Visualizzazione post con etichetta Magia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Magia. Mostra tutti i post

sabato 9 novembre 2019

Il giardino delle magie

Il giardino delle magie, Alice Hoffman, Sperling & Kupfer, 2000
Numero pagine: 272
Lingua originale: inglese
Titolo originale: Practical magic
Prima edizione: 1995
Prima edizione italiana: 1997
Genere: romanzo sentimentale a sfondo magico
Ambientazione: una cittadina del Massachusetts
Epoca: contemporanea
Trama: Sally e Gillian Owens nate a soli tredici mesi di distanza crescono senza regole nella casa delle zie, ultime discendenti di una stirpe di donne da sempre sospettate di essere un po' streghe. Le due sorelle sono inseparabili quanto diverse: bionda, svagata e disordinata Gillian quando Sally è bruna, pragmatica e responsabile. Gli altri bambini le evitano e le temono, ma tutti sanno che al crepuscolo, quando è più difficile essere riconosciute, le donne innamorate si recano a casa Owens per quella che è la specialità delle zie: incantesimi d'amoreA 18 anni Gillian fugge di casa, e vi torna solo 18 anni dopo, con un terribile segreto...

Questo libro praticamente introvabile - l'ultima edizione è del 2000 - mi è capitato per le mani a casa di un'amica. Da qui è tratto il film del 1998 Amori e incantesimi, la cui trama però si discosta molto dal libro.

Ciò che più colpisce e affascina è l'atmosfera magica che circonda le zie e le due protagoniste, fra un cuore di colomba che può convincere un uomo a lasciare la moglie, passeri che volano in casa alla viglia di S. Giovanni, lillà fioriti fuori stagione e strani aloni intorno alla luna. Il tema della magia, lungi dall'occupare tutta l'attenzione, fa da sfondo al rapporto fra le due sorelle, Sally e Gillian, che sono due personaggi ben costruiti pur nella loro semplicità. Partendo da posizioni diametralmente opposte finiranno per assomigliarsi un po' di più  (riguardo a questo non posso non citare Il profumo del pane alla lavanda).
Lo stile è scorrevole, semplice ma non piano. In generale, pur non trattandosi di un grande romanzo,  si è rivelata una lettura piacevole, consigliato coloro che amano le atmosfere stregate e fiabesche.

Utilità
Nel film Amori e Incantesimi tratto dal libro, Sally è interpretata da Sandra Bullock e Gillian da Nichole Kidman.
Nel 2017 la Hoffman ha pubblicato un prequel intitolato The rules of magic mai tradotto in italiano, ed ora sta lavorando ad un terzo volume che si colloca prima degli altri due.
E' autrice di molti romanzi, sia per adulti che per bambini, quelli pubblicato in italia sono:
  • Non calpestare il mio giardino 1992
  • La notte dei prodigi 1993
  • L'isola degli incanti 1996
  • La regina di ghiaccio 2005
  • Il matrimonio degli opposti 2015
Da suoi romanzi non tradotti in italiano sono tratti i film The River King del 2005 e Aquamarine del 2006.
Se ti è piaciuto questo libro potrebbero interessarti anche:
  • Bellezza selvaggia di Anna-Marie McLemore
  • Chocolat e Le scarpe rosse, Il giardino delle pesche e delle rose di Joanne Harris
  • Il bosco ricorda il tuo nome di Alaitz Leceaga
  • Il profumo del pane alla lavandaGiorni di zucchero fragole e neve, Il giardino dei raggi di lunaL'albero dei segreti di Sarah Addison Allen
  • Il sapore dei semi di mela di Katharina Hagena
  • La maga delle spezie di Chitra Banerjee Divakaruni

giovedì 22 agosto 2019

Jonathan Strange & il signor Norrell

Jonathan Strange & il signor Norrell di Susanna Clarke, Longanesi, 2005
Numero pagine:888
Lingua originale: inglese 
Titolo originale Jonathan Strange & Mr Norrell
Prima edizione: 2004
Prima edizione italiana: 2005
Genere: romanzo fantasy storico ucronico
Epoca: inizi del XIX secolo durante le guerre napoleoniche
Ambientazione: principalmente Inghilterra, Spagna, Venezia.

Sono anni che vedo questo libro in giro, e devo anche aver letto la quarta di copertina più volte, sicuramente l'ho sfogliato; eppure, non mi decidevo a leggerlo, e sì che genere ed ambientazione sembravano promettenti! Alla fine, l'ho letto, pagina dopo pagina, durante due settimane di pioggia, seduta davanti alla stufa. Ero indecisa se inserirlo sul blog perché non rientra specificatamente in nessuna delle categorie di libri che potete trovare qui (benché io sia un'amante del fantasy), tuttavia, l'intreccio di realtà ed alcuni elementi del folklore inglese, come il rapimento di esseri umani ad opera delle fate, mi ha convinto a sistemarlo fra gli altri romanzi di ispirazione celtica.
In generale, posso dire che questo romanzo mi è piaciuto, ma...
Partiamo dalla trama: la storia è ambientata agli inizi del XIX secolo, e si apre con l'intervento di uno sconosciuto mago pratico, Gilbert Norrell, durante una riunione dell'accademia di magia teorica di York; negli ultimi trecento anni infatti, la magia sembra aver lasciato l'Inghilterra, divenendo una disciplina teorica adatta allo studio di gentiluomini oziosi. Norrell dà un'eclatante dimostrazione di magia pratica, dopo anni di studio nella sua biblioteca sui testi dei massimi maghi del passato, ed in seguito si trasferisce a Londra seguito dal fido servitore Childermass, con l'intento di riportare la professione di mago alla grandezza di un tempo; per farlo entra in contatto con il ministro Sir Walter Pole, e ne resuscita la moglie appena deceduta grazie all'aiuto di un essere fatato, il gentiluomo dai capelli lanuginosi, che sarà l'antagonista della storia, e trascinerà nel suo regno fatato, Senzasperanza, Lady Pole ed il servo Stephen Black. Norrell offre i suoi servigi al governo inglese impegnato contro Napoleone, sarà però Jonathan Strange, un giovane mago autodidatta, divenuto allievo di Norrell, ad adoperarsi per cambiare le sorti della guerra.
Questo l'inizio della storia, che si snoda lenta e particolareggiata per quasi 900 pagine, e che comprende elementi sicuramente interessanti: la magia, una profezia, ed un libro di magia, potremmo dire il libro di magia per eccellenza. Di positivo c'è sicuramente la capacità dell'autrice di intrecciare gli elementi fantastici con fatti e personaggi realmente esistiti come il re Giorgio III, il duca di Wellington e perfino Lord Byron, in una Londra dal sapore vittoriano meticolosamente ricostruita e descritta con ironia austeniana verso i gentiluomini inglesi che la abitano (sono stati fatti paragoni con le ambientazioni dei romanzi di Dickens, che però mi sono sembrati forzati). Anche la campagna inglese in cui si svolgono alcune scene, risulta viva, sottilmente permeata di magia e sfondo perfetto e ben descritto per l'azione, come nella migliore tradizione del romanzo inglese, dalle sorelle Brontë a Thomas Hardy.
L'atmosfera magica ma sottilmente inquietante, mi ha vagamente ricordato i libri di Neil Gaiman, il quale per altro viene citato nei ringraziamenti e risulta essere un sostenitore di Susanna Clarke.
I personaggi che più rimangono impressi sono probabilmente i co-protagonisti: il mago di strada Vinculus, custode di un grande segreto, il cupo ma schietto e retto Childermass, il gentiluomo dai capelli lanuginosi di Senzasperanza, folle in maniera sottilmente inquietante, ed in fine colui che sta sullo sfondo di tutto il romanzo, spesso citato e che permea ogni cosa, il Re Corvo, John Uskglass rapito da fanciullo nei regni fatati e tornato in Inghilterra divenendo il più grande mago di tutti i tempi, dominando su tre regni (l'Inghilterra, i regni fatati ed un regno dell'inferno). Lo stesso Norrell, benché risulti antipatico e quindi possa essere poco apprezzato dal lettore medio, è costruito bene in tutta le sue piccolezza e meschinità.
Ciò che più ho apprezzato sono stati alcuni particolari di pura fantasia poetica, come la scatola color crepacuore, la storia della statua della fanciulla uccisa nella cattedrale di York, la nera torre di oscurità che circonda Strange, le strane Strade del Re verso altri regni...
Il libro è corredato dalle illustrazioni in bianco e nero di Portia Rosenberg, ed una volta tanto troviamo una copertina a tinta unita, sobria eppure accattivante nella sua semplicità.
Fin qui tutto bene, ma...è un romanzo veramente lento! Per pagine e pagine succede poco o nulla, gli eventi vengono centellinati ed indagati nei minimi particolari, cosa che appesantisce grandemente la lettura. Sembra che la Clarke abbia voluto ricostruire anche nella forma letteraria un romanzo ottocentesco, cosa di per sé encomiabile, ma poco apprezzabile per un lettore contemporaneo. Inoltre, leggendo recensioni in giro, ho capito che molti non hanno apprezzato le note a piè di pagina: l'Autrice nella finzione letteraria propone il romanzo come un documento storico, corredandolo con citazioni bibliografiche di grandi autori della magia inglese, cosa che molti hanno trovato superflua e causa di distrazione dai fatti principali. Personalmente, non mi sono pesate, ed anzi, alcune delle storie degli autori mi hanno interessato e in generale palesano il grande amore dell'Autrice per i libri.
Nel 2015 è uscita la serie tv intitolata Jonathan Strange & Mr Norrell inedita in italiano (si può però trovare sottotitolata), che in sette puntate presenta il romanzo sfrondando alcuni episodi minori ma rispettando la storia originale. Come spesso accade, leggendo prima il libro ci si crea un'immagine mentale dei personaggi, che spesso non corrisponde alla resa cinematografica, lasciando vagamente deluso ed insoddisfatto il lettore, tuttavia ho trovato la serie apprezzabile e ben fatta.
In estrema sintesi, ci troviamo davanti ad un romanzo complesso, ricco di spunti ed elementi interessanti, ma purtroppo poco godibile. Nel caso doveste iniziarlo, vi consiglio di tenere duro fino alla fine.
Lo suggerirei come lettura solo agli appassionati del fantasy e del romanzo storico.

