sabato 8 dicembre 2012

Sali da bagno profumati

Sempre in tema di produttività prenatalizia, mi sento un po' un Elfo di Babbo Natale, e quindi eccomi qui di nuovo a proporvi una ricettina facile facile per fare qualche regalino: sali da bagno!
A me piace molto fare qualche piccolo regalino alle persone a cui voglio bene, ma sono sempre a corto di soldi, quindi l'autoproduzione mi è sembrata la soluzione migliore. Ed in più creando con le proprie mani i regali, si possono personalizzare a piacere, a seconda di com'è il destinatario del pacchettino, che oltre a ricevere un dono, riceverà anche le buone energie e l'intento che abbiamo messo nel farli...stessa cosa vale per quei pochi oggetti non prodotti in serie, ma creati da Artigiani e Artisti che hanno a cuore quello che fanno, e creano con gioia, fantasia, coraggio e colori.
Ma torniamo ai nostri sali da bagno! Non ci vuole davvero nulla, sono utili, a basso costo, belli da vedere e potete farne di mille varietà, ecco quello che serve:

-  sale grosso
- colorante alimentare
- olii essenziali
- fiorellini o erbe varie

Prendete il sale e mettetelo in una bacinella e versateci un po' di colorante, iniziate con poco e mescolate, poi al massimo aggiungete finché il sale non è uniformermente colorato della tonalità che vi piace di più. I diversi coloranti danno colori più o meno intensi, quindi provate e regolatevi voi. Se avete usato molto colorante lasciate un po' asciugare il sale, di modo che assorba bene il colore; non lasciatelo però in stanze umide o dove c'è vapore, perché il sale assorbe molto l'acqua, e quindi non si asciugherebbe.
A questo punto mettete il vostro sale colorato in un barattolino di vetro o in un sacchettino, e versateci una goccia o due di olio essenziale. Io abbino i colori con i profumi, ad esempio verdi con olio di Menta, rosa con profumo di Rosa, azzurri con profumo di Lavanda (non sono riuscita a trovarlo viola!!) ecc.
Io aggiungo a questo punto erbe o fiori: boccioli di Rosa per i sali profumati alla Rosa, fiorellini di Lavanda per quelli alla Lavanda ecc. si possono mescolare con il sale o lasciarli in superficie in modo che rimanga uno strato separato e di colore diverso.
Potete poi decorare il sacchettino o il barattolo come più vi piace, con cartellini colorati, rafia, stecche di cannella, ghiande o pigne, conchiglie o tutto quello che la fantasia e la Natura vi possono suggerire o fornire!
Il sale sembra abbia proprietà leviganti e dermopurificanti, aiuta ad espellere le tossine e a ridurre la ritenzione idrica. A seconda dell'erba/olio essenziale che vi si unisce si accentuano determinate proprietà. La Lavanda è rilassante, la Menta rinfrescante, la Cannella energizzante ecc.
Questi sono quelli che ho fatto io per un mini-mercatino:
Sono giorni meravigliosi e leggeri, di movimento e cambiamento, mi sembra di essere una Farfalla nella sua crisalide, che piano piano nel buio e nel silenzio lavora a Sè Stessa, alla sua Metamorfosi, alle sue ali.
Pochi giorni fa, durante una passeggiata, ho trovato una miriade di piccole Calendule selvatiche, a Dicembre, come un dono del Sole tardivo, quindi a breve la ricettina dell'oleolito di Calendula!

Buoni lavori nel frattempo, godetevi questo periodo dell'anno magico :)

sabato 1 dicembre 2012

Zenzero candito

Ho già parlato della mia voglia di fare e creare ultimamente no?
Ebbene, mi sono cimentata anche in questo. Come ricetta è molto facile, ma alla fine lo Zenzero è molto diverso da quello che si va a comprare! Rimane molto più piccante e la copertura di zucchero più ruvida, ma a me personamente fa impazzire!
Ecco quello che serve:

