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mercoledì 1 gennaio 2020

Racconti popolari e fiabe islandesi

Racconti popolari e fiabe islandesi di Jón Árnason e Magnús Grímsson a cura di Gianna Chiesa Isnardi, Bompiani, 2004
Numero pagine: 303
Lingua originale: islandese
Titolo originale: Íslenzkar Þjóðsögur og Æfintýri
Prima edizione: 1863-1864
Prima edizione italiana: 2004
Genere: selezione di racconti e fiabe islandesi

Sono felice di chiudere l'anno con questo libro: visto che dalla fine dell'estate c'è stato un ritorno della mitologia nordica fra le mie letture, quando ho trovato Racconti popolari e fiabe islandesi a casa di un'amica non ho potuto non farmelo prestare e così mi ha accompagnato nel periodo natalizio, il che è abbastanza azzeccato sia perché Islanda=neve=Natale nel mio universo mentale, sia perché nei racconti islandesi il periodo Natalizio è particolarmente importante. 
Gianna Chiesa Isnardi è in pratica "Nostra Signora del Mondo Nordico" in quanto principale Autrice di saggi e traduzioni in italiano sull'argomento, primo fra tutti il monumentale I miti nordici che ha reso accessibile anche a noi lettori italiani l'affascinante universo mitologico del Nord Europa, tra l'altro con grande accuratezza storica e filologica (il che ci permette il non disprezzabile privilegio di ridere sentitamente in faccia alle teorie pseudo-storiche di neopagani Asatru, Vanatu ecc. dell'ultim'ora che hanno guardato troppo Vikings).
Quest'opera è una selezione di racconti di Jón Árnason, autore islandese vissuto nel XIX secolo, che raccolse il materiale folklorico del suo paese. Nel 1852 insieme all'amico e collaboratore Magnús Grímsson aveva dato alle stampe una prima selezione di fiabe, ma dopo la morte di quest'ultimo avvenuta nel 1860 aveva proseguito da solo; i risultati dei suoi sforzi vennero pubblicati a partire dal 1863 in due volumi.
La raccolta curata dalla Isnardi si apre con una breve ma utile introduzione che traccia la vita dell'Autore, il quadro culturale e storico dell'Islanda e le motivazioni della selezione operata sull'originale. Le pagine seguenti sono suddivise rispettando le originali sezioni di Árnason di cui la prima - che è anche quella che mi è piaciuta di più nonché la più ampia - è composta di storie di esseri mitologici fra cui il gruppo più cospicuo parla degli elfi, della loro origine, dei luoghi da loro abitati, degli incontri con gli uomini, della loro abitudine di scambiare i bambini umani con i loro e molto altro; seguono le storie sugli esseri acquatici fra cui uno strano nano di mare, le famose donne-foca che con vari nomi si trovano nel folklore di tutto il Nord Europa, e mostri marini; e poi i racconti sugli orchi, i giganti, i troll, ovvero i più noti ed onnipresenti antagonisti dei racconti nordici. 
Si passa quindi alle storie di fantasmi, spettri, anime inquiete, spiriti e emissari magici creati da potenti stregoni, i quali sono i protagonisti della sezione successiva che vede al suo interno anche personaggi storici realmente esistiti intorno ai quali il folklore locale ha intessuto le sue storie. 
Segue una breve sezione sulle storie che comprendono Dio, il Diavolo, l'Inferno e il Paradiso, in cui però i grandi poteri del cristianesimo risultano piuttosto sbiaditi ed ingenui rispetto all'universo magico che costella gli altri raccolti. 
Chiudono il libro una ricca bibliografia (principalmente in islandese e inglese), le fonti iconografiche e l'indice. Ad intervallare la narrazione si trovano illustrazioni in bianco e nero di disegnatori vari (uno è della stessa Isnardi) di non particolare rilievo. Purtroppo ho trovato alcuni errori di stampa, che pur essendo poco frequenti danno comunque l'idea di un prodotto sciatto e poco curato.

In questi racconti non troviamo i personaggi nobili delle saghe ma l'Islanda contadina, in cui Odino ancora a volte si affaccia, e in cui i classici motivi favolistici popolari si rivestono di una sfumatura particolare e unica: non ci sono molte principesse e figli di re, in compenso abbondano gli allevatori, gli agricoltori, i preti, i pescatori, le serve, le levatrici; non ci sono grandi castelli ma per lo più fattorie, capanne, villaggi, colline e isole. E laddove il tutto diventa davvero particolare e non immediatamente comprensibile intervengono le note della Curatrice a chiarificare il passo o a indicare corrispondenze.
Insomma, si tratta di un libro che ha la capacità di intrattenere piacevolmente ma che ha anche accuratezza storica, filologica e bibliografica. 
Per tutti questi motivi consiglio questo libro sia agli appassionati della mitologia nordica e delle culture del Nord Europa in generale, sia agli amanti del genere favolistico e del racconto popolare che troveranno in questa raccolta varietà e fedeltà al testo grazie alla bravura di una Curatrice d'eccezione. Alcuni racconti potrebbero essere adatti anche ai bambini come lettura serale (però vi voglio vedere a pronunciare nomi e toponimi islandesi) benché la raccolta non nasca specificamente per l'infanzia.

Utilità
Nel 2019 è uscito Racconti magici islandesi per Tarka Editore che è anch'essa una selezione della raccolta di Árnason e Grímsson la cui traduzione in italiano si basa su quella inglese di Alan Boucher: scorrendo l'indice ho visto che molti dei titoli sono gli stessi di quelli di questa raccolta della Isnardi (ma non avendo i libro sotto mano non posso fare confronti).
Il sito Sagnagrunnur offre una mappa dell'Islanda con segnati i luoghi citati nei racconti islandesi, fra cui anche quelli di Árnason e Grímsson (solo parte del sito è disponibile in inglese).
Su Jonarnason.is si trovano varie notizie bio-bibliografiche (in inglese e islandese) e partendo da questa pagina si possono consultare i manoscritti originari digitalizzati.
Se ti è piaciuto questo libro potrebbero interessarti anche:
  • Antiche ballate danesi a cura di Maria Valeria D'Avino
  • Ballate magiche svedesi a cura di Massimo Panza
  • Fiabe danesi di AA. VV. a cura di Bruno Berni
  • Fiabe e leggende norvegesi di AA. VV. a cura di Massimo Conese
  • Fiabe faroesi di Jakob Jakobsen a cura di Luca Taglianetti
  • Fiabe islandesi a cura di Silvia Cosimini
  • Fiabe lapponi di Just Knud Qvigstad e Georg Sandberg a cura di Bruno Berni
  • Fiabe lapponi e dell'estremo Nord (in due volumi) di AA. VV. a cura di Bruno Berni
  • Fiabe nordiche. Troll, principi e giganti di AA. VV. a cura di Bruno Berni
  • Fiabe norvegesi di AA. VV. a cura di Agata Larsson
  • Fiabe norvegesi di Peter Christen Asbjørnsen e Jørgen Moe a cura di Alda Manghi Castagnoli
  • Fiabe norvegesi di Peter Christen Asbjørnsen e Jørgen Moe a cura di Bruno Berni
  • Fiabe popolari svedesi di AA. VV. a cura di Annouska Palme Sanavio
  • Fiabe svedesi di AA. VV. a cura di Daniela Di Falco con illustrazioni di John Bauer
  • Fiabe svedesi di AA. VV. a cura di Bruno Berni con illustrazioni di John Bauer
  • Racconti e leggende popolari norvegesi di Peter Christen Asbjørnsen a cura di Luca Taglianetti
  • Racconti magici islandesi di Jón Árnason e Magnús Grímsson a cura di Alan Boucher
  • Troll di Theodor Kittelsen a cura di Luca Taglianetti

venerdì 27 dicembre 2019

Odd e il gigante di ghiaccio

Odd e il Gigante di Ghiaccio di Neil Gaiman con illustrazioni di Iacopo Bruno, Mondadori, 2010
Numero pagine: 113
Lingua originale: inglese
Titolo originale: Odd and the Frost Giants
Prima edizione: 2008
Prima edizione italiana:
Genere: fantasy mitologico

TramaIl protagonista è Odd, un giovane vichingo; in seguito alla morte del padre e ad un incidente che rende una delle sue gambe poco salda, Odd decide di lasciare la madre ed il patrigno per vivere nella capanna del padre fra i boschi, nonostante un lungo e rigido inverno imperversi sulla regione. Nel bosco incontra una volpe che sembra voler indicare qualcosa al ragazzo, ed infatti lo porta nei pressi di un albero in cui un orso è rimasto incastrato mentre faceva incetta di miele, sotto lo sguardo arcigno di un'aquila. Ma questi animali non sono quello che sembrano, e sotto le loro fattezze si nascondono i grandi Dei di Asgard...