lunedì 22 luglio 2019

Il Codice delle Fate

Il Codice delle Fate di Lisa Tuttle, Newton & Compton, 2007
Numero pagine:
Lingua originale: inglese
Titolo originale: The Mysteries
Prima edizione: 2005
Prima edizione italiana: 2007
Genere: romanzo fantasy, mystery
Ambientazione: principalmente U.S.A., Londra e Scozia
Epoca: contemporanea

Ho cercato questo libro per mare e per terra, senza mai convincermi a comprarlo nuovo, finché, l'altro giorno al mercatino dell'usato, proprio mentre mi dicevo che ormai avevo passato in rassegna tutti gli scaffali e che non avrei trovato nulla d'interessante, eccolo, tranquillo in attesa fra gli altri titoli. Quasi incredula l'ho sfogliato, rendendomi conto che era proprio il libro che cercavo; chiaramente l'ho preso, mi sono compiaciuta di me stessa fino a casa e poi ho iniziato a leggere.
L'ho finito in due giorni.
La storia è narrata in prima persona da Iann Kennedy, investigatore privato d'origine americana ma residente a Londra, il quale viene contattato da Laura Lensky, anch'essa d'origine americana, per cercare Peri, la propria figlia scomparsa misteriosamente in Scozia. Il racconto si snoda fra flashback del passato di Iann e di una sua precedente indagine, e la sua ricerca di Peri, la quale, secondo le parole di Hugh, il fidanzato, si è allontanata dopo l'incontro con un ambiguo personaggio di nome Mider; a poco a poco emergono riferimenti all'antico poema irlandese Il corteggiamento di Etain e al folklore celtico, in particolare riguardante il Mondo delle Fate ed i rapimenti ad opera del Buon Popolo di esseri mortali, racconti che vengono brevemente riportati fra un capitolo e l'altro.
Ne emerge una storia ben costruita, che si svela poco a poco, intessuta della magia di leggende e folklore trasposti ai giorni nostri in maniera riuscita; e nonostante questa incursione nel fantastico, la trama funziona, regge senza diventare forzata. I personaggi sono ben caratterizzati (anche se non indimenticabili): primi fra tutti Iann, Laura e Hugh; Peri e Mider rimangono abbozzati ad aleggiare lungo tutto lo svolgersi dell'intreccio. Lo stile è semplice, piano, ma piacevole e scorrevole.
Amo particolarmente le rielaborazioni romanzate di miti e leggende, che però purtroppo non sempre vengono reinventate in maniera convincente, per quanto riguarda Il Codice delle Fate invece, ci si trova avvinti e affascinati da un mondo sempre sotteso e vicino al nostro, senza rinunciare al verosimile; per questo mi ha ricordato varie pubblicazioni di Neil Gaiman.
Sicché, se amate il fantasy e la mitologia celtica, questo libro fa assolutamente per voi; lo consiglierei comunque come una lettura piacevole e avvincente in generale.

Utilità
Della stessa autrice è stato tradotto in italiano solo La maledizione del ramo d'argento, che pesca anch'esso dalla mitologia celtica; purtroppo non sono ancora riuscita a reperirlo.
Se ti è piaciuto questo libro, ecco alcuni romanzi che potrebbero interessarti:
  • American Gods (da cui è stata tratta una serie tv), I ragazzi di Anansi e la serie a fumetti The Sandman di Neil Gaiman, tutti a tema mitologico.
  • Jonathan Strange & il signor Norrell di Susanna Clarke, ugualmente incentrato sul folklore delle fate del Regno Unito.
Altri romanzi su folklore e mitologia irlandesi:
  • Il dio dei sogni di Alexander McCall Smith
  • I Mabinogion di Evangeline Walton
  • Jonathan Strange & il signor Norrell di Susanna Clarke
  • La dea dei cavalli, L'epopea di Amergin, I guerrieri del Ramo RossoLa saga di Finn MacCool di Morgan Llywelyn
  • La donna del bosco di Hannah Kent
  • La figlia del re degli Elfi di Lord Dunsany
  • La guerra per AlbionLa mano d'argentoIl nodo infinito di Stephen Lawhead
  • La pietra del vecchio pescatore di Pat O'Shea
Per conoscere qualcosa della mitologia celtica:
  • Antiche fiabe e leggende celtiche a cura di Gabriella Agrati e Letizia Magini
  • I miti celtici di Thomas William Hazen Rolleston
  • Le meravigliose leggende celtiche di Ella Young
  • Saghe e leggende celtiche a cura di Gabriella Agrati e Letizia Magini

domenica 21 luglio 2019

La via del Wyrd

La via del Wyrd di Brian Bates, BUR, 1999
Numero pagine: 266
Lingua originale: inglese
Titolo originale: The Way of the Wyrd
Prima edizione: 1983
Prima edizione italiana: 1997
Genere: romanzo storico, fantastico, sciamanico
Ambientazione: Sud dell'Inghilterra
Epoca: 674 d. C.

Ho questo libro in casa da quand'ero adolescente e leggevo tutto quello che trovavo che potesse avere anche solo un vago sentore di neo-paganesimo; l'avevo iniziato e poi abbandonato, così La via del Wyrd ha dormito nella mia libreria fino ad ora. Ultimamente, riprendendo in mano libri sulla mitologia nordica e celtica, ho deciso di darmi finalmente alla lettura di questo volume, che immaginavo come una sorta di romanzo storico a sfondo magico/mitologico ambientato fra i Vichinghi, ma non è esattamente così.
La storia narrata è quella di un monaco e amanuense della Mercia (uno dei regni dell'antica Inghilterra) di nome Bard, che viene inviato dal suo superiore, Eappa, fra i pagani per studiarne le credenze, in modo da aprire la strada alla conversione. Giunto via mare a destinazione, passa una notte tempestosa nella foresta, ed in seguito viene raggiunto da Wulf, l'uomo designato per fargli da guida durante il viaggio. Ben presto però, si scopre essere uno sciamano, stregone e curatore che introduce Bard ad una sorta di sciamanesimo anglosassone. Nel corso del romanzo vengono descritte le esperienze del giovane monaco lungo questo processo di iniziazione.
Al contrario di ciò che mi aspettavo, nel romanzo si trovano pochissimi riferimenti alla mitologia nordica: viene nominato appena Wotan (Odino), nella descrizione delle Sorelle del Wyrd si possono intravedere le Norne, e poco altro. Il centro del romanzo è infatti il concetto di Wyrd come trama universale che lega tutti gli esseri e gli eventi; lo sciamano è colui che conosce il Wyrd e ne capta i messaggi, comunicando con il mondo degli spiriti. Nella nota finale l'Autore, psicologo, dice di essersi avvicinato alle tradizioni sapienziali orientali, e di aver in seguito cercato qualcosa di simile nella cultura occidentale, ricostruendo poi attraverso i testi anglosassoni a noi pervenuti, un percorso di conoscenza trasposto qui in forma romanzata. Bard nella finzione letteraria, sarebbe l'autore del Lacnunga, una nota raccolta di testi medici e incantesimi curativi anglosassoni.
Il volume si chiude con un'ampia bibliografia riguardante mitologia, magia e letteratura anglosassone, mitologia comparata e studi su sciamanesimo e stregoneria (la stragrande maggioranza dei testi sono in inglese).
Questo il contenuto; per quanto riguarda lo stile, l'ho trovato piuttosto scarno, poco avvincente, privo di dettagli storici. Anche i personaggi non hanno grande profondità, non sono ben strutturati. Insomma, dal punto di vista letterario ci troviamo davanti ad un'opera piuttosto mediocre, e sicuramente cercherò di documentarmi dal punto di vista storico, per cercare di capire cosa sia storicamente corretto e cosa invenzione dell'Autore, il quale tra l'altro spiega nella nota finale che i vari episodi del romanzo sono stati costruiti basandosi sulle fonti originali (probabile motivo per cui a livello di intreccio alcuni episodi risultano inutili o poco chiari e come giustapposti forzatamente). Tuttavia, non mi sento di condannare totalmente questo libro: è stata una lettura se non piacevole dal punto di vista letterario, sicuramente non priva di qualche interesse sullo sciamanesimo.
Lo consiglio solo agli appassionati dell'argomento e ai curiosi.