Ingredienti
radice di Zenzero
zucchero di canna integrale
acqua

Preparazione
Per prima cosa si sbuccia lo zenzero e lo si taglia a fettine, oppure a cubetti, a seconda dei gusti. Quand'è pronto lo si mette in un pentolino con dell'acqua fredda, si accende il fuoco e lo si porta ad ebollizione. Si lascia bollire per qualche minuto, poi si scola, e si ripete l'operazione due volte, per togliere un po' di piccante ai pezzi di radice che risulterebbero troppo forti, ma, anche in questo caso dipende dai propri gusti.
Alla fine avrete il vostro zenzero bollito, pesatelo, mettetelo in una pentola col fondo spesso e i bordi larghi. Aggiungete una quantità di zucchero pari al peso dello Zenzero, e dell'acqua, quanta basta per far scigliere completamente lo zucchero (anche se abbondate tanto poi evapora, quindi non temete di rovinare tutto). Lasciate cuocere finché l'acqua si è quasi asciugata e si è creato uno sciroppo denso. A questo punto togliete i pezzi di Zenzero e metteteli un po' distanziati sulla carta da forno, in modo che non si appiccichino tra loro, e lasciateli asciugare. Molti prima di metterli sulla carta li intingono ulteriormente nello zucchero, come ho provato a fare anch'io, ma secondo la mia opinione così facendo rimangono troppo intrisi di zucchero. Quando si saranno asciugati potrete conservarli in un barattolo ben chiuso.
Se riuscite recuperare anche lo sciroppo rimasto nella pentola, potrete usarlo per dolcificare tisane o dolci, conferendo loro anche l'aroma di Zenzero.

E' una ricetta un po' sommaria, ma vedrete che provando risulterà piuttosto facile e sperimentando potrete trovare tempi e quantità migliori per voi.

Io lo trovo particolarmente adatto dopo pranzo o cena, quando si ha voglia di qualcosa di dolce, ma non si sa mai cosa. Inoltre lo Zenzero aiuta la digestione, quindi non c'è davvero momento migliore per mangiarlo. Però anche al mattino triturato nello yogurt o nel muesli, fa molto piacere!
Buone scorpacciate dunque, e buona produzione :)

Marmellata di Melograni

Finalmente, dopo lunghi mesi di inattività e staticità, mi è venuta voglia di fare, di creare, di usare le mani, il cuore ed un po' di mente per fare varie cose. Una è stata questa fantastica marmellata.
Anche in questo caso, sono stata fortunata: mi sono capitati per le mani vari frutti, belli rossi e maturi, e così mi sono messa al lavoro.


Ingredienti
Melograni
zucchero di canna integrale
mele biologiche
un limone

Preparazione
Innanzi tutto bisogna aprire i Melograni a metà; lo so che è un peccato, sono talmente belli, ma se volete la marmellata tocca farlo :D! Sgranateli e conservate i grani rossi e succosi da una parte mentre le bucce e la buccia biaco-gialla interna vanno scartate.
Da tutti quei piccoli rubini dovrete ottenere più succo possibile; anche in questo caso si possono seguire vari procedimenti, io ho scelto il seguente. Mettete i grani in uno schiacciapatate e premete bene, raccogliendo il succo in un contenitore capiente; quando li avrete spremuti tutti mettete quello che ne resta nel frullatore e dategli una passata, ripetendo poi il passaggio con lo schiacciapatate. Vedrete che facendo così riuscirete a recuperare ancora un bel po' di succo, che sarà anche un pochino più denso e scuro perché ci sarà dentro anche un po' di polpa. Quando proprio avete estratto fino all'ultima goccia pesate il succo, poi versatelo in una pentola capiente dal fondo spesso, ed aggiungete il succo di un limone.
Ora bisogna aggiungere lo zucchero: io ne ho usato un terzo rispetto al peso del succo, ma considerate che perché la marmellata si conservi a lungo dev'esserci una centa quantità di zucchero; io, sapendo che tanto sarebbe durata poco, ne ho messa una quantità minima non amando le cose troppo dolci.
Accendete il fuoco e fate cuocere mescolando di tanto in tanto. A questo punto si può anche aggiungere la pectina in modo da ridurre i tempi di cottura, oppure, come ho fatto io, si uniscono due o più mele, a seconda della quantità di succo che avete. Mi raccomando, quest'aggiunta serve per far addensare la marmellata grazie alla pectina naturalmente presente nelle mele, e soprattutto nella buccia, quindi dovrete mettere anche questa per favorire l'addensamento; sicché usate solo mele biologiche. Io personalmente ho sbucciato le mele, ho messo a cuocere la polpa con un po' d'acqua, nel mentre ho frullato le bucce e poi le ho messe insieme alla polpa. Quando tutto era bello morbido ho dato una passata col frullatore (ma le mele se ben cotte si spappolano anche solo con la forchetta) ed ho unito al succo di melograno.
A questo punto si lascia andare finché la marmellata non diventa densa. Se avete usato la pectina ci vorranno pochi minuti, se invece avete usato le mele ci vorrà di più, anche perché, a differenza di quanto accade per fare altre marmellate, in questo caso siamo partiti dal succo, e non dallla polpa, che essendo più consistente si addensa anche prima.
Io preferisco le marmellate abbastanza liquide, ma regolatevi voi secondo le vostre preferenze, tenendo conto che da fredde sono sempre un po' più dense di come appaiono quando sono calde. Quando vi sembra che vada bene versatela ancora bollente in barattoli di vetro ben puliti ed asciutti, lasciando circa un centimetro fra la marmellata ed il tappo. Chiudete e girate i vasetti, lasciandoli raffreddare.
Questa marmellata dal gusto particolare, quasi di caramelle o sciroppo di frutta, e dal colore magnifico, a metà fra il rosa intenso ed in rosso, è perfetta per decorare biscotti e guarnire crostate. Da mangiare nei pomeriggi d'autunno/inverno su una belle fetta di pane caldo imburrato, quando il sole cala e fa piacere stare al calduccio bevendo tisane e leggendo vecchi libri di favole con una coperta di lana (ed il gatto!) sulle ginocchia.

