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sabato 9 novembre 2019

Il giardino delle magie

Il giardino delle magie, Alice Hoffman, Sperling & Kupfer, 2000
Numero pagine: 272
Lingua originale: inglese
Titolo originale: Practical magic
Prima edizione: 1995
Prima edizione italiana: 1997
Genere: romanzo sentimentale a sfondo magico
Ambientazione: una cittadina del Massachusetts
Epoca: contemporanea
Trama: Sally e Gillian Owens nate a soli tredici mesi di distanza crescono senza regole nella casa delle zie, ultime discendenti di una stirpe di donne da sempre sospettate di essere un po' streghe. Le due sorelle sono inseparabili quanto diverse: bionda, svagata e disordinata Gillian quando Sally è bruna, pragmatica e responsabile. Gli altri bambini le evitano e le temono, ma tutti sanno che al crepuscolo, quando è più difficile essere riconosciute, le donne innamorate si recano a casa Owens per quella che è la specialità delle zie: incantesimi d'amoreA 18 anni Gillian fugge di casa, e vi torna solo 18 anni dopo, con un terribile segreto...

Questo libro praticamente introvabile - l'ultima edizione è del 2000 - mi è capitato per le mani a casa di un'amica. Da qui è tratto il film del 1998 Amori e incantesimi, la cui trama però si discosta molto dal libro.

Ciò che più colpisce e affascina è l'atmosfera magica che circonda le zie e le due protagoniste, fra un cuore di colomba che può convincere un uomo a lasciare la moglie, passeri che volano in casa alla viglia di S. Giovanni, lillà fioriti fuori stagione e strani aloni intorno alla luna. Il tema della magia, lungi dall'occupare tutta l'attenzione, fa da sfondo al rapporto fra le due sorelle, Sally e Gillian, che sono due personaggi ben costruiti pur nella loro semplicità. Partendo da posizioni diametralmente opposte finiranno per assomigliarsi un po' di più  (riguardo a questo non posso non citare Il profumo del pane alla lavanda).
Lo stile è scorrevole, semplice ma non piano. In generale, pur non trattandosi di un grande romanzo,  si è rivelata una lettura piacevole, consigliato coloro che amano le atmosfere stregate e fiabesche.

Utilità
Nel film Amori e Incantesimi tratto dal libro, Sally è interpretata da Sandra Bullock e Gillian da Nichole Kidman.
Nel 2017 la Hoffman ha pubblicato un prequel intitolato The rules of magic mai tradotto in italiano, ed ora sta lavorando ad un terzo volume che si colloca prima degli altri due.
E' autrice di molti romanzi, sia per adulti che per bambini, quelli pubblicato in italia sono:
  • Non calpestare il mio giardino 1992
  • La notte dei prodigi 1993
  • L'isola degli incanti 1996
  • La regina di ghiaccio 2005
  • Il matrimonio degli opposti 2015
Da suoi romanzi non tradotti in italiano sono tratti i film The River King del 2005 e Aquamarine del 2006.
Se ti è piaciuto questo libro potrebbero interessarti anche:
  • Bellezza selvaggia di Anna-Marie McLemore
  • Chocolat e Le scarpe rosse, Il giardino delle pesche e delle rose di Joanne Harris
  • Il bosco ricorda il tuo nome di Alaitz Leceaga
  • Il profumo del pane alla lavandaGiorni di zucchero fragole e neve, Il giardino dei raggi di lunaL'albero dei segreti di Sarah Addison Allen
  • Il sapore dei semi di mela di Katharina Hagena
  • La maga delle spezie di Chitra Banerjee Divakaruni

giovedì 29 agosto 2019

Il profumo del pane alla lavanda

Il profumo del pane alla lavanda di Sarah Addison Allen, Sonzogno, 2011
Numero pagine: 283
Lingua originale: inglese
Titolo originale: Garden Spells
Prima edizione: 2007
Prima edizione italiana: 2010
Genere: romanzo sentimentale
Ambientazione: Bascom, North Carolina
Epoca: contemporanea