Utilità
Dello stesso Autore si trova anche il saggio La sapienza di Avalon, dal titolo originale The Wisdom of the Wyrd, che approfondisce le teorie riportate qui in forma romanzata.

martedì 2 luglio 2019

Alberi che guariscono

Alberi che guariscono di Laura Rangoni, Xenia, 1999
Numero pagine: 188
Lingua originale: italiano
Prima edizione: 1999
Fotografie delle piante: no
Illustrazioni botaniche: no
Illustrazioni di altro tipo: no 
Schede singole piante: sì
Ricette e preparazioni: sì 
Piante commestibili: sì
Piante officinali: sì 
Piante aromatiche: sì 
Piante protette: no
Etnobotanica e storia: sì

Della Rangoni ho già recensito Il grande libro delle piante magiche, e qualche giorno fa ho trovato nella libreria di un'amica quest'altro volume, sicché ecco cosa contiene.
Dopo una presentazione di Massimo Centini, studioso anch'esso di tradizioni popolari e stregoneria, come l'autrice, troviamo una breve introduzione con lineamenti di storia della fitoterapia ed accorgimenti per la raccolta e la conservazione delle officinali. Seguono le schede specifiche (prive di illustrazioni o foto) di una novantina di alberi, anche da frutto, aromatici o esotici, composte da: una prima parte con nome comune, binomio latino, descrizione, habitat, parte utilizzata, cenni generici di fitoterapia e o mitologia, una seconda che ne riporta l'uso ed il significato nella tradizione popolare (a volte molto specifiche e legate a singoli luoghi) ed una terza sull'uso e significato esoterico (principalmente amuleti ed influenze planetaria), troviamo poi gli usi fitoterapici e cosmetici con ricette per la preparazione dei vari rimedi, fra i quali anche marmellate e liquori. Seguono glossario, bibliografia, indice dei disturbi ed indice generale.
Le ricette riportate sono a volte, a mio parere, presentate con troppa scioltezza e carenza di indicazioni sui possibili effetti collaterali o interazioni; inoltre ho riscontrato imprecisioni nelle parti mitologiche e sulla definizione di olio essenziale che viene applicata a qualsiasi olio estratto dai vegetali. Insomma, il tutto mi è risultato poco approfondito.
In definitiva tuttavia, si tratta di un libro più fondato del precedente che ho recensito della Rangoni: né totalmente campato per aria, né specialistico, non adatto come libro di partenza (mancando foto identificative e nozioni base di raccolta, preparazione, conservazione e utilizzo delle droghe vegetali) ma tutto sommato interessante visto che spesso i manuali di fitoterapia si concentrano sull'uso delle erbe, e si trovano meno informazioni su quello degli alberi (sempre tenendo presente che danneggiare un albero più o meno gratuitamente è insensato). Comunque, il miglior volume a me noto sull'argomento rimane Il libro degli alberi e degli arbusti di Pierre Lieutaghi, che però purtroppo non è di immediata reperibilità.

Utilità
Delle stessa collana fa parte anche il volume Fiori che guariscono della stessa Autrice.

domenica 16 giugno 2019

Il sentiero della strega

Il sentiero della strega di Maddalena Tiblissi, PubMe – Collana StarLight, 2019
Numero pagine: 235
Lingua originale: italiano
Prima edizione: 2019
Genere: romanzo fantastico, sentimentale
Epoca: contemporanea
Ambientazione: principalmente Stigliano e Potenza

Ecco un altro romanzo sulle streghe, che, ve lo dico subito, non mi ha per nulla entusiasmato. Ambientato in Basilicata, fra boschi e paesi della Lucania, racconta di Elizabeth, tessitrice irlandese espatriata che si scopre essere una strega grazie a Sofia, proprietaria di un negozio di prodotti biologici, e che farà innamorare perdutamente Duccio, giornalista senese con un matrimonio finito alle spalle. Non aggiungo altro riguardo alla trama per non rovinare la lettura a chi ci si vorrà cimentare.
Qualcosa di positivo dovrò pur dirlo, ed in effetti, una cosa che ho apprezzato è che per una volta la tizia (al solito bella e misteriosa) in copertina rispecchia la protagonista. Per il resto ho trovato un libro scritto con un lessico molto molto semplice, una quasi totale mancanza di dettagli e descrizioni di ambienti e personaggi, tanto che le amiche streghe di Elizabeth mi si confondevano nella memoria, ed ogni volta pensavo "e questa qual'era?". Inoltre, a volte si trovano termini in inglese in situazioni in cui sono assolutamente anacronistici.
I personaggi sono piatti, stereotipati, abbiamo lei bella, buona, e un po' ingenua, lui innamoratissimo a prima vista (però almeno non è il bel tenebroso classico, ricchissimo e possessivo), le amiche streghe solidali e un po' alternative, e i cattivi cattivissimi senza un perché. Elizabeth acquisisce la capacità di fare viaggi astrali nel giro di poche pagine, e diventa competente nel settore "magia/sciamanesimo/pratiche New Age alla rinfusa" leggendo qualche libro sulle streghe e la meditazione, e tutti i personaggi positivi trovano l'amore della vita in pochi mesi, sicché arriviamo ad un lieto fine da favola senza che ci sia stata un minimo di suspance. C'è tra l'altro una propensione inverosimile al monologo ad alta voce, che se è accettata per forza di cose in un testo teatrale, stona in un romanzo: immaginatevi di camminare per strada fra gente che riflette ad alta voce su "essere o non essere", non sareste un po' straniti?
E non dimentichiamo vite precedenti, telepatia, meditazione, controfatture, riti della luna piena piuttosto scarni, ma soprattutto le sacerdotesse di Avalon, collocate durante un sogno/viaggio astrale in Irlanda, quando Avalon appartiene ai racconti gallesi e britannici, o al massimo alle più tarde rielaborazioni d'ambiente cortese. Fortuna che almeno sta volta non sono stati scomodati i Templari.
Quindi in sintesi, per quanto sia apprezzabile l'intento, esplicitato dall'Autrice alla fine del libro, di voler scrivere un romanzo in cui la magia appaia come qualcosa di naturale, trovo poco riuscito il risultato. Forse il peggior libro sulle streghe che abbia mai letto.

sabato 8 giugno 2019

Enciclopedia delle piante magiche

Enciclopedia delle piante magiche di Scott Cunningham, Mursia, 2011
Numero pagine: 286
Titolo originale: Cunningham's Encyclopedia of Magical Herbs
Lingua originale: inglese
Prima edizione: 1985
Prima edizione italiana: 1992 col titolo Enciclopedia delle erbe magiche, 2003 col titolo Enciclopedia delle piante magiche

