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venerdì 27 settembre 2019

La nostra casa è in fiamme

La nostra casa è in fiamme . La nostra battaglia contro il cambiamento climatico di Greta Thunberg Svante Thunberg, Beata Ernman e Malena Ernman, Mondadori, 2019
Numero pagine: 240
Lingua originale: svedese
Titolo originale: Scener ur hjärtat
Prima edizione: 2018
Prima edizione italiana: 2018
Genere: autobiografia

Immagino che coloro che hanno comprato questo libro fidandosi solo della copertina avranno avuto qualche sorpresa. Infatti il libro non è stato scritto propriamente da Greta Thunberg, né racconta in prima persona la vita della giovane ambientalista svedese; si tratta invece di una sorta di autobiografia della famiglia Erhman-Thunberg scritta con il contributo di tutti i componenti: la cantante lirica Malena, il compagno Svante e le due figlie Greta e Beata. Il punto di vista narrativo però, è principalmente quello di Malena, che racconta parte della sua vita di cantante lirica ed in particolare le varie crisi famigliari che girano intorno alla scoperta, alla diagnosi e alla convivenza con i disagi neuro-psicologici di di Greta e Beata e della stessa Malena. Il tema dell'attivismo ambientale non è il principale (ma è comunque presente), si parla molto invece di disagi mentali dell'infanzia e dell'adolescenza, anche rilevandone le forme più specificamente femminili; tuttavia, il libro si apre con stralci dei discorsi che hanno reso Greta nota al grande pubblico (con varie ripetizioni).
È sicuramente un libro che può interessare coloro che vogliono conoscere il retroscena culturale e famigliare di Greta (ma anche fatevi i fatti vostri). Insomma: interessante ma non fondamentale.

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Nel 2019 è uscito in Italia Nessuno è troppo piccolo per fare la differenza, sempre edito da Mondadori, che raccoglie i vari discorsi dell'attivista svedese, pronunciati in differenti occasioni.

La foresta nascosta. Un anno trascorso a osservare la natura

La foresta nascosta. Un anno trascorso a osservare la natura di David George Haskell, Einaudi, 2014
Numero pagine: 288
Lingua originale: inglese
Titolo originale: The Forest Unseen: A Year's Watch in Nature
Prima edizione: 2012
Prima edizione italiana: 2014
Genere: saggio divulgativo su biologia e ecologia della foresta

Ho trovato questo libro per caso, e subito sono stata attirata dal titolo.
L'autore, un biologo, per un anno ha osservato un angolo di foresta primaria dell'altopiano del Cumberland in Tennessee. Le regole che l'Autore si è dato erano semplici: visitare spesso il posto, restare in silenzio, cercare di non modificare il luogo camminando, scavando, spostando o raccogliendo cose.
Ogni capitolo ci fa entrare in quel cerchio di foresta (di circa un metro di diametro) raccontandoci della vita delle piante, degli animali, degli insetti e del suolo.
Cosa succede agli alberi d'inverno? Com'è la vita dei bruchi? E il sesso delle lumache?  Di cosa sono fatti i licheni? Perché sono nati i fiori?  Le piante cooperano o lottano fra loro? Come si comportano le zecche, le zanzare, le lucciole, le cavallette? Come viene gestita la luce solare nella foresta? Come si sono evolute le piante fino ad arrivare ad ottimizzare il processo della sintesi clorofilliana? Cosa succede se al lupo si sostituisce il coyote? Come vivono i microrganismi del suolo?
La scrittura è chiara e scorrevole, non serve essere specialisti del settore per lasciarsi affascinare dalle brillanti soluzioni evolutive che i vari esseri viventi hanno saputo adottare; la vita ed il pensiero di Haskell rimangono sullo sfondo, la vera protagonista è la Natura.

Consiglio assolutamente questo libro a tutti coloro che sono affascinati dalla vita nei regni naturali.
In questo volume si parla di piante e animali americani, sarebbe interessante trovare un testo simile ma basato sull'ambiente italiano.

