Mitologia classica
Come ho gia avuto modo di rilavare qui, l'Achillea ha uno stretto legame con i Guerrieri dalla notte dei tempi, probabilmente a causa della sua capacità di fermare la perdita di sangue e risanare le ferite da tagli, come possiamo evincere dai suoi molti nomi popolari in ogni lingua e tempo come herba militaris, stratioikes, Erba dei tagli, Herbe aux charpentiers, Soldier's woundwoert ecc. Uno fra i più grandi guerrieri della mitologia greca, è certamente Achille, l'eroe della guerra di Troia che ha donato il suo nome all'erba in questione. Plinio infatti, racconta che gli achei,
salpati verso la Troade, erano invece arrivati in Misia, dove Telefo era
re, e si erano dati al saccheggio. Ne seguì un'aspra battaglia durante
la quale Telefo venne ferito da Achille, e secondo un oracolo, solo da
lui avrebbe potuto essere curato, in alcune versioni grazie alla ruggine
della sua lancia, secondo altri invece, proprio dall'Achillea. Achille aveva appreso dal centauro Chirone, presso il quale era cresciuto, l'uso delle erbe; del centauro figlio di Filira, ho già in parte parlato nell'articolo sulla Mitologia del Tiglio, e vorrei qui richiamare l'attenzione sul fatto che quest'essere a metà fra la natura e la civiltà, fra l'uomo e l'animale, fra il divino ed il mortale, è ritenuto uno dei donatori della conoscenza delle erbe agli esseri umani. Come a dire che solo una parte dello spirito delle piante può essere colto dal mero intelletto, per il resto, forse, può tornare utile...l'intuito? L'ascolto? Una qualità più animale e meno razionale? Come a significare che per poter usare le grandi proprietà delle piante bisogna in qualche maniera riavvicinarsi alla Natura e da lei apprendere, tornare ad essere Lei. Ma queste sono chiaramente miei personalissime considerazioni. Tuttavia mi piace pensare ad una catena di conoscenza trasmessa da antichissimi uomini e donne, da Filira a Chirone, ad Achille, e via così fino a noi oggi che ancora stendiamo la mano sull'utile Achillea e le chiediamo aiuto.
Troviamo poi il nome "panacea Heraklea" o Heraklea, ed ecco che un altro grande guerriero viene evocato dalla nostra erba, Eracle figlio di Zeus che sconfitti tutti i nemici, portati a termine tutti i suoi compiti, concluse tutte le sue fatiche, venne accolto nell'Olimpo e divenne lo sposo di Ebe, la Giovinezza.
Sembra comunque che la nostra pianta sia stata utilizzata dagli eserciti fin sulla soglia della modernità, e sono convinta che questa vita comunitaria fra il Guerriero e l'Achillea abbia avuto la sua celebrazione con piccoli riti ed usanze, di cui però non ho trovato traccia.
Non meno impotante, è l'associazione con Venere dataci dal fitonimo "sopracciglio di Venere" che si trova in Dioscoride (I sec d. C.), confermata da scrittori successivi e moderni studiosi delle segnature delle piante. Per altro l'utilità dell'Achillea nelle
cose d'amore, è stata rilevata anche da altre popolazioni antiche, come
ad esempio quelle che abitavano le Isole Britanniche (come vedremo in
seguito), e si è conservata fino ad oggi nel folklore. Questo repentino cambio di prospettiva, dal Guerriero alla Dea dell'Amore, forse non è troppo stupefacente, considerando anche che Venere era l'amante di Marte (1) l'unica che poteva fargli deporre le armi, e che un certo collegamente fra forza, vigoria e sessualità è ancora identificabile ai nostri giorni (non intendendo certo la sua degenerata forma di sesso=violenza)
Ma io personalmente, non sono troppo incline a celebrare la guerra e la violenza, se non come estrema risorsa difensiva, e mai come strumento di mantenimento di un ordine prevaricatore, squilibrato e generatore di dolore ed ulteriore violenza. Sicché, tenendo conto anche dell'altro grande campo d'azione dell'Achillea oltre a quello vulnerario, ovvero quello mestruale, mi piace pensare ad un uso più intimo e pacifico, sororale e tramandato di donna in donna, sotto il manto della dolce Venere, Signora del Ventre Femminile.