Come accennavo nella recensione di Erboristeria planetaria, ho deciso di recensire, oltre ai testi canonici sulle piante, il loro uso e riconoscimento, le loro mitologia, anche quelli che trattano della loro magia o del loro uso sottile. E' un argomento che mi ha sempre affascinato, come si capirà dal costante riferimenti alle streghe in questo blog, sicché ho deciso di mettere a disposizione recensioni anche in questo campo, spesso dominato da una certa faciloneria, per non dire ignoranza, soprattutto in blog e forum dedicati al neopaganesimo (senza nulla togliere a tutti gli esponenti del genere, alcuni mi sembra abbiano una certa tendenza ad accettare supinamente qualsiasi cosa senza una minima verifica delle fonti o della fondatezza di ciò che leggono). Scott Cunningham è uno dei più conosciuti autori sulla Wicca, e questo suo libro in particolare sembra essere il più diffuso sull'uso magico delle piante, insieme a Il grande libro delle piante magiche Laura Rangoni. Io ho letto la versione in inglese, ma qui riporto i dati bibliografici della più recente edizione italiana, confidando che nella traduzione non siano stati tagliati capitoli o altro.
Il libro si apre con una prefazione in cui Cunningham afferma di aver studiato le erbe e poi sperimentato il loro uso magico, fino a creare il suo proprio sistema che ci va ad esporre. La magia con le erbe, dice, è forse la più antica e pratica forma di magia, visto che le erbe crescono ovunque; nel precedente Magical Herbalism (non tradotto in italiano) parlava delle sole piante Europee, qui ha invece ampliato anche agli altri continenti, riportando usi pratici e non ritualisticamente complessi delle piante, per la vita di tutti i giorni, tralasciando volutamente gli aspetti medici, mitologici e storici delle piante trattate.
Il libro è diviso in due parti.
Nella prima traccia brevemente il funzionamento della magia in generale e di quella con le erbe in particolare, parlando di potere inteso come la forza della vita, ciò che ha creato e mantiene l'universo e che ha preso i nomi degli Dei. Questo potere si trova all'interno della pianta stessa, ed è influenzato da habitat, colore, forma, principio di simpatia ecc. Cunningham specifica anche come la magia non debba mai essere impiegato a fini dannosi.
Approfondisce poi i principi e metodi magici, dicendo che non ha tutta questa importanza seguire pedantemente corrispondenze e periodi lunari, perché la magia andrebbe fatta quando serve, dovrebbe rispondere ai bisogni della vita di tutti i giorni, quando questi si presentano. Elenca gli attrezzi adatti a manipolare le erbe a fine magico, e parla anche di come l'altare possa essere in definitiva qualsiasi superficie piatta adatta per ospitare il lavoro magico, e descrive come impiegare la visualizzazione per dirigere il potere.Specifica anche che la magia non andrebbe fatta per denaro, né senza il consenso degli interessati, né per fare del male o per narcisismo.
Parla di come le erbe prima di essere usate a fini magici vadano incantate, ovvero vada allineato il loro potere al bisogno per cui verranno utilizzate, e spiega come farlo tramite la visualizzazione. Illustra poi come fare sacchetti, bambole, infusi, bagni, unguenti, incensi ecc. (notiamo che dice di usare gli oli profumati anche se sono sintetici, l'importante è che sia un profumo gradito, questo si scontra sicuramente con i principi dell'aromaterapia per cui vanno usati solo oli essenziali d'origine vegetale). Segue un elenco dei principali intenti magici (per es. protezione, amore ecc.)
La seconda parte si apre con una breve spiegazione sull'uso del libro e sui possibili pericoli nel maneggiare erbe velenose o sconosciute, spiega poi perché le erbe vengano suddivise in femminili e maschili (è la prima volta che sento questa particolare bipartizione, ma Cunningham stesso rimanda i due principi di genere ai concetti di caldo e freddo, questi invece presenti fin nell'erboristeria antica), e secondo le influenze planetarie ed elementali.
Troviamo quindi le schede delle singole piante con  disegno in bianco e nero (spesso poco riconoscibile), nome botanico, nomi popolari, genere, pianeta, elemento, divinità, potere, uso rituale (nel passato), uso magico (moderno), e viene indicato anche se sono velenose o in quali casi possono essere dannose. Non posso pronunciarmi su tutto, ma sicuramente in queste schede si trovano delle attribuzioni un po' arbitrarie delle piante alle varie divinità.
Completano il testo varie tabelle in appendice, una su piante maschili e femminili, una in cui per ogni pianeta vengono fornite le erbe associate, una per ogni elemento, una per i diversi intenti, una con i significati legati ai colori ed un  elenco di oli indicati per i singoli intenti (alcuni non possono essere oli essenziali...che sono?). Il libro si chiude con glossario, indice dei nomi popolari e bibliografia annotata (per forza di cose datata).
Questo il contenuto; devo ammettere che mi aspettavo un libro molto più fuffa da un lato, ma comunque trovo molte caratteristiche associate alle erbe totalmente soggettive ed arbitrarie. E se non si possono avere certezze in un campo come l'uso magico dei vegetali, tanto vale che ognuno si impegni nel conoscere e familiarizzare con le piante sia materialmente sia nel loro aspetto sottile, per capire cos'hanno da dire ad ognuno di noi. Questo è in definitiva un libro che incuriosisce e che può avere un suo valore nella storia del movimento Wicca, ma che non ha a mio avviso nessuna autorità.

Il grande libro delle piante magiche

Il grande libro delle piante magiche di Laura Rangoni, Xenia, 2005
Numero pagine: 412
Lingua originale: italiano
Prima edizione: 2005
Fotografie delle piante: no 
Illustrazioni botaniche: sì 
Illustrazioni di altro tipo: no 
Schede singole piante: sì
Ricette e preparazioni: sì 
Piante commestibili: no 
Piante officinali: sì 
Piante aromatiche: sì 
Piante protette: sì 
Etnobotanica e storia: sì, in particolare leggende e mitologia

Come ho scritto in precedenti post, essendo molto interessata a tutto ciò che riguarda le erbe, ma anche la figura della strega, è stato quasi obbligato per me, venire a contatto con libri che parlano dell'uso magico dei vegetali. Visto che in alcuni testi ho trovato meno qualunquismo ed esaltazione di quanto pensassi, ho deciso di includere le recensioni di alcuni di questi nel blog.
Il grande libro della piante magiche è forse il primo libro su questo argomento in cui ci si imbatte, insieme a quello Enciclopedia delle piante magiche di Scott Cunningham; conoscevo genericamente la Ragoni, che non mi aveva colpito positivamente, ma devo dire che questo libro è meglio di quanto mi aspettassi (ok, ero molto prevenuta).
Si apre con una breve introduzione su magia naturale, che l'Autrice definisce come un'arte pratica ma anche corredata da riflessione, che diventa religione per la strega; parla quindi delle erbe considerate delle streghe, definendo queste ultime "sacerdotesse dell'antica religione pagana" (secondo la nota tesi della Murray) e le avvicina allo sciamano ed all'uso sciamanico delle erbe (come viene inquadrato nei lavori di Micera Eliade). Cita brevemente alcune tesi sul legame fra stregoneria e sostanze allucinogene e dà semplici cenni sulla storia della persecuzione delle herbarie ciò le donne di campagna, guaritrici e conoscitrici dei poteri delle erbe.
Arriviamo quindi alla parte principale del libro, costituita da "schede" dedicate alle singole piante ordinate in ordine alfabetico; ognuna di esse riporta nome comune, nome botanico (a volte seguito da altri nomi popolari), famiglia, breve descrizione, habitat, epoca di fioritura, parti utilizzate, epoca di raccolta. Più estese ma comunque stringate le parti che trattano curiosità in cui vengono citate notizie folkloriche, mitologiche o credenze popolari (a volte anche ricette di unguenti e tinture) principalmente d'ambiente greco-romano (non sempre affidabile), celtico, regionale italiano, meno comunemente del Vicino Oriente, egizio, cinese, indiano, nordico, a volte citando specifici autori come Plinio, Galeno e S.Ildegarda; usi magici cioè l'uso che se ne può fare durante rituali di vario tipo, divinazioni e festività pagane e anche quelli suggeriti da Edward Bach; altre sezioni sono dedicate a ricette di pozioni (generalmente infusi, tisane, enoliti ecc), bagni, talismani, oli (oleoliti e oli essenziali), incensi. Alcune schede sono corredate anche da un disegno in bianco e nero di parte della pianta trattata
Tratta circa 150 fra erbe, arbusti e alberi, anche velenosi come Aconito, Belladonna e Cicuta (specificandone sempre la tossicità), esotici come il Caffé e la Canapa e spezie come Cannella e Cardamomo.
Chiudono il volume un ampia bibliografia (per forza di cose un po' datata ai giorni nostri, ma ho visto che è stato rieditato nel 2017, non so se con un bibliografia aggiornata) e indice.
Come accennavo all'inizio e come si può intuire leggendo questo sunto dei contenuti, si tratta di un libro per quanto possibile basato su fonti, non sempre scientifiche ma comunque consultabili; per quanto riguarda l'uso magico chiaramente non ci sono autorità scientifiche che ci possano dire "questo è vero perché..." o il contrario, spesso però sono riportati o rielaborati aspetti legati alla fitomedicina e alla magia popolare. Vedete anche che l'introduzione non si occupa, come accade invece in altri testi sulla "magia delle piante", di illustrare il funzionamento della magia con tutto il suo bagaglio di chincaglierie e corrispondenze fantasiose e soggettive (cosa che io personalmente ho apprezzato).
Unica pecca, oltre ad alcuni errori nelle notizie mitologiche, è la mancanza di precise fonti bibliografiche per le citazioni.
Mi piacerebbe a questo punto poter analizzare anche gli altri libri dell'Autrice sull'argomento, per potermi formare un'opinione basata su più elementi e a tutto tondo.