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Dello stesso autore è uscito nel 2018 Il canto degli alberi.

martedì 24 settembre 2019

Possiamo salvare il mondo prima di cena

Possiamo salvare il mondo prima di cena. Perché il clima siamo noi di Jonathan Safran Foer, Guanda, 2019
Numero pagine: 320
Lingua originale: inglese
Titolo originale: We are the Weather. Saving the Planet Begins at Breakfast
Prima edizione: 2019
Prima edizione italiana: 2019
Genere: saggio sul cambiamento climatico

Jonathan Safran Foer è più noto come romanziere (dai sui libri Ogni cosa è illluminata del 2002 e Molto forte, incredibilmente vicino del 2005 sono stati tratti dei film), ma nel 2009 aveva già affrontato temi legati all'ambiente con Se niente importa, in cui parla dell'allevamento intensivo e delle sue conseguenze.
In Possiamo salvare il mondo prima di cena l'Autore riprende queste tematiche: ci troviamo sull'orlo di un'enorme crisi ambientale (la maggior crisi che il genere umano abbia mai affrontato), e quelli che stiamo vivendo sono gli ultimi anni utili per cercare di fermarci prima di raggiungere il baratro. Si tratta di un libro che ondeggia fra la speranza di riuscirci e la certezza che alcune cose sono già condannate a scomparire, primo fra tutti, per forza di cose, il nostro modo di vivere e gli equilibri ambientali per come li conosciamo.

La forza di questo libro sta proprio nel saper cogliere le contraddizioni: cosa possiamo fare noi singoli, quando le grandi aziende e i diversi stati sembrano non voler correre ai ripari? Come fare a prendere sul serio una crisi che sembra sempre che si svolga laggiù e mai qui? Ed anche se siamo fra coloro che si rendono conto del rischio che stiamo correndo, quanto siamo disposti a cambiare il nostro stile di vita?
Partendo dal chiedersi perché la narrazione riguardo alla crisi ambientale non produca risultati ci porta a chiederci quanto sia importante l'azione del singolo e quanto quella collettiva.
Ma la proposta principale dell'autore per cercare di arginare il tutto, sicuramente non piacerà a molti, ed è anzi piuttosto scomoda: smettere di mangiare carne e altri prodotti animali, o come minimo, non mangiarli prima di cena, da cui il titolo.
Vengono infatti riportati una serie di dati (di cui si rende conto chiaramente e in maniera diffusa nell'appendice) sull'impatto ambientale dell'allevamento intensivo, una delle maggiori cause del cambiamento climatico, e che lo porta ad accelerare sempre più.
Forse la parte più impattante è "Dialogo con l'anima" in cui l'Autore mette sul tavolo anche le contraddizioni e le ipocrisie dell'essere vegetariano e vegano: come conciliare la scelta vegana con la nostra voglia di mangiare prodotti animali? Come relazionarsi con l'incoerenza di fondo che ci vede preoccupati per il clima ma in fondo poco attivi nella vita di tutti i giorni su questo fronte? 
Per inciso nel corso di questo dialogo si cerca di rispondere a tutte le solite mozioni mosse al vegetarianesimo, quindi se siete già vegetariani o vegani, potrebbe farvi comodo.

Insomma, si tratta di un libro estremamente interessante, che unisce i dati all'emotività, i fatti oggettivi con la vita dell'Autore, è insomma uno dei più convincenti libri sulla crisi ambientale che abbia letto finora, lo consiglio a tutti come lettura scorrevole ma interessante, anche da regalare ai negazionisti della crisi e ai tormentatori di vegetariani (esistono anche i vegetariani tormentatori di onnivori, chiaramente).

lunedì 26 agosto 2019

Uomini, boschi e api

Uomini, boschi e api di Mario Rigoni Stern, Einaudi, 1980
Numero pagine: 194
Lingua originale: italiano
Prima edizione: 1980
Genere: raccolta di racconti

Dopo aver letto Arboreto salvatico e Il bosco degli urogalli  (ma anche i classici di guerra Il sergente nella neve e Ritorno sul Don) mi sono appassionata ai libri di Rigoni Stern, così ogni volta che vado in qualche mercatino di libri usati, guardo se per caso ce n'è qualcuno suo. Preferisco però quelli sulla natura a quelli, più noti, che parlano della sua esperienza durante la ritirata di Russia e la seconda Guerra Mondiale; tuttavia in ogni sua raccolta, inevitabilmente, si trovano accenni e riferimenti a quest'evento così macroscopico che in qualche modo segna buona parte della sua produzione letteraria.
Questa particolare raccolta di racconti è divisa in 4 parti, più un ultimo testo e comprende trenta racconti.
La prima intitolata I giorni del Nord-Est che parla delle sue impressioni sulla natura durante i giorni della Guerra in Russia.
La seconda "con il cielo e le selve" da un verso di Andrea Zanzotto che raccoglie storie di vita in mezzo alla natura, gli animali, nell'asprezza della montagna, fra cacciatori e contadini.
La terza Stagione di vita in compagnia delle api dedicato appunto all'apicoltura e all'osservazione delle api e degli altri insetti.
La quarta Lavori di montagna raccoglie ritratti degli abitanti della montagna dove Rigoni Stern abitava.
Si tratta di un libro estremamente piacevole, scorrevole, composto da piccoli quadretti sulla vita in montagna, con la sua bellezza e la sua durezza; ad alcuni potrebbero non piacere i racconti di caccia, ma nel complesso si tratta di una raccolta preziosa, che esprime il grande amore e rispetto per la natura di Rigoni Stern.