Avrete capito che quest'autunno/inizio inverno è stato all'insegna di Neil Gaiman. Dopo aver trovato gli Dei del Nord in American Gods (e più recentemente in Miti del Nord) ritroviamo le atmosfere favolose della grande mitologia nordica. 
Questo piccolo libro nasce come un racconto scritto dall'Autore in occasione del World Book Day del 2008, iniziativa volta e far conoscere il piacere della lettura ai bambini, per questo è stato venduto al prezzo simbolico di una sterlina. Secondo la regola dell'evento non poteva superare le 14500 parole, sicché è stato esteso e pubblicato nel 2009 nella forma che conosciamo.

La storia per quanto breve è nel puro stile Gaiman: la mitologia e l'ambientazione fiabesca si mischiano con la realtà del diventare grandi. Gli Dei Odino, Thor e Loki sono molto simili a quelli che ritroviamo in Miti del Nord ed è sicuramente Loki ad avere un ruolo di rilievo, ma qui conosciamo meglio anche la bellissima Freya come co-protagonista. L'unico appunto è che la risoluzione dell'intreccio è piuttosto debole, ma è comprensibile dovendo rispettare un limite di lunghezza.
Ad accompagnare la narrazione troviamo le illustrazioni in bianco e nero di Iacopo Bruno che aveva già curato le copertine di Il cimitero senza lapidi e altre storie nere e Il figlio del cimitero.
Come sempre Gaiman incanta e insegna, consiglio assolutamente questa favola nordica ai giovani lettori, ma anche gli adulti potrebbero apprezzarla.

Utilità
Nell'originale le illustrazioni erano di Brett Helquist, nell'edizione del 2010 di Adam Stower, e in quella del 2016 Chris Riddell che ha già collaborato con Gaiman in vari libri.
Gli altri romanzi di Neil Gaiman (per adulti e ragazzi) sono:
  • Buona Apocalisse a tutti! del 1990 tradotto nel 2007 scritto con Terry Pratchett e rieditato recentemente in occasione dell'uscita della serie tv del 20019 col titolo originale Good Omens
  • Nessun dove del 1996 tradotto nel 1999 nato dalla sceneggiatura della serie tv Neverwhere del 1996, è stato trasposto in una graphic novel nel 2005 con testi di Mike Carey e disegni di Glenn Fabry
  • Stardust del 1998 tradotto nel 2005 da cui è stato tratto l'omonimo film del 2007
  • American Gods del 2001 tradotto nel 2003 da cui è stata tratta l'omonima serie tv del 2017. Nel 2018 è uscito il privo volume della trilogia graphic novel American Gods curata da Neil Gaiman, P. Craig Russell e Scott Hampton. Questo primo volume è intitolato Le ombre.
  • Coraline del 2002 tradotto nel 2003 da cui è stato tratto il film d'animazione Coraline e la porta magica del 2009
  • I ragazzi di Anansi del 2005 tradotto nel 2006 spin-off di American Gods
  • Il ragazzo dei mondi infiniti del 2007 tradotto nel 2011 scritto con Michael Reaves
  • Il figlio del cimitero del 2008 tradotto nel 2011 da cui è stata tratta la graphic novel The Graveyard Book
  • Il sogno d'argento del 2013 tradotto nel 2016 scritto con Michael Reaves e seguito di Il ragazzo dei mondi infiniti
  • L'oceano in fondo al sentiero del 2013 tradotto nello stesso anno
I libri illustrati per bambini:
  • IIl giorno che scambiai mio padre per due pesci rossi del 1997 tradotto nel 2004 e con illustrazioni di Dave McKean
  • I lupi nei muri del 2003 tradotto nello stesso anno con illustrazioni di Dave McKean
  • MirrorMask del 2005 tradotto nel 2006 e tratto dall'omonimo film di Gaiman e McKean, le illustrazioni sono di quest'ultimo
  • Crazy Hair del 2009 tradotto nel 2010 e con illustrazioni di Dave McKean
  • Istruzioni. Tutto quello che ti serve sapere per il tuo viaggio del 2010 tradotto nel 2012 con illustrazioni di Charles Vees (il testo si può trovare nelle raccolte Cose fragili e Il cimitero senza lapidi e altre storie nere)
  • L'esilarante mistero del papà scomparso del 2013 tradotto nel 2014 e con le illustrazioni di Chris Riddell
  • La regina del bosco del 2014 tradotto nel 2015 e con illustrazioni di Chris Riddell (il racconto senza illustrazioni si può trovare nella raccolta Trigger Warning).
Le raccolte di racconti:
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venerdì 20 dicembre 2019

Miti del Nord

Miti del Nord di Neil Gaiman, Mondadori, 2018
Numero pagine: 228
Lingua originale: inglese
Titolo originale: Norse Mythology
Prima edizione: 2017
Prima edizione italian: 2018
Genere: racconti ispirati alla mitologia nordica

Quando ho visto che era stato pubblicato questo libro ho fatto un salto di contentezza: Gaiman, uno dei miei scrittori preferiti, e la mitologia nordica, una delle più affascinanti, riuniti in un solo libro. Purtroppo sono riuscita a leggerlo solo ora, ma mi ha conquistata!
Come spiega nell'introduzione all'opera Gaiman entra in contatto con gli Dei del Nord ancora bambino grazie ai fumetti sul supereroe della Marvel Thor e passa poi a descrivere alcune caratteristiche di questa mitologia tanto affascinante quanto per noi poco conosciuta (ben poche storie sono giunte fino a noi), come in quasi tutte le sue opere spiega al lettore la genesi del libro, il metodo usato per scriverlo e le fonti consultate, principalmente l'Edda in prosa di Snorri e l'Edda poetica.
Segue una breve descrizione di Odino, Thor e Loki che sono i principali protagonisti dei miti qui contenuti e cominciano i racconti: dalla creazione del mondo dal corpo del gigante Ymir Gaiman ci fa assistere al sacrificio di Odino a sé stesso per la conoscenza delle rune, agli stratagemmi usati da Loki per procurare a Sif una chioma d'oro puro e altri doni per gli Aesir, alla costruzione delle mura di Asgard, all'origine dell'idromele della poesia dal sangue di Kvasir, al furto di Mjollnir il martello di Thor, al rapimento di Idhunn con le sue mele della giovinezza. E poi l'amore di Freyr, la morte di Balder via via fino all'ultimo grande evento alla fine (ma ne siamo sicuri?) di tutte le storie, il Ragnarokk, il crepuscolo degli dei.
Ciò che ho veramente apprezzato è stato il fatto che Gaiman si sia limitato a piccole aggiunte e modifiche: mantenendo la struttura portante dei miti originali ha inserito solo una coloritura personale mettendo al centro Loki, il dio più ambiguo del pantheon nordico, un briccone divino che ruba la scena allo stesso Odino sempre pronto a infastidire e deridere gli Dei che certo non fanno una bella figura, primo fra tutti Thor che risulta un bamboccione tutto muscoli e niente cervello. Ed il finale vi riserverà una sorpresa in pieno stile Gaiman!
Ho apprezzato anche il fatto che sia stata mantenuta la copertina originale con Mjollnir su sfondo nero (ma ne esiste anche un'altra in cui al centro di Mjollnir sono disegnati i nove mondi con Yggdrasil in mezzo), mentre quest'anno è uscita l'edizione tascabile con sfondo bianco.
Insomma, se ancora non si fosse capito, questo libro è consigliatissimo sia a coloro che già conoscono la mitologia nordica per poter apprezzare le storie note con nuove sfumature, sia a chi non conosce l'argomento per potercisi avvicinare in maniera piacevole.

