lunedì 22 aprile 2019

Il libro della vita e della morte, L'ombra della notte, Il bacio delle tenebre

All souls trilogy di Deborah Harkness
Il libro della vita e della morte di Deborah Harkness, Piemme edizioni, 2011
Numero pagine: 752
Titolo originale: inglese
Lingua originale: A Discovery of Witches
Prima edizione: 2011
Prima edizione italiana: 2011
Genere: romanzo fantasy, sentimentale
Ambientazione: varie, principalmente Oxford, Francia,
Epoca: contemporanea

L'ombra della notte di Deborah Harkness, Piemme edizioni, 2013
Numero pagine: 742
Titolo originale: Shadow of Night
Lingua originale: inglese
Prima edizione: 2012
Prima edizione italiana: 2013
Genere: romanzo fantasy, sentimentale
Ambientazione: varie, principalmente l'Inghilterra
Epoca: elisabettiana

Il bacio delle tenebre di Deborah Harkness, Piemme edizioni, 2015
Numero pagine: 700
Titolo originale: The Book of Life
Lingua originale: inglese
Prima edizione: 2014
Prima edizione italiana: 2015
Genere: romanzo fantasy, sentimentale
Ambientazione: varie
Epoca: contemporanea

Lo sapete, basta che ci sia una strega ed io sono pronta a divorare centinaia di pagine; inoltre in generale mi piace il fantasy, e le saghe essendo costituite da più libri, mi offrono la possibilità di rimanere a lungo con i personaggi. Così mi sono imbarcata in questa lettura.
Il mondo in cui si svolge la storia è quello dei giorni nostri, sono però presenti tre razze magiche che si celano all'attenzione degli umani: streghe, vampiri e demoni. La protagonista è Diane Bishop (dal cui punto di vista è principalmente narrata la storia), discendente da una famiglia di streghe risalenti ai processi di Salem, che però ha rinnegato la sua magia in tenera età, dopo il misterioso assassinio dei genitori, divenendo una storica dell'alchimia. Facendo ricerche alla Bodleiana di Oxford, si trova fra le mani un misterioso manoscritto, l'Ashmole 732, che si rivela essere un libro magico creduto perduto e che sembra contenere informazioni importanti per tutto il mondo magico; da allora Diane viene avvicinata da vari esseri fra cui il vampiro Matthew de Clairmont, col quale nascerà una relazione amorosa. Matthew insieme ad altri vampiri della sua famiglia, ha scoperto che la magia viene tramandata geneticamente da una creatura all'altra, ma i marcatori genetici di Diane risultano insoliti. Il resto della storia racconta come i due cercheranno di recuperare e ricostruire il libro al quale mancano alcune pagine (anche con un viaggio nel tempo nell'Inghilterra elisabettiana, centro della narrazione del secondo romanzo), aiutati dalle rispettive famiglie che impareranno a convivere fra razze diverse, o osteggiati da varie esponenti del mondo magico, fra cui quelli della Congregazione, che vieta i matrimoni fra razze diverse, e i cui esponenti cercano di mettere le mani sul libro.
Come si vede da questo breve accenno della trama, i paralleli con altri romanzi non mancano: la segretezza del mondo magico può ricordare la saga di Harry Potter, anche se qui il tema è meno sviluppato; mentre la storia d'amore fra Diane e Matthew non può non richiamare alla mente Twilight, anche per i modi da maniaco del controllo del vampiro (anche l'equazione Congregazione=Volturi mi è balenata); il viaggio nel tempo può essere accostato alla saga La straniera di Diana Gabaldon, dove però ha chiaramente più risalto essendo il fulcro della narrazione; mentre l'ereditarietà genetica della magia mi ha riportato alla mente il ciclo delle streghe Myfair di Anne Rice (in cui però si parla solo di streghe e non di altre razze magiche, anche se nel mondo della Rice in cui la saga è ambientata sono presenti i vampiri).
L'autrice a mio avviso è molto brava ad unire storia e scienza (d'altra parte è essa stessa una storica), inoltre anche la magia è descritta in modo non delirante e avulso dalla realtà storica come accade in alcuni libri storico-fantasy poco accurati. Ho apprezzato la caratterizzazione delle tre razze magiche, e mi ha particolarmente colpita la descrizione di casa Bishop, animata dai fantasmi delle streghe passate ed in qualche maniera viva e con una volontà, che fa apparire e sparire oggetti e stanze.
I protagonisti purtroppo risultano un po' piatti, non sono memorabili, forse anche perché la storia della copia è un po' quella solita, con lui vampiro ricchissimo, bellissimo ed iperprotettivo, lei un po' emarginata sociale con dei super poteri che non sa come gestire, e che sa suscitare l'amore incondizionato di questo essere millenario, ed intorno ai due una guerra, rapimenti e ricatti emotivi ed un totale lieto fine. Tutto sommato si tratta di una buona lettura, leggera ed accurata storicamente, anche se un po' scontata.
Poi c'è anche da dire che come spesso accade la traduzione dall'inglese dei titoli è un po' stravagante, ed le copertine potevano essere più accattivanti e soprattutto più a tema. Dalla saga è stata tratta la serie tv A discovery of Witches, non del tutto fedele ai libri ma comunque godibile.

Le streghe di East End, Il bacio della strega

La saga delle streghe di East End di Melissa de la Cruz
Le streghe di East End
Numero pagine: 294
Lingua originale: inglese
Titolo originale: The Witches of East End
Prima edizione: 2011
Prima edizione italiana: 2011
Genere: fantasy mitologico
Ambientazione: North Hampton, Long Island
Epoca: contemporanea

Il bacio della strega
Numero pagine: 384
Lingua originale: inglese
Titolo originale: Serpent's Kiss
Prima edizione: 2012
Prima edizione italiana: 2013
Genere: fantasy mitologico
Ambientazione: North Hampton, Long Island
Epoca: contemporanea

