mercoledì 11 giugno 2014

Tiglio


Il Tiglio dal profumo avvolgente ed inebriante, rifugio di api, l'albero Madre che spande la sua calma all'ombra dei rami.
Famiglia e principali specie: fa parte della famiglia delle Tiliaceae o secondo altri metodi di classificazione botanica delle Malvaceae. Le specie che si trovano in Italia, tutte originarie dell'Europa e dell'Asia occidentale sono Tilia platyphyllos Scop. o Tiglio dalle foglie grandi, Tilia cordata Mill. o Tiglio selvatico, i quali incrociandosi hanno dato origine a Tilia x vulgaris Hayne o Tiglio comune. 
Etimologia: Tiglio deriva dal latino tilia (femminile), forse da radice che indica l'essere largo, ampio.  Secondo altri viene dal greco ptilon "ala" a causa della brattea alla base dei mazzetti di fiori che facilita la dispersione dei semi col vento. Od ancora deriverebbe dall'antico inglese line, linden da una radice che riporta al concetto di "flessibile". Platyohyllos vuol dire "dalle foglie ampie", cordata viene da cor-cordis "cuore" a causa della forma delle foglie e vulgaris significa comune.
Nomi dialettali: Tiggiu (Liguria), Tii, Tilleul (Piemonte), Tei, Tel (Lombardia), Teja, tejo (Veneto), Telli, Teglia (Emilia romagna), Tiglio noastrale, Tiglio femmina (Toscana), Teglia (Campania).
In altre lingue: in inglese è Lime, Lime-tree o Linde, in francese Tilleul, in tedesco Kalk o Linde.

Descrizione:  E' un albero deciduo piuttosto alto, raggiunge facilmente i 25 metri ma può arrivare ai 40 ed a una chioma ampia e densa che ombreggia il tronco. Può vivere anche 500 anni, ma ne esistono esemplari millenari.
Le radici sono lunghe e forti e si spingono molto in profondità e alcune sono visibili in superficie. Crea vari polloni alla base del fusto che è dritto e discretamente massiccio, con corteccia liscia e grigiastra da giovane, col passare del tempo diventa più scura e ruvida e il tronco si fa più ampio. I rametti giovani sono verdi e pelosi, ma diventano via via scuri e lisci, mentre quelli invernali sono rossastri. Le gemme sono leggermente pelose e si aprono a primavera mostrando foglioline verde tenero.
Le foglie sono piuttosto grosse, con un lungo picciolo, cuoriformi e lobate asimmetricamente, con apice appuntito e margine dentato. La pagina superiore è verde scuro, quella inferiore è più chiara e leggermente pelosa, le nervature sono ben evidenti. Durante l'estate possono essere colonizzate da afidi che secernono una sostanza zuccherina. All'inizio dell'autunno diventano giallo dorate ed una volta cadute arricchiscono notevolmente il terreno, dunque il Tiglio è una di quelle essenze in grado di nutrire i luoghi in cui cresce.
I fiori ermafroditi giallo-verdi con 5 petali sono raccolti in mazzetti penduli a gruppi di 3-5 con una lunga brattea, hanno un intenso e dolce profumo che richiama vari insetti, i principali responsabili dell'impollinazione, fra cui le api che ne ricavano il miele. Fioriscono fra maggio e giugno.
I frutti sono piccole noci tondeggianti di circa 1 cm, legnose e con 4 o 5 coste sporgenti. Maturano in ottobre ed una volta caduti rimangono molto tempo nel terreno, anche due anni, prima di germogliare.

Habitat: in Italia è diffuso ovunque, dalla montagna fino alla pianura nei boschi freschi e umidi, ha bisogno infatti di una buona quantità d'acqua. Arriva fino ai 1200 metri di altitudine e spesso si trova con Faggio e Castagno, difficilmente in boschi puri. Predilige terreni freschi e profondi, ma soprattutto ben drenati. Si trova spesso coltivato lungo i viali o nei parchi.
E' un albero prezioso per le api che ne ricavano il miele, e con il suo denso fogliame è una buona dimora anche per vari tipi di uccelli.

Droga: è costituita dai fiori che si raccolgono ad inizio fioritura con anche la brattea, fra maggio e giugno, in tarda mattinata, possibilmente in Luna crescente o piena in segno d'Aria (Gemelli, Bilancia, Acquario). Si seccano in strati sottili all'ombra, in luogo ben ventilato. Si conservano in barattoli di vetro scuro o ceramica ben chiusi, al riparo dalla luce e dall'umidità. 
Si può utilizzare anche l'alburno cioè la seconda corteccia composta da fibre legnose, che si raccoglie in autunno o a primavera, alla fine o prima che inizi il ciclo vegetativo. Sono utili anche le gemme che si raccolgono a primavera per la preparazione di gemmoderivati.