Utilità
Gaiman ha anche registrato un audiobook di Miti del Nord in cui legge i racconti qui contenuti. Personaggi della mitologia nordica compaiono anche nei romanzi American Gods e Odd e il gigante di ghiaccio.
Altre raccolte di racconti di Neil Gaiman:
I romanzi (per adulti e ragazzi):
  • Buona Apocalisse a tutti! del 1990 tradotto nel 2007 scritto con Terry Pratchett e rieditato recentemente in occasione dell'uscita della serie tv del 20019 col titolo originale Good Omens
  • Nessun dove del 1996 tradotto nel 1999 nato dalla sceneggiatura della serie tv Neverwhere del 1996, è stato trasposto in una graphic novel nel 2005 con testi di Mike Carey e disegni di Glenn Fabry
  • Stardust del 1998 tradotto nel 2005 da cui è stato tratto l'omonimo film del 2007
  • American Gods del 2001 tradotto nel 2003 da cui è stata tratta l'omonima serie tv del 2017. Nel 2018 è uscito il privo volume della trilogia graphic novel American Gods curata da Neil Gaiman, P. Craig Russell e Scott Hampton. Questo primo volume è intitolato Le ombre.
  • Coraline del 2002 tradotto nel 2003 da cui è stato tratto il film d'animazione Coraline e la porta magica del 2009
  • I ragazzi di Anansi del 2005 tradotto nel 2006 spin-off di American Gods
  • Il ragazzo dei mondi infiniti del 2007 tradotto nel 2011 scritto con Michael Reaves
  • Il figlio del cimitero del 2008 tradotto nel 2011 da cui è stata tratta la graphic novel The Graveyard Book
  • Odd e il Gigante di Ghiaccio del 2008 tradotto nel 2010
  • Il sogno d'argento del 2013 tradotto nel 2016 scritto con Michael Reaves e seguito di Il ragazzo dei mondi infiniti
  • L'oceano in fondo al sentiero del 2013 tradotto nello stesso anno
I libri illustrati per bambini:
  • IIl giorno che scambiai mio padre per due pesci rossi del 1997 tradotto nel 2004 e con illustrazioni di Dave McKean
  • I lupi nei muri del 2003 tradotto nello stesso anno con illustrazioni di Dave McKean
  • MirrorMask del 2005 tradotto nel 2006 e tratto dall'omonimo film di Gaiman e McKean, le illustrazioni sono di quest'ultimo
  • Crazy Hair del 2009 tradotto nel 2010 e con illustrazioni di Dave McKean
  • Istruzioni. Tutto quello che ti serve sapere per il tuo viaggio del 2010 tradotto nel 2012 con illustrazioni di Charles Vees (il testo si può trovare nelle raccolte Cose fragili e Il cimitero senza lapidi e altre storie nere)
  • L'esilarante mistero del papà scomparso del 2013 tradotto nel 2014 e con le illustrazioni di Chris Riddell
  • La regina del bosco del 2014 tradotto nel 2015 e con illustrazioni di Chris Riddell (il racconto senza illustrazioni si può trovare nella raccolta Trigger Warning).
Altri romanzi o racconti legati alla mitologia nordica:
Saggi e fonti della mitologia nordica:
  • Antiche saghe islandesi a cura di Marco Scovazzi
  • Antiche saghe nordiche a cura di Marcello Meli
  • Beowulf a cura di Ludovica Koch
  • Beowulf. Traduzione e commento di John Ronald Reuel Tolkien
  • Beowulf e il Frammento di Finnsburh a cura di Caterina Ciuferri e David Murray
  • Edda di Snorri Sturluson
  • Fiabe islandesi di AA. VV.
  • Fiabe nordiche di AA. VV.
  • Gesta dei re e degli eroi danesi di Saxo Grammatico a cura di Luddovica Koch
  • Gli dei dei Germani di George Dumézil
  • I miti nordici e Saghe e leggende del Nord di Gianna Chiesa Isnardi
  • Il canzoniere eddico a cura di Piergiuseppe Scardigli
  • Il mulino di Amleto di Giorgio de Santillana e Hertha von Dechend
  • L'oro fatale di Mary Tibaldi Chiesa
  • La leggenda di Sigurd e Gudrún di John Ronald Reuel Tolkien
  • La saga di Oddr l'arciere a cura di Fulvio Ferrari
  • La saga dei Volsunghi a cura di Luddovica Koch
  • Miti e leggende del Nord di Vilhelm Grønbech
  • Miti e leggende nordiche di Salvatore Tufano
  • Saga di Eirik il rosso a cura di Sonia Piloto di Castri
  • Saga di Ragnarr a cura di Marcello Meli

venerdì 18 ottobre 2019

American Gods

American Gods di Neil Gaiman, Mondadori, 2003
Numero pagine: 532
Lingua originale: inglese
Titolo originale: American Gods
Prima edizione: 2001
Prima edizione italiana: 2003
Genere: romanzo fantasy mitologico, urban fantasy, gothic fantasy
Ambientazione: principalmente Stati Uniti
Epoca: contemporanea
Trama: Shadow Moon (nome omen), un carcerato, a pochi giorni dal suo rilascio scopre che la moglie Laura è morta in un incidente stradale. Durante il viaggio verso casa incontra un curioso personaggio, un po' losco, un po' sgangherato, il signor Wednesday, che lo assolda come guardia del corpo per una poco chiara missione. Da qui, una serie di viaggi lungo le strade americane e incontri/scontri con personaggi di tutti i tipi: il rosso Mad Sweeny con le sue monete d'oro, l'inquietante Ragazzo Tecnologico, il selvaggio Chernobog e le sue sorelle, lo scaltro signor Nancy, il misterioso signor Ibis...poco a poco la trama prende forma, ed insieme a Shadow iniziamo a capire qualcosa: quella che si sta per scatenare è una guerra fra Dei...

La primissima cosa che ho letto di Gaiman, da ragazzina, è stato Coraline, che mi aveva parecchio inquietata, ma poi avevo dimenticato quest'Autore, fino alla scoperta da adolescente della serie a fumetti The Sandman e del film Sturdust tratto dall'omonimo libro (per altro piuttosto diverso) ed è stato subito amore, ho quindi iniziato a leggere tutto quello che ho trovato di suo.

Nel 2017, per la gioia dei fan di Gaiman è uscita la serie tv American Gods, la quale si distacca in più punti dal libro, aggiungendo anche una certa dose di "tamarraggine" assente nel raccolto originale. 
I libri di Gaiman costituiscono quasi un genere a sé: né del tutto per bambini né per gli adulti, né fantasy nel senso classico (medioevo, draghi, spade, boschi, elfi) né avulsi dal fantastico, cupi ma speranzosi. Quest'Autore infatti ha la brillante capacità di reinventare i miti, le favole, le credenze delle più diverse culture in chiave moderna in maniera semplicemente geniale, mai eccessiva o banale. Ed in American Gods è precisamente questo che ha fatto: ha reinventato gli Dei inserendoli nel nostro mondo, nel nostro tempo.