Il Melograno, l'albero delle Madri, della Rossa Abbondanza, dell'intimità femminile che si apre come gli spacchi dei suoi frutti. L'albero di Nana, Era, Afrodite, Demetra. Della Madonna del Granato, è la guancia della Sposa del Cantico dei Cantici, è l'offerta che potano molte korai, ma è, soprattutto, per me, legato a Kore/Persefone, colei che a causa di pochi chicchi di Melograno deve sempre tornare nell'Ade, e le stagioni si alternano seguendo il suo andare e venire. E' il frutto dell'intimo Ciclo femminile, naturale, universale.
Ed in questo tempo di Discesa, quando i Melograni maturano, e Persefone torna nel sottosuolo, come i semi, come Regina del Mondo Nascosto; quando fuori inizia a fare freddo e buio presto e si sta in casa a cucinare e confezionare piccoli dono di Luce, è davvero un piacere preparare questa marmellata speciale, per sé o come regalo. E se avrete prestato attenzione all'Albero al Frutto e alle loro energie, ed avrete operato con Intento chiaro, divertendovi ed amando ciò che fate, forse questo dono sarà anche un piccolo dono di consapevolezza...
Fotografie mie, immagini: "Eve" di Rebecca Guay e "Persephone" di James Adams

Marmellata di Rosa Canina


Ultimamente mi sto cimentando nella produzione di conserve e dolci e mi è capitata la fortuna di poter provare a fare questa fantastica marmellata! Infatti durante una passeggiata in montagna ci siamo imbattuti in un bellissimo cespuglio di Rosa canina, al limitare di un prato. Niente foglie, solo spine e frutti vermigli, lucidi e perfetti.
"Li raccogliamo e facciamo la marmellata?"
Non è servito dire altro, così ci siamo messi al lavoro e siamo tornati a casa con un piccolo tesoro.
Nulla da dire, è laboriosa come marmellata, soprattutto perché noi abbiamo raccolto solo i frutti belli maturi, che sono anche i più difficili da pulire, ma alla fine ne vale la pena!
Ed ecco la ricetta:

Ingredienti
cinorrodi di rosa canina
zucchero di canna integrale
acqua
pectina o mele (facoltativo)