Paesi anglosassoni
Nei testi in inglese antico Achillea è Gearwe, Geappe, Geapupe, Gappe dal proto-germanico *garwo mentre alcuni nomi popolari moderni, oltre a Yarrow e Milfoil sono Nosebleed plant, Old man's pepper, Devil's nettle, Sanguinary. Oltre ai tradizionali nomi legati alla capacità di fermare il sangue, di particolare interesse è Devil's nettle "Ortica del diavolo", poiché spesso le piante del Diavolo o delle Streghe sono quelle strettamente legate a forme religiose precedenti il cristianesimo, e quest'ultimo potrebbe essere il nostro caso, a giudicare dalla mole di usanze riguardanti l'Achillea che si sono conservate fino a noi. Eccone alcune.
In inghilterra si solletica una narice con una foglia di Millefoglio e si dice:
"Achillea, achillea, achillea, sostieni un bianco colpo?
Se il mio amore mi ama, il mio naso sanguinerà ora."(2)
Una ragazza che voglia conoscere l'aspetto del proprio futuro amore, deve cucire dell'Achillea in un panno di flanella da mettere sotto al cuscino prima di andare a dormire, dicendo:
"Tu graziosa erba dell'albero di Venere
Il tuo vero nome è Achillea;
Ora chi dev'essere l'amico del mio cuore
ti prego di dirmi domani."(2)
In sogno le apparirà il volto del suo amante.
I giovani usavano lanciare semi di Achillea per sapere da che parte il loro vero amore sarebbe arrivato.
Nel Bald's leechbook, un compendio medico anglo-sassone del IX sec. l'Achillea rientra in ricette per allontanare il Diavolo e le tentazioni. Anche se questo potrebbe risultare in contrasto con l'affermazione sopra espressa riguardo al fitonimo Devil's nettle, bisogna anche ricordare che in determinati casi, laddove le credenze pagane erano molto radicate, esse sono passate nella religione successiva; così la pre-cristiana funzione difensiva e apotropaica dell'Achillea, non si trova in contrasto con la sua presunta influenza demoniaca.
Irlanda
In gaelico era a volte detta "l'erba dei nove bisogni" o cure. Messa sotto il cuscino fa sognare il vero amore, le ragazze ci ballano intorno cantando:
"Achillea, Achillea, Achillea,
ti auguro buon giorno
e dimmi prima di domani
chi sarà il mio vero amore."(3)
Inoltre una testimonianza riportata da Lady Wilde, attesta che veniva usata da un fairy doctor, un guaritore che aveva acquisito l'abilità di curare grazie alle Fate, insieme a Verbena e Eufrasia e che veniva considerata una delle migliori erbe per terapie e pozione, tanto che la si cuciva negli abiti come protezione dalle malattie. Inoltre sempre nello stesso testo si può leggere che l'Achillea è una delle sette erbe alle quali nessuna forza naturale o soprannaturale può nuocere, e che perché siano al loro massimo potenziale va raccolte a mezzogiorno durante il periodo della luna piena.
Per capire se un malato guarirà, gli si mette un pugno di Achillea in mano mentre dorme, se appassisce il malato morirà il mattino seguente, se invece rimane fresco la malattia lo lascerà.
Indfine, possiamo trovare anche una interessante formula di protezione: si raccolgono dieci foglie di Achillea, ma se ne usano solo nove, l'ultima va come tributo agli spiriti. Le nove foglie si mettono nelle calzature sotto al tallone destro alla viglia di un viaggio, in modo che nulla di male possa accadere al viaggiatore. Trovo sempre molto significativo questa attitudine a "restituire" una parte di ciò che si è preso a ciò che in ultima analisi l'ha generato o ne rappresenta l'essenza.
Scozia
Nei Carmina gadelica, una monumentale raccolta di inni, preghiere, racconti, formule, aneddoti ecc. raccolti sul finire del XIX sec. in Scozia, l'Achillea è nominata nei carmi 153, 163 e 164.