 Lungo tutta la narrazione Gaiman semina piccolissimi indizi, che però non vi prepareranno al colpo di scena finale.
Ad intervallare la narrazione principale, alcuni capitoli, poetici e nostalgici, raccontano di come i singoli Dei siano arrivati in America.

Lo stile passa dall'epico, al poetico, al prosastico con naturalezza, adattandosi al respiro del raccolto. I personaggi sono ottimamente congegnati, spesso costruiti su modelli mitologici ma insufflati di una personalità che non li stravolge. 
I vecchi Dei scalcinati e semi-dimenticati rappresentano anche le minoranze e gli emarginati della società. Gaiman riesce ad inserirli magistralmente nel nostro tempo, in squallidi appartamenti, roulotte, parchi divertimenti e motel, il tutto in un atmosfera da favola dark senza eccessi o sbavature, dove anche i luoghi più sordidi o triviali hanno una loro sacralità.

L'unica piccola pecca è che la trama sembra procedere per blocchi giustapposti, non fluisce armonicamente come in un unico fiume, ma è comunque avvincente e ben sviluppata.

Se siete arrivati fin qui avrete capito che questo romanzo è consigliatissimo sia agli amanti del fantasy, della mitologia, delle storie un po' cupe.


Utilità
Nel 2003 viene pubblicato Il sovrano di Glen, ambientato in Scozia, il cui protagonista non è altri che il nostro Shadow Moon; il raccolto è contenuto nell'antologia Cose fragili del 2006 uscita in Italia nel 2014. In Trigger warning del 2015 (tradotto nel 2016) troviamo invece Shadow protagonista del racconto Cane nero.
Nel 2005 è uscito il romanzo spin-off  I ragazzi di Anansi che si colloca nello stesso mondo descritto in American Gods, ma l'unico personaggio in comune è appunto Anansi o Nancy.
Fra il 2018 e il 2020 è uscita la graphic novel di American Gods in tre volumi curata da Neil Gaiman, P. Craig Russell e Scott Hampton. 
Gli altri romanzi (per adulti e ragazzi) di Neil Gaiman sono:
  • Buona Apocalisse a tutti! del 1990 tradotto nel 2007 scritto con Terry Pratchett e rieditato recentemente in occasione dell'uscita della serie tv del 20019 col titolo originale Good Omens
  • Nessun dove del 1996 tradotto nel 1999 nato dalla sceneggiatura della serie tv Neverwhere del 1996, è stato trasposto in una graphic novel nel 2005 con testi di Mike Carey e disegni di Glenn Fabry
  • Stardust del 1998 tradotto nel 2005 da cui è stato tratto l'omonimo film del 2007
  • Coraline del 2002 tradotto nel 2003 da cui è stato tratto il film d'animazione Coraline e la porta magica del 2009
  • I ragazzi di Anansi del 2005 tradotto nel 2006 spin-off di American Gods
  • Il ragazzo dei mondi infiniti del 2007 tradotto nel 2011 scritto con Michael Reaves
  • Il figlio del cimitero del 2008 tradotto nel 2011 da cui è stata tratta la graphic novel The Graveyard Book
  • Odd e il Gigante di Ghiaccio del 2008 tradotto nel 2010
  • Il sogno d'argento del 2013 tradotto nel 2016 scritto con Michael Reaves e seguito di Il ragazzo dei mondi infiniti
  • L'oceano in fondo al sentiero del 2013 tradotto nello stesso anno
Le raccolte di racconti:
I libri illustrati per bambini:
  • Il giorno che scambiai mio padre per due pesci rossi del 1997 tradotto nel 2004 e con illustrazioni di Dave McKean
  • I lupi nei muri del 2003 tradotto nello stesso anno con illustrazioni di Dave McKean
  • MirrorMask del 2005 tradotto nel 2006 e tratto dall'omonimo film di Gaiman e McKean, le illustrazioni sono di quest'ultimo
  • Crazy Hair del 2009 tradotto nel 2010 e con illustrazioni di Dave McKean
  • Istruzioni. Tutto quello che ti serve sapere per il tuo viaggio del 2010 tradotto nel 2012 con illustrazioni di Charles Vees (il testo si può trovare nelle raccolte Cose fragili e Il cimitero senza lapidi e altre storie nere)
  • L'esilarante mistero del papà scomparso del 2013 tradotto nel 2014 e con le illustrazioni di Chris Riddell
  • La regina del bosco del 2014 tradotto nel 2015 e con illustrazioni di Chris Riddell (il racconto senza illustrazioni si può trovare nella raccolta Trigger warning)

lunedì 23 settembre 2019

Fiabe nordiche. Troll, principi e giganti

Fiabe nordiche. Troll, principi e giganti di AA. VV. a cura di Bruno Berni, Giunti, 2005
Numero pagine:
Lingua originale: italiano
Prima edizione: 2005
Genere: raccolta di fiabe

Il curatore di questo volume, Bruno Berni,  ha curato varie edizioni di fiabe originarie dei diversi paesi nordici (fra cui anche alcuni volumi della serie di Iperborea). Nell'interessante introduzione si trovano i titoli delle principali raccolte di fiabe dei paesi nordici a cui ha attinto inquadrate sia nel panorama culturale nordico, sia nel periodo storico che vide il fiorire di raccolte di racconti popolari, rilevandone i tratti caratteristici come pure quelli comuni alle fiabe che tutti conosciamo.
Sono fiabe di diversa lunghezza e per ognuna è indicata la regione d'origine. Non mancano i classici principi, principesse, re e vecchie streghe, ma possiamo trovare anche pescatori, terre incantate oltre le onde, i famosi troll che costellano i racconti e i luoghi di Scandinavia e Islanda e molti altri personaggi tipici della fiaba ma declinati nella particolare sfumatura di questi luoghi. 
Non bisogna aspettarsi di trovare Thor, Loki, le valchirie ed in generale i protagonisti della mitologia per cui le terre del Nord stanno diventando sempre più note.
Ccome spesso succede nelle raccolte di racconti popolari, alcuni motivi si ritrovano molto simili in diverse storie, quindi alcune potrebbero risultare ripetitive.

Raccolta interessante e piacevole, adatta sia a chi attirato dalla mitologia nordica vuole avere un quadro più generale delle culture che l'hanno originata, sia agli amanti del racconto fiabesco in generale. Può essere adatta anche come lettura serale per bambini.

Utilità
Se ti è piaciuto questo libro potrebbero interessarti anche:
  • Antiche ballate danesi a cura di Maria Valeria D'Avino
  • Ballate magiche svedesi a cura di Massimo Panza
  • Fiabe danesi di AA. VV. a cura di Bruno Berni
  • Fiabe e leggende norvegesi di AA. VV. a cura di Massimo Conese
  • Fiabe faroesi di Jakob Jakobsen a cura di Luca Taglianetti
  • Fiabe islandesi a cura di Silvia Cosimini
  • Fiabe lapponi di Just Knud Qvigstad e Georg Sandberg a cura di Bruno Berni
  • Fiabe lapponi e dell'estremo Nord (in due volumi) di AA. VV. a cura di Bruno Berni
  • Fiabe norvegesi di AA. VV. a cura di Agata Larsson
  • Fiabe norvegesi di Peter Christen Asbjørnsen e Jørgen Moe a cura di Alda Manghi Castagnoli
  • Fiabe norvegesi di Peter Christen Asbjørnsen e Jørgen Moe a cura di Bruno Berniù
  • Fiabe popolari svedesi di AA. VV. a cura di Annouska Palme Sanavio
  • Fiabe svedesi di AA. VV. a cura di Daniela Di Falco con illustrazioni di John Bauer
  • Fiabe svedesi di AA. VV. a cura di Bruno Berni con illustrazioni di John Bauer
  • Racconti e leggende popolari norvegesi di Peter Christen Asbjørnsen a cura di Luca Taglianetti
  • Racconti magici islandesi di Jón Árnason e Magnús Grímsson a cura di Alan Boucher
  • Racconti popolari e fiabe islandesi di Jón Árnason e Magnús Grímsson a cura di Gianna Chiesa Isnardi
  • Troll di Theodor Kittelsen a cura di Luca Taglianetti

domenica 21 luglio 2019

La via del Wyrd

La via del Wyrd di Brian Bates, BUR, 1999
Numero pagine: 266
Lingua originale: inglese
Titolo originale: The Way of the Wyrd
Prima edizione: 1983
Prima edizione italiana: 1997
Genere: romanzo storico, fantastico, sciamanico
Ambientazione: Sud dell'Inghilterra
Epoca: 674 d. C.