Preparazione
Ci sono ovviamente varie maniere per fare la marmellata, io ho sperimentato questo, e mi sono trovata bene, ma ci sono davvero mille varianti.
Innanzitutto si puliscono i cinorrodi, uno per uno, tagliando la parte nera e poi aprendoli a metà ed eliminando tutti i semini e la maggior parte di peluria spinosa. E' un lavoro lungo, soprattutto se come me avete i frutti molto maturi, perché aprendoli si spantegano e dunque togliere i semini è più difficile. Ma non preoccupatevi, anche se rimane qualche semino non succede nulla. Anche riguardo alla peluria interna su internet se ne legge di ogni, io posso dire che si può tranquillamente togliere a mani nude, e che anche se ne rimane un po' la marmellata si può mangiare lo stesso e sia a me che ad amici e familiari non ha creato il minimo fastidio.
Quando avrete tutti i vostri cinorrodi puliti metteteli in una pentola dal fondo spesso, copriteli d'acqua e fateli cuocere finché non saranno ben morbidi. Chiaramente il tempo di cottura dipende anche dal grado di maturazione delle bacche: più mature le avete raccolte, meno dovranno cuocere.
Frullate il tutto con un frullatore ad immersione, poi pesate la purea. Secondo alcuni a questo punto bisognerebbe filtrare la passata con un colino, in modo da eliminare gli ultimi semini, filamenti e bucce. Io ho saltato questo passaggio, mi dispiaceva sprecare questi frutti preziosi, anche se in minima parte.
Rimettete la frutta nella pentola ed aggiungete lo zucchero: io ne ho aggiunto un terzo rispetto al peso della frutta, ma scegliete con attenzione, perché la marmellata si conservi a lungo dev'esserci una quantità accettabile di zucchero. Io ne ho usato poco perché non amo le cose troppo dolci, e poi sapevo che questa conserva non sarebbe durata a lungo :)
Accendete il fuoco e mescolate bene perché lo zucchero si sciolga, in caso potreste aggiungere un pochino d'acqua; io per non buttare via niente ho messo i semi con quel poco di polpa che avevano ancora intorno in acqua appena tiepida, filtrata e usata per diluire la purea in modo da recuperare più frutta possibile. Fate cuocere mescolando spesso finché una parte del liquido non è evaporata e la marmellata inizia a farsi più densa. Per abbreviare i tempi di cottura si può aggiungere la pectina, un addensante naturalmente presente nelle mele ed in altra frutta, che permette di cuocere solo per tre minuti. In alternativa si possono aggiungere delle mele con anche la buccia, e cuocerle insieme al resto; io per questa volta mi sono attenuta alla ricetta tradizionale e non ho aggiunto né mele né pectina anche perché queste bacche ne contengono naturalmente una buona quantità.
Quando la marmellata ha raggiunto il grado di densità che preferite (a me piacciono abbastanza liquide, ma tenete conto che raffreddandosi diventano sempre un po' più dense di come sono da calde) versatela ancora bollente in barattoli di vetro ben puliti ed asciutti, lasciando circa un centimetro fra la marmellata ed il coperchio. Chiudete e girate i vasetti, in modo che si crei il vuoto.

Ed è tutto qui! Otterrete una marlellata rossa dal gusto dolce-acidulo, perfetta da gustare su fette biscottate o pane integrale, magari da inzuppare in una bella tisana dal sapore speziato ma delicato. Per rendere particolari colazioni e merende, o da regalare agli amici più cari. Inoltre è blandamente lassativa e diuretica. Visto che è una marlellata molto laboriosa si può integrare con altri frutti della stagione autunnale come ad esempio l'uva.

Un pochino di attenzione anche per la pianta che ci ha donato questi preziosi frutti: quando li raccogliete lasciate un pochino di pane od altro vicino ai cespugli, ma soprattutto siate allegri e pieni di gratitudine, cercate ti "sentire" la pianta. E ricordate che ci sono anche gli uccellini e gli altri animali del bosco da sfamare: non depredate un intero cespuglio ma prendete un po' da uno e un po' da un altro.
I semini che avete pazzientemente tolto dalla polpa, non buttateli nella spazzatura, teneteli e portateli con voi nelle vostre prossime passeggiate, spargendoli qua e là (ma potreste anche tenerli visto che secondo alcuni possono essere usati per preparare un infuso sedativo). E' per questo che la pianta ha tanto faticato a produrli, perché fossero sparsi e da essi nascessero nuove piantine. E poi pensateci, starete facendo la stessa cosa che fanno gli uccellini che si cibano delle bacche e poi spargono i semi in giro...
I cinorrodi di Rosa sono ricchissimi di vitamina C, che però, purtroppo, si degrada se sottoposta a calore, quindi se volete fare una bella cura vitaminica mangiateli crudi, ben maturi e privati dei semi!

