venerdì 17 maggio 2019

Vox

Vox di Christina Dalcher, Editrice Nord, 2018
Numero pagine: 416
Lingua originale: inglese
Titolo originale: Vox
Prima edizione: 2018
Prima edizione italiana: 2018
Genere: romanzo distopico
Ambientazione: Stati Uniti
Epoca: contemporanea

Dopo i classici della distopia come 1984, Il mondo nuovo e Farenheit 451, e quelli della distopia femminista come Il racconto dell'ancellaLe figlie del nordRagazze elettriche, ho cercato qualche altra lettura simile e sono incappata in questo romanzo. Narrato in prima persona dalla protagonista Jean McClellan, studiosa di neurolinguistica, racconta di come in seguito alla presa del potere negli USA di una leadership cristiana estremista, le donne abbiano perso via via i loro diritti, quelli di lavorare, viaggiare, detenere beni ed in fine quello di parlare: ognuna infatti può pronunciare solo cento parole al giorno, che vengono conteggiate da un contatore che ognuna porta al braccio: sforare vuol dire ricevere una forte scossa, sempre più forte, fino alla morte. Jean vede l'impatto di questa società nella propria famiglia, sul marito, i tre figli maschi, ma soprattutto su Sonia, la sua bambina di sei anni che sta già imparando a integrarsi in questo ordine delle cose.
Quando viene contattata dal governo per partecipare ad un progetto medico grazie alle sue competenze in neurolinguistica, la protagonista vede uno spiraglio per cambiare le cose...
Sicuramente l'atmosfera misogina richiama fortemente Il racconto dell'ancella, mentre l'idea del complotto governativo mi ha ricordato la graphic novel V per Vendetta. Come in tutti o quasi i romanzi distopici, anche in questo troviamo una resistenza "fantasma", che non si sa bene se ci sia o meno o come agisca. L'Autrice riesce a rendere bene l'angoscia ed il senso di prevaricazione e impotenza della protagonista, come anche la sua preoccupazione per coloro che ama, nonostante i maschi siano in varie maniere influenzati dalla propaganda politica. Tuttavia lo scioglimento della trama mi è sembrato un po' troppo semplicistico, poco funzionante, a tratti proprio poco chiaro, forse anche perché si tratta di un romanzo piuttosto breve e chi scrive non ha potuto approfondire più di tanto. Insomma, non aggiunge nulla di grandioso al genere distopico, lo consiglierei solo agli appassionati come lettura poco impegnativa.

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