Ai tempi dell'uscita di questo libro, l'avevano letto varie amiche; io sono riuscita a recuperarlo gratis solo l'anno scorso. Fa parte di quel genere che io chiamo "romanzetti", ed in particolare di quelli che nella mia mente chiamo "a sfondo verde" ovvero con qualcosa legato alla natura, ai fiori o ai giardini; spesso hanno per protagoniste donne un po' magiche e ricette insolite, il primo forse, sicuramente il più famoso è stato Chocolat di Joanne Harris.
Claire è una donna di oltre trent'anni, ed è una Weaverly, il che per gli abitanti di Bascom è sinonimo di donna strana, come la nonna che ha insegnato il suo sapere a Claire, o la vecchia cugina Evanelle che regala sempre ciò che servirà ad ogni persona. Claire vive nella casa di famiglia curando il famoso giardino al cui centro sorge un particolare Melo con una sua volontà, cucinando insoliti manicaretti per la sua ditta di catering, ma la sua esistenza abitudinaria e a tratti solitaria, viene sconvolta dal ritorno a casa della sorella Sidney con la figlia Bay dopo dieci anni di lontananza, e dal trasferimento di un nuovo vicino di casa, Tyler...
Il tema fondamentale di questo libro è il rapporto fra le due sorelle: come conciliare due caratteri diversi e per alcuni versi opposti, come fare fronte comune dopo anni di lontananza, come gestire la fama di streghe associata alla famiglia, e come aprire il cuore all'amore dopo tanto tempo. Immancabile la storia d'amore a tratti ridicola, non particolarmente originale, ma c'è anche il tema della violenza sulle donne. Ciò che più ho apprezzato di questo libero è il giardino, vivo, dotato di capacità di scegliere, attrarre, respingere, nascondere (il titolo originale Garden Spells è sicuramente più appropriato), ed al centro il Melo, che è quasi un personaggio. E sono proprio i personaggi minori quelli più affascinanti, come la vecchia cugina Evanelle, il nonno Lester e Bay.
Lo stile è leggero e scorrevole. Ho già avuto modo di parlare delle copertine di questo tipo di romanzi, e questa non fa eccezione e mi porta a pensare "ma cosa centra con la storia questa tipa circondata da farfalle?" ma, va beh, l'importante non è tanto l'estetica, ma se, in definitiva, si tratti di una lettura piacevole: devo dire che nonostante il finale sia piuttosto scontato, e la trama un po' banale questo romanzo non è niente male.

Utilità
Sarah Addison Allen ha pubblicato anche altri romanzi di cui solo tre sono stati tradotti in italiano:
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sabato 8 giugno 2019

Il linguaggio segreto dei fiori

Il linguaggio segreto dei fiori di Vanessa Diffenbaugh, Garzanti, 2011
Numero pagine: 359
Lingua originale: inglese
Titolo originale: The Language of Flowers
Prima edizione: 2011
Prima edizione italiana: 2011
Genere: romanzo sentimentale
Ambientazione: S. Francisco
Epoca: contemporanea

Ho parlato altrove del fatto che fra un libro "serio" e l'altro, mi diletto anche nella lettura a tempo perso di "romanzetti", senza nulla togliere agli autori, in particolare di quelli che hanno in qualche modo a che fare con erbe e fiori. Questo è uno di loro; l'ho letto l'estate scorsa durante interminabili pomeriggi di noia, bloccata in una scatola di cemento mentre fuori c'era il sole.
La storia è quella di Victoria, una ragazza diciottenne problematica, abbandonata da piccola e passata in varie famiglie e comunità, finché non si ritrova a vivere in un parco. Qui crea un suo piccolo giardino, poiché Victoria conosce i fiori ed il loro significato, grazie ad Elizabeth, una donna a cui è stata affidata da bambina, l'unica che per lei sia stata qualcosa di simile ad una madre.
Avendo trovato lavoro presso un negozio di fiori, Victoria riesce a rendersi sempre più indispensabile grazie alla sua capacità di capire quale fiore serva ai clienti del negozio, e sarà durante l'acquisto dei fiori per il negozio, che conoscerà Grant, un uomo che riuscirà a farsi strada nel suo guscio di riservatezza. Anche perché qualcosa del loro passato li lega. La segue sia lo svolgersi degli eventi della linea narrativa principale, sia i flashback sul passato di Victoria che ci aiutano a capire l'intrecciarsi delle vite dei personaggi.
Devo dire che fra i vari romanzetti che ho letto, questo è uno dei meno scontati; cioè, sì c'è la storia d'amore e sai fin dalla loro prima comparsa quali saranno i personaggi coinvolti, tutti cercano inesplicabilmente di aiutare la protagonista sempre e comunque e con tutta la pazienza del mondo, sai già che ci sarà un lieto fine, ma il modo in cui la protagonista ci arriva non è lineare come ci si aspetterebbe, anzi, l'autrice è riuscita a tracciare la profondità e le ferite di un dolore che condiziona tutti gli aspetti della vita, e che non se ne va in pochi giorni, nonostante la comparsa del principe azzurro. Inoltre Victoria non è la classica bella che non sa di saperlo, insicura ma in realtà piena delle migliori qualità femminili, profondamente innocente, è invece un personaggio sofferto, verosimilmente diviso, a tratti psicologicamente problematico, con zone oscure importanti; è una donna alle prese con il rifiuto di sé stessa e la sfiducia verso gli altri, che non sa come relazionarsi con la figura della madre e con l'essere madre (ovvio, visto che non ha avuto un'educazione affettiva, ma questo nella realtà è spesso taciuto).
Ciò che mi aveva attirato all'inizio, ovvero il linguaggio dei fiori, è presente nella storia, e la protagonista si costruisce il suo personale schedario con l'immagine del fiore ed il relativo significato, che però sono estremamente soggettivi e personali. Carina la trovata di variare il fiore ritratto nella fotografia della copertina.
Insomma alla fine delle fini, pur rientrando nella mia categoria mentale "romanzetti", Il linguaggio segreto dei fiori si è rivelato essere una lettura niente male.