Ormai lo sapete, basta la parola "strega" e io leggo qualsiasi cosa. Cercando qualche nuova lettura, mi sono imbattuta in questa saga che già avevo sentito nominare, e alla fine mi sono decisa a leggerla. Bisogna precisare però che è composta da sei libri, di cui solo i primi due sono stati tradotti in Italia.
Il primo romanzo è ambientato a North Hampton, Long Island, dove Joanna, e le figlie adulte Freya e Ingrid, conducono una vita pressoché normale, ma in realtà sono streghe costrette a non usare la magia per una non troppo precisata sentenza di un Consiglio, che ha avuto luogo secoli prima. Però, ognuna nella sua forma peculiare, le tre donne iniziano a fare piccoli incantesimi; nel frattempo, si svolge la festa di fidanzamento di Freya con il classico uomo bellissimo, ricchissimo e innamoratissimo, Bran Gardiner, proprietario dell'Isola di Fair Heaven da poco trasferitosi in città; ma ecco che arriva anche il suo altrettanto perfetto e sexy fratello, Killian, che tenta non poco Freya. Alcune morti strane e catastrofi ambientali a sfondo magico indurranno le tre protagoniste a cercare di capire chi ne sia il responsabile.
Fin qui sembra un classico romanzo sentimentale con tratti magici, ma quello che viene alla luce, è che le tre protagoniste sono in realtà divinità della mitologia norrena, reincarnatesi moltissime volte nel corso dei secoli fino ai giorni nostri; infatti il ponte che unisce i mondi (che misteriosamente non si chiama Bifrost come nelle leggende nordiche ma Bofrir) è crollato in circostanze misteriose, lasciando quasi tutti gli Dei intrappolati sulla terra, dove sono diventati streghe, e si celano fra i mortali in maniere improbabili. Tutto questo mi ha ricordato il bellissimo American Gods di Neil Gaiman, che però tratta la materia mitologica in maniera magistrale e molto più sensata, verosimile e apprezzabile. Avrete capito che non ho apprezzato molto questa lettura: essendo i romanzi piuttosto brevi, gli eventi si succedono nel giro di poche pagine, tanto che a volte gli sviluppi sembrano incomprensibili e forzati, i personaggi non sono ben delineati e appaiono piuttosto piatti, non è stato chiarito a sufficienza il concetto di magia, se sia una cosa intrinseca alle singola divinità, come funziona, se per ognuna è diversa, inoltre, pur avendo vissuto per millenni le protagoniste sembrano delle comunissime ragazze sprovvedute.
Si trovano alcuni richiami ai processi di Salem (ma avete notato anche voi che la maggior parte dei romanzi sulle streghe americani in una maniera o nell'altra si ricollegano a Salem?), durante i quali Freya e Ingrid sono state uccise, ed il terzo libro della serie, racconta appunto di un viaggio nel tempo fino all'epoca dei noti processi.
Insomma, ho trovato questi primi due libri mal congegnati e francamente privi di spessore: non sprecate tempo a leggerli a meno che non abbiate tempo da perdere e non siate veramente degli appassionati del genere.
Dai libri è stata tratta la serie tv Witches of East End, che però, a parte mantenere i nomi dei protagonisti, è poco fedele ai libri ed altrettanto strampalata.

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Alla stessa saga appartengono gli inediti in Italia Winds of Salem del 2013  Triple Mood del 2015, Duble Eclipse del 2016 ed il prequel Diary of the Withe Witch del 2012.
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Antiche voci da Salem

Antiche voci da Salem di Adriana Mather, Giunti, 2016
Numero pagine: 384
Lingua originale: inglese
Titolo originale: How to hang a witch
Prima edizione: 2016
Prima edizione italiana: 2016
Genere: romanzo per ragazzi, fantasy, paranormal romance, young adult
Ambientazione: Salem, New England
Epoca: contemporanea

Eh sì miei cari, un altro libro sulle streghe! Sembra che gli americani abbiano versato fiumi di inchiostro sui loro più celebri processi alle streghe, quelli di Salem; questo romanzo in particolare è stato scritto da una discendente di Cotton Mather, il pastore puritano che partecipò ai processi. Sullo stesso argomento (fra gli altri) ho già recensito Le figlie del libro perduto, parimenti scritto da una discendente delle famiglie coinvolte, questa volta fra gli accusati (sono diventati tutti scrittori?), Katherine Howe (tra l'altro la sua antenata Elisabeth Howe è presente in questo libro, chissà che cosa ne avrà pensato!).
Il romanzo racconta di Samantha Mather, un'adolescente discendente di Cotton dei giorni nostri, che torna a vivere nella casa della nonna paterna a Salem con la matrigna, in occasione di una grave malattia del padre. Iscritta alla scuola locale, ben presto viene presa di mira dalle Eredi, discendenti delle donne accusate di stregoneria nel seicento; dalla sua avrà però lo spirito di Elijah, fratello di una delle streghe dell'epoca, e Jaxon, suo coetaneo, figlio della migliore amica del padre. Fra bullismo, triangoli amorosi e misteriose morti fra le famiglie dei discendenti, a Samantha toccherà tentare di spezzare una maledizione che da secoli colpisce i cittadini di Salem.
Innanzi tutto, bisogna specificare che si tratta di un romanzo pensato per gli adolescenti, nel quale l'autrice, come spiega nella nota finale, ha voluto tracciare dei parallelismi fra le cause e le dinamiche del bullismo e quelle della caccia alla streghe. Non c'è da aspettarsi quindi un romanzo storico accurato (d'altra parte i salti narrativi nel passato sono pochi e brevi) o particolare profondità dei personaggi, né strabilianti colpi di scena. La magia è viene praticata tramite incantesimi e pozioni d'erbe, ma non ne è tratteggiata chiaramente la dinamica.
Tuttavia, lo si potrebbe consigliare a qualche ragazza/o come lettura leggera e non spiacevole sull'argomento.

