mercoledì 11 giugno 2014

Tiglio


Il Tiglio dal profumo avvolgente ed inebriante, rifugio di api, l'albero Madre che spande la sua calma all'ombra dei rami.
Famiglia e principali specie: fa parte della famiglia delle Tiliaceae o secondo altri metodi di classificazione botanica delle Malvaceae. Le specie che si trovano in Italia, tutte originarie dell'Europa e dell'Asia occidentale sono Tilia platyphyllos Scop. o Tiglio dalle foglie grandi, Tilia cordata Mill. o Tiglio selvatico, i quali incrociandosi hanno dato origine a Tilia x vulgaris Hayne o Tiglio comune. 
Etimologia: Tiglio deriva dal latino tilia (femminile), forse da radice che indica l'essere largo, ampio.  Secondo altri viene dal greco ptilon "ala" a causa della brattea alla base dei mazzetti di fiori che facilita la dispersione dei semi col vento. Od ancora deriverebbe dall'antico inglese line, linden da una radice che riporta al concetto di "flessibile". Platyohyllos vuol dire "dalle foglie ampie", cordata viene da cor-cordis "cuore" a causa della forma delle foglie e vulgaris significa comune.
Nomi dialettali: Tiggiu (Liguria), Tii, Tilleul (Piemonte), Tei, Tel (Lombardia), Teja, tejo (Veneto), Telli, Teglia (Emilia romagna), Tiglio noastrale, Tiglio femmina (Toscana), Teglia (Campania).
In altre lingue: in inglese è Lime, Lime-tree o Linde, in francese Tilleul, in tedesco Kalk o Linde.

Descrizione:  E' un albero deciduo piuttosto alto, raggiunge facilmente i 25 metri ma può arrivare ai 40 ed a una chioma ampia e densa che ombreggia il tronco. Può vivere anche 500 anni, ma ne esistono esemplari millenari.
Le radici sono lunghe e forti e si spingono molto in profondità e alcune sono visibili in superficie. Crea vari polloni alla base del fusto che è dritto e discretamente massiccio, con corteccia liscia e grigiastra da giovane, col passare del tempo diventa più scura e ruvida e il tronco si fa più ampio. I rametti giovani sono verdi e pelosi, ma diventano via via scuri e lisci, mentre quelli invernali sono rossastri. Le gemme sono leggermente pelose e si aprono a primavera mostrando foglioline verde tenero.
Le foglie sono piuttosto grosse, con un lungo picciolo, cuoriformi e lobate asimmetricamente, con apice appuntito e margine dentato. La pagina superiore è verde scuro, quella inferiore è più chiara e leggermente pelosa, le nervature sono ben evidenti. Durante l'estate possono essere colonizzate da afidi che secernono una sostanza zuccherina. All'inizio dell'autunno diventano giallo dorate ed una volta cadute arricchiscono notevolmente il terreno, dunque il Tiglio è una di quelle essenze in grado di nutrire i luoghi in cui cresce.
I fiori ermafroditi giallo-verdi con 5 petali sono raccolti in mazzetti penduli a gruppi di 3-5 con una lunga brattea, hanno un intenso e dolce profumo che richiama vari insetti, i principali responsabili dell'impollinazione, fra cui le api che ne ricavano il miele. Fioriscono fra maggio e giugno.
I frutti sono piccole noci tondeggianti di circa 1 cm, legnose e con 4 o 5 coste sporgenti. Maturano in ottobre ed una volta caduti rimangono molto tempo nel terreno, anche due anni, prima di germogliare.

Habitat: in Italia è diffuso ovunque, dalla montagna fino alla pianura nei boschi freschi e umidi, ha bisogno infatti di una buona quantità d'acqua. Arriva fino ai 1200 metri di altitudine e spesso si trova con Faggio e Castagno, difficilmente in boschi puri. Predilige terreni freschi e profondi, ma soprattutto ben drenati. Si trova spesso coltivato lungo i viali o nei parchi.
E' un albero prezioso per le api che ne ricavano il miele, e con il suo denso fogliame è una buona dimora anche per vari tipi di uccelli.

Droga: è costituita dai fiori che si raccolgono ad inizio fioritura con anche la brattea, fra maggio e giugno, in tarda mattinata, possibilmente in Luna crescente o piena in segno d'Aria (Gemelli, Bilancia, Acquario). Si seccano in strati sottili all'ombra, in luogo ben ventilato. Si conservano in barattoli di vetro scuro o ceramica ben chiusi, al riparo dalla luce e dall'umidità. 
Si può utilizzare anche l'alburno cioè la seconda corteccia composta da fibre legnose, che si raccoglie in autunno o a primavera, alla fine o prima che inizi il ciclo vegetativo. Sono utili anche le gemme che si raccolgono a primavera per la preparazione di gemmoderivati.

Usi
ATTENZIONE: Prendi ciò che segue per una ricerca, sperimentata solo in parte, e prima di utilizzare qualsiasi erba assicurati che sia quella giusta, che sia lontana da strade e fonti di inquinamento, di non essere allergico o ipersensibile a qualche componente e prima di fare qualsiasi cosa consulta il tuo medico/omeopata/erborista.