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La piccola erboristeria di Montmartre

La piccola erboristeria di Montmartre di Donatella Rizzati, Mondadori, 2016
Numero pagine: 391
Lingua originale: italiano
Prima edizione: 2016
Genere: romanzo sentimentale
Ambientazione: principalmente Parigi, marginalmente Roma
Epoca: contemporanea

Questo è quello che io definiscono "romanzetto". Senza nulla togliere agli autori, per me i romanzetti sono quei romanzi che sicuramente non vinceranno il Nobel, leggeri, a tratti scontati, con una storia d'amore ed un immancabile lieto fine; nel corso dell'anno ne leggo vari, dopo aver finito un libro che mi è piaciuto molto e nell'attesa di trovarne un altro altrettanto valido. Niente contro di loro dunque, solo, sono per me lettura a tempo perso, ricreativa. Tra l'altro non vorrei generalizzare, ma spesso questo tipi di romanzi ha una tizia in copertina (che molte volte non c'entra niente con la protagonista del racconto), bella e leggiadra, con sfondi colorati, spesso foglie, fiori o paesaggi naturali che si intravedono dietro da lei. In questa copertina almeno non tutti questi cliché sono rispettati.
La storia è quella di Viola Consalvi, di professione naturopata, che inseguito alla morte del marito Michel, lascia Roma e i genitori critici riguardo alla sua scelta professionale, per rifugiarsi in una piccola erboristeria di Parigi, città dove aveva studiato anni prima. Qui, grazie all'aiuto della proprietaria e amica, Gisèle, cerca a poco a poco di riprendere i fili della sua vita, fare pace con il dolore e costruirsi una nuova professione, anche grazie agli insegnamenti sull'iridologia trasmessile da Michel, che le permetteranno di aiutare varie persone, i quali diventeranno gli amici nella sua nuova vita. Immancabile l'incontro con un bello e per alcuni versi misterioso, uomo francese, Romain, che a poco a poco si avvicinerà sempre più a Viola. Immancabile un lieto fine totale.
Ho apprezzato il tema della risoluzione del dolore, con i propri tempi (qui piuttosto brevi, anche per motivi di lunghezza del romanzo immagino), inoltre alla fine di alcuni capitoli vengono riportati trattamenti, ricette di tisane e cosmetici naturali interessanti, che sono la nota originale di questo libro altrimenti scontato.
In generale si tratta di un romanzo ben scritto, anche se a tratti poco credibile e con dinamiche psicologiche non troppo approfondite.  Sicché, se vi piace l'argomento medicina naturale e erboristeria, e non disdegnate i "romanzetti", questa potrebbe essere una lettura scorrevole e senza impegno.

