venerdì 27 settembre 2019

La nostra casa è in fiamme

La nostra casa è in fiamme . La nostra battaglia contro il cambiamento climatico di Greta Thunberg Svante Thunberg, Beata Ernman e Malena Ernman, Mondadori, 2019
Numero pagine: 240
Lingua originale: svedese
Titolo originale: Scener ur hjärtat
Prima edizione: 2018
Prima edizione italiana: 2018
Genere: autobiografia

Immagino che coloro che hanno comprato questo libro fidandosi solo della copertina avranno avuto qualche sorpresa. Infatti il libro non è stato scritto propriamente da Greta Thunberg, né racconta in prima persona la vita della giovane ambientalista svedese; si tratta invece di una sorta di autobiografia della famiglia Erhman-Thunberg scritta con il contributo di tutti i componenti: la cantante lirica Malena, il compagno Svante e le due figlie Greta e Beata. Il punto di vista narrativo però, è principalmente quello di Malena, che racconta parte della sua vita di cantante lirica ed in particolare le varie crisi famigliari che girano intorno alla scoperta, alla diagnosi e alla convivenza con i disagi neuro-psicologici di di Greta e Beata e della stessa Malena. Il tema dell'attivismo ambientale non è il principale (ma è comunque presente), si parla molto invece di disagi mentali dell'infanzia e dell'adolescenza, anche rilevandone le forme più specificamente femminili; tuttavia, il libro si apre con stralci dei discorsi che hanno reso Greta nota al grande pubblico (con varie ripetizioni).
È sicuramente un libro che può interessare coloro che vogliono conoscere il retroscena culturale e famigliare di Greta (ma anche fatevi i fatti vostri). Insomma: interessante ma non fondamentale.

Utilità
Nel 2019 è uscito in Italia Nessuno è troppo piccolo per fare la differenza, sempre edito da Mondadori, che raccoglie i vari discorsi dell'attivista svedese, pronunciati in differenti occasioni.

La foresta nascosta. Un anno trascorso a osservare la natura

La foresta nascosta. Un anno trascorso a osservare la natura di David George Haskell, Einaudi, 2014
Numero pagine: 288
Lingua originale: inglese
Titolo originale: The Forest Unseen: A Year's Watch in Nature
Prima edizione: 2012
Prima edizione italiana: 2014
Genere: saggio divulgativo su biologia e ecologia della foresta

Ho trovato questo libro per caso, e subito sono stata attirata dal titolo.
L'autore, un biologo, per un anno ha osservato un angolo di foresta primaria dell'altopiano del Cumberland in Tennessee. Le regole che l'Autore si è dato erano semplici: visitare spesso il posto, restare in silenzio, cercare di non modificare il luogo camminando, scavando, spostando o raccogliendo cose.
Ogni capitolo ci fa entrare in quel cerchio di foresta (di circa un metro di diametro) raccontandoci della vita delle piante, degli animali, degli insetti e del suolo.
Cosa succede agli alberi d'inverno? Com'è la vita dei bruchi? E il sesso delle lumache?  Di cosa sono fatti i licheni? Perché sono nati i fiori?  Le piante cooperano o lottano fra loro? Come si comportano le zecche, le zanzare, le lucciole, le cavallette? Come viene gestita la luce solare nella foresta? Come si sono evolute le piante fino ad arrivare ad ottimizzare il processo della sintesi clorofilliana? Cosa succede se al lupo si sostituisce il coyote? Come vivono i microrganismi del suolo?
La scrittura è chiara e scorrevole, non serve essere specialisti del settore per lasciarsi affascinare dalle brillanti soluzioni evolutive che i vari esseri viventi hanno saputo adottare; la vita ed il pensiero di Haskell rimangono sullo sfondo, la vera protagonista è la Natura.

Consiglio assolutamente questo libro a tutti coloro che sono affascinati dalla vita nei regni naturali.
In questo volume si parla di piante e animali americani, sarebbe interessante trovare un testo simile ma basato sull'ambiente italiano.