Prima di passare alle altri parti della pianta ci concentreremo sui fiori che hanno proprietà diaforetiche, antispasmodiche, ipotensive, sedative, diuretiche,vasodilatatrici, emollienti, decongestionanti, lenitive.
Contengono flavonoidi, tannini, olio essenziale, acidi e sostanze mucillaginose.

Fiori freschi: fiorendo il Tiglio all'inizio dell'estate, i suoi fiori sono pronti proprio quando è più probabile che il sole bruci la pelle non più abituata ai suoi raggi. In questo caso si possono frullare o schiacciare una manciata di fiori di Tiglio con poca acqua molto fredda, e/o gel d'Aloe e poi applicare il tutto sulla parte irritata per rinfrescare e calmare il bruciore.

Fiori secchi: una volta raccolti ed essiccati si possono chiudere in piccoli sacchetti di tela, da conservare nei cassetti della biancheria per profumarla, magari insieme ad altre erbe odorose o antitarme (qui trovate alcuni altri suggerimenti ed idee per Sacchettini profumati per armadi).
Cuscinetti di Tiglio su cui appoggiare il capo al momento di addormentarsi concilierebbero il sonno.

Infuso: ha notoriamente la capacità di conciliare il sonno e distendere, calmare, allontanare il nervosismo, l'ansia, l'insonnia, le paure notturne, anche per i bimbi e gli anziani, tanto che sembra che il verbo tedesco lindern "alleviare, calmare, mitigare" derivi proprio da linde "Tiglio". È utile dunque in tutti quei disturbi che hanno origine nervosa quali spasmi, mal di testa o cattiva digestione, magari in associazione con la Melissa.
Inoltre se bevuto spesso durante la giornata aiuta a sedare la tosse e alleviare  i sintomi influenzali, anche grazie alle sue proprietà diaforetiche, in associazione al Sambuco. Può anche essere utilizzato per detergere zone arrossate o come collutorio per lenire le irritazioni della bocca e della gola. 
Per attenuare le borse sotto agli occhi si possono intingere due batuffoli di cotone nell'infuso concentrato molto freddo (magari insieme a della Camomilla) e applicare per dieci minuti. Va bene anche per detergere le parti intime magari con Camomilla e/o Melissa. In caso di pelle irritata dal freddo o dal troppo sole o come dopo barba, si possono fare impacchi mattino e sera o passare del cotone intinto nell'infuso concentrato.
Un bagno arricchito con qualche litro di infuso poco prima di coricarsi rilassa, concilia il sonno e calma le irritazioni della pelle. Unito all'argilla o ad altri ingredienti adatti è un valido ingrediente per maschere e impacchi decongestionanti.

Sciroppo: si gettano 100 g di fiori freschi in  un litro di acqua bollente, si fa bollire per dieci minuti e poi si lascia raffreddare. Una volta freddo si filtra l'infuso e si spremono bene i fiori, poi si aggiunge un chilo e mezzo di zucchero e si mescola a fuoco lento finché lo zucchero non si è del tutto sciolto. A questo punto si imbottiglia ancora caldo. Allo zucchero si può sostituire il miele anche se non so in che dose. Per i miei gusti in questa versione lo sciroppo risulta un po' troppo dolce, bisognerebbe fare delle prove diminuendo lo zucchero, tenendo conto del fatto che però diminuirebbero anche i tempi di conservazione.
Si può usare per accompagnare budini e macedonie. Inoltre essendo il Tiglio rilassante e lo sciroppo piacevole al palato, può essere dato ai bimbi in caso di tosse, influenza, agitazione o per conciliare il sonno.

Oleolito e unguento: per preparare l'oleolito si riempie un barattolo di fiori (con le brattee) lasciati a seccare per un giorno o due senza pressarli troppo e si copre d'olio extravergine d'oliva (o altri a scelta a seconda dell'utilizzo che se ne vuol fare) facendo attenzione a che la parte vegetale non sporga fuori dall'olio. Si lascia macerare all'ombra in ambiente caldo per 40 giorni, poi si filtra spremendo bene il residuo, l'oleolito così ottenuto si conserva in bottigliette di vetro scuro etichettate con contenuto e data di produzione. Si usa per lenire arrossamenti e infiammazioni, e si può unire ad altri oleoliti come Camomilla, Lavanda, Calendula per preparare unguenti per quasi tutti i problemi della pelle comprese dermatiti, psoriasi, eritemi, scottature. Utile anche per massaggi rilassanti, o al basso ventre per mestruazioni dolorose. Si può aggiungere a creme lenitive autoprodotte o a detergenti intimi.

Tintura madre: si prepara con i fiori freschi a macero in alcool a 55° in rapporto 1:5. Ha azione rilassante.

Essenza: non è un'olio essenziale vero e proprio ma un assoluta estratta con un solvente. Conserva il profumo dei fiori ed ha azione rilassante.

