo di "riunire le donne" - perché solo quando noi donne sia forti insieme possiamo proteggere fieramente ciò che amiamo." (pag. 7). Ed in questo movimento femminile ha avuto importanza anche un altro testo della stessa autrice, The Millionth Circle, Il Milionesimo cerchio, volto ad adunare le donne in gruppi orizzontali fino a formare una massa critica che provochi un cambiamento. Ma quale cambiamento? Innanzitutto di valori e metodo. In un mondo a base patriarcale i valori quali forza, paura, attacco, sono considerati molto più importanti di quelli tradizionalmente attribuiti ed esercitati dalle donne: accoglienza, tolleranza, ascolto, risoluzione pacifica dei conflitti, cura, come già ha rilevato ed illustrato Riane Eisler nei suoi saggi.
E qui mi si sono manifestate le prime obiezioni: c'è effettivamente questa differenza fra uomini e donne? E' possibile pensare che l'umanità sia divisa in due categorie così univoche, gli uomini prevaricatori e le donne pacificatrici? Trovo non sia utile criminalizzare gli uomini e glorificare le donne per partito preso.
Tuttavia la Bolen sottolinea come l'intento non sia sostituire il matriarcato al patriarcato, poiché sempre di potere gerarchico si tratta, cambia solo il vertice, ma bensì di portare in luce qualità che le donne in generale (ben sapendo che ci possono essere vasta eccezioni) hanno sviluppato, aggiungo io, a causa del loro ruolo sociale e culturale. Benché a tratti mi sembri sostenere decisamente questa differenza, sostiene anche che "la completezza è possibile quando le doti umane, ora abitualmente definite come maschili o femminili, vengono viste come parte integrante dell'insieme di chiunque" (pag. 59). Comunque mi rimangono alcune perplessità a riguardo.
Nel primo capitolo vengono individuate alcune iniziative e viene tracciata la loro radice storica, ripercorrendo brevemente le diverse ondate di femminismo ed identificando la terza, quella contemporanea, come quella volta a portare la pace, a partire dalle singole case, dove la violenza viene perpetrata di generazione in generazione, visto che i bambini che hanno subito violenza o hanno assistito ad atti di questo tipo saranno più facilmente portati a commetterli a loro volta. Dunque una priorità è fare in modo che le madri siano sane, al sicuro, consapevoli e libere di scegliere riguardo alla procreazione.
Nel secondo indaga le radici dell'identità fra la Madre Terra e la Grande Madre, citando fra l'altro gli studi di Marjia Gimbutas, Riane Eisler, Leonard Shlain; nota come la sensibilità sia favorita per le donne e repressa per gli uomini, anche quando è rivolta alla bellezza naturale. In seguito alle battaglie femministe le donne hanno avuto maggior possibilità di sviluppare entrambi i lati della personalità, quello più empatico e quello più decisamente analitico, mentre per gli uomini questo processo è stato ostacolato dagli stessi pregiudizi patriarcali che fondano il loro dominio. Questo porta le donne in generale ad essere più predisposte ad affrontare la crisi ambientale e sociale con soluzioni alternative.
Il terzo capitolo rileva come nelle principali religioni monoteiste la figura femminile sia stata messa in secondo piano, sia a livello concettuale che nella gerarchia ecclesiastica; sono appunto queste religioni e gli atteggiamenti sottesi alla base di guerre di religione e fondamentalismi vari. Le donne dovranno dunque decostruirne i messaggi, rendendosi conto delle influenze patriarcali inserite sulle dottrine originarie: "E' importante percepire il dolore di quanto è stato fatto in nome della religione, rendersi conto che i leader religiosi (come i genitori) possono sbagliare, e che voi (e le altre) non meritavate né trascuratezza né abusi." (pag. 83). Si parla quindi dell'importanza di fondare cerchi con centro spirituale, che tra l'altro dovrebbero recuperare anche la sacralità della sessualità.
Il quarto capitolo rileva come mentre la risposta femminile a situazioni di stress è generalmente "cura e assisti", negli uomini invece è "fuggi o combatti"; ciò si manifesta anche a livello dialogico fin dall'infanzia, contribuendo a creare e mantenere le gerarchie.
Il quinto prende in considerazione alcune iniziative portate avanti dalle donne riunite per ovviare a problemi di varia natura, quali lo sfruttamento in Nigeria, i desaparesidos in Argentina, gli stupri in India, il genocidio in Ruanda.
Il sesto riprende il concetto di Milionesimo cerchio e di massa critica. L'ultimo fa il punto della situazione tirando le fila di quanto detto fin ora.
Il volume si chiude con una breve serie di proposte riguardo all'eventuale discussione condivisa riguardo al libro in questione in cerchi di donne, ed una bibliografia divisa per capitoli.
Come si può vedere da questo riassunto, il contenuto è vario e ricco, però i singoli paragrafi sono spesso slegati l'uno dall'altro ed anche l'argomentazione non appare propriamente consequenziale, si ha un po' l'impressione che l'autrice salti "di palo in frasca", senza costruire in maniera efficace e consequenziale la fasi del ragionamento. Tuttavia, il libro offre spunti interessanti, se si riesce a passare oltre alla succitata ambiguità riguardo alle presunte sostanziali differenze fra i generi, e da una certa esaltazione della democrazia americana.

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