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lunedì 22 aprile 2019

Le streghe di East End, Il bacio della strega

La saga delle streghe di East End di Melissa de la Cruz
Le streghe di East End
Numero pagine: 294
Lingua originale: inglese
Titolo originale: The Witches of East End
Prima edizione: 2011
Prima edizione italiana: 2011
Genere: fantasy mitologico
Ambientazione: North Hampton, Long Island
Epoca: contemporanea

Il bacio della strega
Numero pagine: 384
Lingua originale: inglese
Titolo originale: Serpent's Kiss
Prima edizione: 2012
Prima edizione italiana: 2013
Genere: fantasy mitologico
Ambientazione: North Hampton, Long Island
Epoca: contemporanea

Ormai lo sapete, basta la parola "strega" e io leggo qualsiasi cosa. Cercando qualche nuova lettura, mi sono imbattuta in questa saga che già avevo sentito nominare, e alla fine mi sono decisa a leggerla. Bisogna precisare però che è composta da sei libri, di cui solo i primi due sono stati tradotti in Italia.
Il primo romanzo è ambientato a North Hampton, Long Island, dove Joanna, e le figlie adulte Freya e Ingrid, conducono una vita pressoché normale, ma in realtà sono streghe costrette a non usare la magia per una non troppo precisata sentenza di un Consiglio, che ha avuto luogo secoli prima. Però, ognuna nella sua forma peculiare, le tre donne iniziano a fare piccoli incantesimi; nel frattempo, si svolge la festa di fidanzamento di Freya con il classico uomo bellissimo, ricchissimo e innamoratissimo, Bran Gardiner, proprietario dell'Isola di Fair Heaven da poco trasferitosi in città; ma ecco che arriva anche il suo altrettanto perfetto e sexy fratello, Killian, che tenta non poco Freya. Alcune morti strane e catastrofi ambientali a sfondo magico indurranno le tre protagoniste a cercare di capire chi ne sia il responsabile.
Fin qui sembra un classico romanzo sentimentale con tratti magici, ma quello che viene alla luce, è che le tre protagoniste sono in realtà divinità della mitologia norrena, reincarnatesi moltissime volte nel corso dei secoli fino ai giorni nostri; infatti il ponte che unisce i mondi (che misteriosamente non si chiama Bifrost come nelle leggende nordiche ma Bofrir) è crollato in circostanze misteriose, lasciando quasi tutti gli Dei intrappolati sulla terra, dove sono diventati streghe, e si celano fra i mortali in maniere improbabili. Tutto questo mi ha ricordato il bellissimo American Gods di Neil Gaiman, che però tratta la materia mitologica in maniera magistrale e molto più sensata, verosimile e apprezzabile. Avrete capito che non ho apprezzato molto questa lettura: essendo i romanzi piuttosto brevi, gli eventi si succedono nel giro di poche pagine, tanto che a volte gli sviluppi sembrano incomprensibili e forzati, i personaggi non sono ben delineati e appaiono piuttosto piatti, non è stato chiarito a sufficienza il concetto di magia, se sia una cosa intrinseca alle singola divinità, come funziona, se per ognuna è diversa, inoltre, pur avendo vissuto per millenni le protagoniste sembrano delle comunissime ragazze sprovvedute.
Si trovano alcuni richiami ai processi di Salem (ma avete notato anche voi che la maggior parte dei romanzi sulle streghe americani in una maniera o nell'altra si ricollegano a Salem?), durante i quali Freya e Ingrid sono state uccise, ed il terzo libro della serie, racconta appunto di un viaggio nel tempo fino all'epoca dei noti processi.
Insomma, ho trovato questi primi due libri mal congegnati e francamente privi di spessore: non sprecate tempo a leggerli a meno che non abbiate tempo da perdere e non siate veramente degli appassionati del genere.
Dai libri è stata tratta la serie tv Witches of East End, che però, a parte mantenere i nomi dei protagonisti, è poco fedele ai libri ed altrettanto strampalata.