Idrolato: si può usare come tonico per il viso, in particolare due dischetti di cotone imbevuti e collocati sugli occhi attenuano rossore e gonfiore, e può essere passato sulla pelle per lenire le infiammazioni da pannolino. È un ottimo ingrediente per creme, detergenti intimi e gel autoprodotti, e può essere usato al posto dell'acqua o di altra acque floreali come Rosa o Melissa. Rientra anche nella composizione di impacchi e maschere decongestionanti.

Il legno del Tiglio è un legno tenero, poroso, di colore chiaro con sfumature tendenti al rosa o al verde e non si distingue l'alburno dal durame. A causa della facile lavorabilità venne usato dagli uomini preistorici che potevano lavorarlo con le pietre scheggiate per costruire rifugi, canoe e utensili. Più tardi trovò impiego nella produzione di giocattoli, manici di attrezzi, strumenti musicali, zoccoli, cornici, ma essendo soggetto all'attacco di funghi ed insetti non è particolarmente durevole.
Era anche, ed è tuttora, uno dei legni usati per le sculture, tanto che nel Medioevo era detto legno sacro, poiché vi si scolpivano le immagini dei santi. Ad oggi viene usato anche per fare la carta.
È un cattivo combustibile, brucia in fretta e fa poca brace quindi può andare bene per accendere il fuoco ma non per scaldare gli ambienti.
Nell'antichità romana era uno dei possibili supporti di scrittura, tanto che il latino tiliae, plurale di tilia "Tiglio" indicava le tavolette da scrittura. 

Le foglie possono essere usate come i fiori per decotti emollienti e lenitivi, sono adatte come foraggio, producono un ottimo humus, quelle più tenere si consumano come insalata o insieme ad altre piante in zuppe e torte di verdure. In tempi di carestia venivano seccate, polverizzate e mischiate alla farina di orzo o grano saraceno poiché sono ricche di proteine e clorofilla.
semi contengono una buona quantità di olio alimentare. 
All'alburno (parte interna della corteccia) venivano riconosciute proprietà medicinali.
Dal carbone di Tiglio si ricavano carboncini da disegno, ma veniva anche impiegato in dentifrici disinfettanti e contro problemi digestivi, ulcere, stitichezza.
Con il libro o floema, la parte fibrosa interna della corteccia si confezionavano fin dai primordi della civiltà corde, stuoie, cestini, calzature e una forma rudimentale di tessuto. Le più antiche tracce di una rete costruita con questa fibra risalgono al Mesolitico, mentre durante il Neolitico si usava per confezione corde, cappelli, calzature, stuoie e cesti come quello rinvenuto a Arbon Bleiche in Svizzera risalente a 5400 anni fa. Per ottenerla si staccava la corteccia dal legno e si lasciava a bagno molto a lungo in modo che le fibre si staccassero dalla parte legnosa, a quel punto le fibre ottenute venivano fatte asciugare e intrecciare o tessute. Questa tecnica era particolarmente diffusa nel centro e nord Europa, in particolare in Scandinavia, dove il Tiglio era la fibra vegetale più diffusa nella fabbricazione di corde.
Il miele di Tiglio, che le api ricavano dai fiori, a volte viene unito alla melata di Tiglio (ricavata dalle api dallo scarto zuccherino prodotto da alcuni afidi nutritisi della linfa dell'albero). Ha proprietà rilassanti e calmanti, ed è inoltre in grado di alleviare la tosse e i sintomi influenzali, può quindi essere usato per potenziare le capacità curative dell'infuso di Tiglio, o essere aggiunto alle tisane della sera per favorire il sonno (ricordo che alcune proprietà del miele vanno perse con le alte temperature, quindi va aggiunto solo a preparati freddi o tiepidi per poter beneficiare di tutte le sue virtù).

Tigli monumentali in Italia
In Italia si trovano una sessantina di Tigli monumentali appartenenti a specie diverse. I più noti sono:
Il Tiglio di Macugnaga in provincia di Verbania è un Tilia platyphyllos e ha circa 500 anni, si trova in uno spiazzo antistante il cimitero e alla sua ombra si amministrava la giustizia, forse a causa dell'influsso della cultura walser d'ascendenza germanica.
Il Tiglio di Sant'Orso ad Aosta, è un Tilia platyphyllos e ha più di 400 anni, piantato in prossimità della chiesa dedicata al santo, sembra che alla sua ombra si tenesse il consiglio degli anziani.
Il Tiglio di Favogna a Magré in provincia di Bolzano è un Tilia platyphyllos ed ha circa 350 anni, è affiancato da un Tilia cordata più piccolo e i due alberi vengono chiamati "donnina e omino" dagli abitanti del luogo.
Il Tiglio di Rutte Piccolo in provincia di Udine è un Tilia cordata e ha circa 350 anni, la leggenda vuole che alla sua ombra si sia fermato Napoleone.

Ricette culinarie
Lo sciroppo di fiori di Tiglio (vedi sopra) può essere usato per insaporire macedonie e dolci, per preparare ghiaccioli o può essere sciolto nell'acqua per ottenere una dolce bevanda rilassante.

