martedì 24 settembre 2019

Possiamo salvare il mondo prima di cena

Possiamo salvare il mondo prima di cena. Perché il clima siamo noi di Jonathan Safran Foer, Guanda, 2019
Numero pagine: 320
Lingua originale: inglese
Titolo originale: We are the Weather. Saving the Planet Begins at Breakfast
Prima edizione: 2019
Prima edizione italiana: 2019
Genere: saggio sul cambiamento climatico

Jonathan Safran Foer è più noto come romanziere (dai sui libri Ogni cosa è illluminata del 2002 e Molto forte, incredibilmente vicino del 2005 sono stati tratti dei film), ma nel 2009 aveva già affrontato temi legati all'ambiente con Se niente importa, in cui parla dell'allevamento intensivo e delle sue conseguenze.
In Possiamo salvare il mondo prima di cena l'Autore riprende queste tematiche: ci troviamo sull'orlo di un'enorme crisi ambientale (la maggior crisi che il genere umano abbia mai affrontato), e quelli che stiamo vivendo sono gli ultimi anni utili per cercare di fermarci prima di raggiungere il baratro. Si tratta di un libro che ondeggia fra la speranza di riuscirci e la certezza che alcune cose sono già condannate a scomparire, primo fra tutti, per forza di cose, il nostro modo di vivere e gli equilibri ambientali per come li conosciamo.

La forza di questo libro sta proprio nel saper cogliere le contraddizioni: cosa possiamo fare noi singoli, quando le grandi aziende e i diversi stati sembrano non voler correre ai ripari? Come fare a prendere sul serio una crisi che sembra sempre che si svolga laggiù e mai qui? Ed anche se siamo fra coloro che si rendono conto del rischio che stiamo correndo, quanto siamo disposti a cambiare il nostro stile di vita?
Partendo dal chiedersi perché la narrazione riguardo alla crisi ambientale non produca risultati ci porta a chiederci quanto sia importante l'azione del singolo e quanto quella collettiva.
Ma la proposta principale dell'autore per cercare di arginare il tutto, sicuramente non piacerà a molti, ed è anzi piuttosto scomoda: smettere di mangiare carne e altri prodotti animali, o come minimo, non mangiarli prima di cena, da cui il titolo.
Vengono infatti riportati una serie di dati (di cui si rende conto chiaramente e in maniera diffusa nell'appendice) sull'impatto ambientale dell'allevamento intensivo, una delle maggiori cause del cambiamento climatico, e che lo porta ad accelerare sempre più.
Forse la parte più impattante è "Dialogo con l'anima" in cui l'Autore mette sul tavolo anche le contraddizioni e le ipocrisie dell'essere vegetariano e vegano: come conciliare la scelta vegana con la nostra voglia di mangiare prodotti animali? Come relazionarsi con l'incoerenza di fondo che ci vede preoccupati per il clima ma in fondo poco attivi nella vita di tutti i giorni su questo fronte? 
Per inciso nel corso di questo dialogo si cerca di rispondere a tutte le solite mozioni mosse al vegetarianesimo, quindi se siete già vegetariani o vegani, potrebbe farvi comodo.

Insomma, si tratta di un libro estremamente interessante, che unisce i dati all'emotività, i fatti oggettivi con la vita dell'Autore, è insomma uno dei più convincenti libri sulla crisi ambientale che abbia letto finora, lo consiglio a tutti come lettura scorrevole ma interessante, anche da regalare ai negazionisti della crisi e ai tormentatori di vegetariani (esistono anche i vegetariani tormentatori di onnivori, chiaramente).

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