La Rosa canina, la selvatica antenata delle Rose da giardino, l'antica Venere/Afrodite selvaggia, dei tempi in cui nulla era ancora addomesticato. Come Afrodite dolce e indomita insieme, amorevole e libera, celeste e spirituale ma anche vicina agli uomini; Amore non civilizzato e spontaneo...
Questo mi ricorda questa marmellata meravigliosamente scarlatta, dolce ma anche leggermente aspra.
Buone merende dunque! :)

Vedi anche:
Rosa
Alcune varietà di Rosa
Illustrazioni botaniche di Rosa (parte I)
Illustrazioni botaniche di Rosa (parte II)
Sciroppo di Rose

domenica 4 novembre 2012

Achillea

L'Achillea, piantina perenne tanto comune ovunque nei nostri prati, è una delle più antiche erbe officinali utilizzate dall'uomo, tanto che recentemente ne sono state rinvenute tracce fra i denti di alcuni scheletri di Neandhertal; e visto che il sapore di quest'erba è molto amaro, sembra sia da escludere il fatto che venisse consumata per il sapore, e che invece i nostri antichissimi antenati la ingerisso per fini medicinali.
Parliamo dunque di una pianta che da decine di millenni ha incrociato la sua via con la nostra, e che per tutto questo tempo ha aiutato l'uomo con il suo Spirito e le sue proprietà.

Fa parte della famiglia delle Asteraceae che conta molte varietà, di cui le più conosciute e diffuse in Italia sono l'Achillea millefolium e l'Achillea moschata, ma ne esistono molte altre soprattutto nei prati di montagna delle Alpi. Per semplificare da qui in poi dicendo Achillea s'intenderà la varietà Millefolium che è quella più comune e usata.
Il nome viene dall'eroe Greco Achille (Achilleus in greco) e Plinio nell'Historia Naturalis ne spiega il motivo: "Anche Achille, il pupillo di Chirone, scoprì una pianta che guarisce le ferite - che per ciò è chiamata Achilleos - (e la usò) dicono, per risanare Telefo. [...] Da alcune persone questa pianta è chiamata Panacea di Heracle da altri Sideritis e da altre persone del nostro paese Millefolium: il gambo, dicono , è lungo un cubito, ramoso, e coperto dal basso di foglie piuttosto piccole, più piccole di quelle del finocchio [...] Tutte queste piante, si dice, sono notevolmente buone per il trattamento delle ferite." (Plinio, Historia Naturalis, XXV, 19)
Fin dal nome dunque sono messe in luce una delle principali proprietà di questa pianta, cioè quella di curare le ferite, nozione che si è mantenuta fino ai giorni nostri come dimostrano i nomi popolari: Meifoggiu, Stagnasangue (Liguria), Fenugina, Erba S. Genar, Erba tajera (Piemonte), Erba del tai, Erba trementina (Lombardia), Stranudella, Erba da tagi (Veneto), Erba vturena, Melfoi, Zent-foj (Emilia), Sangiunella, Erba formica (Toscana), Mazzetti (Lazio), Erba spirizilata, Rosone (Abruzzo), Erba dei tagli (Campania), Millefoglie (Puglia), Erva e cuntra veleno (Calabria), Millefogli, Qumidda (Sicilia), Erba de feridas (Sardegna).
Nelle principali lingue europee invece l'Achillea è chiamata Achillée, Millefeuille, Herbe aux charpentiers (Francese), Milefoil, Yarrow, Bloodwort, Sanguinary, Soldier's woundwoert (Inglese), Schafgarbe o Tausendblatt (Tedesco), Milenrama, Milhojas (Spagnolo).

Descrizione: Pianta erbacea perenne con rizzoma lignificato dal quale si sviluppano gli stoloni sotterranei e i fusti eretti, duri e pelosi; questi ultimi sono di due tipi: quelli invernali con internodi corti e molte foglie e quelli primaverili, con internodi allungati e che portano le infiorescenze, alti fino a 50-60 cm, ramificati nella parte superiore. Le foglie alterne hanno forma lanceolata e sono bi o tri pennatosette di colore verde intenso e supericie pelosa. I fiori sono riuniti in capoli raggruppati in mazzetti, e possono avere sfumature dal bianco al rosa intenso. Il frutto è un achenio ovale e liscio di pochi millimetri.