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Le figlie del Nord

Le figlie del Nord di Sara Hall, Baldini&Castoldi, 2016.
Numero pagine: 256
Titolo originale: The Carhullan Army
lingua originale: inglese
Prima edizione: 2007
Prima edizione italiana: 2016
Genere: romanzo distopico 
Epoca: futuro
Ambientazione: Inghilterra

Questo libro, che ho trovato per caso, si può inserire nel solco di altri qui recensiti, che potremmo chiamare romanzi distopici femministi, in quanto la distopia assume forme particolarmente rilevanti per il mondo femminile, come in Il racconto dell'ancella o Ragazze elettriche.
In questo caso il racconto è ambientato nell'Inghilterra di un futuro più o meno prossimo in cui, in seguito ad una grave crisi ambientale, la crisi economica ha portato il governo a censire e ammassare i cittadini nelle grandi città, controllando anche la riproduzione installando nelle donne dispositivi contraccettivi. Ciò che noi leggiamo, sono le memorie della protagonista, chiamata sempre e solo Sorella, che abbandona la città ed un matrimonio ormai finito, per raggiungere Carhullan, un luogo sui monti gestito da sole donne, improntato all'autoproduzione e che sfugge alle regole governative.
Qui giunta, Sorella dovrà imparare a relazionarsi con le altre donne che abitano Carhullan e con il loro modo di vivere, guidate da Jacks, ex-soldatessa e fondatrice del luogo. La protagonista, e con lei le altre donne, messe alla prova dagli eventi, nel corpo e nel profondo di loro stesse, messe alle strette dal governo, dovranno scegliere se adeguarsi o cercare di spezzare lo status quo.
Anche in questo romanzo come in altri dello stesso genere, l'argomento femminile non è esclusivo, il fulcro tematico è quanto gli oppressi siano disposti a sopportare prima di insorgere, quanto sia ammissibile o meno la violenza e con essa il terrorismo, quali meccanismi contribuiscono alla sottomissione, e come tentare di scardinarli.
Si tratta di un romanzo a tratti forte, crudo, che propone riflessioni rilevanti, eppure l'ho apprezzato meno dei su citati appartenenti al genere, forse anche perché essendo breve non offre la possibilità di approfondire e caratterizzare la distopia, avrei infatti preferito una quadro più ampio e dettagliato del mondo in cui si svolge la storia. Tuttavia, questo pensiero è sicuramente soggettivo, quindi ne consiglio comunque la lettura, in particolare agli appassionati del genere distopico.

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Ragazze elettriche

Ragazze elettriche di Naomi Alderman, Nottetempo, 2017
Numero pagine: 446
Titotlo orginale: The Power
Lingua originale: inglese
Prima edizione: 2016
Prima edizione italiana: 2017
Genere: romanzo distopico
Ambientazione: varie
Epoca: un futuro piuttosto prossimo a noi

Non so come sia successo che questo romanzo mi sia sfuggito fino ad ora! In generale mi piacciono molto i romanzi distopici, ed in particolare quelli che, in mancanza di altre parole, definirei a sfondo "femminista", cioè quelli che improntano la distopia su questioni inerenti (ma non solo) la sfera femminile, come il noto Il racconto dell'Ancella di Margaret Atwood, la quale infatti è stata mentore di Naomi Alderman, o Le figlie del Nord di Sarah Hall.
Da cornice al romanzo vero e proprio, ci sono degli scambi epistolari fra due scrittori (ambientati in un lontano futuro), una donna, Naomi, ed un uomo, Neil; nella finzione letteraria è quest'ultimo l'autore del testo che si andrà a leggere, inviato alla donna per avere la sua opinione a riguardo. La storia racconta, seguendo il punto di vista di diversi personaggi, di come in un futuro prossimo alla nostra epoca le ragazze prima e poi le donne in generale, possano emettere scariche elettriche grazie alla “matassa” una sorta di nuovo organo che si sviluppa in prossimità della clavicole. Vediamo a poco a poco come questa capacità porti le donne a liberarsi del giogo maschile, e via via a prendere sempre più potere e importanza, a discapito degli uomini, che devono imparare cosa voglia dire temere l'altro sesso. E la sete di potere porta sempre più squilibrio nella società, sempre più dominata dalle donne, gli uomini vengono usati, seviziati, uccisi, solo, come dice il testo, perché si ha il potere di farlo. In questo, quadro i cinque personaggi principali, di cui uno maschio, si collegano e s'incontrano, raccontando i vari aspetti del cambiamento di equilibri.
Benché la questione femminile sia fortemente presente, questo romanzo parla soprattutto del potere, che, sembra dire la storia, porta inevitabilmente alla corruzione. Temi importanti quindi, e già affrontati, ma qui riproposti in una forma forte e “ribaltata” rispetto a come li vediamo solitamente.
Una scena in particolare, ricorda molto il culmine delle Baccanti di Euripide, con l'uccisione, da parte delle donne inebriate di Dioniso, del re Penteo.
L'Autrice esprime molto bene il senso di continua allerta che può provare una donna in un mondo dominato da uomini più forti, privilegiati e apprezzati, ma trasla tutto questo sull'universo maschile, facendolo così risaltare per contrasto e rendendolo lampante per qualsiasi lettore, uomo o donna.
La tematica religiosa è anch'essa presente, infatti il libro si apre con una citazione dal libro biblico di Samuele, ed uno dei personaggi principali è Madre Eve, una sorta di profetessa di un cristianesimo rivisitato in chiave femminile, guidata da una voce interiore.
Lo consiglio vivamente a qualsiasi lettore, ed in particolare agli appassionati di questo genere, non rimarrete delusi.

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L'ora delle Streghe, Il demone incarnato, Taltos, il ritorno

La saga delle Streghe Myfair di Anne Rice
L'ora delle streghe di Anne Rice, Tea, 1995
Numero pagine: 934
Lingua originale: inglese
Titolo originale: The Witching Hour
Prima edizione: 1990
Prima edizione italiana: 1995
Genere: romanzo horror, gotico, fantasy, fantascientifico
Epoca: anni 90 con flashback e racconti dal XVI sec.
Ambientazione: varie, soprattutto New Orleans e S. Francisco

Il demone incarnato di Anne Rice, Tea, 1996
Numero pagine: 638
Lingua originale: inglese
Titolo originale: Lasher
Prima edizione: 1993
Prima edizione italiana: 1996
Genere: romanzo horror, gotico, fantasy, fantascientifico
Epoca: anni 90
Ambientazione: varie, principalmente New Orleans

Taltos, il ritorno di Anne Rice, Tea, 2005
Numero pagine: 580
Lingua originale: inglese
Titolo originale: Taltos
Prima edizione: 1994
Prima edizione italiana: 2005
Genere: romanzo horror, gotico, fantasy, fantascientifico
Epoca: anni 90 con flashback in altre epoche storiche
Ambientazione: New York, New Orleans, Scozia