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Alla stessa saga appartengono gli inediti in Italia Winds of Salem del 2013  Triple Mood del 2015, Duble Eclipse del 2016 ed il prequel Diary of the Withe Witch del 2012.
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Antiche voci da Salem

Antiche voci da Salem di Adriana Mather, Giunti, 2016
Numero pagine: 384
Lingua originale: inglese
Titolo originale: How to hang a witch
Prima edizione: 2016
Prima edizione italiana: 2016
Genere: romanzo per ragazzi, fantasy, paranormal romance, young adult
Ambientazione: Salem, New England
Epoca: contemporanea

Eh sì miei cari, un altro libro sulle streghe! Sembra che gli americani abbiano versato fiumi di inchiostro sui loro più celebri processi alle streghe, quelli di Salem; questo romanzo in particolare è stato scritto da una discendente di Cotton Mather, il pastore puritano che partecipò ai processi. Sullo stesso argomento (fra gli altri) ho già recensito Le figlie del libro perduto, parimenti scritto da una discendente delle famiglie coinvolte, questa volta fra gli accusati (sono diventati tutti scrittori?), Katherine Howe (tra l'altro la sua antenata Elisabeth Howe è presente in questo libro, chissà che cosa ne avrà pensato!).
Il romanzo racconta di Samantha Mather, un'adolescente discendente di Cotton dei giorni nostri, che torna a vivere nella casa della nonna paterna a Salem con la matrigna, in occasione di una grave malattia del padre. Iscritta alla scuola locale, ben presto viene presa di mira dalle Eredi, discendenti delle donne accusate di stregoneria nel seicento; dalla sua avrà però lo spirito di Elijah, fratello di una delle streghe dell'epoca, e Jaxon, suo coetaneo, figlio della migliore amica del padre. Fra bullismo, triangoli amorosi e misteriose morti fra le famiglie dei discendenti, a Samantha toccherà tentare di spezzare una maledizione che da secoli colpisce i cittadini di Salem.
Innanzi tutto, bisogna specificare che si tratta di un romanzo pensato per gli adolescenti, nel quale l'autrice, come spiega nella nota finale, ha voluto tracciare dei parallelismi fra le cause e le dinamiche del bullismo e quelle della caccia alla streghe. Non c'è da aspettarsi quindi un romanzo storico accurato (d'altra parte i salti narrativi nel passato sono pochi e brevi) o particolare profondità dei personaggi, né strabilianti colpi di scena. La magia è viene praticata tramite incantesimi e pozioni d'erbe, ma non ne è tratteggiata chiaramente la dinamica.
Tuttavia, lo si potrebbe consigliare a qualche ragazza/o come lettura leggera e non spiacevole sull'argomento.

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mercoledì 28 febbraio 2018

La strega innamorata

La strega innamorata di Pasquale Festa Campanile, Bompiani, 1985
Numero pagine: 191
Lingua originale: italiano
Prima edizione: 1985
Genere: romanzo storico
Ambientazione: provincia di Viterbo, Roma e dintorni.
Epoca: XVII sec.

