venerdì 17 maggio 2019

Storie di bimbe, di donne, di streghe

Storie di bimbe, di donne, di streghe di Elizabeth Gaskell, Giunti, 2015
Numero pagine: 320
Titolo originale: Lois the Witch, The Old Nurses’s Story, The Poor Clare, The Well of Pen Morfa, Half a Life-Time Ago
Lingua originale: inglese
Prima edizione: date varie fra il 1852 e il 1861
Prima edizione italiana: 1988
Genere: raccolta di racconti

Ho iniziato a leggere i romanzi di Elizabeth Gaskell per caso, ho apprezzato molto quelli delle sorelle Brontë e cercavo qualcosa di simile: la Gaskell, oltre che loro contemporanea, ha avuto un rapporto epistolare con Charlotte Brontë  ed è stata anche la sua prima biografa. Così ho letto Nord e sud (se amate i romanzi ottocenteschi ve lo consiglio, c'è sì la storia d'amore, ma anche attenzione alla critica sociale, e ai due poli ricchezza-povertà e campagna-città) e poi il racconto Lois la strega, che in seguito ho scoperto essere parte della raccolta di cui stiamo trattando, che mi ha incuriosito per il suo titolo particolare (sì, come immaginerete, soprattutto per la parola "streghe").
Compongono questo volume cinque racconti: Lois la strega, Il racconto della vecchia balia, La clarissa, Il pozzo di Pen Morfa e Susan Nixon (fate attenzione perché a seconda dell'edizione più o meno recente, manca Il pozzo di Pen Morfa). Si tratta di racconti a sé stanti, le cui protagoniste, come da titolo, sono sempre donne; sono a tratti melodrammatici ma non del tutto scontati, con influenze gotiche e romantiche (nel senso di influenzati dal romanticismo), generalmente in ognuno c'è un evento drammatico che condiziona tutta la vita delle protagoniste, spesso tenuto nascosto per rispetto delle consuetudini, ma si tratta comunque di donne forti e risolute nelle loro scelte (non necessariamente volte alla felicità). C'è anche un forte senso di pietà e sacrificio cristiano, come ci si può aspettare vista l'epoca di pubblicazione, che però a un lettore contemporaneo può risultare fastidioso. Ho trovato interessante anche la nota critica della traduttrice e curatrice Marisa Sestito.
In definitiva, consiglio questo libro agli appassionati di romanzi vittoriani o gotici, mentre potrebbe risultare poco avvincente per altri.

Utilità
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