Nel primo si dice che l'Achillea è stata raccolta anche da Gesù, e si prega Dio per abbondanza e protezione. Gli altri due sono molto simili fra loro, qiu riporto il 163:
"Coglierò la bella Achillea
perché il mio volto sia più amabile,
le mie labbra più calde,
la mia voce più pura;
sia la mia
voce essere un raggio di sole,
possano le mie labbra essere il succo delle fragole.
Possa io essere un'isola nel mare,
Possa io essere una collina sulla terra,
Possa io essere stella quando la luna impallidisce
possa io essere di aiuto al debole
posso ferire ogni uomo
nessun'uomo può ferirmi." (4)
Troviamo qui uniti i due motivi principali della ferita e dell'amore che abbiamo incontrato lungo tutto questo studio sull'Achillea.
Altri
Nel Libro dei segreti di Alberto Magno (attribuito a lui ma non
sua opera), del XVI sec. si può leggere "colui che porta quest'erba
[l'Ortica] in mano, con un erba chiamata Milfoil, o Yarrow, o Nosbleed, è
al sicuro da qualsiasi paura e fantasia, o visione." (5)
Da noi è a volte indicata come una delle erbe di S. Giovanni, da
cogliere nella notte del 23 giugno o durante il lunghissimo giorno del
24. Così come le altre erbe associate a questa festa, l'Achillea è in
fiore ed al massimo grado di concentrazione di principi utili (tesi
confermata per altro dalla scienza moderna) fra giugno e luglio, ed ha dunque, simbolicamente, anche un certo
legame con la Luce, lo Splendore, il Sole, intesi come forza
vivificante e abbondante.
In fine, anche se di solito i miei studi restano entro i confini europei, cito il fatto che l'antichissima pratica divinatoria dell'I-ching, nata in Cina, si avvaleva di steli di Achillea.
Note
(1) Così come Afrodite per Ares; tra l'altro la figura della Dea in pari misura della Guerra quanto dell'Erotismo è diffusa in moltissime mitologie, ed alcune rappresentanti sono Afrodite Areia, Freyja e le Valkyrie, Ishtar ed in parte Morrigan e Kalì.
(2)"Yarroway, yarroway, bear a white blow,/
If my love love me, my nose will bleed now."
Tratto da Popular rhymes and nursery tales.
"Thou pretty herb of Venus' tree,
Thy true name it is yarrow;
Now who my bosom friend must be,
Pray tell thou me to-morrow."
Tratto da Popular rhymes and nursery tales.
(3)"Yarrow, Yarrow, Yarrow,
I bid thee good morrow
And tell me before to-morrow
Who my true love shall be."Tratto da Legend, Charms and superstitions of Ireland.
(4) "I WILL pluck the yarrow fair,
That more benign shall be my face,
That more warm shall be my lips,
That more chaste shall be my speech,
Be my speech the beams of the sun,
Be my lips the sap of the strawberry.
May I be an isle in the sea,
May I be a hill on the shore,
May I be a star in waning of the moon,
May I be a staff to the weak,
Wound can I every man,
Wound can no man me."
Tratto da Carmina gadelica - vol. 2.
(5) Libro dei segreti di Alberto Magno citato in Old english herbals.
Fonti
Carmina gadelica, A. Carmichael, T. and A. Constable, 1900
Erboristeria Planetaria, F. Alaimo, Hermes Edizioni, 2007
Incantesimi e magie d'Irlanda, J. Wilde, Nuovi Equilibri, 2013
Leechdoms, wortcunning and startcraft of early England, T. Cockayne, 1864
Legend, Charms and Superstitions of Ireland, J. Wilde, Dover Publications, 2006
Old english herbals, E. Sinclair Rohde, 1922
Popular rhymes and nursery tales, J. O. Halliwell, 1849
Storia naturale, Plinio
Online Etymology Dictionary - Yarrow
Le traduzioni dall'inglese sono mie, mi scuso fin d'ora per gli errori che sicuramente avrò fatto.
Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso dell'autrice e senza citarne la fonte.
Achillea
Alcune varietà di Achillea
Illustrazioni botaniche di Achillea
Storia dell'Achillea
Chirone - Unguento vulnerario di Achillea e Melissa
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