Utilità
Se ti è piaciuto questo libro o vuoi approfondire l'argomento potrebbero interessarti anche:

Striges - La promessa immortale e Striges - La voce dell'ombra

Striges – La promessa immortale di Barbara Baraldi, Mondadori, 2013
Numero pagine: 464
Lingua originale: italiano
Prima edizione: 2013
Genere: urban fantasy, young adult, paranormal romance
Epoca: contemporanea
Ambientazione: Milano

"Va beh" direte voi, "ancora streghe". Proprio così. In realtà sono incappata in questa serie per caso cercando tutt'altro, ma dando un'occhiata a quel "Striges" in copertina, il nome latino delle streghe, poi passato in biologia ad indicare i rapaci notturni, ho deciso di provare a darle una possibilità. Non che l'immagine di copertina mi ispirasse particolarmente, sì, non si giudica un libro dalla copertina, ma se lo fai nonostante tutto, a volte ci azzecchi, e visto che anche la copertina è frutto di uno studio di marketing e questa mi diceva "rivolto a lettori di sesso femminile, giovani e con una predilezione per l'oscuro" mi sembrava un po' fuori dal mio target, ma non si sa mai.
Il primo romanzo si apre sulla vita di Zoe, una diciassettenne milanese dai capelli rossi ed occhi gialli, per alcuni aspetti piuttosto introversa e insicura, orfana di madre e che vive con un padre ancora distrutto dal lutto familiare. Ad affiancarla sono Chloe, la migliore amica che sembra innamorarsi sempre del ragazzo sbagliato, e Sam, barista del Bloody Mary; la sua vita cambia con il suo diciassettesimo compleanno, quando Zoe scopre di essere una strega come la madre, e per di più, di essere la prescelta di una antica profezia. Been presto riceve anche la visita di uno strano furetto che si rivela essere il suo famiglio, l'aiutante animale delle streghe. Ma anche un altro incontro segna la sua vita: quello con Sebastian, un inquisitore, cioè il naturale nemico di una strega, legato al capo dell'Inquisizione, uno degli autori del Malleus maleficarum, un libro realmente esistito considerato una sorta di vade mecum del perfetto inquisitore. Eppure fra Zoe e Sebastian, anche a causa di una vita precedente, non l'odio, ma l'amore, nasce impetuoso, sullo sfondo di una guerra fra le due fazioni.
Ora, come vedete la trama ha tutto quello che ci si aspetta in un romanzo del genere: una protagonista femminile introversa, fragile ma con un forza nascosta, un protagonista maschile incredibilmente bello, un antagonista maggiore misterioso (ed antagonisti minori sia nel primo che nel secondo volume), la magia (anche se non è delineato chiaramente il suo funzionamento), una profezia, dinamiche da liceo piuttosto classiche (con anche i soliti bulli prepotenti).
La particolare sfumatura che l'autrice dà a questo mix piuttosto base è costituita dalla passione per il gothic ed il neo-paganesimo: ad esempio le streghe sarebbero le discendenti di Iside, inoltre cita personaggi mitologici e storici, nonché libri e canzoni. Ho apprezzato l'ambientazione, ovvero Milano, non dev'essere stato facile collocare un fantasy in un luogo così prosaico e familiare ai lettori. Tuttavia, oltre a volte a scadere nel trash, vedi il nome Cappuccetto Indemoniato per l'antagonista, l'impressione che mi ha dato questo romanzo è di immaturità narrativa: può sicuramente piacere per le sue particolarità, ma i personaggi sono scontati, la trama piuttosto banale e squilibrata, la storia d'amore infantile e già vista.
Come spesso accade, la copertina non c'entra niente con la storia narrata, sicuramente non ritrae la protagonista non avendo i suoi colori, sicché ci si chiede cosa ci stia a fare questa tizia fra i gigli, inoltre la copertina del secondo volume ha uno stile completamente diverso (ma più adatto al libro), il che non dà l'idea che si tratti di una serie.

Striges – La voce dell'ombra di Barbara Baraldi, Mondadori, 2014
Numero pagine: 489
Lingua originale: italiano
Prima edizione: 2014
Genere: urban fantasy, young adult, paranormal romance
Epoca: contemporanea
Ambientazione: il Santuario delle Streghe, un posto magicamente sospeso e segreto.

Avevamo lasciato Zoe e Sebastian innamorati e in fuga da Milano e da una guerra che li voleva rivali, in questa nuova tappa della saga troviamo Zoe che si sveglia in un luogo sconosciuto, che si scopre essere il Santuario delle Streghe, un luogo sospeso magicamente e al riparo dall'Inquisizione. Non si sa che fine abbia fatto Sebastian, ma troviamo vecchie conoscenze come Misha, Angelica e Sam, e nuove, come le Amazzoni, Sasha e Nausica, la fata Ligea, varie streghe fra cui Ginevra ed il suo ragazzo Adam. Anche qui emergono ben presto le dinamiche da liceo, solo spostate in una scuola di magia (che però non insegna magia),  e antagonisti usciti dai libri di storia come Erzsebet Bathory o da quelli di mitologia, come Lamie e Furie.
Chiaramente il confronto che viene subito in mente è con Hogwarts di Harry Potter, ma oltre ad essere molto meno delineate le materie, le dinamiche e le ragioni della scuola, al Santuario delle Streghe non si pratica la magia. Inoltre c'è poca chiarezza sulle razze magiche, il funzionamento della magia in generale e dei poteri dei singoli personaggi; Zoe stessa viene a sapere dell'esistenza delle diverse creature magiche solo quando se ne trova davanti un esponente: ma non era stata istruita da Sam? Non le ha mai accennato all'esistenza di Fate, Lamie, Amazzoni ecc.?
La protagonista ondeggia fra autocompatimento, empatia, e furia ceca e antisociale, tanto che mi è sembrato un personaggio al servizio del libro, degli eventi, privo di personalità sua propria, inoltre mi è parso inverosimile come i personaggi positivi affrontino tutti gli eventi drammatici (concentrati nelle ultime pagine) senza mai riflettere un attimo o chiedere chiarimenti agli altri. Il finale non può che essere (a mio avviso forzatamente) positivo, in quanto tutti i buoni si salvano rocambolescamente, anche quelli già morti, e tutto si conclude con un finale aperto ed una richiesta di matrimonio a pochi minuti dal reciproco riconoscimento.
Nota positiva è che comunque l'autrice riesce a mettere a sesto qualche colpo di scena senza scadere nell'eccesso. Insomma, volevo vedere come andava avanti la storia, quindi mi sono impegnata nella lettura di questo secondo romanzo, ma riconfermo la mia impressione iniziale di immaturità, benché ci siano degli elementi interessanti; consigliato solo a giovani lettori, se cercate qualcosa incentrato sulle streghe, dedicatevi ad altro. Chissà se ci sarà un seguito...
Nota pignola: ho trovato più volte le espressioni "tirare un sorriso" o "lasciare una carezza"...ma solo a me suonano estremamente male?

Utilità
Se ti è piaciuto questo libro potrebbero interessarti anche:

lunedì 22 aprile 2019

Il libro della vita e della morte, L'ombra della notte, Il bacio delle tenebre

All souls trilogy di Deborah Harkness
Il libro della vita e della morte di Deborah Harkness, Piemme edizioni, 2011
Numero pagine: 752
Titolo originale: inglese
Lingua originale: A Discovery of Witches
Prima edizione: 2011
Prima edizione italiana: 2011
Genere: romanzo fantasy, sentimentale
Ambientazione: varie, principalmente Oxford, Francia,
Epoca: contemporanea

L'ombra della notte di Deborah Harkness, Piemme edizioni, 2013
Numero pagine: 742
Titolo originale: Shadow of Night
Lingua originale: inglese
Prima edizione: 2012
Prima edizione italiana: 2013
Genere: romanzo fantasy, sentimentale
Ambientazione: varie, principalmente l'Inghilterra
Epoca: elisabettiana

Il bacio delle tenebre di Deborah Harkness, Piemme edizioni, 2015
Numero pagine: 700
Titolo originale: The Book of Life
Lingua originale: inglese
Prima edizione: 2014
Prima edizione italiana: 2015
Genere: romanzo fantasy, sentimentale
Ambientazione: varie
Epoca: contemporanea