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Dello stesso autore è uscito nel 2018 Il canto degli alberi.

martedì 24 settembre 2019

Possiamo salvare il mondo prima di cena

Possiamo salvare il mondo prima di cena. Perché il clima siamo noi di Jonathan Safran Foer, Guanda, 2019
Numero pagine: 320
Lingua originale: inglese
Titolo originale: We are the Weather. Saving the Planet Begins at Breakfast
Prima edizione: 2019
Prima edizione italiana: 2019
Genere: saggio sul cambiamento climatico

Jonathan Safran Foer è più noto come romanziere (dai sui libri Ogni cosa è illluminata del 2002 e Molto forte, incredibilmente vicino del 2005 sono stati tratti dei film), ma nel 2009 aveva già affrontato temi legati all'ambiente con Se niente importa, in cui parla dell'allevamento intensivo e delle sue conseguenze.
In Possiamo salvare il mondo prima di cena l'Autore riprende queste tematiche: ci troviamo sull'orlo di un'enorme crisi ambientale (la maggior crisi che il genere umano abbia mai affrontato), e quelli che stiamo vivendo sono gli ultimi anni utili per cercare di fermarci prima di raggiungere il baratro. Si tratta di un libro che ondeggia fra la speranza di riuscirci e la certezza che alcune cose sono già condannate a scomparire, primo fra tutti, per forza di cose, il nostro modo di vivere e gli equilibri ambientali per come li conosciamo.

La forza di questo libro sta proprio nel saper cogliere le contraddizioni: cosa possiamo fare noi singoli, quando le grandi aziende e i diversi stati sembrano non voler correre ai ripari? Come fare a prendere sul serio una crisi che sembra sempre che si svolga laggiù e mai qui? Ed anche se siamo fra coloro che si rendono conto del rischio che stiamo correndo, quanto siamo disposti a cambiare il nostro stile di vita?
Partendo dal chiedersi perché la narrazione riguardo alla crisi ambientale non produca risultati ci porta a chiederci quanto sia importante l'azione del singolo e quanto quella collettiva.
Ma la proposta principale dell'autore per cercare di arginare il tutto, sicuramente non piacerà a molti, ed è anzi piuttosto scomoda: smettere di mangiare carne e altri prodotti animali, o come minimo, non mangiarli prima di cena, da cui il titolo.
Vengono infatti riportati una serie di dati (di cui si rende conto chiaramente e in maniera diffusa nell'appendice) sull'impatto ambientale dell'allevamento intensivo, una delle maggiori cause del cambiamento climatico, e che lo porta ad accelerare sempre più.
Forse la parte più impattante è "Dialogo con l'anima" in cui l'Autore mette sul tavolo anche le contraddizioni e le ipocrisie dell'essere vegetariano e vegano: come conciliare la scelta vegana con la nostra voglia di mangiare prodotti animali? Come relazionarsi con l'incoerenza di fondo che ci vede preoccupati per il clima ma in fondo poco attivi nella vita di tutti i giorni su questo fronte? 
Per inciso nel corso di questo dialogo si cerca di rispondere a tutte le solite mozioni mosse al vegetarianesimo, quindi se siete già vegetariani o vegani, potrebbe farvi comodo.

Insomma, si tratta di un libro estremamente interessante, che unisce i dati all'emotività, i fatti oggettivi con la vita dell'Autore, è insomma uno dei più convincenti libri sulla crisi ambientale che abbia letto finora, lo consiglio a tutti come lettura scorrevole ma interessante, anche da regalare ai negazionisti della crisi e ai tormentatori di vegetariani (esistono anche i vegetariani tormentatori di onnivori, chiaramente).

lunedì 23 settembre 2019

Fiabe nordiche. Troll, principi e giganti

Fiabe nordiche. Troll, principi e giganti di AA. VV. a cura di Bruno Berni, Giunti, 2005
Numero pagine:
Lingua originale: italiano
Prima edizione: 2005
Genere: raccolta di fiabe

Il curatore di questo volume, Bruno Berni,  ha curato varie edizioni di fiabe originarie dei diversi paesi nordici (fra cui anche alcuni volumi della serie di Iperborea). Nell'interessante introduzione si trovano i titoli delle principali raccolte di fiabe dei paesi nordici a cui ha attinto inquadrate sia nel panorama culturale nordico, sia nel periodo storico che vide il fiorire di raccolte di racconti popolari, rilevandone i tratti caratteristici come pure quelli comuni alle fiabe che tutti conosciamo.
Sono fiabe di diversa lunghezza e per ognuna è indicata la regione d'origine. Non mancano i classici principi, principesse, re e vecchie streghe, ma possiamo trovare anche pescatori, terre incantate oltre le onde, i famosi troll che costellano i racconti e i luoghi di Scandinavia e Islanda e molti altri personaggi tipici della fiaba ma declinati nella particolare sfumatura di questi luoghi. 
Non bisogna aspettarsi di trovare Thor, Loki, le valchirie ed in generale i protagonisti della mitologia per cui le terre del Nord stanno diventando sempre più note.
Ccome spesso succede nelle raccolte di racconti popolari, alcuni motivi si ritrovano molto simili in diverse storie, quindi alcune potrebbero risultare ripetitive.