Usi
ATTENZIONE: Prendi ciò che segue per una ricerca, sperimentata solo in parte, e prima di utilizzare qualsiasi erba assicurati che sia quella giusta, che sia lontana da strade e fonti di inquinamento, di non essere allergico o ipersensibile a qualche componente e prima di fare qualsiasi cosa consulta il tuo medico/omeopata/erborista.

Prima di passare alle altri parti della pianta ci concentreremo sui fiori che hanno proprietà diaforetiche, antispasmodiche, ipotensive, sedative, diuretiche,vasodilatatrici, emollienti, decongestionanti, lenitive.
Contengono flavonoidi, tannini, olio essenziale, acidi e sostanze mucillaginose.

Fiori freschi: fiorendo il Tiglio all'inizio dell'estate, i suoi fiori sono pronti proprio quando è più probabile che il sole bruci la pelle non più abituata ai suoi raggi. In questo caso si possono frullare o schiacciare una manciata di fiori di Tiglio con poca acqua molto fredda, e/o gel d'Aloe e poi applicare il tutto sulla parte irritata per rinfrescare e calmare il bruciore.

Fiori secchi: una volta raccolti ed essiccati si possono chiudere in piccoli sacchetti di tela, da conservare nei cassetti della biancheria per profumarla, magari insieme ad altre erbe odorose o antitarme (qui trovate alcuni altri suggerimenti ed idee per Sacchettini profumati per armadi).
Cuscinetti di Tiglio su cui appoggiare il capo al momento di addormentarsi concilierebbero il sonno.

Infuso: ha notoriamente la capacità di conciliare il sonno e distendere, calmare, allontanare il nervosismo, l'ansia, l'insonnia, le paure notturne, anche per i bimbi e gli anziani, tanto che sembra che il verbo tedesco lindern "alleviare, calmare, mitigare" derivi proprio da linde "Tiglio". È utile dunque in tutti quei disturbi che hanno origine nervosa quali spasmi, mal di testa o cattiva digestione, magari in associazione con la Melissa.
Inoltre se bevuto spesso durante la giornata aiuta a sedare la tosse e alleviare  i sintomi influenzali, anche grazie alle sue proprietà diaforetiche, in associazione al Sambuco. Può anche essere utilizzato per detergere zone arrossate o come collutorio per lenire le irritazioni della bocca e della gola. 
Per attenuare le borse sotto agli occhi si possono intingere due batuffoli di cotone nell'infuso concentrato molto freddo (magari insieme a della Camomilla) e applicare per dieci minuti. Va bene anche per detergere le parti intime magari con Camomilla e/o Melissa. In caso di pelle irritata dal freddo o dal troppo sole o come dopo barba, si possono fare impacchi mattino e sera o passare del cotone intinto nell'infuso concentrato.
Un bagno arricchito con qualche litro di infuso poco prima di coricarsi rilassa, concilia il sonno e calma le irritazioni della pelle. Unito all'argilla o ad altri ingredienti adatti è un valido ingrediente per maschere e impacchi decongestionanti.

Sciroppo: si gettano 100 g di fiori freschi in  un litro di acqua bollente, si fa bollire per dieci minuti e poi si lascia raffreddare. Una volta freddo si filtra l'infuso e si spremono bene i fiori, poi si aggiunge un chilo e mezzo di zucchero e si mescola a fuoco lento finché lo zucchero non si è del tutto sciolto. A questo punto si imbottiglia ancora caldo. Allo zucchero si può sostituire il miele anche se non so in che dose. Per i miei gusti in questa versione lo sciroppo risulta un po' troppo dolce, bisognerebbe fare delle prove diminuendo lo zucchero, tenendo conto del fatto che però diminuirebbero anche i tempi di conservazione.
Si può usare per accompagnare budini e macedonie. Inoltre essendo il Tiglio rilassante e lo sciroppo piacevole al palato, può essere dato ai bimbi in caso di tosse, influenza, agitazione o per conciliare il sonno.

Oleolito e unguento: per preparare l'oleolito si riempie un barattolo di fiori (con le brattee) lasciati a seccare per un giorno o due senza pressarli troppo e si copre d'olio extravergine d'oliva (o altri a scelta a seconda dell'utilizzo che se ne vuol fare) facendo attenzione a che la parte vegetale non sporga fuori dall'olio. Si lascia macerare all'ombra in ambiente caldo per 40 giorni, poi si filtra spremendo bene il residuo, l'oleolito così ottenuto si conserva in bottigliette di vetro scuro etichettate con contenuto e data di produzione. Si usa per lenire arrossamenti e infiammazioni, e si può unire ad altri oleoliti come Camomilla, Lavanda, Calendula per preparare unguenti per quasi tutti i problemi della pelle comprese dermatiti, psoriasi, eritemi, scottature. Utile anche per massaggi rilassanti, o al basso ventre per mestruazioni dolorose. Si può aggiungere a creme lenitive autoprodotte o a detergenti intimi.