Voi non lo sapete, ma ci vuole niente per spaventarmi e farmi passare la notte in bianco, sicché, abitualmente, rifuggo film e libri horror. Tuttavia, conoscere come la figura della strega sia stata sviluppata in ogni sua forma, e quindi anche nella letteratura, questa volta ha vinto sulla mia impressionabilità; è stato così che ho iniziato la saga delle streghe Myfair di Anne Rice. Questo ciclo è composto da tre libri principali, L'ora delle streghe, Il demone incarnato e Taltos, il ritorno. Alcuni dei personaggi però si trovano anche in alcuni romanzi appartenenti alla nota saga dei Vampiri (di cui i più conosciuti sono Intervista col vampiro e La regina dei dannati, anche per i film che ne sono stati tratti): Merrick la strega, Il vampiro di Blackwood e Blood. Ai tempi dell'adolescenza avevo letto 4 o 5 dei libri della saga dei vampiri, ma avendoli trovati piuttosto noiosi l'avevo abbandonata. Il ciclo delle streghe invece, forse anche perché nel frattempo sono cresciuta ed ho affinato i gusti, mi è piaciuto.
Vi lascio un breve sunto solo dell'inizio del primo libro (l'unico ad essere stato rieditato in tempi recenti, nel 2018, forse possiamo aspettarci una nuova edizione di tutta la serie): ambientato negli anni 90 (durante i quali è stata pubblicata la saga), l'azione si muove fra San Francisco dove Michael Curry, architetto, viene salvato dall'annegamento dal neuro chirurgo Rowan Myfair, acquisendo capacità paranormali, e New Orleans, dove risiede la grande famiglia Myfair, in particolare nella dimora di famiglia del Garden District dove ogni giorno sotto il portico siede una donna, immobile, con uno smeraldo al collo. Intorno a lei e alla casa, aleggia da sempre l'immagine di un giovane bruno, Lasher, uno spirito che per generazioni le donne Myfair, discendenti di streghe, hanno avuto vicino. Aaron Lightner, appartenente al Talamasca, l'ordine che da secoli cerca di conoscere il paranormale e vigila sulle streghe Myfair, contatta entrambi, e quando Rowan e Michael si recano a New Orleans, di cui entrambi sono originari, Lasher vivrà ciò che da secoli preparava per la famiglia Myfair.
Mi fermo qui per non rovinarvi la sorpresa di cosa accadrà nei libri successivi, anche perché l'Autrice è stata molto brava a costruire e mantenere il mistero intorno alla figura di Lasher, la sua natura e i suoi intenti, che ci si svelano poco a poco.
In realtà, quello veramente pauroso è il primo libro, il secondo è a tratti inquietante ma ormai il mistero è stato svelato. Il terzo è una sorta di chiarimento dei primi due, una spiegazione sull'origine dei Taltos, ma non aggiunge molto ai precedenti a livello di intreccio, se non per due o tre notizie ben mirate, ma per altro intuibili, che immagino avranno i loro sviluppi nei romanzi successivi.
Anche se, leggendo alcune recensioni, ho visto che molti non l'hanno apprezzata, io ho trovato interessante la parte del primo libro in cui vengono raccontate le storie dei vari antenati Myfair, delle streghe più importanti di ogni generazione; è vero che s'interrompe la narrazione principale, ma si dà anche molta più profondità ai personaggi e alla situazione che si trovano a vivere. Ho apprezzato anche il fatto che ogni strega abbia una sua personalità, e in generale non ci sono personaggi ad una dimensione (buono buonissimo o cattivo cattivissimo), lo stesso Lasher è costruito a tutto tondo, ed è a mio parere quello che più rimane impresso fra i moltissimi presenti nella saga.
L'idea che i poteri delle streghe vengano tramandati e siano riconoscibili geneticamente, l'ho ritrovata in All souls trilogy, come anche il fatto che la protagonista, almeno all'inizio, sia una strega non strega: nel caso di Rowan che non sa di esserlo, nel caso di Diane che rifiuta di esserlo. Questa serie però è molto più oscura e complessa, anche la sessualità ha qualcosa di esasperato ed oscuro.
L'unica pecca a mio avviso è che a tratti la narrazione risulta un po' troppo lenta, e lo stile quasi troppo descrittivo, però, mentre leggendo le prime pagine speravo che finisse in fretta (anche perché avevo una paura ladra), chiuso l'ultimo libro mi è dispiaciuto che la storia fosse finita.
Sicché, se siete amanti del genere fantasy/horror e di streghe questo ciclo di romanzi fa al caso vostro!
Non mi resta che affrontare quelli che fanno parte della saga dei Vampiri, adesso. (Aggiornamento: ho letto Merrick la strega e Il vampiro di Blackwood: confermo la mia impressione adolescenziale, i romanzi sui vampiri della Rice non mi piacciono, li ho trovati noiosi, con personaggi veramente forzati e inverosimili, a tratti esasperanti).

domenica 21 aprile 2019

Le Piante Magiche

Le piante magiche – Nell'Antichità, nel Medioevo, nel Rinascimento, di Emile Gilbert, Hermes Edizioni, 2008
Numero pagine: 119
Lingua originale: francese
Titolo originale: Les plantes magiques et la sorcellerie
Prima edizione: 1899
Prima edizione italiana:  ?
Genere: saggio