Raccolta interessante e piacevole, adatta sia a chi attirato dalla mitologia nordica vuole avere un quadro più generale delle culture che l'hanno originata, sia agli amanti del racconto fiabesco in generale. Può essere adatta anche come lettura serale per bambini.

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  • Fiabe norvegesi di AA. VV. a cura di Agata Larsson
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  • Fiabe norvegesi di Peter Christen Asbjørnsen e Jørgen Moe a cura di Bruno Berniù
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  • Troll di Theodor Kittelsen a cura di Luca Taglianetti

mercoledì 18 settembre 2019

Antiche fiabe e leggende celtiche

Antiche fiabe e leggende celtiche a cura di Gabriella Agrati e Maria Letizia Magini, Mondadori, 1982
Numero pagine: 671
Lingua originale: italiano
Prima edizione: 1982
Genere: raccolta di racconti mitologici

La mitologia celtica è uno dei miei grandi amori, nel corso degli anni ho raccolto tutto il possibile a riguardo, benché in italiano si trovino pochi libri; questo volume in particolare è fra i più preziosi. 
Il titolo in è fuorviante, poiché non si tratta di fiabe, ma delle storie di due differenti raccolte: la prima parte riporta gli undici racconti gallesi collettivamente conosciuti come Mabinogion; la seconda tratta invece di Cu Culhain e del ciclo eroico irlandese dei guerrieri del Ramo Rosso del re dell'Ulaid Conchobar.

La prima parte del libro è aperta dall'introduzione ad opera delle curatrici (che hanno approntato varie edizioni di racconti mitologici d'area celtica) riguardo i Mabinogion: benché i più antichi manoscritti dei Mabinogion non risalgano più indietro dell'XI sec., si tratta di racconti tramandati oralmente per secoli, ed infatti vi si trovano elementi pre-medievale e pre-cristiani, nonché alcune fra le prime apparizioni del personaggio di re Artù. Il titolo, che è moderno, è dovuto a Lady Charlotte Guest, che nella seconda metà dell'800 fu fra i primi traduttori della raccolta: la parola mabinogi/on è presente solo nei primi quattro rami (o racconti) della raccolta ed è stato interpretato dalla Guest come "racconti per ragazzi" poiché mab in gallese vuol dire fanciullo.
Le curatrici trattano della natura della raccolta, con anche un sunto della storia delle popolazioni celtiche nelle Isole Britanniche ed in particolare nel Galles, informazioni riguardo la società celtica. Parlano dei manoscritti, delle possibili interpretazioni del titolo, della ipotetica data di composizione e dei rapporti dei i racconti d'ambito arthuriano con quelli di Chrétien de Troyes e con le triadi gallesi. Chiudono l'introduzione una breve descrizione del contenuto e dei personaggi, e un approfondimento su Artù. Seguono una nota alla traduzione ed una cartina del Galles. 
I singoli racconti ognuno preceduto da un breve sunto ed inquadramento sono: Pwyll, principe del Dyvet; Branwen, figlia di Llyr; Manawiddan, figlio di Llyr; Math, figlio di Mathonwy; Il sogno di Maxen; Lludd e Llevelys; Culhwch e Olwen; Il sogno di Ronabwy; La Dama della Fontana; Peredur, figlio di Evrawc; Gereint e Enid (in alcune traduzioni dei Mabinogion si può trovare anche l'Hanes Taliesin che qui è assente).
A chiudere questa prima parte un glossario che oltre ai nomi dei personaggi e dei luoghi citati spiega anche alcuni termini e funzioni specifiche della società gallese, e la bibliografia (necessariamente datata vista l'epoca di pubblicazione di questo volume). 