Ho questo libro in casa da quand'ero adolescente e leggevo tutto quello che trovavo che potesse avere anche solo un vago sentore di neo-paganesimo; l'avevo iniziato e poi abbandonato, così La via del Wyrd ha dormito nella mia libreria fino ad ora. Ultimamente, riprendendo in mano libri sulla mitologia nordica e celtica, ho deciso di darmi finalmente alla lettura di questo volume, che immaginavo come una sorta di romanzo storico a sfondo magico/mitologico ambientato fra i Vichinghi, ma non è esattamente così.
La storia narrata è quella di un monaco e amanuense della Mercia (uno dei regni dell'antica Inghilterra) di nome Bard, che viene inviato dal suo superiore, Eappa, fra i pagani per studiarne le credenze, in modo da aprire la strada alla conversione. Giunto via mare a destinazione, passa una notte tempestosa nella foresta, ed in seguito viene raggiunto da Wulf, l'uomo designato per fargli da guida durante il viaggio. Ben presto però, si scopre essere uno sciamano, stregone e curatore che introduce Bard ad una sorta di sciamanesimo anglosassone. Nel corso del romanzo vengono descritte le esperienze del giovane monaco lungo questo processo di iniziazione.
Al contrario di ciò che mi aspettavo, nel romanzo si trovano pochissimi riferimenti alla mitologia nordica: viene nominato appena Wotan (Odino), nella descrizione delle Sorelle del Wyrd si possono intravedere le Norne, e poco altro. Il centro del romanzo è infatti il concetto di Wyrd come trama universale che lega tutti gli esseri e gli eventi; lo sciamano è colui che conosce il Wyrd e ne capta i messaggi, comunicando con il mondo degli spiriti. Nella nota finale l'Autore, psicologo, dice di essersi avvicinato alle tradizioni sapienziali orientali, e di aver in seguito cercato qualcosa di simile nella cultura occidentale, ricostruendo poi attraverso i testi anglosassoni a noi pervenuti, un percorso di conoscenza trasposto qui in forma romanzata. Bard nella finzione letteraria, sarebbe l'autore del Lacnunga, una nota raccolta di testi medici e incantesimi curativi anglosassoni.
Il volume si chiude con un'ampia bibliografia riguardante mitologia, magia e letteratura anglosassone, mitologia comparata e studi su sciamanesimo e stregoneria (la stragrande maggioranza dei testi sono in inglese).
Questo il contenuto; per quanto riguarda lo stile, l'ho trovato piuttosto scarno, poco avvincente, privo di dettagli storici. Anche i personaggi non hanno grande profondità, non sono ben strutturati. Insomma, dal punto di vista letterario ci troviamo davanti ad un'opera piuttosto mediocre, e sicuramente cercherò di documentarmi dal punto di vista storico, per cercare di capire cosa sia storicamente corretto e cosa invenzione dell'Autore, il quale tra l'altro spiega nella nota finale che i vari episodi del romanzo sono stati costruiti basandosi sulle fonti originali (probabile motivo per cui a livello di intreccio alcuni episodi risultano inutili o poco chiari e come giustapposti forzatamente). Tuttavia, non mi sento di condannare totalmente questo libro: è stata una lettura se non piacevole dal punto di vista letterario, sicuramente non priva di qualche interesse sullo sciamanesimo.
Lo consiglio solo agli appassionati dell'argomento e ai curiosi.

Utilità
Dello stesso Autore si trova anche il saggio La sapienza di Avalon, dal titolo originale The Wisdom of the Wyrd, che approfondisce le teorie riportate qui in forma romanzata.

giovedì 4 luglio 2019

Saga di Ragnarr

Saga di Ragnarr, traduzione di Marcello Meli, Iperborea, 1993
Numero pagine: 158
Lingua originale: islandese antico
Titolo originale: Saga Ragnars Lodbrókar
Prima edizione: ne esistono diverse edizioni che raggruppano testi e parti diverse
Prima edizione italiana: 1993

Ultimamente mi è capitato di riprendere in mano alcuni libri di mitologia nordica, così ho pensato di leggere finalmente anche questa particolare saga. Serve però una doverosa premessa: dimenticatevi il Ragnarr della serie tv Vikings: come spesso succede, gli autori hanno mantenuto solo i nomi e poco altro del materiale originale (una notizia su tutte: Lagherta non c'è, compare infatti nelle Gesta Danorum di Saxo Grammatico ma non qui).
Il libro si apre con una premessa del traduttore, e prosegue con un'interessante introduzione storico-filologica che tratta tutto quello che avremmo sempre voluto sapere sui manoscritti, i personaggi, i luoghi e le notizie storiche. Troviamo poi una nota al testo utilizzato per la traduzione, ed una sulla pronuncia dei termini norreni.
Inizia poi il testo vero e proprio della saga, che narra la vita di Ragnarr, le prove ed il matrimonio con Thóra e la nascita dei figli, il successivo matrimonio con Kráka-Aslaug e quindi l'inserimento del racconto nel quadro della saga dei Volsunghi (Aslaug è infatti figlia di Sigurdr e Brunilde), le scorrerie dei figli e dello stesso Ragnarr, la sua morte e la vendetta dei figli, nonché le loro azioni successive e discendenze, tracciate nell'appendice. Al testo narrativo si alternano strofe poetiche cantate dai personaggi stesse ricche di kenningar (figure poetiche tipiche del corpus letterario nordico, perifrasi che sostituiscono i nomi di cose o persone).
Chiudono il volume la nota bibliografica, la bibliografia, le note al testo e l'indice.
Ho apprezzato molto quest'opera poiché preferisco sempre avere a che fare con i testi originali piuttosto che con le versioni rinarrate, accorciate o modificate, inoltre il curatore fornisce in maniera chiara e competente tutte le informazioni filologiche che in alcune versioni di saghe e miti nordici non si riescono a reperire. Consigliato quindi, a coloro che amano la mitologia nordica in generale, ed anche agli appassionati della serie tv, per avvicinarsi al mondo ed all'immaginario che la serie cerca di ricostruire.