Habitat: originaria dell'Europa è molto diffusa si può trovare in tutta Italia dal mare alla montagna in prati, pascoli, luoghi incolti ed alcune specie arrivano fin oltre i 4000 metri. Vive bene su terreni petrosi, acidi, anche piuttosto aridi.

Coltivazione: erba piuttosto rustica si adatta bene e non ha particolari problemi, qundi è di facile coltivazione. Può essere seminata oppure piantata per talea, in terreni leggeri, con una buona percentuale di sabbia e molto ben drenati inquanto non tollera i ristagni d'acqua. Ama il sole quindi dev'essere ben esposta. E' piuttosto prolifica quindi non sorprendetevi di vederne crescere molte piantine dopo aver seminato la pianta madre; inoltre essendo una perenne è soggetta a riposo vegetativo invernale, ma nonappena la Primavera inizierà a farsi vedere rispunterà. Esistono varietà da giardino con fiori giallo intenso o rosa. Può essere utile piantarla in nelle aiuole sinergiche inquanto respinge alcuni insetti nocivi.

La droga è costituita dalle sommità fiorite che si raccolgono durante la fioritura fra maggio e settembre, scegliendo solo quelle integre, non aggredite da insetti o muffe, facendo attenzione a non raccogliere tutti i fiori di una sola pianta ma distribuendo la raccolta su più esemplari. I giorni migliori sono quelli di luna crescente  o piena, in un giorno dello Scorpione o del Fiore (Gemelli, Bilancia, Acquario). Si seccano in mazzi appesi o in strati sottili su un essiccatoio, all'ombra e in luogo areato e si conservano in barattoli ben chiusi al riparo dalla luce e dall'umidità.
Ricordiamoci sempre di lasciare qualche piccola offerta alla Natura quando raccogliamo qualcosa, poiché questi doni non ci sono dovuti, ma ci vengono elargiti gratuitamente con amore; restituire alla Natura una piccola parte di quello che ogni giorno prendiamo è davvero il minimo. E' un atto da compiere con gratitudine e affetto verso la fonte di ogni nutrimento e bellezza.
Inoltre la raccolta va fatta con un minimo buon senso: non spogliate un intero prato!

Utilizzi
Prima di utilizzare qualsiasi erba verificate di non essere allergici.Non intendo sostituirmi ad un medico o ad un erborista non avendone le minime competenze, quindi prendete ciò che segue per quello che è, ovvero una ricerca svolta su vari testi, sperimentata solo in parte. E comunque, visto che ad ogni cosa le singole persone reagiscono in maniera diversa, non c'è garanzia alcuna sull'efficacia.
ATTENZIONE: un uso eccessivo può provocare fotosensibilizzazione, e per lo stesso motivo sarebbe meglio evitare di esporsi al sole dopo aver utilizzato l'olio essenziale. Non utilizzare su bimbi sotto ai 3 anni. Può avere interazioni con farmaci anticoagulanti. In soggetti sensibili alle Asteracee (Compositae) potrebbe dare allergie.
Proprietà: vulnerarie, emostatiche, antinfiammatorie, leggermente antisettiche, aperitive, digestive, emmenagoghe, astringenti, antispasmodiche, febbrifughe, toniche del sistema circolatorio.

Erba fresca: foglie e fiori schiacciati e applicati sulle piccole ferite (quando si è già formata la crosta) ne facilitano la guarigione e la ciccatrizzazione, inoltre si possono fare applicazioni locali per combattere le vene varicose e guarire le emorroido e le ragadi. ATTENZIONE: Dopo l'uso la parte interessata non dev'essere esposta al sole, visto che il succo può rendere la pelle più sensibile ai raggi solari.