Liquore di Tiglio: in un contenitore di vetro mettere 60 g di fiori di Tiglio, 15 g di thè, mezzo cucchiaino di Noce moscata, la buccia fresca di mezza Mela cotogna, un cucchiaio di miele d'Acacia, mezza stecca di Vaniglia, 2 - 3 bacche di Ginepro, 10 fiori di Camomilla, alcuni pezzetti di scorza d'Arancia, 750 g di alcool a 95° e un litro di acqua distillata. Si lascia il tutto a macerare per 15 giorni, avendo cura di scuotere ogni tanto, poi si filtra con una garza e si imbottiglia. Si può consumare dopo qualche mese, puro o diluito in acqua calda (ricetta tratta da Cucinare con i fiori).

Liquore ai fiori di Tiglio: in un vaso di vetro posizionare a strati 100 g di fiori di Tiglio e 200 g di zucchero. Aggiungere 4 - 5 cucchiai di miele e lasciar riposare qualche giorno, quindi coprire con 450 ml di alcool a 95° e lasciare in infusione almeno una settimana. Aggiungere 500 ml d'acqua e dopo qualche giorno filtrare e imbottigliare. Meglio consumare dopo qualche mese (ricetta tratta e adattata da Liquori -Grappe gelatine marmellate con erbe e frutti spontanei).

Miele al Tiglio: versate una tazza di acqua bollente su 60 g di fiori di Tiglio e lasciate in infusione coperto per dieci minuti, dopo di che filtrate. Scaldate a bagnomaria 500 g di miele e unite l'infuso mescolando in modo da incorporarlo totalmente. Versate il tutto in vasetti a chiusura ermetica. Questo miele ha proprietà antispasmodiche e sudorifere (ricetta tratta e adattata da Scoprire,riconoscere, usare le erbe; c'è però da dire che mentre il miele si conserva senza problemi la presenza d'acqua potrebbe far insorgere muffe o far deteriorare il tutto, quindi una volta aperto potrebbe essere saggio conservare il barattolo in frigo).


Utilità
Video su come realizzare una corda di Tiglio


Bibliografia
Alberi, Allen J. Coombes, Fabbri Editori, 2008
Alberi monumentali d'Italia, a cura di Angela Farina e Laura Canini, Mipaaf, 2018
Arboreto salvatico, Mario Rigoni Stern, Einaudi, 2015
Cucinare con i fiori, Lina Marenghi, Priuli&Verlucca, 2011
Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Enrica Campanini, Tecniche Nuove, 2004 
Doni di Madre Terra, Marco Leone, Araba Fenice, 2010
Enciclopedia del legno, A. Walker, De Agostini, 1999
Fitoterapia, Aldo Capasso, Giuliano Grandolini e Angelo Izzo, Springer, 2006
Liquori -Grappe gelatine marmellate con erbe e frutti spontanei, Riccardo Luciano e Renzo Salvo, Araba Fenice, 2013
Lo Spirito degli Alberi, Fred Hageneder, Edizioni Crisalide, 2004
Meravigliose erbe, A. Decò e Claudio Volontè, Editoriale del drago, 1981
Scoprire, riconoscere, usare le erbe, Umberto Boni e Gianfranco Patri, Fabbri Editori, 1979 

Elenco degli alberi monumentali in Italia a cura del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
Erbeofficinali.org - Tiglio officinale
Etimo.it - Tiglio
Etymonline.com - Linden
Infoerbe.it - Tiglio selvatico
Magicanatura - Idrolato di Tiglio

Foto mie scattate a Ormea (CN) e Carcare (SV), tavola botanica d'autore sconosciuto.

Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso dell'autrice e senza citarne la fonte.
 

Vedi anche:
Mitologia del Tiglio
Spirito del Tiglio

Aggiornato l'ultima volta il 11 settembre 2020.

lunedì 19 maggio 2014

Chirone - Unguento vulnerario

Chirone era un centauro, metà uomo e metà cavallo. Chirone era il centauro più sapiente fra i suoi fratelli. Mentre gli altri gozzovigliavano e si davano a violenza e passioni, Chirone aveva appreso i segreti della natura, gli usi delle erbe, le migliori tecniche di combattimento, tanto che fu il maestro di molti grandi eroi: Eracle, Teseo, Giasone, Enea, e secondo alcuni fu lui ad insegnare ad Asclepio, Dio della medicina, l’arte di guarire con le piante. Ma fu il maestro anche del più grande eroe greco: Achille.

Ingredienti:
  • oleolito di Achillea (Achillea millefolium)
  • oleolito di Melissa (Melissa officinalis
  • cera d’api
  • vitamina E (tocopherol) facoltativo, serve come antiossidante e per tanto garantisce la conservazione più a lungo.
Riguardo alla cera
La cera d'api si trova nelle erboristerie, nei negozietti che vendono miele e prodotti locali, oppure direttamente dagli apicoltori, opzione che io preferisco per favorire i piccoli produttori dei dintorni, che tra l'altro la vendono ad un prezzo molto inferiore rispetto alle erboristerie. Per questa ricetta vi serve della cera del tutto naturale, se vi rifilano i fogli rifiutateli perché di solito contengono anche parafina o altri materiali. Se doveste trovare quella non ancora pulita (si presenta di un bel giallo caldo con corpuscoli nero-marroni ed un forte profumo di miele) prendetela, si può purificare facilmente come potete leggere qui: Come pulire la cera.