Lo sapete, basta che ci sia una strega ed io sono pronta a divorare centinaia di pagine; inoltre in generale mi piace il fantasy, e le saghe essendo costituite da più libri, mi offrono la possibilità di rimanere a lungo con i personaggi. Così mi sono imbarcata in questa lettura.
Il mondo in cui si svolge la storia è quello dei giorni nostri, sono però presenti tre razze magiche che si celano all'attenzione degli umani: streghe, vampiri e demoni. La protagonista è Diane Bishop (dal cui punto di vista è principalmente narrata la storia), discendente da una famiglia di streghe risalenti ai processi di Salem, che però ha rinnegato la sua magia in tenera età, dopo il misterioso assassinio dei genitori, divenendo una storica dell'alchimia. Facendo ricerche alla Bodleiana di Oxford, si trova fra le mani un misterioso manoscritto, l'Ashmole 732, che si rivela essere un libro magico creduto perduto e che sembra contenere informazioni importanti per tutto il mondo magico; da allora Diane viene avvicinata da vari esseri fra cui il vampiro Matthew de Clairmont, col quale nascerà una relazione amorosa. Matthew insieme ad altri vampiri della sua famiglia, ha scoperto che la magia viene tramandata geneticamente da una creatura all'altra, ma i marcatori genetici di Diane risultano insoliti. Il resto della storia racconta come i due cercheranno di recuperare e ricostruire il libro al quale mancano alcune pagine (anche con un viaggio nel tempo nell'Inghilterra elisabettiana, centro della narrazione del secondo romanzo), aiutati dalle rispettive famiglie che impareranno a convivere fra razze diverse, o osteggiati da varie esponenti del mondo magico, fra cui quelli della Congregazione, che vieta i matrimoni fra razze diverse, e i cui esponenti cercano di mettere le mani sul libro.
Come si vede da questo breve accenno della trama, i paralleli con altri romanzi non mancano: la segretezza del mondo magico può ricordare la saga di Harry Potter, anche se qui il tema è meno sviluppato; mentre la storia d'amore fra Diane e Matthew non può non richiamare alla mente Twilight, anche per i modi da maniaco del controllo del vampiro (anche l'equazione Congregazione=Volturi mi è balenata); il viaggio nel tempo può essere accostato alla saga La straniera di Diana Gabaldon, dove però ha chiaramente più risalto essendo il fulcro della narrazione; mentre l'ereditarietà genetica della magia mi ha riportato alla mente il ciclo delle streghe Myfair di Anne Rice (in cui però si parla solo di streghe e non di altre razze magiche, anche se nel mondo della Rice in cui la saga è ambientata sono presenti i vampiri).
L'autrice a mio avviso è molto brava ad unire storia e scienza (d'altra parte è essa stessa una storica), inoltre anche la magia è descritta in modo non delirante e avulso dalla realtà storica come accade in alcuni libri storico-fantasy poco accurati. Ho apprezzato la caratterizzazione delle tre razze magiche, e mi ha particolarmente colpita la descrizione di casa Bishop, animata dai fantasmi delle streghe passate ed in qualche maniera viva e con una volontà, che fa apparire e sparire oggetti e stanze.
I protagonisti purtroppo risultano un po' piatti, non sono memorabili, forse anche perché la storia della copia è un po' quella solita, con lui vampiro ricchissimo, bellissimo ed iperprotettivo, lei un po' emarginata sociale con dei super poteri che non sa come gestire, e che sa suscitare l'amore incondizionato di questo essere millenario, ed intorno ai due una guerra, rapimenti e ricatti emotivi ed un totale lieto fine. Tutto sommato si tratta di una buona lettura, leggera ed accurata storicamente, anche se un po' scontata.
Poi c'è anche da dire che come spesso accade la traduzione dall'inglese dei titoli è un po' stravagante, ed le copertine potevano essere più accattivanti e soprattutto più a tema. Dalla saga è stata tratta la serie tv A discovery of Witches, non del tutto fedele ai libri ma comunque godibile.

Le streghe di East End, Il bacio della strega

La saga delle streghe di East End di Melissa de la Cruz
Le streghe di East End
Numero pagine: 294
Lingua originale: inglese
Titolo originale: The Witches of East End
Prima edizione: 2011
Prima edizione italiana: 2011
Genere: fantasy mitologico
Ambientazione: North Hampton, Long Island
Epoca: contemporanea

Il bacio della strega
Numero pagine: 384
Lingua originale: inglese
Titolo originale: Serpent's Kiss
Prima edizione: 2012
Prima edizione italiana: 2013
Genere: fantasy mitologico
Ambientazione: North Hampton, Long Island
Epoca: contemporanea

Ormai lo sapete, basta la parola "strega" e io leggo qualsiasi cosa. Cercando qualche nuova lettura, mi sono imbattuta in questa saga che già avevo sentito nominare, e alla fine mi sono decisa a leggerla. Bisogna precisare però che è composta da sei libri, di cui solo i primi due sono stati tradotti in Italia.
Il primo romanzo è ambientato a North Hampton, Long Island, dove Joanna, e le figlie adulte Freya e Ingrid, conducono una vita pressoché normale, ma in realtà sono streghe costrette a non usare la magia per una non troppo precisata sentenza di un Consiglio, che ha avuto luogo secoli prima. Però, ognuna nella sua forma peculiare, le tre donne iniziano a fare piccoli incantesimi; nel frattempo, si svolge la festa di fidanzamento di Freya con il classico uomo bellissimo, ricchissimo e innamoratissimo, Bran Gardiner, proprietario dell'Isola di Fair Heaven da poco trasferitosi in città; ma ecco che arriva anche il suo altrettanto perfetto e sexy fratello, Killian, che tenta non poco Freya. Alcune morti strane e catastrofi ambientali a sfondo magico indurranno le tre protagoniste a cercare di capire chi ne sia il responsabile.
Fin qui sembra un classico romanzo sentimentale con tratti magici, ma quello che viene alla luce, è che le tre protagoniste sono in realtà divinità della mitologia norrena, reincarnatesi moltissime volte nel corso dei secoli fino ai giorni nostri; infatti il ponte che unisce i mondi (che misteriosamente non si chiama Bifrost come nelle leggende nordiche ma Bofrir) è crollato in circostanze misteriose, lasciando quasi tutti gli Dei intrappolati sulla terra, dove sono diventati streghe, e si celano fra i mortali in maniere improbabili. Tutto questo mi ha ricordato il bellissimo American Gods di Neil Gaiman, che però tratta la materia mitologica in maniera magistrale e molto più sensata, verosimile e apprezzabile. Avrete capito che non ho apprezzato molto questa lettura: essendo i romanzi piuttosto brevi, gli eventi si succedono nel giro di poche pagine, tanto che a volte gli sviluppi sembrano incomprensibili e forzati, i personaggi non sono ben delineati e appaiono piuttosto piatti, non è stato chiarito a sufficienza il concetto di magia, se sia una cosa intrinseca alle singola divinità, come funziona, se per ognuna è diversa, inoltre, pur avendo vissuto per millenni le protagoniste sembrano delle comunissime ragazze sprovvedute.
Si trovano alcuni richiami ai processi di Salem (ma avete notato anche voi che la maggior parte dei romanzi sulle streghe americani in una maniera o nell'altra si ricollegano a Salem?), durante i quali Freya e Ingrid sono state uccise, ed il terzo libro della serie, racconta appunto di un viaggio nel tempo fino all'epoca dei noti processi.
Insomma, ho trovato questi primi due libri mal congegnati e francamente privi di spessore: non sprecate tempo a leggerli a meno che non abbiate tempo da perdere e non siate veramente degli appassionati del genere.
Dai libri è stata tratta la serie tv Witches of East End, che però, a parte mantenere i nomi dei protagonisti, è poco fedele ai libri ed altrettanto strampalata.

Utilità
Alla stessa saga appartengono gli inediti in Italia Winds of Salem del 2013  Triple Mood del 2015, Duble Eclipse del 2016 ed il prequel Diary of the Withe Witch del 2012.
Se ti è piaciuto questo libro potrebbero interessarti anche:

Antiche voci da Salem

Antiche voci da Salem di Adriana Mather, Giunti, 2016
Numero pagine: 384
Lingua originale: inglese
Titolo originale: How to hang a witch
Prima edizione: 2016
Prima edizione italiana: 2016
Genere: romanzo per ragazzi, fantasy, paranormal romance, young adult
Ambientazione: Salem, New England
Epoca: contemporanea

Eh sì miei cari, un altro libro sulle streghe! Sembra che gli americani abbiano versato fiumi di inchiostro sui loro più celebri processi alle streghe, quelli di Salem; questo romanzo in particolare è stato scritto da una discendente di Cotton Mather, il pastore puritano che partecipò ai processi. Sullo stesso argomento (fra gli altri) ho già recensito Le figlie del libro perduto, parimenti scritto da una discendente delle famiglie coinvolte, questa volta fra gli accusati (sono diventati tutti scrittori?), Katherine Howe (tra l'altro la sua antenata Elisabeth Howe è presente in questo libro, chissà che cosa ne avrà pensato!).
Il romanzo racconta di Samantha Mather, un'adolescente discendente di Cotton dei giorni nostri, che torna a vivere nella casa della nonna paterna a Salem con la matrigna, in occasione di una grave malattia del padre. Iscritta alla scuola locale, ben presto viene presa di mira dalle Eredi, discendenti delle donne accusate di stregoneria nel seicento; dalla sua avrà però lo spirito di Elijah, fratello di una delle streghe dell'epoca, e Jaxon, suo coetaneo, figlio della migliore amica del padre. Fra bullismo, triangoli amorosi e misteriose morti fra le famiglie dei discendenti, a Samantha toccherà tentare di spezzare una maledizione che da secoli colpisce i cittadini di Salem.
Innanzi tutto, bisogna specificare che si tratta di un romanzo pensato per gli adolescenti, nel quale l'autrice, come spiega nella nota finale, ha voluto tracciare dei parallelismi fra le cause e le dinamiche del bullismo e quelle della caccia alla streghe. Non c'è da aspettarsi quindi un romanzo storico accurato (d'altra parte i salti narrativi nel passato sono pochi e brevi) o particolare profondità dei personaggi, né strabilianti colpi di scena. La magia è viene praticata tramite incantesimi e pozioni d'erbe, ma non ne è tratteggiata chiaramente la dinamica.
Tuttavia, lo si potrebbe consigliare a qualche ragazza/o come lettura leggera e non spiacevole sull'argomento.