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domenica 25 agosto 2019

Il giardino delle vecchie signore

Il giardino delle vecchie signore di Maureen e Bridget Boland, La Tartaruga, 2000
Numero pagine:
Lingua originale: inglese
Titolo originale: Old Wives' Lore for Gardeners e Gardener's Magic
Prima edizione: 1976 e 1977
Prima edizione italiana: 1993
Genere: saggio sul giardinaggio

Sono anni che voglio leggere questo libro, mi era stato consigliato da un'amica come me appassionata di erbe e giardini, ma non mi è mai capitato fra le mani finché non l'ho trovato qualche giorno fa a casa di un'altra amica (che invenzione bellissima le amiche, ed in particolare quelle che condividono le nostre passioni!).
Si tratta in realtà di due libri riuniti, il primo a cui si deve il titolo del volume opera di entrambe le sorelle Boland, il secondo intitolato in italiano Il giardino magico, della sola solo di Bridget.
Con ironia e competenza queste due arzille signore inglesi hanno qui riunito una serie di notizie e stratagemmi di giardinaggio, dovute alla loro esperienza o raccolti dalla viva voce di altre Vecchie Signore. Maureen e Bridget infatti hanno curato per anni un giardino prima nella loro casa londinese nel quartiere di Pimlico, poi a South Kensington ed in fine nell'Hampshire, dove hanno raccolto dalla voce di vicini e anziani i consigli sul giardinaggio qui riuniti.
Avete dubbi su come e quando seminare e piantare ortaggi, aromi e fiori? Con quale luna?Vi chiedete quali piante mettere vicine? Non sapete come liberarvi della Gramigna o della bolla del Pesco? O sono forse i parassiti degli ortaggi a importunarvi? E come gestire al meglio gli animali che penetrano in un giardino curato, limacce, talpe o caprioli che siano? E riguardo al sole e alle piogge, come comportarsi?
Questi sono solo alcuni degli interrogativi a cui le Autrici offrono soluzioni interessanti e variegate, non disegnando il riutilizzo di materiali altrimenti destinati alla spazzatura (le foglie di Thè per le Camelie, la buccia di banana per le Rose), nonché sostanze oggi semi sconosciute come il creosoto. Tutto rigorosamente senza impegnare prodotti chimici di sintesi!
Nella seconda parte Bridget ha raccolto invece notizie di folklore vegetale: piante afrodisiache, protettrici di persone e luoghi, tradizioni riguardanti semina e la raccolta, in particolare della magica Mandragora, come prevedere il tempo metereologico, ed in ultimo un utilissimo incantesimo...per far ripartire il tosaerba!
Il volume è impreziosito da immagini in bianco e nero rappresentanti principalmente erbe e persone impegnate in lavori agricoli dal sapore antico.
La leggerezza e l'ironia delle Autrici, è stata ripresa anche dalla Traduttrice, Gaia Cormani, che in maniera molto onesta ammette di aver avuto dei dubbi sulla traduzione di alcuni fitonimi (cosa estremamente positiva, visto che a volte si trovano delle traduzioni di nomi di piante errati).
Lo stile è veramente piacevole, semplice, colloquiale; l'ironia delle due Vecchie Signore ne fa oltre che un libro utile, anche una simpatica guida di giardinaggio insolito.
Insomma, procuratevelo, perché si tratta di un vero gioiello ricco di buon senso e leggerezza. Adattissimo anche come regalo ad altre giovani o vecchie Signore!