Preparazione 
Gli unguenti si preparano con una parte di cera, e fra le 5 e le 7 parti di olio; io di solito mi regolo su una di cera e sei di olio (es. 10 g di cera e 60 g di olio) e con queste dosi viene un unguento dall'aspetto solido ma che si può raccogliere agevolmente con il dito e si spalma benissimo. La consistenza dipende anche dalla temperatura esterna, d'estate chiaramente è più morbida, mentre d'inverno solidifica.
Considerate che non se ne usa mai moltissimo, sicché se non avete intenzione di regalarlo tenetevi sulle piccole quantità.
Mettete a sciogliere la cera a pezzettini e gli oleoliti in parti uguali (secondo l'esempio precedente 10 g di cera, 30 g di oleolito di Achillea, 30 g. di oleolito di Melissa) in un pentolino a bagnomaria; il calore non giova agli oli quindi tenete il fuoco basso e non appena la cera si è sciolta completamente mescolate, togliete dalla fonte di calore e versate in barattolini di vetro ben puliti e asciutti. Raffreddandosi l'unguento si solidifica in superficie e a contatto col vetro, prima che sia del tutto solido versate una goccia di vitamina E e mescolate bene; quest'ultima è termolabile quindi va aggiunta solo quando la temperatura è scesa.
Se non aggiungete la vitamina E e quindi non smuovete l'unguento, può succedere che la superficie rimanga un po' più solida e presenti delle crepe a completo raffreddamento ma con il calore delle mani si scioglie perfettamente. Per evitare quest'effetto comunque si può mescolare di tanto in tanto durante il raffreddamento dell'unguento, che così rimarrà più "spumoso".
Eventualmente si può aggiungere alla cera in via di sciogliemento anche un po' di burro di karitè o di cacao per rendere ancora più morbida e nutriente la miscela. Attenzione però al fatto che il burro di karitè se surriscaldato, quando si raffredda si rapprende in piccoli granelli; la cosa non è particolarmente fastidiosa a mio avviso, visto che comunque rimangono amalgamati al resto e si sciolgono quando prelevati con le mani o spalmati. Se però siete dei perfezionisti a livello estetico e la cosa non vi piace, evitate!
 
Utilizzi
Achille che sotto le mura di Troia usò ciò che gli era stato insegnato da Chirone, distinguendosi in battaglia per coraggio e bravura, ma anche dopo i combattimenti, per la sua abilità nell’utilizzo delle erbe guaritrici. In particolare l’Achillea prese il suo nome dal fatto che l’eroe la utilizzava per risanare le ferite. E questa particolare capacità dell’Achillea è stata confermata dai moderni studi, che ne fanno un ottimo ciccatrizzante, emostatico, antinfiammatorio, astringente, tonificante del sistema circolatorio e dunque utile anche in caso di mestruazioni dolorose e vene varicose. E non è un caso se in molti dialetti abbia nomi che richiamano queste sue proprietà, come Stagnasangue (Liguria), Erba tajera (Piemonte), Erba del tai (Lombardia), Erba da taggi (Veneto), Sanguinella (Toscana), Erba de feridas (Sardegna).
In questo unguento l’Achillea si unisce alla Melissa che è ciccatrizzante, antimicrobica, decongestionante e purificante, facendone un rimedio principe per la cura di ferite, abrasioni, ragadi, piage, favorendo una veloce e uniforme ciccatrizzazione.
E’ anche un rimedio per emorroidi, bruciature solari e non, arrossamenti, screpolature da freddo o causate da lavori manuali o dal contatto col terreno.

ATTENZIONE: l’unguento va applicato quando il sangue ha già smesso di uscire! L’olio essenziale di Achillea è fotosensibilizzante (rende la pelle più sensibile ai raggi solari); in questa preparazione ce n’è davvero una minima parte, comunque per maggior sicurezza se si ha la pelle particolarmente chiara e delicata, evitare di esporsi al sole nell’ora successiva all’utilizzo dell’unguento.

Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso dell'autrice e senza citarne la fonte.
Vedi anche:
Melissa

Aggiornato l'ultima volta il 5 agosto 2015.

Chryse - Unguento lenitivo

Chryse è la Dorata, l’Aurea. Chryse è la Preziosa,la  Cara. Chryse era uno dei molti nomi di Afrodite, Dea della della bellezza e dell’Amore, ma anche di Athena, signora di guerre e saggezza. Tutti gli strumenti degli Dei erano in oro: la verga di Ermes, l’arco di Apollo, lo scettro di Zeus, le ali di Eros. Forse perché questo metallo rappresenta ciò che è incorruttibile e simbolicamente luminoso, oltre che prezioso e utile.