Utilità
Sul sito della casa editrice Iperborea è possibile scaricare la postfazione in PDF.
Nel 2017 è uscito il libro Vikings. La saga di Ragnar Lothbrok per l'editore Fanucci che a quanto ho potuto capire non avendolo sfogliato, è una traduzione italiana della traduzione dal norreno all'inglese di Ben Waggoner. Non so quanto sia curato a livello di traduzione, filologia e bibliografia, ma se fosse un buon prodotto potrebbe essere la più accessibile versione delle storie su Ragnarr.
Se ti è piaciuto questo libro potrebbero interessarti anche:
  • Antiche saghe nordiche a cura di Marcello Meli
  • Edda di Snorri Sturluson
  • Gesta dei re e degli eroi danesi di Saxo Grammatico a cura di Luddovica Koch
  • I miti nordici e Saghe e leggende del Nord di Gianna Chiesa Isnardi
  • La leggenda di Sigurd e Gudrún di John Ronald Reuel Tolkien
  • La saga dei Volsunghi a cura di Luddovica Koch
  • Miti e leggende del Nord di Vilhelm Grønbech
  • Miti e leggende nordiche di Salvatore Tufano

Miti e leggende del Nord

Miti e leggende del Nord di Vilhelm Grønbech, Einaudi, 1996
Numero pagine: 324
Lingua originale: danese
Titolo originale: Nordiske Myter og Sagn
Prima edizione: 1927
Prima edizione italiana: 1996

Da qualche anno, oltre ai vari interessi insoliti, anche la mitologia nordica è entrata a far parte delle mie letture; non è facilissimo trovare testi validi in quest'ambito, che vede in ogni caso un numero piuttosto basso di pubblicazioni, così quando trovo qualcosa di pertinente, me ne approprio subito.
Miti e leggende del Nord mi ha convinto anche perché fa parte della collana I millenni, che solitamente comprende volumi ben scritti e curati, così mi sono tuffata nella lettura.
Si tratta di una raccolta di miti rinarrati dall'Autore, vissuto a cavallo fra 800 e 900; si apre con una prefazione della curatrice dell'opera che tratta della vita dell'autore e dell'intento che lo portò a rinarrare in danese moderno le antiche leggende norrene cercando di vederle come le vedevano gli skaldi che le narravano nelle grandi sale, e di recuperare l'unità fra natura e cultura, corpo e spirito, collettività e individuo che caratterizzava le società da cui tali racconti provenivano. Segue una nota al testo e alla tradizione, bibliografia, elenco delle illustrazioni in bianco e nero di Ernst Hansen che arricchiscono il volume.
Arriviamo quindi all'introduzione storica ad opera dell'Autore, che traccia la storia dei popoli nordici, a partire dalla loro prima comparsa letteraria nella Germania di Tacito, ai margini del mondo allora conosciuto, ma che via via irrompono nella storia con gesta e conquiste che sono riecheggiate dalle saghe a noi pervenute; Grønbech intende rievocarne lo spirito, vederle e mostrarle attraverso gli occhi dei loro compositori, divenendo una sorta di skaldo moderno.
Si apre quindi la narrazione con la creazione del mondo, la nascita e la natura degli dei e di altre creature semi-divine quali Elfi, Norne e Disir (per ognuno narra episodi tratti da saghe o racconti diversi). Passa quindi a descrivere i Giganti, tradizionali avversari degli Dei, ed altri mostri quali il Serpente del Mondo e il lupo Fenrir; prosegue con le imprese di Tor, la guerra fra Asi e Vani, la catena di Fenrir, il rapimento di Idhun, la cattura di Fenrir, la morte di Balder ecc. Insomma, tutti i miti più noti tratti principalmente dall'Edda in prosa fino ad arrivare al Ragnarok.
Troviamo quindi un interessante capitolo intitolato Cristo e i vecchi dei, in cui Grønbech ha raccolto episodi relativi alla cristianizzazione delle terre nordiche, principalmente ad opera di Olaf il Santo e Olaf Tryggverson, e le rivalse delle precedenti divinità.
La seconda parte del libro è dedicata alle saghe famigliari o su singoli eroi, fra i quali Volund, Hading, Amleto (dimenticate la versione shakespeariana), le imprese dei contadini di Hrafnistla, la sorte degli Hjadinghi condannati a combattere per sempre a causa degli Dei, le contese fra Skjoldunghi e Adubardi in cui si inserisce l'episodio di Beowulf, la genealogia degli Ynglingar discendenti di Freyr e re di Svezia, fino alla celebre saga dei Volsunghi con Sigurd, la valchiria Brunild, il drago Fafnir ecc.
Nell'appendice conclusiva, per ogni capitolo si trovano un breve riassunto dei miti trattati, ma soprattutto le fonti originali consultare dall'Autore. Chiudono il volume glossario e indice generale.
Personalmente conoscevo già i miti narrati nella prima parte, sicché ho trovato maggiormente interessanti il capitolo sull'avvento del cristianesimo nelle terre nordiche e la seconda parte, dedicata alle saghe. Se state pensando di acquistarlo, tenete conto che a parte l'inquadramento storico ad inizio volume, questa è un'opera prettamente narrativa, non ci sono approfondimenti storico/sociali/antropologici come ad esempio ne I miti nordici di Gianna Chiesa Isnardi. L'ho trovata una lettura piacevole, non specialistica ma tendenzialmente fedele ai testi originali, quindi lo consiglio agli appassionati del genere ed anche a chi si avvicini per la prima volta alla mitologia nordica.

Utilità
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  • I miti nordici e Saghe e leggende del Nord di Gianna Chiesa Isnardi
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  • La saga dei Volsunghi a cura di Luddovica Koch
  • Miti e leggende del Nord di Vilhelm Grønbech
  • Miti e leggende nordiche di Salvatore Tufano
  • Saga di Ragnarr, traduzione di Marcello Meli

lunedì 22 aprile 2019

Le streghe di East End, Il bacio della strega

La saga delle streghe di East End di Melissa de la Cruz
Le streghe di East End
Numero pagine: 294
Lingua originale: inglese
Titolo originale: The Witches of East End
Prima edizione: 2011
Prima edizione italiana: 2011
Genere: fantasy mitologico
Ambientazione: North Hampton, Long Island
Epoca: contemporanea

Il bacio della strega
Numero pagine: 384
Lingua originale: inglese
Titolo originale: Serpent's Kiss
Prima edizione: 2012
Prima edizione italiana: 2013
Genere: fantasy mitologico
Ambientazione: North Hampton, Long Island
Epoca: contemporanea

Ormai lo sapete, basta la parola "strega" e io leggo qualsiasi cosa. Cercando qualche nuova lettura, mi sono imbattuta in questa saga che già avevo sentito nominare, e alla fine mi sono decisa a leggerla. Bisogna precisare però che è composta da sei libri, di cui solo i primi due sono stati tradotti in Italia.
Il primo romanzo è ambientato a North Hampton, Long Island, dove Joanna, e le figlie adulte Freya e Ingrid, conducono una vita pressoché normale, ma in realtà sono streghe costrette a non usare la magia per una non troppo precisata sentenza di un Consiglio, che ha avuto luogo secoli prima. Però, ognuna nella sua forma peculiare, le tre donne iniziano a fare piccoli incantesimi; nel frattempo, si svolge la festa di fidanzamento di Freya con il classico uomo bellissimo, ricchissimo e innamoratissimo, Bran Gardiner, proprietario dell'Isola di Fair Heaven da poco trasferitosi in città; ma ecco che arriva anche il suo altrettanto perfetto e sexy fratello, Killian, che tenta non poco Freya. Alcune morti strane e catastrofi ambientali a sfondo magico indurranno le tre protagoniste a cercare di capire chi ne sia il responsabile.
Fin qui sembra un classico romanzo sentimentale con tratti magici, ma quello che viene alla luce, è che le tre protagoniste sono in realtà divinità della mitologia norrena, reincarnatesi moltissime volte nel corso dei secoli fino ai giorni nostri; infatti il ponte che unisce i mondi (che misteriosamente non si chiama Bifrost come nelle leggende nordiche ma Bofrir) è crollato in circostanze misteriose, lasciando quasi tutti gli Dei intrappolati sulla terra, dove sono diventati streghe, e si celano fra i mortali in maniere improbabili. Tutto questo mi ha ricordato il bellissimo American Gods di Neil Gaiman, che però tratta la materia mitologica in maniera magistrale e molto più sensata, verosimile e apprezzabile. Avrete capito che non ho apprezzato molto questa lettura: essendo i romanzi piuttosto brevi, gli eventi si succedono nel giro di poche pagine, tanto che a volte gli sviluppi sembrano incomprensibili e forzati, i personaggi non sono ben delineati e appaiono piuttosto piatti, non è stato chiarito a sufficienza il concetto di magia, se sia una cosa intrinseca alle singola divinità, come funziona, se per ognuna è diversa, inoltre, pur avendo vissuto per millenni le protagoniste sembrano delle comunissime ragazze sprovvedute.
Si trovano alcuni richiami ai processi di Salem (ma avete notato anche voi che la maggior parte dei romanzi sulle streghe americani in una maniera o nell'altra si ricollegano a Salem?), durante i quali Freya e Ingrid sono state uccise, ed il terzo libro della serie, racconta appunto di un viaggio nel tempo fino all'epoca dei noti processi.
Insomma, ho trovato questi primi due libri mal congegnati e francamente privi di spessore: non sprecate tempo a leggerli a meno che non abbiate tempo da perdere e non siate veramente degli appassionati del genere.
Dai libri è stata tratta la serie tv Witches of East End, che però, a parte mantenere i nomi dei protagonisti, è poco fedele ai libri ed altrettanto strampalata.