Quando ho trovato questo libro, come potrà immaginare chi mi conosce o segue da un po' il blog, ho sobbalzato sulla sedia ed ho pensato “Questo libro dev'essere mio!” come manco Smeagol con il suo tesssoro avrebbe fatto.
Così ho iniziato subito a leggerlo. Ma non era come me l'aspettavo, ovvero qualcosa di simile a Le Erbe delle Streghe nel Medioevo di Rossella Omicciolo Valentini.
Si tratta infatti di un breve saggio del 1899 di Emile Gilbert, medico francese che visse a cavallo fra 800 e 900, interessato all'esoterismo e legato all'Ordine kabalistico della Rosa-Croce, come ci spiega l'introduzione a cura di Sebastiano Fusco (giornalista e autore di vari testi legati all'esoterismo). Fusco infatti rileva come nell'antichità medici e maghi fossero a conoscenza, oltre che dell'utilità pratica delle piante, anche di tutta una rete di rimandi e corrispondenze delle stesse che le legava all'uomo e ad ogni altra cosa; la conoscenza di questi legami permetteva di farne uso magico. Le forze che influenzano le varie parti dell'Universo così inestricabilmente connesso (accrescimento, distruzione, cambiamento ecc.) presero il nome degli Dei: Venere la forza generatrice, Marte quella distruttrice e così via per tutti i pianeti dell'astrologia classica (Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno) che influenzano la vita. Ognuno era associato ad un colore, un metallo, e via per tutte le corrispondenze (animali, piante ecc.) in cui chiunque si sia interessato minimamente a temi esoterici è incappato (che ci creda o meno). Questa conoscenza avrebbe costituito un vantaggio per la farmacologia ante litteram dei maghi di un tempo (una sorta di foglietto illustrativo di livello superiore). Dalla volontà di recuperare questa conoscenza, che lega farmacologia scientifica e “magica”, nasce l'intento di questa pubblicazione. Tale l'introduzione.
Il primo capitolo ad opera dell'autore parla delle piante impiegate in magia (a quanto pare originatasi in Egitto), alchimia e stregoneria medievale, discipline che portavano a padroneggiare gli elementi naturali così come la volontà dei singoli, come dimostrerebbero alcuni autori antichi. La medicina stessa avrebbe avuto origine nei templi, ed univa i rimedi fisici, alla volontà divina, e dunque al soprannaturale; per quanto riguarda le streghe, questo legame, secondo l'autore, era garantito dall'uso di unguenti a base di piante psicoattive come Belladonna, Mandragora, Stramonio, Giusquiamo, Aconito, Canapa, Cicuta, Colchico, Elleboro ecc. Uso magico avevano anche i profumi, che potevano essere associati ai pianeti, (l'autore riporta qualche esempio).
Il secondo capitolo è dedicato allo studio della Mandragora, citata da Teofrasto, Plinio, Ippocrate, Brunetto Latini, Giambattista Porta; è piuttosto nota la leggenda secondo la quale chi la coglie è destinato alla morte, cosicché sono stati escogitati tutta una serie di fantasiosi espedienti per evitarlo; piuttosto conosciute sono anche le rappresentazioni della radice di Mandragora come un omino con foglie al posto dei capelli, forse dovuta all'aspetto antropomorfo della radice, sia all'uso della stessa per confezionare bambole. Sembra che questa particolarissima pianta fosse utilizzata anche a fini medicinali fin dall'antichità, soprattutto come anestetico.
Il terzo capitolo parla della Belladonna, il nome deriverebbe dal titolo dato alle streghe “buona donna” o “bella donna”, uniche sostitute dei medici per il popolo.
Il quarto capitolo tratta il Giusquiamo, usato soprattutto per vedere il diavolo e viaggiare al Sabba, quindi dello Stramonio (ipotizza il suo uso già nei poemi omerici nel filtro di Circe, tuttavia la Datura stramonio è una pianta originaria dell'America, quindi sconosciuta prima del 500, inoltre anche l'immagine riportata non coincide, sicché ignoro di quale pianta stia parlando l'autore, non essendo riportato il nome botanico).
Nel capitolo sesto sono elencate le varie piante usate da maghi e stregoni dall'antichità al medioevo con nome comune, parte usata, famiglia, modo di somministrazione ed effetti. La mancanza di nome botanico rende difficile capire di quale pianta stia parlando l'autore.
Il capitolo settimo, si rileva come le leggende sulle piante siano comuni a tutti i popoli antichi, così come il loro uso nei riti religiosi, ed in seguito l'associazione con divinità e santi.
La prima appendice illustra la somiglianza fra i riti dei maghi popolari Borbonesi e quelli della nuova Caledonia; la seconda è composta da un racconto che riporta la visione di processo alchemico nell'antico Egitto che si scopre essere solo un sogno dato dalle letture.
Si tratta sicuramente di un testo molto datato, che riflette il pensiero dell'epoca in cui fu pubblicato (1899), vi si trovano infatti una visione negativa del politeismo e del Medioevo ed un'esaltazione senza mezzi termini del cristianesimo; il linguaggio è chiaramente arcaico; non sono riportati i nomi botanici delle piante, il che rende a tratti difficile capire di che pianta specifica stia parlando l'autore, come non si trovano riferimenti ai passi citati ed una bibliografia. Il testo è corredato da tavole botaniche a pagina intera e da riproduzioni di incisione in bianco e nero di streghe.
In definitiva quindi, sebbene questo libro possa avere un suo valore nella storiografia della ricerca sulla magia e sull'uso magico delle piante, se si è interessati all'uso storico delle piante o alle loro proprietà "sottili", consiglio testi più recenti e documentati.

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Streghe

Streghe di Erica Jong con illustrazioni di Joseph A. Smith, Rizzoli, 1983
Numero pagine: 176
Lingua originale: inglese
Titolo originale: Witches
Prima edizione: 1981
Prima edizione italiana: 1983
Genere: saggio