Ok, lo sapete, leggo “strega” nel titolo e nel dubbio leggo tutto il libro, tanto quelli usati mi costano massimo 2 euro. Questo è uno di quelli che già da un po’ avevo notato ma non mi decidevo a prendere, poi, visto che il mio mercatino dell’usato di fiducia (nonché l’unico rimasto in città) sta per chiudere, ho pensato fosse il caso di far mambassa anche dei titoli non troppo convincenti.
La strega innamorata, è un romanzo storico ambientato nello Stato della Chiesa del XVII secolo, e racconta la storia di Isidora Isidori, giovane figlia di una coppia bruciata sul rogo. Isidora diviene strega anch’essa, per lo più dispettosa e a tratti vendicativa, apprendendo l’arte da una vecchia del luogo, ed istruita da un non meglio definito eremita di passaggio, diviene poi una serva irriverente ed ambiziosa in casa della signora del luogo, fino a quando viene catturata e accusata dall’Inquisizione; fin qui troviamo alcuni degli elementi classici dei romanzi sulle streghe, ma pur essendo la parte che ho apprezzato di più, l’ho trovata un po’ scontata in alcuni punti, salvo qualche breve riflessione sul perché farsi strega, unica alternativa al soccombere ai soprusi per una donna d’umili condizioni e senza prospettive. Da qui inizia una sorta di altro nucleo narrativo che ho trovato meno di mio gradimento, e a tratti anche mal congegnato e fastidiosamente ammiccante, senza però erotismo ben costruito. Fuggita al monaco dell’Inquisitore (che come nella migliore tradizione tenta di sedurla, non riuscendo a resistere alla tentazione) raggiunge la sorella a Roma travestita da uomo, sarà qui che intraprenderà una scalata al lusso e al potere che da prostituta qualunque, come la sorella, la condurrà ad essere una sorta di dominatrice. Ma perché innamorata? Perché Isidora si innamora niente di meno che del papa Urbano VIII, al secolo Maffeo Barberini, il quale, unico personaggio a mio avviso con una certa coerenza, non cede ai suoi assalti, e quest’amore senza consumazione, fatto di brevi incontri, durerà fino alla morte del pontefice.
Questa in breve la vicenda, che come si può vedere in entrambe le parti non ha tratti particolarmente originali, sia nella ricostruzione della “strega” (bellissima, selvatica, intelligente, potente, dispettosa ma innocente e in fin dei conti buona), sia in quella della “cortigiana” (ambiziosa, scaltra, manipolatrice, amante del piacere ma in fondo candidamente innamorata). Anche le scene in cui l’emotività della protagonista dovrebbe essere più viva, a tratti mi sono sembrate costruite da maschere sovrapposte (“femme fatale”, “innamorata disperata” ecc. come tracciate da un punto di vista maschile) piuttosto che tracciare un personaggio unico e coerente. Insomma, sia Isidora che gli altri personaggi non riescono a raggiungere una profondità che li renda verosimili, sembra quasi che gli aventi non li tocchino, e così è difficile immedesimarcisi. Inoltre, le brevi incursioni nell’erotico, sono anch’esse poco convincenti. La ricostruzione storica dell’ambiente e del contesto sociale è piuttosto superficiale, mentre personalmente apprezzo trovare in un romanzo storico approfondimenti e descrizioni che rendano le dinamiche caratteristiche e inserite nel tempo, e non interscambiabili con qualsiasi altro.
Quindi, se siete arrivati a leggere fino a qui, avrete già capito che non è un libro che consiglierei, o che abbia trovato di particolare interesse.

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giovedì 18 gennaio 2018

Le streghe di Eastwick

Le streghe di Eastwick di John Updike, CDE, 1986.
Numero pagine: 294
Titolo originale: The Witches of Eastwick
Lingua originale: inglese
Prima edizione: 1984
Prima edizione italiana: 1986
Genere: romanzo
Ambientazione: Eastwick, città fittizia del Rhode Island
Epoca: anni 60
 
Come ormai si sarà capito, leggo più o meno tutto quello che mi capita sotto mano sulle streghe, che sia un saggio o un romanzo.
Di Le streghe di Eastwick avevo visto il film anni e anni fa, così ho pensato di leggere il libro, visto che spesso il testo scritto risulta molto più bello dell’adattamento cinematografico. Ma in questo caso sono rimasta delusa.
Il romanzo ambientato nell'America contemporanea, parla di tre donne, Alexandra, Jane e Sukie, madri divorziate che conducono la loro vita nella cittadina di Eastwick, fra figli quasi appena nominati ed amanti sposati. Le tre donne, in qualche modo in contatto con le forze naturali, sono tre streghe, ma usano i loro poteri in maniera del tutto irresponsabile. A smuovere la trama arriva un ambiguo uomo di New York, Darryl Van Horne, al quale le tre donne finiscono per avvicinarsi e intessere un qualche vago tipo di relazione, alternando fra fiducia e gelosia reciproca.
L’indroduzione di un quarto elemento femminile, Jenny, rompe l’equilibrio creatosi, e spinge le tre donne a praticare un incantesimo che conduce Jenny alla morte. La storia si conclude con la loro partenza da Eastwick ed una nuova relazione per ognuna.
Come si vede la trama è piuttosto scarna, e priva di significativi colpi di scena; lo stile è piuttosto prolisso e descrittivo anche se interessante nella sua originalità, ed i personaggi non sono ben delineati, inoltre non sono proprio riuscita a provare simpatia per nessuno. Il rapporto con i poteri naturali delle tre donne, in particolare Alexandra, è stato l’unico tratto che ho veramente apprezzato, ma è sicuramente messo in ombra dalla grettezza e piccolezza del personaggio, come anche delle sue compagne.
Sicché non lo consiglierei, non è per nulla un racconto irrinunciabile né particolarmente avvincente, e sull'argomento streghe si trova sicuramente di meglio.
Nel 2008 è uscito il seguito, Le vedove di Eastwick, che se proprio mi capitasse per le mani potrei anche pensare di leggere, ma non avendo apprezzato il prequel dubito mi piacerebbe.