Utilità
Alla stessa saga appartengono gli inediti in Italia Winds of Salem del 2013  Triple Mood del 2015, Duble Eclipse del 2016 ed il prequel Diary of the Withe Witch del 2012.
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martedì 4 novembre 2014

Mitologia del Tiglio

Mitologia classica
Chirone e una Nereide
C'era molto e molto tempo fa, prima che Zeus diventasse il Signore dell'Olimpo, una bellissima ninfa di nome Filira, figlia dell'Oceano. Fra le sue molte sorelle era la seconda più anziana, subito dopo Stige, il fiume che lambisce l'Ade e che anche gli Dei temono.
Filira fu amante di Crono, il primo dei Titani, coloro che a quei tempi dominavano il mondo.
La loro unione avvenne sull'isola del Ponto Eusino che prese il nome di lei (presso cui passano gli Argonauti durante il loro viaggio). Ma Crono aveva una sposa, Rea, la quale li sorprese insieme ed egli, vedendosi scoperto, balzò dal giaciglio in forma di stallone e fuggì via. Anche Filira si allontanò da quel luogo per sempre, e prese dimora sul monte Pelio, in Tessaglia, terra di streghe e magia quanto nessun'altra nell'Ellade.
Qui, in una grotta che prese il suo nome, diede alla luce Chirone il Centauro, il primo ed il più saggio, metà uomo e metà cavallo a causa delle metamorfosi del padre. Secondo Igino la madre, presa dalla vergogna per un figlio tanto "mostruoso" invocò gli Dei, e chiese di venir tramutata in qualcos'altro. Così fu: divenne il primo albero di Tiglio. 
Ma Filira recava già in sé lo spirito del Tiglio, poiché è proprio questo che significa il suo nome in greco antico. Secondo alcuni si tratta di un termine cretese, quindi pre-indeuropeo come molte fitonimi adottati dal greco, e questo farebbe risalire il culto e la figura di Filira molto indietro nel tempo, ma non ho trovato precisazioni attendibili in merito. Anzi, alcuni studiosi fanno risalire la parola philyra al greco philos "amico" e yron "sciame" col significato di "pianta amata dagli sciami (di api)". Tuttavia il fatto che sia Crono il compagno di Filira, rimanda ad uno strato molto antico del mito, ad un epoca pre-olimpica.
Chirone rimase nell'antro di Filira e divenne un grande curatore tramite le erbe e maestro di eroi come Giasone ed Achille che secondo Pindaro (Pitiche, 4) sarebbe stato allevato anche con l'aiuto di Filira. È notevole che Chirone venga sempre chiamato col matronimico "figlio di Filira", ed anche che la grotta dov'egli impartiva i suoi insegnamenti sia detta "grotta di Filira".
I miti hanno vari livelli di interpretazione, su questo si potrebbe dire come su molti altri d'ambito greco, che con l'invasione indeuropea ed il prevalere di strutture religiose e culturali patriarcali portate dagli invasori le antiche Dee pre-elleniche, spesso legate al mondo vegetale e terrestre divennero spose dei grandi Dei padri, gerarchici, celesti. E così la Madre Tiglio, divenne l'amante di Crono. Ma suo figlio porta su di sé molto dell'antica natura polimorfa e animale, di quando i confini fra umano e bestia non erano ancora così netti.
Filira è anche uno dei nomi della moglie di Nauplio (padre dell'eroe greco Palamede che andò a Troia) e della figlia del fiume Asopo che col rivo Peneo ebbe Ipseo.

Filemone e Bauci
Un altro mito che parla del Tiglio è narrato da Ovidio nelle Metamorfosi (VIII, 620-724): vivevano un tempo in Frigia in una piccola capanna, due anziani sposi, Filemone e Bauci. Un giorno gli Dei si presentarono alla loro umile abitazione chiedendo ospitalità, dopo essere stati rifiutati da tutti i vicini molto più ricchi ed agiati. I due vecchi accolsero i misteriosi stranieri con gentilezza e con ogni riguardo. Allora, volendo gli Dei punire coloro che avevano rifiutato loro ospitalità allagarono la piana, ma salvarono Filemone e Bauci dicendo loro che avrebbero potuto chiedere ciò che volevano. Essi chiesero solo di poter divenire loro sacerdoti e di morire insieme, poiché s'amavano molto e non volevano sopravvivere l'uno all'altro. Così la loro dimora divenne un tempio, e quando giunse il tempo della morte, i due si mutarono in alberi, Filemone in Quercia e Bauci in Tiglio, e sui loro rami vennero appese corone per gli Dei.
Anche in questo caso lo spirito del Tiglio è femminile.

Erodoto nelle sue storie racconta che fra gli Sciti ci sono molti indovini, alcuni dei quali detti Enarei "svirilizzati", i quali fanno risalire il loro metodo di vaticinio, che si fa con strisce di corteccia di Tiglio, ad Afrodite. "Tagliano in tre striscioline la corteccia del tiglio, poi pronunciano l'oracolo intrecciandole e slegandole dalle dita"(1). Sembra infatti che i loro antenati avessero saccheggiato il tempio di Afrodite ad Ascalona (riconosciuto come il più antico dedicato a questa Dea, dal quale il suo culto si espanse verso Cipro, sede tradizionale della sua nascita), e che Essa li avesse puniti con una "malattia femminile", alla quale si deve il loro nome, e che da allora si siano sempre vestiti con abiti femminili.
La consuetudine di portare abiti solitamente usati dal sesso opposto si riscontra in vari culti e tradizioni sciamaniche, da quello della Grande Madre frigia Cibele, allo sciamanesimo artico.

Mitologia nordica
Nei paesi del nord la sacralità degli alberi si è conservata per molto tempo, tanto che ancora in epoca medievale e spesso anche più tarda, venivano emessi divieti e decreti affinché si cessasse di adorare i boschi sacri e particolari alberi, i quali in molti casi finirono per essere abbattuti. Anche nella mitologia l'Albero è centrale, è infatti Yggdrasil, un grande Frassino, l'asse del mondo le cui radici e rami si spandono in tutti i Nove Mondi. Ogni giorno gli Dei si trovano sotto la sua ombra e tengono giudizio, e le Norne, le Filatrici del Destino, decidono le sorti degli uomini. 
In Scandinavia il Tiglio è uno degli alberi vårdträd, parola svedese composta da vårda "curare" e träd "albero" comunemente tradotta come "albero guardiano". Questi particolari alberi sono i custodi delle case o dei villaggi, se vengono tagliati l'abbondanza e la fortuna abbandonano il luogo. Per questo le famiglie lasciavano offerte alle sue radici, sotto le quali si diceva vivessero gli spiriti aiutanti della comunità. Con vǫrðr (stessa radice di vårda) si indicava uno spirito custode che vegliava sull'anima della persona dalla nascita alla morte.
In moti siti si legge che il Tiglio è sacro a Freyja. Io non ho trovato fonti attendibili che lo attestino.
Il nome della madre di Odhin, Bestla, sembra significhi "fibra della parte interna della corteccia", soprattutto del Tiglio.