Erano anni che volevo leggere questo libro, anni e anni: ho letto e apprezzato quasi tutto quello che ha pubblicato la Jong, e questo titolo in particolare mi interessava molto, come si sarà capito dalla mia passione per la figura della strega. Purtroppo però non è di facilissima reperibilità, essendo fuori stampa da anni, se ne può trovare qualche copia usata oppure in qualche biblioteca. Io ho miracolosamente trovato l'e-book in inglese, e pur non essendo una cima in questa lingua, pur di leggerlo finalmente mi sono messa comoda con un dizionario ed ho cominciato. E' chiaramente qualcosa di diverso dagli altri libri dell'Autrice, intanto perché si tratta di un saggio e non di un romanzo, ma l'umorismo, la schiettezza, l'amore per la poesia e la scrittura, l'attenzione alle tematiche femminili che si trovano in tutti i suoi libri sono ben visibili anche qui.
Si apre con un'introduzione poetica, passando poi ad illustrare il significato di witchcraft stregoneria”, e si sofferma su come la nostra società (che noi siamo credenti o meno) ci porti a pensare al divino come un uomo bianco, mentre questa è un'idea relativamente recente nella storia dell'uomo; gli unici modelli femminili in seno alla società occidentale erano la strega cattiva, Maria e Madre Natura. Maria è vergine ed è mero contenitore della divinità maschile, è onorata la madre ma non il suo potere generativo; così entrambi i generi sono squilibrati. Cita anche la teoria di Graves in La Dea Bianca per cui la strega deriva dalle antiche dee, la Dea Bianca appunto di cui parla tutta la vera poesia, che è la musa/amante del poeta. Ciò è vero in senso visionario, non letterario dice la Jong, (Graves sosteneva che fosse per questo che nella storia ci siano state così poche poetesse!). Le poetesse infatti, nel loro processo creativo spesso si identificano con la strega o la Crona, assumono loro stesse la figura mortifera e distruttrice ma anche seduttrice che è la musa stessa, forse anche perché per le donne la creatività poetica era pericolosa, socialmente inaccettabile, infatti non poche si sono suicidate. Studiando la figura della strega si studia la condizione della donna nel patriarcato e la sua relazione con arte, religione, vita.
Tuttavia, dice la Jong, nelle credenze delle streghe accanto alla Dea si trova il Dio cornuto. Con la progressiva presa di potere del cristianesimo il paganesimo è stato prima tollerato, poi assorbito dove inevitabile, ed in fine eradicato: il Dio Cornuto diventa il Diavolo e i suoi seguaci streghe, riprendendo la tesi di Margaret Murray in Le streghe nell'Europa occidentale e in Il Dio delle streghe; l'autrice ne riporta i limiti ma la apprezza per la rottura col passato e le nuove prospettive aperte.
Parla poi della caccia alle streghe, citando la teoria dell'antropologo Marvin Harris (in Cow, Pigs, Wars, and Witches non tradotto in Italia, dove l'autore è più noto per Cannibali e Re) secondo cui questo evento si verifica in quel periodo storico e non in altri (essendo comunque la misoginia ed il sospetto verso la magia di più antica data) perché alla Chiesa e alle classi dirigenti serviva un capro espiatorio per tutte le piaghe sociali e economiche successive alla disgregazione della società medievale. In un capitolo si sofferma anche sulle torture subite dalle presunte streghe durante i processi e cita il Malleus maleficarum, il noto libro guida dell'Inquisizione.
Riporta anche il legame streghe-eretici, parla di come satanismo e stregoneria siano totalmente staccati l'uno dall'altro ai giorni, nostri citando anche Margot Adler ed il suo Drawing down the moon. Illustra le varie correnti di neo-paganesimo e cos'hanno in comune. Passa poi a trattare le caratteristiche delle strega: i famigli, gli strumenti, i vestiti spaziando dal passato al presente. Riporta alcuni rituali e incantesimi contemporanei, parla del Sabbath, dei luoghi delle streghe, dei loro presunti poteri, del rapporto con la cura e le conoscenze delle erbe (citando anche la teoria secondo la quale una delle cause della caccia alle streghe, che spesso erano guaritrici, fu appunto la loro conoscenza al di fuori dell'élite medica del tempo). Cita in ultimo alcune streghe leggendarie. Il volume si chiude con una conclusione e bibliografia con breve spiegazione per ogni testo. Ad inframezzare la trattazione si trovano varie poesie, principalmente dell'autrice, ed i disegni di Smith.
Sembra quasi inutile dire che questo libro mi è piaciuto molto, si tratta di un saggio generale sui diversi aspetti della figura della strega, non particolarmente approfonditi, ma neanche campati per aria o al limite del delirio come succede per alcuni libri incentrati sul neopaganesimo. Lo consiglierei quindi come uno strumento per avvicinarsi all'argomento (tenendo comunque se presente che si tratta di un libro degli anni 80, quindi a tratti datato a livello di studi presi in considerazione) in maniera piacevole, avendo una panoramica del fenomeno della stregoneria sia nei tempi passati che in quelli presenti, tratteggiato con ironia ma con attenzione al lato psicologico, poetico, femminista ed un pizzico di personali considerazioni dell'autrice . Grazie alla illustrazioni tra l'altro si tratta anche di un libro che si può anche solo sfogliare per goderne le figure.
L'unica pecca, nella mia opinione, è che ci sono delle piccole imprecisioni: ad esempio l'autrice parla di Cernunnos come del Dio Cornuto dei Romani, il quale invece apparteneva alle terre celtiche, oppure, citando le feste delle streghe moderne, non parla dell'equinozio d'autunno.

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Il grande libro delle erbe medicinali

Il grande libro delle erbe medicinali - Manuale pratico di Roberto M. Suozzi, Newton&Compton 2001 
Numero pagine: 256 
Prima edizione: 1998 
Fotografie delle piante: no 
Illustrazioni botaniche: sì, in stile incisioni di vecchi erbari 
Illustrazioni di altro tipo: no 
Schede singole piante: no 
Ricette e preparazioni: sì 
Piante commestibili: no 
Piante officinali: sì 
Piante aromatiche: sì 
Piante protette: sì 
Etnobotanica e storia: sì, cenni 