La seconda parte del libro è anch'essa aperta da un'introduzione sulla storia dei celti e in particolare di quelli d'Irlanda, vengono citati i vari cicli mitici e se ne tratteggia la struttura sociale con particolare attenzione alla figura del druido. Si passa poi a descrivere la letteratura narrativa in gaelico e coloro che la diffusero ovvero i fili (sing. filid) ed i principali cicli narrativi: mitologico, storico, feniano, dell'Ulster a cui appartengono i racconti qui presi in considerazione, incentrati sulla Tain Bo Cualnge "la razzia del bestiame del Cuailnge" e l'eroe Cu Culhainn. Seguono una nota alla traduzione ed una cartina dell'Irlanda.
Ai vari episodi del ciclo, in parte in prosa ed in parte in versi, sono postposti anche in questo caso glossario e bibliografia. 

Si tratta di un libro imponente, nonché di una delle poche traduzioni in italiano delle opere trattate. 
Pur trattandosi di racconti brevi, i personaggi hanno una loro profondità psicologica: il dolore di Branwen, l'impetuosità di Prydery rispetto alla lungimiranza di Manawyddan, la saggezza di Math, l'assertività di Blodeuwedd solo per citarne alcune nella prima parte, ma anche l'amore di Fand contrapposto alla combattività di Emer, la disperazione di Derdriu, il rimpianto di Cu Culhain dopo l'uccisione di Fer Diad, la sua solitudine davanti alle schiere di Eriu, l'indomabilità di Medb.
I personaggi femminili non mancano ed hanno una parte determinante negli eventi.
Lo stile varia molto da un racconto all'altro, in particolare le parti poetiche possono risultare ostiche ad alcuni perché ripetitive ed allusive.

In definitiva, si tratta di un libro che tutti gli appassionati di mitologia celtica dovrebbero avere, per potersi immergere nel mondo nebbioso e splendente delle Isole Britanniche, ma che può essere piacevole anche per gli amanti dei miti in generale; purtroppo non è di facilissima reperibilità.