Tintura madre: si prepara con i fiori freschi a macero in alcool a 55° in rapporto 1:5. Ha azione rilassante.

Essenza: non è un'olio essenziale vero e proprio ma un assoluta estratta con un solvente. Conserva il profumo dei fiori ed ha azione rilassante.

Idrolato: si può usare come tonico per il viso, in particolare due dischetti di cotone imbevuti e collocati sugli occhi attenuano rossore e gonfiore, e può essere passato sulla pelle per lenire le infiammazioni da pannolino. È un ottimo ingrediente per creme, detergenti intimi e gel autoprodotti, e può essere usato al posto dell'acqua o di altra acque floreali come Rosa o Melissa. Rientra anche nella composizione di impacchi e maschere decongestionanti.

Il legno del Tiglio è un legno tenero, poroso, di colore chiaro con sfumature tendenti al rosa o al verde e non si distingue l'alburno dal durame. A causa della facile lavorabilità venne usato dagli uomini preistorici che potevano lavorarlo con le pietre scheggiate per costruire rifugi, canoe e utensili. Più tardi trovò impiego nella produzione di giocattoli, manici di attrezzi, strumenti musicali, zoccoli, cornici, ma essendo soggetto all'attacco di funghi ed insetti non è particolarmente durevole.
Era anche, ed è tuttora, uno dei legni usati per le sculture, tanto che nel Medioevo era detto legno sacro, poiché vi si scolpivano le immagini dei santi. Ad oggi viene usato anche per fare la carta.
È un cattivo combustibile, brucia in fretta e fa poca brace quindi può andare bene per accendere il fuoco ma non per scaldare gli ambienti.
Nell'antichità romana era uno dei possibili supporti di scrittura, tanto che il latino tiliae, plurale di tilia "Tiglio" indicava le tavolette da scrittura. 

Le foglie possono essere usate come i fiori per decotti emollienti e lenitivi, sono adatte come foraggio, producono un ottimo humus, quelle più tenere si consumano come insalata o insieme ad altre piante in zuppe e torte di verdure. In tempi di carestia venivano seccate, polverizzate e mischiate alla farina di orzo o grano saraceno poiché sono ricche di proteine e clorofilla.
semi contengono una buona quantità di olio alimentare. 
All'alburno (parte interna della corteccia) venivano riconosciute proprietà medicinali.
Dal carbone di Tiglio si ricavano carboncini da disegno, ma veniva anche impiegato in dentifrici disinfettanti e contro problemi digestivi, ulcere, stitichezza.
Con il libro o floema, la parte fibrosa interna della corteccia si confezionavano fin dai primordi della civiltà corde, stuoie, cestini, calzature e una forma rudimentale di tessuto. Le più antiche tracce di una rete costruita con questa fibra risalgono al Mesolitico, mentre durante il Neolitico si usava per confezione corde, cappelli, calzature, stuoie e cesti come quello rinvenuto a Arbon Bleiche in Svizzera risalente a 5400 anni fa. Per ottenerla si staccava la corteccia dal legno e si lasciava a bagno molto a lungo in modo che le fibre si staccassero dalla parte legnosa, a quel punto le fibre ottenute venivano fatte asciugare e intrecciare o tessute. Questa tecnica era particolarmente diffusa nel centro e nord Europa, in particolare in Scandinavia, dove il Tiglio era la fibra vegetale più diffusa nella fabbricazione di corde.
Il miele di Tiglio, che le api ricavano dai fiori, a volte viene unito alla melata di Tiglio (ricavata dalle api dallo scarto zuccherino prodotto da alcuni afidi nutritisi della linfa dell'albero). Ha proprietà rilassanti e calmanti, ed è inoltre in grado di alleviare la tosse e i sintomi influenzali, può quindi essere usato per potenziare le capacità curative dell'infuso di Tiglio, o essere aggiunto alle tisane della sera per favorire il sonno (ricordo che alcune proprietà del miele vanno perse con le alte temperature, quindi va aggiunto solo a preparati freddi o tiepidi per poter beneficiare di tutte le sue virtù).