Come al solito, questo libro viene dal mercatino dell'usato. L'ho comprato perché si tratta di un testo diverso dai soliti manuali per il riconoscimento e l'uso delle principali piante medicinali, anche per il fatto che l'autore è uno specialista in Farmacologia clinica e in Medicina dello sport.
Chiaramente, risalendo la prima edizione al 1998, alcune informazioni sono datate. Il libro si apre con una prefazione in cui l'autore specifica che i consigli che riporta nel libro vengono dalla sua esperienza clinica, inoltre, a differenza di altri autori di testi simili, pone grande attenzione alle possibili interazioni di erbe con farmaci, effetti collaterali di preparati fitoterapici e sulle contro indicazioni.  Seguono le note storiche, che riportando anche informazioni sulla dietetica antica indicano le radici della fitoterapia, con una panoramica che comprende anche agricoltura, tecniche artigianali e una panoramica sui sistemi curativi delle più note civiltà antiche (Egizi, Greci, Romani, Maya, Arabi) attraverso i secoli fino all'epoca moderna.
Troviamo poi alcuni cenni di farmacologia (studio dei farmaci, loro composizione e azione) e farmacognosia (studio delle sostanze utilizzate come farmaci) generale.
Inizia quindi la trattazione sulle piante medicinali, specificando tempi e modalità di raccolta per avere un raccolto ricco di principi attivi, le modalità di conservazione della droga, i requisiti di qualità per poter essere accettato nella Farmacopea Ufficiale. Segue la metodologia di preparazione delle droghe e i vari tipi di preparati.
Il capitolo successivo, molto interessante e che costituisce uno dei pregi principali del volume, tratta della tossicologia delle piante medicinali, riportando per ognuna di quelle trattate nel volume, oltre a nome botanico e famiglia, anche l'uso, i principi attivi e relativa tossicità.
L'autore approfondisce quindi il discorso sulle reazioni avverse e contro indicazioni delle piante medicinali riportando anche una lista di piante velenose o tossiche, l'effetto e la quantità dannosa dei differenti principi in esse contenuti, ed una riguardante le possibili controindicazioni delle principali piante medicinali (qui sono riportate anche piante comunemente usate come lavanda, basilico, ecc. ciò non deve portare a demonizzare queste erbe utili, che però non vanno assunte da chi presenta determinate patologie o da donne incinte o che allattano).
Troviamo a questo punto le interazioni fra una pianta medicinale e l'altra ed i farmaci comunemente detti.
La trattazione passa poi ai vari tipi di disturbi (divisi per sistema organico) e per ognuna consiglia alcune erbe e in qualche caso anche ricette di tisane ed altri preparati (questa è la parte più corposa dell'intero volume); parla anche di medicina dello sport e odontoiatria che di solito sono poco considerate nei manuali sulle piante medicinali.
Nell'appendice troviamo anche elementi di fitomedicina veterinaria, aspetti normativi, una classificazione delle erbe in base ai principali costituenti chimici, una classificazione in base a quali malattie esse curano, interazioni farmacologiche.
Chiude il volume la bibliografia.
Come vedete non è un testo per il riconoscimento, e sicuramente non adatto come primo libro sull'uso delle erbe, ma anche se a volte lascia interdetti, per la segnalazione di possibili controindicazioni di erbe comunemente considerate innocue, risulta però utile per capire quando e come non usare le piante medicinali. Sicuramente esistono testi più organici e completi, ma mi è comunque sembrato un buono spunto per ricordare di essere molto attenti nell'uso delle piante medicinali.

Erboristeria planetaria

Erboristeria planetaria – Proprietà curative e simbologia delle piante di Ferdinando Alaimo, Hermes Edizioni, 2007
Numero pagine: 194
Lingua originale: italiano 
Prima edizione: 2007
Fotografie delle piante: no
Illustrazioni botaniche: sì, molto semplici
Illustrazioni di altro tipo: no
Ricette e preparazioni: quella per fare le tinture madri
Piante commestibili: sì
Piante officinali: sì
Piante aromatiche: sì
Piante protette: no
Etnobotanica e storia: sì

Sono anni che giro intorno a questo libro. Essendo appassionata di erbe in generale, sono contenta di avere la possibilità di approfondire ogni loro aspetto: quello strettamente botanico ed il riconoscimento delle singole piante, l'uso culinario, medicinale, tintorio, artigianale, le notizie mitologiche, folkloriche, leggendarie, così come quello "sottile", magico se vogliamo. Questa mi è sempre sembrata una branca della conoscenza sulle piante piuttosto confusa e "ciarlatanesca", anche a causa degli innumerevoli testi sulle "piante magiche", diffusi ad esempio fra i praticanti Wicca o Neo-pagani, che spesso sono un'accozzaglia di notizie soggettive o storiche, messe insieme alla rinfusa e prive di fonti. Così pensavo, perché perdere tempo con testi del genere, che prendono tempo a letture più proficue e non lasciano nulla di significativo? Ultimamente però ho deciso di affrontare anche questo lato "alternativo" delle piante. La recensione di questo libro è la prima di una serie. E devo dire che come inizio non è stato male! Ma vediamo com'è composto il libro.
Presentazione: come hanno fatto le antiche popolazioni pre-scientifiche a conoscere le proprietà delle erbe? Secondo l'autore oltre a metodi pratici, gli erboristi del passato avevano la capacità di instaurare un rapporto più completo con esse, "facevano anima con loro". Unendo simbolo e scienza, servendosi di mitologia, spagiria (erboristeria alchemica) e astrologia, Alaimo ha cercato di recuperare questa visione, di riconoscersi in loro, ha chiesto alle piante chi sono, a quale archetipo fanno capo, quale personalità psichica posseggono, in linea con le nuove tendenze di terapia olistica e psicosomatica.
Introduzione: un tempo le piante erano chiamate "semplici", indicavano cioè l'unità base in cui si potevano riconoscere divinità e forze elementari. "Fitocomplesso" è un termine scientifico che indica come gli effetti delle piante non siano riconducibili ad uno o due soli principi attivi ma a tutto il complesso di sostanze presente nella pianta stessa, il che riconduce anche la scienza moderna ad un punto di vista più vicino all'erboristeria antica, in cui le piante non erano semplici contenitori di principi attivi; cancellato coi roghi delle streghe e con la rivoluzione scientifica e capitalistica per cui ha valore solo ciò che è misurabile, riproducibile, acquistabile; stra riemergendo oggi all'ombra dei nuovi movimenti ecologisti e olistici.
Ciclo zodiacale e ciclo vegetativo: la comune obiezione scientifica all'astrologia è la precessione degli equinozi, per cui le costellazioni zodiacali non si trovano più in quel quadrante del cielo in cui si trovavano quando l'astrologia è stata formulata. Tuttavia, essendo i segni, secondo l'autore, prima di tutto riferimenti simbolici, ciò non disturba l'astrologia, sicché mostra come il significato simbolico di ogni segno si rifletta nei cambiamenti stagionali dei mesi corrispondenti.
Inizia qui la parte maggiore del libro, dove, date le premesse, Alaimo illustra come ad ogni pianeta dell'astrologia, corrispondano alcune piante che ne incarnano lo spirito, le caratteristiche simboliche, iniziando con quelle solari. Per ogni categoria da una breve definizione delle caratteristiche delle piante appartenenti ad un particolare gruppo, per poi descriverne nel dettagli alcune (nel caso di quelle solari Arnica, Iperico, Calendula, Rosmarino) dandone una descrizione storica e mitologia ed una scheda che riporta rappresentazione botanica, nome comune e botanico, famiglia, simbologia planetaria, parti utili, principali costituenti, proprietà, impiego terapeutico, metodi d'impiego, precauzioni/controindicazioni. Il libro continua così con le piante lunari, Salice, Cavoli e Lattughe, Malva, Escolzia; mercuriane, Anice, Timo, Lavanda, Avena; marziane, Rafano, Genziana, Peperoncino, Ortica; venusiane, Rosa, Inula, Verbena, Betulla; saturnine, Pino, Ginko, Equiseto, Consolida; gioviane, Quercia, Tiglio, Tarassaco, Agrimonia; uraniane, Gingseng, Liquirizia, Salvia, Pervinca; nettuniane, Angelica, Echinacea, Fucus, Valeriana; plutoniane, Cipresso, Cipolla, Rabarbaro, Vite.
Come individuare le piante alleate: il sintomo non è accidentale ma legato al complesso psicosomatico della persona, risponde anche quello a degli archetipi, dei simboli. Sicché sintomi che rispecchiano una carenza di qualità legate ad un pianeta, andranno riequilibrate tramite l'uso di piante associate a quello stesso pianeta.
Nozioni base e consigli per l'utilizzo delle piante trattate: l'autore spiega quando raccoglierle, inserendo un'utile tabella che per ogni pianta riporta tempo balsamico e gradazione per la preparazione di una tintura madre, ed un altra con le proporzioni acqua-alcool per ottenere le diverse gradazioni alcoliche; come conservare le erbe raccolte e come usarle, illustrando alcuni facili metodi di preparazione (infusi, decotti), ed in particolare la tintura madre, con una spiegazione chiara di come calcolare solvente e quantità di pianta fresca.
Chiudono il volume glossario e bibliografia con testi che sembrano molto interessanti (benché un po' datati risalendo principalmente agli anni 80-90, ricordiamo anche che il libro è del 2007).
Intanto, in generale, avendo presente i su menzionati testi sugli usi magici delle piante, sono stata piacevolmente sorpresa da questo volume, che pur trattando gli aspetti sottili delle piante, non fa un minestrone di idee e tradizioni senza fonte. Leggendo si capisce bene che l'autore ha studiato con passione l'argomento (d'altra parte è anche laureato filosofia e diplomato in erboristeria e fitoterapia, quindi con una solida base scientifica alle spalle), e che le nozioni che qui propone sono frutto di ricerche serie.
Avendo qualche nozione base di astrologia, mi aspettavo che fossero trattati solo i sette pianeti classici (Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno), Alaimo invece impiega anche la simbologia di Urano, Nettuno, Plutone, i pianeti sconosciuti all'astrologia antica perché scoperti solo in epoca moderna.
Unica nota negativa, riguarda i racconti di mitologia classica, che a volte sono piuttosto imprecisi, io me ne sono accorta perché ho una certa conoscenza dell'argomento e dei testi originali, i quali non figurano nella bibliografia, vi si trovano invece compendi di miti sulle piante come Florario di Alfredo Cattabiani (a sua volta a tratti poco attendibile) o Mitologia degli alberi di Jacques Brosse o di mitologia classica in generale come Gli Dei egli Eroi della Grecia di Kerenyi. Sicché penso che il lettore medio non verrà disturbato da queste imprecisioni.
In conclusione, che si creda o meno nella possibilità che le piante possano esercitare influssi sottili sul corpo umano, questo libro è sicuramente un punto di partenza chiaro, ben scritto e fondato su fonti reperibili, per approfondire l'argomento. Personalmente ho sempre trovato affascinanti queste teorie, e consiglio Erboristeria planetaria come punto di partenza per districarsi nella marea di libri fuffa sulla magia delle piante.

