Il sentiero della Dea di Phyllis Curott, Sonzogno, 1999.
Numerodi pagine: 356
Titolo originale: Book of Shadows - A modern Woman's Journey into the Wisdom of Witchcraft
Lingua originale: inglese
Prima edizione: 1998
Prima edizione italiana: 1999
Genere: romanzo autobiografico
Ambientazione: Stati Uniti
Epoca: contemporanea
Titolo originale: Book of Shadows - A modern Woman's Journey into the Wisdom of Witchcraft
Lingua originale: inglese
Prima edizione: 1998
Prima edizione italiana: 1999
Genere: romanzo autobiografico
Ambientazione: Stati Uniti
Epoca: contemporanea
Questo libro l’ho comprato durante una grandinata alle soglie della primavera. Camminavo sotto ai portici e, nonostante il tempo, c’erano alcune bancarelle di libri usati; io, che non posso resistere quando ho l’occasione di portarmi a casa qualche bel libro a poco prezzo, magari di quelli fuori stampa o ai quali do la caccia da anni, mi sono fermata a cercare qualcosa si interessante. Ho scambiato qualche parola con il signore del banchetto – sul tempo, chiaramente! -. E nel mentre mi è capitato questo libro. Non ho deciso di prenderlo subito, non leggo più libri sulla Wicca da quando avevo 16 anni, ma ricordavo il titolo e il prezzo era accessibile. Certo, la quinta di copertina ed il titolo di “Gran Sacerdotessa Wicca” non è che mi entusiasmassero, però alla fine l’ho comprato.
Ho iniziato a leggerlo pochi giorni dopo, e, tanto per cambiare, si è rivelato il libro giusto al momento giusto. L’autrice, come spiegato nella prefazione, racconta in questo libro il percorso che l’ha avvicinata a quella che chiama Vecchia Religione, passando da donna razionale, sofisticata e inserita nella società odierna, ma anche piena di paure e mancanze, a seguace di una spiritualità basata sulla Natura, l’intuito, la sacralità di ogni cosa che ci circonda. In ogni capitolo si snoda la sua storia, riportando anche parte degli insegnamenti ricevuti dalle sacerdotesse del suo cerchio, ma soprattutto, ciò che mi ha più interessata, è come lei cerchi di conciliare questo mondo magico e interiore con la società in cui vive, con i suoi paradigmi e limiti materialistici. Mi sono risuonati i dubbi, le piccole epifanie, il lavoro interiore, le intuizioni. Mi ha anche ricordato, riportandomi indietro di anni, le basi del lavoro “magico”, ma forse sarebbe più chiaro dire, “energetico”, con erbe, pietre, colori ed elementi.
Per anni ed anni ho mantenuto un certo distacco da tutto ciò che è Wicca, un po’ per il fatto che molti dei suoi seguaci mi sembrano come ragazzini in vena di sceneggiate ed in cerca di attenzione, un po’ perché mi è sempre parso un calderone di credenze messe insieme alla rinfusa, e un po’ perché molti dei suoi insegnamenti vengono spesso presi come dogmi e non indagati, vissuti, messi in discussione, e solo dopo ciò, eventualmente, accettati. Insomma, un misto di pregiudizi e brutte esperienze. Eppure questo libro mi ha fatta in parte ricredere, o meglio, mi ha ricordato che come per tutto, anche nella Wicca ci sono persone dotate di spirito critico, di ricerca, preparate, desiderose di approfondire e cercare la loro verità, in grado di affrontare passo passo le proprie insicurezze e di vivere la spiritualità non come un colorato baraccone per richiamare sguardi e prestigio, ma come una via interiore di evoluzione e trasformazione. E così anche tutto l’apparato di piccoli incanti naturali e simboli che questa Tradizione porta con sé.
Un altro punto che mi ha sempre fatto storcere il naso riguardo alla Wicca è l’uso indiscriminato di termini potenti e dai significati profondi come “strega” o “sacedotessa”, ma a riguardo cito una piccola parte del libro che mi ha indotto a mitigare la mia intransigenza (pur continuando a pensare che spesso e volentieri tali titoli siano immeritati ed abusati):
“Sapevo che la congrega era un gruppo di streghe ma non mi sentivo ancora pronta a considerarmi una “donna saggia”. Ora capivo perché Sophia si definiva una strega – era un atto di sfida e una conferma di potere – come se in questo modo il mondo fosse obbligato a confrontarsi con i suoi stereotipi negativi e con la storia dei secoli oscuri e misogini in cui erano nati. Usando quel termine, Sophia affermava il suo potere femminile.” (pag. 73)
Ed ancora:
“Potrete sempre rivolgervi a me […] e io condividerò con voi la mia conoscenza e le mie opinioni. E’ per questo che esistono le sacerdotesse. Non siamo qui per intercedere per voi presso il divino o per dirvi in cosa credere o che cosa fare. Questa è una vostra responsabilità a cui dovrete far fronte da sole. Una sacerdotessa è come un’insegnante e noi condivideremo con voi tutta la saggezza che ci è stata tramandata, tutte le tecniche in cui ci siamo perfezionate. Ma il vostro viaggio è solo vostro.” (pagg. 77-8)
Anche se personalmente intendo il termine sacerdotessa in maniera un po’ diversa per la profondità del suo significato, questo brano mi ha un po’ riconfortato rispetto al fiorire di grandi sacerdotesse, sciamane e iniziate ai mistici segreti di chissà quale tradizione, che forse usano questi titoli non per elevarsi al di sopra degli altri o peggio per denaro, ma perché si percepiscono come insegnanti, donatrici disinteressate di una qualche tecnica o conoscenza.
Inoltre l’attenzione riservata all’ecologia e alla questione femminile, temi che mi stanno molto a cuore e che personalmente trovo inscindibili da un percorso di spiritualità femminile, mi hanno ulteriormente convinto della genuinità e della profondità di visione dell’autrice.
Chiude il volume un piccolo elenco di corrispondenze, alcuni riti, e una breve descrizione della Ruota dell’Anno.
Sicché mi sento di consigliare questo libro, che anche se ambientato nell’America di alcuni decenni fa, può sicuramente mettere in luce conflitti e dubbi che anche le donne di oggi sulla via del proprio labirinto interiore, possono provare. Inoltre la scrittura è piacevole e scorrevole, adatta ad esprimere il mondo interiore di questa donna ma senza la magniloquenza che a volte si incontra in testi analoghi. Niente manie di grandezza insomma. Sicuramente però, lo integrerei con altre letture, visto che a volte le citazioni mitologiche sono imprecise, unica pecca che ho riscontrato.
Insomma, questa è un’altra spirale che torna dove è passata ma con una profondità ed un’ampiezza diversa, le cose che ho “studiato” da ragazzina mi si ripropongono con una nuova veste…vedremo dove porterà questo nuovo giro :)
Esiste anche un'edizione più recente, del 2012, della Venexia Edizioni.
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