Ingredienti
  • oleolito di Camomilla (Matricaria chamomilla)
  • oleolito di Calendula (Calendula officinalis)
  • oleolito di Lavanda (Lavanda officinalis
  • cera d’api
  • vitamina E (tocopherol) facoltativo, serve come antiossidante e per tanto garantisce la conservazione più a lungo.
Riguardo alla cera
La cera d'api si trova nelle erboristerie, nei negozietti che vendono miele e prodotti locali, oppure direttamente dagli apicoltori, opzione che io preferisco per favorire i piccoli produttori dei dintorni, che tra l'altro la vendono ad un prezzo molto inferiore rispetto alle erboristerie. Per questa ricetta vi serve della cera del tutto naturale, se vi rifilano i fogli rifiutateli perché di solito contengono anche parafina o altri materiali. Se doveste trovare quella non ancora pulita (si presenta di un bel giallo caldo con corpuscoli nero-marroni ed un forte profumo di miele) prendetela, si può purificare facilmente come potete leggere qui: Come pulire la cera.
Riguardo agli oleoliti
Si possono preparare tre distinti oleoliti oppure uno solo unendo tutte e tre le erbe e l'olio scelto in un solo barattolo.
Preparazione
Gli unguenti si preparano con una parte di cera, e fra le 5 e le 7 parti di olio; io di solito mi regolo su una di cera e sei di olio (es. 10 g di cera e 60 g di olio) e con queste dosi viene un unguento dall'aspetto solido ma che si può raccogliere agevolmente con il dito e si spalma benissimo. La consistenza dipende anche dalla temperatura esterna, d'estate chiaramente è più morbida, mentre d'inverno solidifica.
Considerate che non se ne usa mai moltissimo, sicché se non avete intenzione di regalarlo tenetevi sulle piccole quantità.
Mettete a sciogliere la cera a pezzettini e gli oleoliti in parti uguali (secondo l'esempio precedente 10 g. di cera, 20 g di oleolito di Camomilla, 20 g di oleolito di Calendula, 20 g di oleolito di Lavanda, oppure 60 g dell'oleolito ottenuto dalla macerazione delle tre erbe insieme)
in un pentolino a bagnomaria; il calore non giova agli oli quindi tenete il fuoco basso e non appena la cera si è sciolta completamente mescolate, togliete dalla fonte di calore e versate in barattolini di vetro ben puliti e asciutti. Raffreddandosi l'unguento si solidifica in superficie e a contatto col vetro, prima che sia del tutto solido versate una goccia di vitamina E e mescolate bene; quest'ultima è termolabile quindi va aggiunta solo quando la temperatura è scesa.
Se non aggiungete la vitamina E e quindi non smuovete l'unguento, può succedere che la superficie rimanga un po' più solida e presenti delle crepe a completo raffreddamento ma con il calore delle mani si scioglie perfettamente. Per evitare quest'effetto comunque si può mescolare di tanto in tanto durante il raffreddamento dell'unguento, che così rimarrà più "spumoso".
Eventualmente si può aggiungere alla cera in via di sciogliemento anche un po' di burro di karitè o di cacao per rendere ancora più morbida e nutriente la miscela. Attenzione però al fatto che il burro di karitè se surriscaldato, quando si raffredda si rapprende in piccoli granelli; la cosa non è particolarmente fastidiosa a mio avviso, visto che comunque rimangono amalgamati al resto e si sciolgono quando prelevati con le mani o spalmati. Se però siete dei perfezionisti a livello estetico e la cosa non vi piace, evitate!
  
Utilizzi
Qui di dorato, di prezioso e caro c’è molto: la cera delle api instancabili, il biondo e ricco olio d’oliva, i capolini di Camomilla come pioggia d’oro, i fiori di Calendula come gocce di luce sui prati, e la dolce Lavanda che fiorisce in particolare al Solstizio d’Estate, giorno più lungo dell’anno, in cui le proprietà del sole, secondo la tradizione, si trasferiscono alle piante. Pennellate di luce e colori caldi, con una sfumatura di viola profumato.
La Camomilla, conosciuta comunemente come l’erba che dona un buon sonno, ha tantissime proprietà sia medicinali che cosmetiche fra le quali schiarire i capelli biondi, lenire delicatamente arrossamenti e screpolature, decongestionare gli occhi gonfi e calmare il mal di pancia portato dal ciclo.
La Calendula, tanto diffusa e rustica quanto utile, ha la capacità di calmare bruciori, pruriti, rossori, ma anche, essendo antisettica, di combattere i funghi della pelle e delle parti intime; anche la Calendula può aiutare nei giorni di mestruazioni a regolarizzare il ciclo e calmare il dolore.
La Lavanda, il cui fresco profumo tutti conoscono, è anch’essa blandamente disinfettante, purificante, ciccatrizzante, calmante, decongestionante e aiuta a migliorare la circolazione, oltre che rilassare, far passare ma di testa e crampi addominali e sedare la tosse.
Queste tre erbe agiscono in sinergia potenziando i loro rispettivi poteri curativi, creando una mistura particolarmente indicata per qualsiasi problema della pelle: secchezza, infiammazioni, rossori, punture d’insetti, piccole ferite, eritemi, bruciature, screpolature. Ma è anche efficace in caso di bruciore intimo, ed adatta per le pelli sensibili, mature, atoniche o particolarmente delicate come quelle di bimbi e anziani.
Arricchita ulteriormente con burro di karitè, può essere usata per massaggi nutrienti e rilassanti sul basso ventre e schiena, anche in caso di mestruazioni dolorose.


Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso dell'autrice e senza citarne la fonte.

Vedi anche:
Calendula
Lo Spirito della Calendula
Alcune varietà di Calendula
Illustrazioni botaniche di Calendule   
La Calendula nell'antichità  
Mitologia della Calendula 
Oleolito di Calendula
Iuno - Unguento di Calendula
Cautha - Unguento alla Calendula e Iperico
Tintura di Calendula

Aggiornato l'ultima volta il 5 agosto 2015.

domenica 18 maggio 2014

Myntha - Unguento balsamico

Myntha è il nome greco della Ninfa che divenne la Menta, una delle amanti di Ade, il Dio che regna sui morti. Ci sono varie versione della sua storia, ma in tutte essaviene uccisa, così il suo amante, impietosito dalla sua triste sorte, la trasforma nella piccola pianta odorosa e balsamica il cui grato aroma tutti conosciamo. 
 
Ingredienti
  • un'olio o una miscela di oli a scelta
  • cera d’api 
  • cristalli di mentolo 
  • vitamina E (tocopherol) facoltativo, serve come antiossidante e per tanto garantisce la conservazione più a lungo
  • olio essenziale di Menta (Mentha piperita)
  • olio essenziale di Eucalipto (Eucaliptus globulus)
  • olio essenziale di Tea tree (Melaleuca alternifolia) 
  • olio essenziale di Pino (Pinus silvestris)
  • olio essenziale di Lavanda (Lavanda officinalis) 
  • olio essenziale di Cannella (Cinnamomum zeylanicum)
  • olio essenziale di Cipresso (Cupressus sempervirens)
 Riguardo all'olio
Per quest'unguento in particolare si può scegliere l'olio che si preferisce; io ho adottato spesso l'olio di sesamo che è assorbito facilmente dalla pelle, ma sono tutti adatti, tranne chiaramente quelli termolabili. Se ne può usare uno solo oppure creare una miscela.

Riguardo alla cera
La cera d'api si trova nelle erboristerie, nei negozietti che vendono miele e prodotti locali, oppure direttamente dagli apicoltori, opzione che io preferisco per favorire i piccoli produttori dei dintorni, che tra l'altro la vendono ad un prezzo molto inferiore rispetto alle erboristerie. Per questa ricetta vi serve della cera del tutto naturale, se vi rifilano i fogli rifiutateli perché di solito contengono anche parafina o altri materiali. Se doveste trovare quella non ancora pulita (si presenta di un bel giallo caldo con corpuscoli nero-marroni ed un forte profumo di miele) prendetela, si può purificare facilmente come potete leggere qui: Come pulire la cera.


Riguardo ai cristalli di mentolo
Si possono trovare nei siti dedicati alla cosmesi naturale e all'autoproduzione, oppure si possono far arrivare in farmacie e erboristerie.

Riguardo agli oli essenziali
Si possono trovare in farmacia, erboristeria o negozi del biologico, ma anche presso aziende agricole o che producono aromatiche. Sono piuttosto costosi, poichè per produrne piccole quantità servono molti kili di pianta fresca, ma se ne usano sempre solo alcune gocce e si conservano a lungo, quindi piano piano si può creare un proprio armadietto di oli essenziali.
Leggete sempre attentamente gli ingredienti, dev'esserci scritto solo il nome della pianta e nient'altro; a volte le essenze vengono "allungate" con altre sostanze più economiche, che però, chiaramente, alterano le proprietà del prodotto finale.

ATTENZIONE: non ingeriteli se non su consiglio medico, non usateli puri sulle mucose e sugli occhi, non usateli su bambini al di sotto dei tre anni, prima di applicare preparati che li contengono su una vasta parte di pelle, controllate di non essere allergici applicandone una piccola quantità.

Preparazione
Gli unguenti si preparano con una parte di cera, e fra le 5 e le 7 parti di olio; io di solito mi regolo su una di cera e sei di olio (es. 10 g di cera e 60 g di olio) e con queste dosi viene un unguento dall'aspetto solido ma che si può raccogliere agevolmente con il dito e si spalma benissimo. La consistenza dipende anche dalla temperatura esterna, d'estate chiaramente è più morbida, mentre d'inverno solidifica.
Considerate che non se ne usa mai moltissimo, sicché se non avete intenzione di regalarlo tenetevi sulle piccole quantità.
Mettete a sciogliere la cera a pezzettini, l'olio e i cristalli di mentolo (io mi tengo sul 2% della formula totale, quindi secondo l'esempio precedente, se il totale è 70 g aggiungo 1,4 g di mentolo) in un pentolino a bagnomaria; il calore non giova agli oli quindi tenete il fuoco basso e non appena la cera si è sciolta completamente mescolate, togliete dalla fonte di calore e versate in barattolini di vetro ben puliti e asciutti. Raffreddandosi l'unguento si solidifica in superficie e a contatto col vetro, prima che sia del tutto solido versate una goccia di vitamina E; quest'ultima è termolabile quindi va aggiunta solo quando la temperatura è scesa, così come gli oli essenziali. Se avete preparato poco unguento basterà una goccia per tipo, in caso contrario due; in caso si siano ottenuti più barattoli d'unguento, viene più facile preparare la miscela di oli essenziali, e poi versarla col contagocce nei singoli contenitori, mescolando bene per farli amalgamare al composto.