Il labirinto delle streghe

Il labirinto delle streghe di Jeanne Kalogridis, Newton Compton, 2009
Numero pagine: 365
Titolo originale: The Burning Times
Lingua originale: inglese
Prima edizione: 2001
Prima edizione italiana: 2006
Genere: romanzo storico, sentimentale
Ambientazione: Francia
Epoca: XIV sec.
Anche questo volume, tanto per cambiare, viene dal mercatino dell’usato. Ero un po’ indecisa se prenderlo o meno, ma poi, la mia solita curiosità per tutte le varie declinazioni di “strega” ha avuto la meglio e l’ho letto.
Intanto c’è da dire che il titolo, come spesso succede per le traduzioni italiane, non c’entra nulla con la storia narrata; l’originale titolo inglese che in italiano suona come Il tempo dei roghi è molto più appropriato.
Il racconto, ambientato nella Francia del 300, si apre con la protagonista, una giovane donna, che si lascia catturare da un non meglio precisato nemico, viene imprigionata e inizia un processo per stregoneria contro di lei. Ad interrogarla vengono mandati un giovane monaco, Michael, e padre Charles, che ricevono pressioni dalle alte cariche affinché la condanna arrivi entro pochi giorni.
Il giovane monaco, rimane affascinato dalla presunta strega, la badessa Marie Françoise, la quale accetta di raccontare la propria storia solo a lui.
Buona parte del libro ripercorre quindi la vita di Marie, fin dalla sua nascita, adombrata da un tentativo del male di prenderne il potere, ma allietata dalla presenza e dall’insegnamento di sua nonna, una donna d’origine italiana dedita alla magia, seguace di Diana alla quale dedica la bimba.
Marie-Sybille (questo il nome impostole dalla nonna) apprende che esiste una Razza, quella delle streghe, dotate del potere della Vista, fedele ad una Dea, che sopravvive sfuggendo alle persecuzioni. Lei per nascita dovrà salvarli tutti, unendosi al suo compagno predestinato e sconfiggendo il male, che altrimenti li annienterebbe.
Tuttavia la peste si abbatte sulla famiglia, e la nonna viene catturata e bruciata, ma l’anziana donna affronta il rogo volontariamente, in una magia d’amore che rafforzerà il potere della nipote.
Seguiamo quindi le traversie di Marie, accolta in un convento (che si scopre essere retto da appartenenti alla Razza), la quale affina i suoi poteri, cerca di confrontarsi con le sue paure e di prepararsi all’incontro con il suo Amore. Anche ciò che resta dei cavalieri templari, in realtà protettori della Razza e di colei che dovrà salvarla, partecipano agli eventi.
Ma il male, portato da un religioso anch’esso dedito alla magia, poiché appartiene alla Razza, pur odiandola e cercando di estirparla, cerca di catturare più volte sia lei che Luc de la Rose, il giovane cavaliere che si scopre essere il predestinato compagno di Marie.
Gli eventi precipitano fino alla cattura e alla presunta morte sul rogo di Luc, ma in conclusione si scoprirà che Michael altri non è se non Luc, i cui ricordi sono stati eliminati in un estremo gesto di odio dal Nemico, il vescovo che voleva spingerlo a mettere a morte la sua amata.
Il lieto fine è assicurato.
Vediamo che gli spunti storici sono mescolati in maniera da far pensare al più puro minestrone new age: culto dianico, templari, magia ebraica; inoltre la fortuna dei protagonisti, che riescono sempre a cavarsela, mina la verosimiglianza del racconto. Tuttavia, l’ho trovata, sorprendentemente, una lettura abbastanza piacevole.
I personaggi sono piuttosto unidimensionali (non c’è la profondità e l’ambiguità dei pensieri reali), ma mi è piaciuta l’attenzione al potere che paura e rabbia possono avere su di noi, che è uno dei nodi centrali del romanzo; poi chiaramente i cattivi sono cattivissimi e i buoni buonissimi, cosa che mi lascia sempre un po’ perplessa ma mi riporta anche alla mente le favole in cui ogni personaggio rappresenta una singola idea o emozione.
In conclusione quindi non è uno di quei libri che bisogna avere in casa, ma è stata comunque una lettura leggera e non spiacevole.