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Orchidee spontanee della provincia di Savona

Orchidee spontanee della provincia di Savona a cura di Pietro Baccino, Provincia di Savona, 2003
Numero pagine: 143
Lingua originale: italiano e inglese 
Fotografie delle piante: sì 
Illustrazioni botaniche: sì, dei diversi tipi delle parti della pianta nella parte introduttiva 
Illustrazioni di altro tipo: sì, fotografie di paesaggi nella parte introduttiva 
Schede singole piante: sì 
Ricette e preparazioni: no 
Piante commestibili: no 
Piante officinali: no 
Piante aromatiche: no 
Piante protette: sì 
Etnobotanica e storia: qualche notizia 

Ho trovato questo bel libro (come al solito) al mercatino dell'usato; amando le passeggiate in campagna, mi capita spesso di imbattermi in varie Orchidee spontanee, che però non so riconoscere se non superficialmente, così mi sono messa a studiare questo libro, che si apre con un breve scritto dell'Assessore ai Parchi e alle Aree Protette della Provincia di Savona. Segue l'introduzione di Pietro Baccino sulle "nostre" orchidee, quelle europee, illustrandone nello specifico gli organi vegetativi sotterranei, il ciclo vegetativo e la struttura della pianta, del fiore e delle sue parti, l'impollinazione, e alcune possibili anomalie (decolorazione per esempio). Nel capitolo “Ambienti e vegetazione" vengono illustrati i diversi tipi di ambiente della provincia di Savona, e per ognuno vengono indicate le specie di orchidea che li abitano. Si parla poi delle normative per la tutela delle orchidee spontanee, e vengono riportati alcuni nomi vernacolari di queste piante. Seguono una chiave analitica per il riconoscimento ed un glossario. Inizia qui il cuore del libro, costituito da 49 schede con fotografie (belle e chiare) che per ogni specie di orchidea riportano: nome botanico, nome comune, descrizione della pianta, fioritura, habitat, distribuzione (con anche un'illustrazione delle principali aree di diffusione nella provincia di Savona). Il libro si chiude con un'appendice su due nuove specie ritrovate nell'anno 2003 e con la bibliografia.
Alcune parti del testo sono trascritte anche in inglese.
Come si può vedere dalla descrizione dei contenuti si tratta di una guida utile e chiara, che può essere agevolmente portata con sé durante le passeggiate per riconoscere sul posto le molte orchidee della regione, a volte molto simili fra loro e quindi difficili da distinguere. Se vi capita fra le mani quindi, non fatevelo scappare! Può anche essere una buona idea per un regalo ad appassionati delle orchidee, o semplicemente di passeggiate nella natura.

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Simile a questo volume, è uscito nel 2015 Orchidee spontanee della Liguria di Mario Calbi e Stefano Marsili.