Infuso: si utilizzano 5 grammi di Achillea essiccata ogni 100 ml d'acqua. L'erba si mette in infusione nell'acqua già bollente e si lascia sul fuoco per qualche minuto, poi si spegnere, si copre e dopo poco va filtraro e bevuto. Visto che il sapore è piuttosto amaro, di volta in volta si possono unire altre erbe con proprietà simili ma dal gusto più piacevole.
L'infuso va bevuto prima dei pasti per stimolare l'appetito, e dopo per migliorare la digestione ed evitare la formazione di gas. Aiuta anche a calmare il mal di stomaco.
Inoltre l'Achillea allevia i dolori dovuti al ciclo mestruale e ne favorisce la regolarità o la ricomparsa grazie alla capacità di migliorare la circolazione (quindi anche quella uterina) e al contempo di rilassare la muscolatura. In questo caso è utile berne almeno una tazza al giorno nella settimana precedente il mestruo e nei giorni di sanguinamento, magari insieme ad altre piante adatte all'uso come Calendula e Camomilla.
Può essere utile anche all'insorgere di stati influenzali e febbri con disturbi come raffreddore e mal di gola, insieme ad altre erbe indicate come Sambuco e Menta.
L'Achillea è in grado di rilassare la muscolatura inquanto contiene azulene, lo stesso principio della Camomilla che è anche quello che rende gli oli essenziali di entrambe le piante azzurri. Per tanto si potrebbe utilizzare l'infuso d'Achillea al posto della Camomilla in caso di bisogno, per favorire il sonno e il rilassamento sia fisico che mentale, oppure visto che come già detto ha un sapore piuttosto amaro, un misto con Melissa, Tiglio o Menta.
E' valido anche per lavare le piccole ferite (quando si è già formata la crosta) favorendone la ciccatrizzazione o per detergere la pelle arrossata. Unendo l'infuso all'argilla o ad altri ingredienti per maschere autoprodotte si potranno calmare infiammazioni ed arrossamenti del viso e combattere le couperose.
Una o due manciate di fiori secchi aggiunte all'acqua del bagno in un sacchettino di cotone, oppure uno o due litri di infuso versati nella vasca, contribuiscono a decongestionante e rilassare, ma anche a far ritrovare forza dopo una giornata faticosa.
Utile in lavaggi intimi contro le infiammazioni e per calmare il dolore dovuto a ragadi ed emorroidi e favorirne la guarigione: si applicano sulla parte interessata compresse imbevute d'infuso per almeno un quarto d'ora, oppure il succo estratto dalla pianta contusa.
Per tutte queste preparazioni non mettere mai la pianta in infusione in pentole di ferro e preparare l'infuso sul momento, in modo da consevare integre tutte le proprietà dell'Achillea.

Oleolito: si mettono le sommità fiorite fatte seccare in un barattolo con dell'olio d'oliva, di semi, di riso o altri. Si lascia macerare almeno un mese, poi si filtra con della garza spremendo bene i fiorellini, e di nuovo con un filtro da caffé per rimuovere tutte le impurità. Si conserva in bottigliette di vetro scure debitamente ettichettate o in barattoli di vetro al riparo dalla luce.
Si può aggiungere a creme autoprodotte ed è un buon ingrediente per la creazione di unguenti ciccatrizzanti, disarrossanti, lenitivi, dopo sole, per pelli screpolate o bruciate dal sole e insieme all'oleolito di Calendula e/o Camomilla, Lavanda, Iperico è perfetto per quasi tutte le problematiche della pelle. E' inoltre adatto in caso di vene varicose e emorroidi magari unito al Cipresso.

Vino medicato: si mette una manciata di fiori di Achillea in un litro di vino bianco secco, a macerare per tre settimane, agitando di tanto in tanto. Se ne prende un bicchierino dopo i pasti per aiutare la digestione o prima per stimolare l'appetito.

Tintura: si può trovare al 25% o al 50%, e questa sembra essere la forma più adatta per beneficiare dell'olio essenziale e altri componenti liposolubili. Si può usare diluta al posto dell'infuso in caso di febbre. Aggiunta a creme e gel per le gambe aiuta a migliorare la circolazione.