Utilità
Nel 1994 questo libro è stato rieditato in due volumi per gli Oscar Narrativa Mondadori con il titolo Saghe e leggende celtiche; l'ultima edizione è del 2000Nel corso degli anni ne ho trovate almeno tre versioni usate, quindi potreste cercare questa raccolta in qualche mercatino.
Gabriella Agrati e Maria Letizia Magini hanno curato un gran numero di pubblicazioni d'ambito arturiano, cavalleresco e leggendario, riporto qui solo le prime edizioni (di quelli pertinenti a saghe celtiche, nordiche, finniche e romanzi arturiani), la maggior parte delle quali fanno parte della collana Mirabilia della Mondadori, ormai (purtroppo) di difficile reperibilità; nel corso degli anni sono uscite alcune riedizioni, molte in cofanetti da più volumi, più facilmente acquistabili. Vale la pena consultare anche le biblioteche.
  • I romanzi della Tavola Rotonda di Jaques Boulenger, Mondadori, 1981 (in tre volumi)
  • I romanzi cortesi di Chrétien de Troyes, Mondadori, 1983 (in cinque volumi, contiene: Perceval, Erec e Enide, Cligès, Lancillotto, Ivano)
  • Tristano di Goffredo di Strasburgo, Mondadori, 1983
  • Re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda, Mondadori, 1985
  • Storia di re Artù e dei suoi cavalieri di Thomas Mallory, Mondadori, 1985 (in due volumi)
  • La canzone dei Nibelunghi, Mondadori, 1986
  • Kalevala. Terra d'eroi, Mondadori, 1986
  • Fiabe e leggende nordiche, Primavera, 1987
  • Storia dei re di Britannia di Goffredo di Montmouth, Guanda, 1989
  • Fiabe e leggende scozzesi, Mondadori, 1990
  • Fiabe e leggende celtiche, Primavera, 1990
  • Miti e saghe vichinghi, Mondadori, 1990
  • Saghe e racconti dell'antica Irlanda, Mondadori, 1993
  • La leggenda del santo Graal, Mondadori, 1995 (in due volumi)
  • Racconti e leggende di Cornovaglia, Mondadori, 1995
  • Merlino l'incantatore, Mondadori, 1996
  • Galvano, il primo cavaliere, Mondadori, 1997
Bibliografia in italiano riguardo ai Mabinogion oltre all'edizione qui recensita:
  • Mabinogion di Evangeline Walton, Garzanti, 1980. Si tratta di una rilettura moderna dei primi quattro rami della raccolta; l'autrice mantiene le storie originali ma ne approfondisce gli aspetti psicologici ed aggiunge particolari, episodi minori e inquadra il tutto nel tempo del passaggio dalle Antiche Tribù matriarcali alle Nuove. Viene generalmente indicato come fantasy; è il più noto mezzo di conoscenza dei Mabinogion in Italia.
  • I Mabinogion, traduzione e cura di Isabella Abbiati e Grazia Soldari, Venexia, 2011. Si tratta della più recente traduzione dei Mabinogion, basata principalmente su quella inglese di Charlotte Guest (la quale omise alcuni passi) e corredata da parti interpretative del testo a mio avviso discutibili.
Le principali traduzioni inglesi dei Mabinogion in ordine cronologico di pubblicazione:
  • The Mabinogion, traduzione in inglese di Lady Charlotte Guest, 1839-49, in sette volumi con testo in gallese a fronte (include l'Hanes Taliesin).
  • The Mabinogion, traduzione di Thomas Peter Ellis e John Lloyd, Oxford University Press, 1929 (omette l'Hanes Taliesin ed è l'unico che riporta anche le varianti dei manoscritti)
  • The Mabinogion, traduzione di Gwyn e Thomas Jones, Golden Cockerel Press, 1948 (omette l'Hanes Taliesin)
  • The Mabinogion, traduzione di Jeffrey Gantz, Penguin Books1976 (omette l'Hanes Taliesin)
  • The Mabinogi and Other Medieval Welsh Tales, traduzione di Patrick K. Ford, University of California Press, 1977 (contiene l'Hanes Taliesin ma non Il sogno di Rhonabwy, Il sogno di Macsen, Gereint e Enid, Peredur, La Dama della Fontana)
  • The Mabinogion, traduzione di Sioned Devis, Oxford University Press, 2007
In inglese segnalo anche la bella edizione illustrata da Arthur Rackham.
Esiste anche una traduzione francese parziale ma che comprende anche altri testi gallesi:
  • Les Mabinogion, traduzione di Joseph Loth del 1889 consultabile su Archive.org.
Traduzioni inglesi e testi originali dei Mabinogion consultabili online:
  • The Mabinoigion (sito in inglese) con la traduzione in inglese di Charlotte Guest e varie versione elettroniche di altri poemi arturiani.
  • Sacred Texsts (sito in inglese) con la traduzione di Charlotte Guest, oltre a vari testi sacri di diverse tradizioni.
  • The Texst of the Mabinogion and other Welsh Tales from the Red Book of Hergest di Sir John Rhys e Gwengwryn Evans del 1887 su Archive.org (sito in inglese) i testi originali in gallese (escluso l'Hanes Taliesin) con prefazione in inglese.
  • Mabinogion su Timeless Myth (sito in inglese) con riassunti e genealogie.
  • Mabinogi.net (sito in inglese) dove si possono trovare la traduzione dei primi quattro rami, bibliografia e link utili.
Riguardo alla saga di Cu Culhainn:
  • La grande razzia a cura di Melita Cataldi, Adelphi, 1996. Si tratta di una traduzione di parte dei testi originali riguardanti Cu Culhainn. È sicuramente il miglior libro in circolazione in italiano.
  • La saga di Cuculhain di Lady Augusta Gregory, Nord, 2000
Rifacimenti romanzati:
  • I guerrieri del Ramo Rosso di Morgan Llywelyn (varie edizioni).

martedì 10 settembre 2019

Fiabe irlandesi. Spettri e fantasmi della Terra Verde

Fiabe irlandesi. Spettri e fantasmi della Terra Verde di AA. VV. a cura di Carla Lorini, Giunti, 2003
Numero pagine: 239
Lingua originale: italiano
Prima edizione: 2002
Genere: raccolta di fiabe

