mercoledì 28 febbraio 2018

La strega innamorata

La strega innamorata di Pasquale Festa Campanile, Bompiani, 1985
Numero pagine: 191
Lingua originale: italiano
Prima edizione: 1985
Genere: romanzo storico
Ambientazione: provincia di Viterbo, Roma e dintorni.
Epoca: XVII sec.

Ok, lo sapete, leggo “strega” nel titolo e nel dubbio leggo tutto il libro, tanto quelli usati mi costano massimo 2 euro. Questo è uno di quelli che già da un po’ avevo notato ma non mi decidevo a prendere, poi, visto che il mio mercatino dell’usato di fiducia (nonché l’unico rimasto in città) sta per chiudere, ho pensato fosse il caso di far mambassa anche dei titoli non troppo convincenti.
La strega innamorata, è un romanzo storico ambientato nello Stato della Chiesa del XVII secolo, e racconta la storia di Isidora Isidori, giovane figlia di una coppia bruciata sul rogo. Isidora diviene strega anch’essa, per lo più dispettosa e a tratti vendicativa, apprendendo l’arte da una vecchia del luogo, ed istruita da un non meglio definito eremita di passaggio, diviene poi una serva irriverente ed ambiziosa in casa della signora del luogo, fino a quando viene catturata e accusata dall’Inquisizione; fin qui troviamo alcuni degli elementi classici dei romanzi sulle streghe, ma pur essendo la parte che ho apprezzato di più, l’ho trovata un po’ scontata in alcuni punti, salvo qualche breve riflessione sul perché farsi strega, unica alternativa al soccombere ai soprusi per una donna d’umili condizioni e senza prospettive. Da qui inizia una sorta di altro nucleo narrativo che ho trovato meno di mio gradimento, e a tratti anche mal congegnato e fastidiosamente ammiccante, senza però erotismo ben costruito. Fuggita al monaco dell’Inquisitore (che come nella migliore tradizione tenta di sedurla, non riuscendo a resistere alla tentazione) raggiunge la sorella a Roma travestita da uomo, sarà qui che intraprenderà una scalata al lusso e al potere che da prostituta qualunque, come la sorella, la condurrà ad essere una sorta di dominatrice. Ma perché innamorata? Perché Isidora si innamora niente di meno che del papa Urbano VIII, al secolo Maffeo Barberini, il quale, unico personaggio a mio avviso con una certa coerenza, non cede ai suoi assalti, e quest’amore senza consumazione, fatto di brevi incontri, durerà fino alla morte del pontefice.
Questa in breve la vicenda, che come si può vedere in entrambe le parti non ha tratti particolarmente originali, sia nella ricostruzione della “strega” (bellissima, selvatica, intelligente, potente, dispettosa ma innocente e in fin dei conti buona), sia in quella della “cortigiana” (ambiziosa, scaltra, manipolatrice, amante del piacere ma in fondo candidamente innamorata). Anche le scene in cui l’emotività della protagonista dovrebbe essere più viva, a tratti mi sono sembrate costruite da maschere sovrapposte (“femme fatale”, “innamorata disperata” ecc. come tracciate da un punto di vista maschile) piuttosto che tracciare un personaggio unico e coerente. Insomma, sia Isidora che gli altri personaggi non riescono a raggiungere una profondità che li renda verosimili, sembra quasi che gli aventi non li tocchino, e così è difficile immedesimarcisi. Inoltre, le brevi incursioni nell’erotico, sono anch’esse poco convincenti. La ricostruzione storica dell’ambiente e del contesto sociale è piuttosto superficiale, mentre personalmente apprezzo trovare in un romanzo storico approfondimenti e descrizioni che rendano le dinamiche caratteristiche e inserite nel tempo, e non interscambiabili con qualsiasi altro.
Quindi, se siete arrivati a leggere fino a qui, avrete già capito che non è un libro che consiglierei, o che abbia trovato di particolare interesse.

Utilità
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