Tigli monumentali in Italia
In Italia si trovano una sessantina di Tigli monumentali appartenenti a specie diverse. I più noti sono:
Il Tiglio di Macugnaga in provincia di Verbania è un Tilia platyphyllos e ha circa 500 anni, si trova in uno spiazzo antistante il cimitero e alla sua ombra si amministrava la giustizia, forse a causa dell'influsso della cultura walser d'ascendenza germanica.
Il Tiglio di Sant'Orso ad Aosta, è un Tilia platyphyllos e ha più di 400 anni, piantato in prossimità della chiesa dedicata al santo, sembra che alla sua ombra si tenesse il consiglio degli anziani.
Il Tiglio di Favogna a Magré in provincia di Bolzano è un Tilia platyphyllos ed ha circa 350 anni, è affiancato da un Tilia cordata più piccolo e i due alberi vengono chiamati "donnina e omino" dagli abitanti del luogo.
Il Tiglio di Rutte Piccolo in provincia di Udine è un Tilia cordata e ha circa 350 anni, la leggenda vuole che alla sua ombra si sia fermato Napoleone.

Ricette culinarie
Lo sciroppo di fiori di Tiglio (vedi sopra) può essere usato per insaporire macedonie e dolci, per preparare ghiaccioli o può essere sciolto nell'acqua per ottenere una dolce bevanda rilassante.

Liquore di Tiglio: in un contenitore di vetro mettere 60 g di fiori di Tiglio, 15 g di thè, mezzo cucchiaino di Noce moscata, la buccia fresca di mezza Mela cotogna, un cucchiaio di miele d'Acacia, mezza stecca di Vaniglia, 2 - 3 bacche di Ginepro, 10 fiori di Camomilla, alcuni pezzetti di scorza d'Arancia, 750 g di alcool a 95° e un litro di acqua distillata. Si lascia il tutto a macerare per 15 giorni, avendo cura di scuotere ogni tanto, poi si filtra con una garza e si imbottiglia. Si può consumare dopo qualche mese, puro o diluito in acqua calda (ricetta tratta da Cucinare con i fiori).

Liquore ai fiori di Tiglio: in un vaso di vetro posizionare a strati 100 g di fiori di Tiglio e 200 g di zucchero. Aggiungere 4 - 5 cucchiai di miele e lasciar riposare qualche giorno, quindi coprire con 450 ml di alcool a 95° e lasciare in infusione almeno una settimana. Aggiungere 500 ml d'acqua e dopo qualche giorno filtrare e imbottigliare. Meglio consumare dopo qualche mese (ricetta tratta e adattata da Liquori -Grappe gelatine marmellate con erbe e frutti spontanei).

Miele al Tiglio: versate una tazza di acqua bollente su 60 g di fiori di Tiglio e lasciate in infusione coperto per dieci minuti, dopo di che filtrate. Scaldate a bagnomaria 500 g di miele e unite l'infuso mescolando in modo da incorporarlo totalmente. Versate il tutto in vasetti a chiusura ermetica. Questo miele ha proprietà antispasmodiche e sudorifere (ricetta tratta e adattata da Scoprire,riconoscere, usare le erbe; c'è però da dire che mentre il miele si conserva senza problemi la presenza d'acqua potrebbe far insorgere muffe o far deteriorare il tutto, quindi una volta aperto potrebbe essere saggio conservare il barattolo in frigo).


Utilità
Video su come realizzare una corda di Tiglio


Bibliografia
Alberi, Allen J. Coombes, Fabbri Editori, 2008
Alberi monumentali d'Italia, a cura di Angela Farina e Laura Canini, Mipaaf, 2018
Arboreto salvatico, Mario Rigoni Stern, Einaudi, 2015
Cucinare con i fiori, Lina Marenghi, Priuli&Verlucca, 2011
Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Enrica Campanini, Tecniche Nuove, 2004 
Doni di Madre Terra, Marco Leone, Araba Fenice, 2010
Enciclopedia del legno, A. Walker, De Agostini, 1999
Fitoterapia, Aldo Capasso, Giuliano Grandolini e Angelo Izzo, Springer, 2006
Liquori -Grappe gelatine marmellate con erbe e frutti spontanei, Riccardo Luciano e Renzo Salvo, Araba Fenice, 2013
Lo Spirito degli Alberi, Fred Hageneder, Edizioni Crisalide, 2004
Meravigliose erbe, A. Decò e Claudio Volontè, Editoriale del drago, 1981
Scoprire, riconoscere, usare le erbe, Umberto Boni e Gianfranco Patri, Fabbri Editori, 1979 

Elenco degli alberi monumentali in Italia a cura del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
Erbeofficinali.org - Tiglio officinale
Etimo.it - Tiglio
Etymonline.com - Linden
Infoerbe.it - Tiglio selvatico
Magicanatura - Idrolato di Tiglio

Foto mie scattate a Ormea (CN) e Carcare (SV), tavola botanica d'autore sconosciuto.

Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso dell'autrice e senza citarne la fonte.
 

Vedi anche:
Mitologia del Tiglio
Spirito del Tiglio

Aggiornato l'ultima volta il 11 settembre 2020.

Nessun commento:

Posta un commento