Utilità
Se ti è piaciuto questo libro e vuoi approfondire l'argomento dei processi di Salme potrebbero interessarti anche i romanzi:

domenica 21 aprile 2019

Le Piante Magiche

Le piante magiche – Nell'Antichità, nel Medioevo, nel Rinascimento, di Emile Gilbert, Hermes Edizioni, 2008
Numero pagine: 119
Lingua originale: francese
Titolo originale: Les plantes magiques et la sorcellerie
Prima edizione: 1899
Prima edizione italiana:  ?
Genere: saggio

Quando ho trovato questo libro, come potrà immaginare chi mi conosce o segue da un po' il blog, ho sobbalzato sulla sedia ed ho pensato “Questo libro dev'essere mio!” come manco Smeagol con il suo tesssoro avrebbe fatto.
Così ho iniziato subito a leggerlo. Ma non era come me l'aspettavo, ovvero qualcosa di simile a Le Erbe delle Streghe nel Medioevo di Rossella Omicciolo Valentini.
Si tratta infatti di un breve saggio del 1899 di Emile Gilbert, medico francese che visse a cavallo fra 800 e 900, interessato all'esoterismo e legato all'Ordine kabalistico della Rosa-Croce, come ci spiega l'introduzione a cura di Sebastiano Fusco (giornalista e autore di vari testi legati all'esoterismo). Fusco infatti rileva come nell'antichità medici e maghi fossero a conoscenza, oltre che dell'utilità pratica delle piante, anche di tutta una rete di rimandi e corrispondenze delle stesse che le legava all'uomo e ad ogni altra cosa; la conoscenza di questi legami permetteva di farne uso magico. Le forze che influenzano le varie parti dell'Universo così inestricabilmente connesso (accrescimento, distruzione, cambiamento ecc.) presero il nome degli Dei: Venere la forza generatrice, Marte quella distruttrice e così via per tutti i pianeti dell'astrologia classica (Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno) che influenzano la vita. Ognuno era associato ad un colore, un metallo, e via per tutte le corrispondenze (animali, piante ecc.) in cui chiunque si sia interessato minimamente a temi esoterici è incappato (che ci creda o meno). Questa conoscenza avrebbe costituito un vantaggio per la farmacologia ante litteram dei maghi di un tempo (una sorta di foglietto illustrativo di livello superiore). Dalla volontà di recuperare questa conoscenza, che lega farmacologia scientifica e “magica”, nasce l'intento di questa pubblicazione. Tale l'introduzione.
Il primo capitolo ad opera dell'autore parla delle piante impiegate in magia (a quanto pare originatasi in Egitto), alchimia e stregoneria medievale, discipline che portavano a padroneggiare gli elementi naturali così come la volontà dei singoli, come dimostrerebbero alcuni autori antichi. La medicina stessa avrebbe avuto origine nei templi, ed univa i rimedi fisici, alla volontà divina, e dunque al soprannaturale; per quanto riguarda le streghe, questo legame, secondo l'autore, era garantito dall'uso di unguenti a base di piante psicoattive come Belladonna, Mandragora, Stramonio, Giusquiamo, Aconito, Canapa, Cicuta, Colchico, Elleboro ecc. Uso magico avevano anche i profumi, che potevano essere associati ai pianeti, (l'autore riporta qualche esempio).
Il secondo capitolo è dedicato allo studio della Mandragora, citata da Teofrasto, Plinio, Ippocrate, Brunetto Latini, Giambattista Porta; è piuttosto nota la leggenda secondo la quale chi la coglie è destinato alla morte, cosicché sono stati escogitati tutta una serie di fantasiosi espedienti per evitarlo; piuttosto conosciute sono anche le rappresentazioni della radice di Mandragora come un omino con foglie al posto dei capelli, forse dovuta all'aspetto antropomorfo della radice, sia all'uso della stessa per confezionare bambole. Sembra che questa particolarissima pianta fosse utilizzata anche a fini medicinali fin dall'antichità, soprattutto come anestetico.
Il terzo capitolo parla della Belladonna, il nome deriverebbe dal titolo dato alle streghe “buona donna” o “bella donna”, uniche sostitute dei medici per il popolo.
Il quarto capitolo tratta il Giusquiamo, usato soprattutto per vedere il diavolo e viaggiare al Sabba, quindi dello Stramonio (ipotizza il suo uso già nei poemi omerici nel filtro di Circe, tuttavia la Datura stramonio è una pianta originaria dell'America, quindi sconosciuta prima del 500, inoltre anche l'immagine riportata non coincide, sicché ignoro di quale pianta stia parlando l'autore, non essendo riportato il nome botanico).
Nel capitolo sesto sono elencate le varie piante usate da maghi e stregoni dall'antichità al medioevo con nome comune, parte usata, famiglia, modo di somministrazione ed effetti. La mancanza di nome botanico rende difficile capire di quale pianta stia parlando l'autore.
Il capitolo settimo, si rileva come le leggende sulle piante siano comuni a tutti i popoli antichi, così come il loro uso nei riti religiosi, ed in seguito l'associazione con divinità e santi.
La prima appendice illustra la somiglianza fra i riti dei maghi popolari Borbonesi e quelli della nuova Caledonia; la seconda è composta da un racconto che riporta la visione di processo alchemico nell'antico Egitto che si scopre essere solo un sogno dato dalle letture.
Si tratta sicuramente di un testo molto datato, che riflette il pensiero dell'epoca in cui fu pubblicato (1899), vi si trovano infatti una visione negativa del politeismo e del Medioevo ed un'esaltazione senza mezzi termini del cristianesimo; il linguaggio è chiaramente arcaico; non sono riportati i nomi botanici delle piante, il che rende a tratti difficile capire di che pianta specifica stia parlando l'autore, come non si trovano riferimenti ai passi citati ed una bibliografia. Il testo è corredato da tavole botaniche a pagina intera e da riproduzioni di incisione in bianco e nero di streghe.
In definitiva quindi, sebbene questo libro possa avere un suo valore nella storiografia della ricerca sulla magia e sull'uso magico delle piante, se si è interessati all'uso storico delle piante o alle loro proprietà "sottili", consiglio testi più recenti e documentati.

Utilità
Se ti è piaciuto questo libro potrebbero interessarti anche:

Erboristeria planetaria

Erboristeria planetaria – Proprietà curative e simbologia delle piante di Ferdinando Alaimo, Hermes Edizioni, 2007
Numero pagine: 194
Lingua originale: italiano 
Prima edizione: 2007
Fotografie delle piante: no
Illustrazioni botaniche: sì, molto semplici
Illustrazioni di altro tipo: no
Ricette e preparazioni: quella per fare le tinture madri
Piante commestibili: sì
Piante officinali: sì
Piante aromatiche: sì
Piante protette: no
Etnobotanica e storia: sì