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Esistono varie edizioni, la più economica per Dalai editore, la più recente, del 2019, della Elliot.

domenica 12 agosto 2018

Il mondo senza di noi

 Il mondo senza di noi di Alan Weisman, Einaudi, 2017
Numero pagine: 373
Titolo originale: The Word Without Us
Lingua originale: inglese
Prima edizione: 2007
Prima edizione italiana: 2008
Genere: saggio

Allora, lasciatemi dire che guardando la copertina mi ero immaginata tutt'altro, Qualcosa di tristemente apocalittico stile The day after tomorrow, così per un po' non ho minimamente considerato questo libro, finché non ho letto qualcosa a riguardo in giro. "Ma allora è interessante!" ho pensato, ed in effetti lo è proprio. Infatti, la domanda a cui l'autore cerca di dare una risposta è: cosa succederebbe al pianeta se l'uomo si estinguesse domani?
In ogni capitolo passa in rassegna le sorti del nostro pianeta senza di noi: cosa ne sarebbe delle nostre case, delle nostre città? E l'ambiente? Si riprenderebbe? Secoli e secoli di agricoltura come influenzerebbero sul lungo termine il terreno? Come si comporterebbero gli animali, oggi sempre più rinchiusi nelle aree selvagge isolate le une dalle altre dalle città? E tutte le piante importate da un continente all'altro? Cosa ne sarebbe delle creazioni umane, i monumenti, le aree industriali? E di ciò che l'uomo ha costruito sottoterra? Delle aree rese asciutte dalle dighe? E la plastica e tutti i vari prodotti chimici e materiali prodotti dall'uomo che ruolo avrebbero nel futuro di una Terra senza esseri umani?
Queste sono solo alcune delle interessanti questioni affrontate da Weisman, riportando le voci di esperti di tutto il mondo, prendendo come esempi luoghi unici, come la Puszcza fra Bielorussia e Polonia, l'ultima parte di quella foresta vergine che un tempo ricopriva tutta l'Europa; o le città sotterranee della Cappadocia, costruite sempre più in profondità nel corso dei secoli; o uno sterminato centro industriale texano...
Insomma ci troviamo davanti ad un libro estremamente interessante ed attuale, ben scritto e scorrevole nonostante tratti argomenti complessi, basato su solide fonte scientifiche grazie anche alla collaborazione di vari esperti nelle più diverse discipline Lo consiglio assolutamente a chiunque sia interessato all'ambiente che ci circonda, alla nostra casa, la Terra, a chi si pone domande sul nostro futuro e sul nostro presente.

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A questo libro è ispirata la serie di documentari La Terra dopo l'uomo in parte disponibile su Youtube.
Alan Weisman è autore anche di Conto alla rovescia, Einaudi, 2014

mercoledì 30 maggio 2018

Il bosco degli urogalli

Il bosco degli urogalli di Mario Rigoni Stern, Einaudi, 2009
Numero pagine: 176
Lingua originale: italiano
Prima edizione: 1962
Genere: raccolta di racconti

Ho scoperto Rigoni Stern con Arboreto salvatico; i più invece passano prima dai suoi racconti di guerra, di cui il più noto è Il sergente nella neve. Ho avuto modo, nel corso degli anni, di leggere anche qualcuno dei libri dell'autore sulla seconda Guerra Mondiale, ma quelli che mi piacciono di più sono, come questo, le raccolte di racconti su animali, alberi, personaggi dell'altipiano di Asiago di dov'era originario Rigoni Stern, che vengono tracciati semplicemente, presi in un immagine particolare rimasta impigliata nei ricordi o nell'immaginazione di chi ne scrive.
Questa raccolta, che riunisce dodici racconti, parla per l'appunto di di animali, fedeli cani da caccia, volpi che scorrazzano nella notte, urogalli imprendibili, e da sfondo il bosco, la montagna, sempre più in alto, e coloro che la abitano, i cacciatori soprattutto, ma anche personaggi che tornano ai propri paesi dopo la guerra, segnati indelebilmente ma ancora capaci di specchiarsi nella natura.
Solitamente non amo i testi che parlano di caccia, ma in quelli di Rigoni Stern si può leggere il rispetto per la montagna e i suoi abitanti, dato da una stretta convivenza e conoscenza, abbozzato con semplicità non priva di poesia.

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mercoledì 29 marzo 2017

Arboreto salvatico

Arboreto salvatico di Mario Rigoni Stern, Einaudi, 2015.
Numero pagine:
Lingua originale: italiano
Prima edizione: 1991
Genere: raccolta di racconti