Per questo libro vale in gran parte quello che ho già detto per il volume Fiabe celtiche della stessa collana.
Sull'onda del mio personale revival celtico, mi sono data alla lettura di volumi accumulati negli anni e mai davvero consultati seriamente; Fiabe irlandesi è una di quelle raccolte, che avevo iniziato e poi abbandonato. 
Durante la rilettura, come anche per gli altri libri della collana, due cose mi hanno spiacevolmente colpito: la prima è che non si trovano le fonti da cui sono stati tratti i racconti, solo facendo una ricerca in internet basandomi sui nomi propri dei personaggi sono riuscita a capire a che raccolta si rifaccia la curatrice. La seconda è che la curatrice a volte cambia i nomi rispetto agli originali, come anche i titoli dei racconti.
Tra l'altro, anche in questo caso (come in Fiabe celtiche) il titolo del volume è fuorviante, poiché di spettri e fantasmi praticamente non ce ne sono in questo libro
Si tratta di una raccolta di fiabe di diversa lunghezza e contenuto: alcune annoverano i classici personaggi quali streghe, giganti, principi e principesse, mentre altre pescano dalla mitologia celtica ed in particolare dalle storie dei Thuatha de Danaan, come i notissimi racconti sui figli di Lyr ed il corteggiamento di Etain, o dal ciclo feniano con alcuni episodi su Finn e gli altri Fianna.
Si tratta di un libro che può sicuramente piacere come esempio generale di fiabe irlandesi, sia ai grandi che ai piccini, tuttavia per approfondire consiglio altri volumi filologicamente più curati e chiari.

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  • Elfi e streghe di Scozia di AA. VV. a cura di Lorenzo Carrara
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  • Fiabe bretoni di AA. VV. a cura di Erich Ackermann
  • Fiabe celtiche diAA. VV. a cura di Frederik Hetmann
  • Fiabe celtiche di Joseph Jacobs
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  • Fiabe e leggende irlandesi di AA. VV. a cura di Massimo Conese
  • Fiabe e leggende scozzesi di AA. VV. a cura di Gabriella Agrati e Maria Letizia Magini
  • Fiabe inglesi di spettri e magia di AA. VV, a cura di Lorenzo Carrara
  • Fiabe irlandesi di AA. VV. a cura di Frederik Hetmann
  • Fiabe irlandesi di James Stephens
  • Fiabe irlandesi di William Buttler Yeats
  • Fiabe popolari inglesi di KatherineBriggs
  • Racconti di fate e tradizioni irlandesi di Thomas Crofton Crocker

Fiabe celtiche. Gnomi, folletti, fate: storie del Piccolo Popolo

Fiabe celtiche. Gnomi, folletti, fate: storie del Piccolo Popolo di AA. VV. a cura di Francesco Fornaciai, Giunti, 2014 
Numero pagine: 240
Lingua originale: italiano
Prima edizione: 2014
Genere: raccolta di fiabe 

E' il periodo: ultimamente mi è capitato di leggere e recensire un bel po' di libri su mitologia e folklore celtici, così quando mi è capitato fra le mani questo volume ho deciso di dargli una possibilità; partivo prevenuta perché sfogliando il libro non si trova traccia delle fonti consultate dagli autori, e di conseguenza da quali raccolte provengano le fiabe o se siano state inventate di sana pianta. Il titolo poi si è rivelato essere un po' fuorviante: le storie qui contenute sono ambientate in Scozia (ove è possibile capirlo), e non in vari paesi di cultura celtica; facendo ricerche su internet sulle singole fiabe, sono riuscita a capire da dove provengano la maggior parte di queste, ovvero da raccolte di folklore scozzese, anche se in alcuni casi i nomi dei sono stati modificati o tradotti male ed i titoli modificati. Inoltre di gnomi non è che se ne trovino a bizzeffe fra queste pagine, passi ancora per folletti e fate.
Si tratta di racconti di tipo e lunghezza variabile: non mancano gli incontri col Diavolo così come con personaggi tipici delle fiabe come streghe e giganti, ma anche quelli tipici del folklore celtico come l'onnipresente Piccolo Popolo ed altri esseri fatati: kelpie, brownie, donne foca, changelings. 
Essendo molte storie legate alle isole Ebridi, i temi della pesca e della navigazione sono molto presenti.
In definitiva si tratta di un libro che potrebbe piacere sia agli adulti, magari già appassionati del genere, sia ai bambini; tuttavia se si è interessati allo studio del materiale folklorico consiglierei le edizioni originali da cui sono state tratte le singole fiabe, o raccolte filologicamente più curate.

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