Sono anni che giro intorno a questo libro. Essendo appassionata di erbe in generale, sono contenta di avere la possibilità di approfondire ogni loro aspetto: quello strettamente botanico ed il riconoscimento delle singole piante, l'uso culinario, medicinale, tintorio, artigianale, le notizie mitologiche, folkloriche, leggendarie, così come quello "sottile", magico se vogliamo. Questa mi è sempre sembrata una branca della conoscenza sulle piante piuttosto confusa e "ciarlatanesca", anche a causa degli innumerevoli testi sulle "piante magiche", diffusi ad esempio fra i praticanti Wicca o Neo-pagani, che spesso sono un'accozzaglia di notizie soggettive o storiche, messe insieme alla rinfusa e prive di fonti. Così pensavo, perché perdere tempo con testi del genere, che prendono tempo a letture più proficue e non lasciano nulla di significativo? Ultimamente però ho deciso di affrontare anche questo lato "alternativo" delle piante. La recensione di questo libro è la prima di una serie. E devo dire che come inizio non è stato male! Ma vediamo com'è composto il libro.
Presentazione: come hanno fatto le antiche popolazioni pre-scientifiche a conoscere le proprietà delle erbe? Secondo l'autore oltre a metodi pratici, gli erboristi del passato avevano la capacità di instaurare un rapporto più completo con esse, "facevano anima con loro". Unendo simbolo e scienza, servendosi di mitologia, spagiria (erboristeria alchemica) e astrologia, Alaimo ha cercato di recuperare questa visione, di riconoscersi in loro, ha chiesto alle piante chi sono, a quale archetipo fanno capo, quale personalità psichica posseggono, in linea con le nuove tendenze di terapia olistica e psicosomatica.
Introduzione: un tempo le piante erano chiamate "semplici", indicavano cioè l'unità base in cui si potevano riconoscere divinità e forze elementari. "Fitocomplesso" è un termine scientifico che indica come gli effetti delle piante non siano riconducibili ad uno o due soli principi attivi ma a tutto il complesso di sostanze presente nella pianta stessa, il che riconduce anche la scienza moderna ad un punto di vista più vicino all'erboristeria antica, in cui le piante non erano semplici contenitori di principi attivi; cancellato coi roghi delle streghe e con la rivoluzione scientifica e capitalistica per cui ha valore solo ciò che è misurabile, riproducibile, acquistabile; stra riemergendo oggi all'ombra dei nuovi movimenti ecologisti e olistici.
Ciclo zodiacale e ciclo vegetativo: la comune obiezione scientifica all'astrologia è la precessione degli equinozi, per cui le costellazioni zodiacali non si trovano più in quel quadrante del cielo in cui si trovavano quando l'astrologia è stata formulata. Tuttavia, essendo i segni, secondo l'autore, prima di tutto riferimenti simbolici, ciò non disturba l'astrologia, sicché mostra come il significato simbolico di ogni segno si rifletta nei cambiamenti stagionali dei mesi corrispondenti.
Inizia qui la parte maggiore del libro, dove, date le premesse, Alaimo illustra come ad ogni pianeta dell'astrologia, corrispondano alcune piante che ne incarnano lo spirito, le caratteristiche simboliche, iniziando con quelle solari. Per ogni categoria da una breve definizione delle caratteristiche delle piante appartenenti ad un particolare gruppo, per poi descriverne nel dettagli alcune (nel caso di quelle solari Arnica, Iperico, Calendula, Rosmarino) dandone una descrizione storica e mitologia ed una scheda che riporta rappresentazione botanica, nome comune e botanico, famiglia, simbologia planetaria, parti utili, principali costituenti, proprietà, impiego terapeutico, metodi d'impiego, precauzioni/controindicazioni. Il libro continua così con le piante lunari, Salice, Cavoli e Lattughe, Malva, Escolzia; mercuriane, Anice, Timo, Lavanda, Avena; marziane, Rafano, Genziana, Peperoncino, Ortica; venusiane, Rosa, Inula, Verbena, Betulla; saturnine, Pino, Ginko, Equiseto, Consolida; gioviane, Quercia, Tiglio, Tarassaco, Agrimonia; uraniane, Gingseng, Liquirizia, Salvia, Pervinca; nettuniane, Angelica, Echinacea, Fucus, Valeriana; plutoniane, Cipresso, Cipolla, Rabarbaro, Vite.
Come individuare le piante alleate: il sintomo non è accidentale ma legato al complesso psicosomatico della persona, risponde anche quello a degli archetipi, dei simboli. Sicché sintomi che rispecchiano una carenza di qualità legate ad un pianeta, andranno riequilibrate tramite l'uso di piante associate a quello stesso pianeta.
Nozioni base e consigli per l'utilizzo delle piante trattate: l'autore spiega quando raccoglierle, inserendo un'utile tabella che per ogni pianta riporta tempo balsamico e gradazione per la preparazione di una tintura madre, ed un altra con le proporzioni acqua-alcool per ottenere le diverse gradazioni alcoliche; come conservare le erbe raccolte e come usarle, illustrando alcuni facili metodi di preparazione (infusi, decotti), ed in particolare la tintura madre, con una spiegazione chiara di come calcolare solvente e quantità di pianta fresca.
Chiudono il volume glossario e bibliografia con testi che sembrano molto interessanti (benché un po' datati risalendo principalmente agli anni 80-90, ricordiamo anche che il libro è del 2007).
Intanto, in generale, avendo presente i su menzionati testi sugli usi magici delle piante, sono stata piacevolmente sorpresa da questo volume, che pur trattando gli aspetti sottili delle piante, non fa un minestrone di idee e tradizioni senza fonte. Leggendo si capisce bene che l'autore ha studiato con passione l'argomento (d'altra parte è anche laureato filosofia e diplomato in erboristeria e fitoterapia, quindi con una solida base scientifica alle spalle), e che le nozioni che qui propone sono frutto di ricerche serie.
Avendo qualche nozione base di astrologia, mi aspettavo che fossero trattati solo i sette pianeti classici (Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno), Alaimo invece impiega anche la simbologia di Urano, Nettuno, Plutone, i pianeti sconosciuti all'astrologia antica perché scoperti solo in epoca moderna.
Unica nota negativa, riguarda i racconti di mitologia classica, che a volte sono piuttosto imprecisi, io me ne sono accorta perché ho una certa conoscenza dell'argomento e dei testi originali, i quali non figurano nella bibliografia, vi si trovano invece compendi di miti sulle piante come Florario di Alfredo Cattabiani (a sua volta a tratti poco attendibile) o Mitologia degli alberi di Jacques Brosse o di mitologia classica in generale come Gli Dei egli Eroi della Grecia di Kerenyi. Sicché penso che il lettore medio non verrà disturbato da queste imprecisioni.
In conclusione, che si creda o meno nella possibilità che le piante possano esercitare influssi sottili sul corpo umano, questo libro è sicuramente un punto di partenza chiaro, ben scritto e fondato su fonti reperibili, per approfondire l'argomento. Personalmente ho sempre trovato affascinanti queste teorie, e consiglio Erboristeria planetaria come punto di partenza per districarsi nella marea di libri fuffa sulla magia delle piante.

Utilità
Se ti è piaciuto questo libro potrebbero interessarti anche:

domenica 12 agosto 2018

Le figlie del libro perduto

Le figlie del libro perduto di Katherine Howe, Salani, 2009
Numero pagine: 428
Titolo originale: The Physick Book of Deliverance Dane
Lingua originale: inglese
Prima edizione: 2009
Prima edizione italiana: 2009
Genere: romanzo storico, fantastico
Ambientazione: New England, nei pressi di Salem.
Epoca: principalmente anni 90, con flashback dalla fine del Seicento in avanti.

Come ormai avrete capito, tutto ciò che riguarda le streghe, attrae la mia attenzione. Questo libro in particolare mi era stato consigliato un bel po' di anni fa, e trovatolo per caso, ho deciso di leggerlo. Vi anticipo che è stata una buona idea.
Il romanzo racconta di Connie Goodwin, dottoranda ad Harvard in storia dell'età coloniale negli anni 90, che si ritrova a doversi occupare della casa della nonna, a pochi chilometri da Salem. Nell'antica casa trova una vecchia Bibbia di famiglia ed una chiave appartenuta a Deliverance Dale; ricercando in archivi e biblioteche, Connie riesce a ricostruire la vita di questa sua antenata vissuta a Salem e condannata come strega, e delle sue discendenti, legate da nomi tipici dei padri puritani e da un misterioso "libro di ricette" in cui sono racchiuse parole di potere. Ma anche qualcun'altro è interessato al libro...
Immancabile la storia d'amore (che però non viene ben approfondita e si mantiene quindi sulla superficie)vagamente stucchevole e alcuni episodi riguardanti magia e soprannaturale, che però riescono a non essere eccessivi e sono  ben costruiti. La narrazione alterna i tempi moderni a flashback dalla fine del Seicento in avanti, che raccontano episodi della vita delle varie componenti della famiglia.
Particolarmente ben riuscite le parti ambientate nel passato, anche perché l'autrice è una storica, sicché riesce a calare bene i personaggi nei vari periodi, inoltre essa stessa discende da due donne processate a Salem. Sempre per lo stesso motivo la parte riguardante ricerca del libro da parte di Connie è verosimile e ben delineata.
Anche se la conclusione risulta un po' scontata è comunque stata una lettura piacevole, la scrittura è scorrevole ma non povera, e non scade mai nell'eccesso come a volte succede ai romanzi che parlano di argomenti legati alle streghe e/o alla magia.
La nota finale dell'autrice, nella quale spiega com'è arrivata a scrivere il libro e come molti personaggi citati siano realmente esistiti, rappresenta un'interessante chiusura storica, oltre che un occasione per ascoltare la voce della scrittrice non filtrata dalla finzione romanzesca.

Utilità
Katherine Howe è anche autrice di un saggio storico sulla caccia alle streghe, con particolare attenzione agli episodi avvenuti in America, intitolato Penguin book of witches, che però non è mai stato tradotto in italiano.
Se ti è piaciuto questo libro e vuoi approfondire il tema della caccia alle streghe di Salem con altri romanzi potrebbero interessarti anche:
Altri romanzi sentimentali a sfondo un po' magico sono: