venerdì 1 novembre 2019

La figlia della luna

La figlia della luna di Margaret Mahy, Mondadori, 2014
Numero pagine: 308
Lingua originale: inglese
Titolo originale: The Cangheover
Prima edizione: 1984
Prima edizione italiana: 1990
Genere: fantasy per ragazzi, young adult, paranormal romance
Ambientazione: Nuova Zelanda, nella città di Gardendale
Epoca: contemporanea
Età di lettura: dai 12 anni
Trama: Laura Chant, una ragazzina quattordicenne vive con la giovane madre ed un tenero fratello minore, Jacko. La sua vita è quella classica di una ragazza della sua età alle prese con la scuola, gli amici, e la complicata questione del cresce, ma a questo si somma la capacità di vedere frammenti del futuro, premonizioni poco chiare ma forti. Dopo una di queste, Laura e Jacko incontrano un misterioso e inquietante antiquario, Charmody Braque, che imprime uno strano marchio sulla mano di Jacko. Il piccolo inizia a stare male, e Laura capisce che qualcosa di magico e crudele è in azione; per salvare il fratello si rivolgerà a Sorensen Carlisle e alla sua famiglia di streghe...
 
La trama non può non richiamare alla memoria il film Labyrinth con la protagonista che tenta di salvare il fratellino in un mondo magico, mentre il fatto che solo Laura si accorga che qualcosa di strano e innaturale sta accendendo mi ha ricordato Il Popolo dell'Autunno di Ray Bradbury.
Si tratta di un libro strano, non il solito fantasy per ragazzi (forse anche perché è stato pubblicato negli anni 80): si parla anche di rapporto con genitori separati, di crudeltà, violenza, sessualità e legami affettivi, soprattutto quelli non idilliaci. Anche il finale non è il solito inverosimile e avventato lieto fine con un "e vissero per sempre felici, contenti e innamorati".
 I personaggi non sono del tutto positivi o negativi ma ambigui, per lo più rimangono poco definiti. Sorensen è sicuramente il più particolare: per alcuni versi potrebbe rientrare nel genere del "bel tenebroso" il cui cuore di ghiaccio si scioglie solo grazie all'eroina della situazione, eppure in questo caso ci troviamo davanti a qualcosa di più complesso.
Il tema della magia e la figura della strega sono affrontati senza organicità, anzi si resta con un sacco di domande prive di risposta. Particolarmente ben scritta la scena della metamorfosi di Laura, simbolica e quasi onirica, occupa il cuore del romanzo, mentre inizio e fine risultano più lenti e meno coinvolgenti.
Lo stile è a tratti poetico, ricco di similitudini ma scorrevole, non scontato.

In definitiva, non so bene cosa pensare di questo libro, può essere una lettura piacevole per i giovani lettori, sicuramente insolita e diversa dai moderni fantasy young adult che si assomigliano un po' tutti.

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