Sigurd uccide il drago Fafnir
Nella Saga dei Volsunghi, la Valkiria Sigdrifa insegna:
"Devi conoscere le rune dei rami, se vuoi essere medico
e saper riconoscere le ferite;
le devi incidere sulla corteccia e sul legno dell'albero,
i cui rami siano rivolti a oriente.
" (2)
In questa saga il Tiglio ha un ruolo fatale: Sigurd/Sigfrido, dopo aver ucciso il drago Fafnir a guardia dell'oro, si bagna con il suo sangue che lo rende invulnerabile, ma nel mentre una foglia gli cade fra le scapole, e quello sarà il suo unico punto debole. Dalle trascrizioni Medievali in poi, la foglia che cade sulla schiena di Sigurd è proprio di Tiglio, come nel Nibelungenlied (1200 d. C. circa): 
"Quando dalle ferite del drago scorreva il sangue ardente,
e in esso si bagnava il prode cavaliere,
gli cadde tra le spalle una larga foglia di tiglio.
Là può esser ferito [...]" (3)
Quest'albero ricompare alla morte dell'eroe: appoggiata la lancia ad un Tiglio che ombreggia una fonte, Sigfrido viene colpito nell'unico punto vulnerabile con la sua stessa arma mentre è chino a bere. 
Alcuni fanno derivare il nome della madre di Sigurd, Siglinda da un composto di sigu "vittoria" e lind "Tiglio", ma si tratta di un'etimologia discussa.

Tanzlinde di Peesten
In ambienti di lingua tedesca fino alla fine del XIX secolo i processi si tenevano sotto al Gerichtslinde "Tiglio del giudizio", poiché era opinione diffusa che sotto ai suoi rami non si potesse mentire, e che la sua dolcezza avrebbe mitigato le sentenze troppo severe, che venivano anche eseguite alla sua ombra. Il più vecchio ancora vivente è forse il Tiglio di Schenklengsfeld che potrebbe avere fra i 1000 e i 1300 anni.
Ma doveva essere piuttosto comune anche il Tanzlinde "Tiglio del ballo". Quelli propriamente detti avevano una pista da ballo costruita all'altezza dei rami più bassi che circondava il tronco, sostenuta da colonne in legno o pietra; strutture simili si possono ancora vedere a Sachsenbrunn o a Limmersdorf, su alberi di circa 350 anni. Altri erano privi di una pista sospesa, ma i rami erano fatti crescere in larghezza e sostenuti da impalcature, in modo da creare uno spazio per i balli ai piedi del Tiglio
Molti Tanzlinde erano dedicati alla Madonna o ai Santi ed erano dei veri e propri luoghi di ritrovo sia sacro che profano.


Mitologia celtica
Secondo alcuni studiosi il Tiglio potrebbe essere l'albero oghamico (alfabeto in uso nelle isole britanniche in cui ad ogni lettera sarebbe associato un albero) della lettera U. Ci sono attestazioni di questo alfabeto in epoca tardo antica, ma si pensa che sia stato usato nei secoli precedenti su supporti deperibili come legno o corteccia non conservatisi. L'associazione delle lettere con un albero ed un particolare mese lunare è stata proposta da Robert Graves ma è giudicata infondata da molti accademici.

Mitologia baltica
La dea baltica Laima nota in Lettonia e Lituania, è strettamente associata al Tiglio e presiede al destino dei nascituri. In Lituania per avere un buon raccolto gli uomini sacrificavano alle querce, le donne ai Tigli, ed un ramo di Tiglio veniva tenuto in mano durante un rituale propiziatorio per la crescita del lino in onore del dio Vaižgantas. In alcune lingue slave il nome del mese di Giugno o Luglio deriva dal Tiglio.


Appendice
Nella poesia d'amore Under der Linden "Sotto il tiglio" di Walther von der Vogelweide, poeta tedesco vissuto fra il XII e il XIII secolo, una ragazza parla del giaciglio di fiori che ha condiviso con il suo amato, all'ombra di un Tiglio gentile (traduzione tratta da qui). Una versione più conosciuta di questa lirica è quella musicata da Angelo Branduardi.

Il poeta Walther von der Vogelweide
Sotto il tiglio
nella campagna, là c'era un letto per noi due,
e là potete ben vedere
come sono spezzati
i fiori e l'erba.
In una valle al limite del bosco,
tandaradei,
dolce cantava l'usignolo.

Io me ne venni
al prato:
il mio amico era già giunto là.
Come mi accolse,
nobil signora:
ne son felice sempre di più.
Se mi ha baciata? Ma mille volte!
Tandaradei,
non vedete come è rossa la mia bocca?

E aveva fatto
così splendido
un letto di fiori.
Ancora ne riderà
tra sé e sé,
se qualcuno passa per quel sentiero.
Di tra le rose potrà capire,
tandaradei,
dove era posata la mia testa.

Che giacque con me,
nessuno lo sappia!
Dio non voglia! Che vergogna!
E come mi ha amato
mai, mai nessuno
lo scoprirà, tranne lui ed io
e un uccellino piccolo:
tandaradei,
che certo mi sarà fedele."


Note
(1) Erodoto, Storie, IV, 167.
(2) Il discorso di Sigdrifa, 11, nell'Edda poetica.
(3) La canzone dei Nibelunghi, XV Avventura, str. 902.


Fonti antiche
Argonautiche, Apollonio Rodio, Mondadori, 2003
Edda, Snorri Sturluson, Adelphi, 2008
Georgiche, Virgilio, Garzanti, 2009 
I Nibelunghi, Laura Mancinelli, Einaudi, 1995
Il canzoniere eddico, a cura di Giuseppe Scardigli, Garzanti, 2009 
Inni, Callimaco, Garzanti, 1984
Metamorfosi, Ovidio, Mondadori, 2007
Miti, Igino, Adelphi, 2000
Pitiche, Pindaro, Mondadori, 1995 
Teogonia, Esiodo, Mondadori, 2004

Bibliografia
I Miti Nordici, Gianna Chiesa Isnardi, Longanesi, 2008 
Il ramo d'oro, James Frazer, Bollati Boringhieri, 1990
Il vischio e la quercia, Riccardo Taraglio, Edizioni L'età dell'Acquario, 2001 
La Dea Bianca, Robert Graves, Adelphi, 2003 
Le Dee viventi, Marjia Gimbutas, Edizioni Medusa, 2005
Leggende delle Alpi, Maria Savi-Lopez, Editrice Il Punto, 2011
Lo Spirito degli Alberi, F. Hageneder, Ed. Crisalide, 2004
Mitologia degli alberi, Jacques Le Brosse, BUR, 2006

Gerichtslinde
Theoi.com - Philyra
Vårdträd
Wikipedia - Philyra

Immagine 1: Cratere a figure rosse con Chirone e Nereide, 450 a. C. circa. Da Theoi.com, conservato al Museum of Fine Art di Boston.
Immagine 2: "'I'm Old Philemon!' murmured the oak. 'I'm old Baucis!' murmured the linden-tree" di Arthur Rackham, illustrazione per A wonder book di Nathaniel Hawthorne, 1922.
Immagine 3: "Siegfried kills Fafner "di Arthur Rackham, illustrazione per Siegfried and Twilight of the Gods di Wagner, 1911.
Immagine 4: Tanzlinde a Peesten. Da Wikipedia.
Immagine5: Il poeta Walther von der Vogelweide in una miniatura del Codex Manesse, f.124r, 1300 d. C. circa. Da Wikipedia, conservato alla biblioteca universitaria di Heidelberg e digitalizzato qui.



Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso dell'autrice e senza citarne la fonte. 


Vedi anche:
Tiglio
Spirito del Tiglio

Articolo aggiornato l'ultima volta il 24 agosto 2020.