Olio essenziale: la composizione chimica varia molto a seconda del luogo  e del clima, può essere di colore azzurro o tendente al verde. Se ne può aggiungere una goccia ad un pentolino d'acqua calda e fare un bagno di vapore per pulire in profondità il viso e combattere le impurità e l'acne (come sempre avendo cura di coprire il capo con un ascigamano e di tenere gli occhi chiusi). Poche gocce aggiunte all'acqua della vasca, così come l'infuso, rendono il bagno rilassante e disinfiammante e favoriscono l'apporto di nuova carica nei momenti faticosi.
Qualche goccia unita ad un olio base (es. olio di mandorla) e massaggiato dolcemente sul basso vetre aiuta a combattere i dolori mestruali. Una goccia diluita in mezzo litro d'acqua può servire per lavaggi intimi contro le infiammazioni. Poche gocce unite all'argilla e applicate su ferite, ulcere, vene varicose ne favoriscono la guarigione. Mischiando alcune gocce d'essenza d'Achillea all'oleolito d'Iperico se ne potenziano le proprietà ciccatrizzanti e può essere usato per mitigare le bruciature dovute all'eccessiva esposizione al sole (dopo aver usato sia l'oleolito d'Iperico, sia l'olio essenziale d'Achillea non esporsi al sole inquanto entrambi rendono la pelle fotosensibile).
Diffuso nell'aria tramite lampada per aromi nelle stanze di persone febbricitanti aiuta la guarigione. In aromaterapia è usata per equilibrare gli opposti, e per far fronte ai periodi di cambiamento, combatte insicurezza e confusione.

Ricette culinarie
Se piace il sapore amarognolo alcune foglie possono essere aggiunte ad insalate e frittate, inoltre in Svezia si aggiunge l'Achillea alla birra per aromatizzarla; ma quest'erba rientra soprattutto nella preparazione di liquori digestivi.

Liquore all'Achillea: si mettono 40 g di sommità fiorite di Achillea, 40 g di bucce di Arancio amaro, 10 g di Zenzero, 10 g di China a macerare in 500 g di alcool a 95° per 10 giorni, agitando di tanto in tanto. Trascorso questo tempo si filtra e si unisce lo sciroppo lasciato raffreddare, preparato con 400 g di zucchero di canna e 600 g d'acqua. Si mescola bene e si mette in una bottiglia di vetro a chiusura ermetica. Ottimo come digestivo. (Ricetta tratta da Meravigliose erbe - Bellezza Salute)

Vino all'Achillea: mettere una manciata di fiori di Achillea a macerare in un litro di vino bianco secco, con un cucchiaino di miele e 2 chiodi di Garofano per 2 - 3 settimane, trascorse le quali si uniscono all'infusione vinosa 250 g di zucchero di canna e 300 ml di alcool a 95°. Si lascia riposare per due settimane, dopo di che si filtra ed imbottiglia. Se ne può bere un bicchierino per aumentare l'appetito o per facilitare la digestione. (Ricetta tratta da Cucinare con i fiori)



Fonti
Cento erbe delle salute, M. L. Colombo, G. Appendino, R. Luciano, C. Gatti, Ed. Araba Fenice, 2011
Cucinare con i fiori, L. Marenghi, Priuli&Verlucca, 2011
Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Enrica Campanini, Tecniche nuove, 2004
Guida alle erbe, spezie e aromi, T. Stobart, Mondadori
Le erbe nostre amiche vol.3, Daniele Manta e Diego Semolli, 1976
Meravigliose erbe - Bellezza Salute, Aldo Decò e Carla Volontè, Editoriale del drago, 1981
Orto e giardino biologico, Marie-Luise Kreuter, Giunti, 2011
Profumi celestiali, S. Fischer-Rizzi, Tecniche nuove, 1995
Il libro delle erbe, P. Lieutaghi, Rizzoli, 1981
Scorpire, riconoscere, usare le erbe, U. Boni e G. Patri, Fabbri Editori, 1979
Actaplantarum.org - Achillea millefolium
Arcadia - Oleolito di Achillea
Erbeofficinali.org - Achillea millefoglie
Il Bosco Segreto  dell'Isola Incantata delle Figlie della Luna
Infoerbe.it - Achillea
New scentist "Neanderthal tarta reveals evidence of medicine"  articolo originale apparso su Naturwissenschaften.

Fotografie mie scattate a Maclino (BS) e a Quarzina (CN).

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Vedi anche:
Alcune varietà di Achillea 
Illustrazioni botaniche di Achillea
Storia dell'Achillea
Mitologia dell'Achillea 
Unguento vulnerario di Achillea e Melissa.

Aggiornato l'ultima volta il 21 Maggio 2015.