Da molto volevo leggere questo libricino, ne avevo trovato citazioni in altri volumi, e mi era sembrato interessante. Prima, conoscevo Mario Rigoni Stern di nome, a lui associavo, nel mio personale schedario mentale degli autori, le parole “guerra” e “montagna”; non sono un’amante dei libri di guerra quindi non avevo approfondito (aggiornamento: ho poi letto sia il noto Il sergente nella neve, sia altre raccolte di racconti i Rigoni Stern; mentre il primo mi è risultato a tratti ostico, ma comunque ben scritto e pauroso nella sua crudezza, i racconti sono molto godibili e ricordano in parte Arboreto salvatico per la capacità dell'autore di trasportarci fra i suoi monti abitati da alberi, animali e vecchi cacciatori). Tuttavia, scoperto questo titolo, ho poi fatto fatica a trovarlo; solo qualche mese fa, capitate in libreria, mia sorella me l’ha regalato, vedendomi particolarmente interessata. Ed è stato un regalo veramente gradito.
C’è poi da dire che avevo frainteso il titolo, si parla di Arboreto sì, ma non selvatico, come avevo sempre pensato, bensì salvatico. E’ Rigoni Stern stesso a precisare il perché di questo titolo e la genesi del libro nella Nota all’edizione del 1996 che apre il volume: “Un giorno, era la primavera del 1989, mi venne da scrivere del peccio […] via via seguirono descrizioni di altri alberi, un po’ scientifiche un po’ letterarie. Naturalmente l’attenzione maggiore era dedicata agli alberi che mi stavano più vicini, come un rustico arboreto. […] Ma “salvatico”? L’aggettivo era usato nel Rinascimento per selvatico: due parole che messe insieme mi piacciono, anche se in contraddizione tra di loro: selvatico è non coltivato, non domestico, ricoperto da selve, anche rozzo; ma c’è la vocale a al posto di una e, e così tutto cambia: un salvatico che diventa salvifico, che conduce alla salvezza.” (pagg. VI-VIII)
Dice “mi venne da scrivere”, come se le parole venissero da chissà dove, traboccando sul foglio come acqua versata in un contenitore che trabocca. Ed in effetti si ha l’impressione che quest’uomo dei monti, abbia qui riunito tutto ciò che sugli alberi ha appreso in lunghi anni di convivenza, sia dalle piante stesse, sia da altri abitanti della montagna, silvicoltori, boscaioli, forestali. In ogni capitolo infatti, dedicato ad un singolo albero, si intrecciano ricordi ed osservazioni, informazioni botaniche, miti arborei e utilizzi delle varie essenze. Sembra quasi che Rigoni Stern parli di vecchi amici, in particolare quando si riferisce agli alberi da lui piantati e curati per anni nel suo podere, discosto dalla città e a metà strada verso la natura selvaggia.
Un libro leggero, agile, da leggere all'ombra fresca di qualche albero tranquillo, per conservare la pace del meriggio; da consultare ogni tanto anche nel cuore della città, per tuffarsi nei boschi, al limitare dei prati montani.

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mercoledì 7 dicembre 2016

Saltatempo

Saltatempo di Stefano Benni, Feltrinelli, 2001.
Numero di pagine: 265
Titolo originale: Saltatempo
Lingua originale: italiano
Prima edizione: 2001
Genere: romanzo
Ambientazione: varia
Epoca: XX sec.

Direte voi, e che ci fa qui questo libro? Beh, ci sono varie buone ragioni per includerlo fra queste pagine. Tipo: l'umorismo di Benni è geniale (anche se a suo tempo mi è stato detto che per alcuni è incomprensibile). Questo romanzo in particolare parla di un paese di montagna, con tutti gl'imprevedibili collaterali: strane creature del bosco, personaggi di paese, la vita della terra che muta, viene intaccata dall'uomo, resiste. E' stata una delle letture più allegre degli ultimi tempi, che mi ha lasciato un sorriso sulle labbra, dopo averlo chiuso.
La storia è quella di Saltatempo, un bambino degli anni 50 che riceve in dono da un improbabile Dio Allegro, un orobilogio che gli permette di vivere in questo ma anche in altri tempi, intravisti in visioni fugaci. Dalla sua infanzia sulle rive del fiume del paese, in compagnia di Selene e degli altri bambini del luogo, si snoda la lotta dei paesani contro la progressiva snaturazione del luogo, gli interessi di potenti e immanicati politici, gli amori e le delusioni di un giovane che attraversa gli entusiasmi politici del 68, a metà fra la vita cittadina e le sue radici ben piantate sulla montagna, dove si aggirano strani gnomi che cambiano forma e dimensioni a seconda di come ci si rivolge loro.
Non anticipo altro, ma questo romanzo è davvero zeppo di personaggi indimenticabili, e sicuramente toccherà le corde di quei lettori che hanno visto avanzare, durante la loro vita, cemento ed interessi di pochi laddove regnava il bosco.