Eventualmente si può aggiungere alla cera in via di sciogliemento anche un po' di burro di karitè o di cacao per rendere ancora più morbida e nutriente la miscela. Attenzione però al fatto che il burro di karitè se surriscaldato quando si raffredda si rapprende in piccoli granelli; la cosa non è particolarmente fastidiosa a mio avviso, visto che comunque rimangono amalgamati al resto e si sciolgono quando prelevati con le mani o spalmati. Se però siete dei perfezionisti a livello estetico e la cosa non vi piace, evitate!

Utilizzi
Erba rustica quanto utile, esistono moltissime varietà di Menta, tutte riconoscibili per il loro fresco profumo; in questa formula viene unita ad altri oli essenziali dal benefico influsso sulle vie respiratorie, adatti a calmare il bruciore e a disinfettare dolcemente gola e naso. 
Quest’unguento si spalma sotto al naso, sul petto o sulla gola in caso di tosse, raffreddore, naso chiuso, catarro ed in generare per curare le affezioni dell’apparato respiratorio.
Inoltre all’occorrenza questa preparazione può essere usata per calmare il dolore dato da punture d’insetto, per disinfettare piccole ferite e per contrastare funghi e parassiti della pelle. Massaggiato in piccole quantità sulle tempie allontana il mal di testa.

ATTENZIONE: i bimbi d’età inferiore ai tre anni sono molto sensibili agli oli essenziali, quindi fare una prova e vedere come reagiscono, ed usare sempre e comunque solo una quantità minima di unguento. Si sconsiglia l’uso di preparati a base di Menta nelle donne in gravidanza, inoltre i rimedi omeopatici non vanno assunti in concomitanza con preparati a base di questa pianta.

Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso dell'autrice e senza citarne la fonte.

Vedi anche:
Menta 

Aggiornato l'ultima volta il 5 agosto 2015.

Iuno - Unguento di Calendula

La Calendula è una delle piante più comuni e usate, dagli albori della civiltà ad oggi, ed è uno dei rimedi popolari più conosciuti e versatili. Questa dolce e dorata piantina tanto rustica e comune quanto utile, solare e lunare insieme, prende il nome dal latino calendae ovvero il primo giorno di ogni mese del calendario latino, che corrispondeva con la luna nuova, giorno consacrato a Iuno, ovvero Giunone, la Regina degli Dei di Roma. Porta questo nome perché fiorisce ad ogni calenda, cioè continua a fiorire per tutti i mesi della bella stagione, e dove il tempo è mite, persino in inverno.

Ingredienti 
  • oleolito di Calendula (Calendula officinalis o Calendula arvensis) 
  • cera d’api 
  • tintura di Calendula (Calendula officinali o Calendula arvensis) 
  • vitamina E (tocopherol) facoltativo, serve come antiossidante e per tanto garantisce la conservazione più a lungo
Riguardo all'oleolito
La mia ricetta per prepararlo la trovate qui: Oleolito di Calendula. Ricordate che l'oleolito di Calendula deve avere una certa sufmatura giallo-arancio (a seconda dell'olio che avete usato) ed un odore caratteristico, se sentite odore di rancido l'olio non è più utilizzabile per l'unguento, potreste magari impiegarlo per produrre del sapone. 

Riguardo alla cera
La cera d'api si trova nelle erboristerie, nei negozietti che vendono miele e prodotti locali, oppure direttamente dagli apicoltori, opzione che io preferisco per favorire i piccoli produttori dei dintorni, che tra l'altro la vendono ad un prezzo molto inferiore rispetto alle erboristerie. Per questa ricetta vi serve della cera del tutto naturale, se vi rifilano i fogli rifiutateli perché di solito contengono anche parafina o altri materiali. Se doveste trovare quella non ancora pulita (si presenta di un bel giallo caldo con corpuscoli nero-marroni ed un forte profumo di miele) prendetela, si può purificare facilmente come potete leggere qui: Come pulire la cera.

Riguardo alla tintura
La mia ricetta per prepararla la trovate qui: Tintura di Calendula

Preparazione
Gli unguenti si preparano con una parte di cera, e fra le 5 e le 7 parti di olio; io di solito mi regolo su una di cera e sei di olio (es. 10 g di cera e 60 g di olio) e con queste dosi viene un unguento dall'aspetto solido ma che si può raccogliere agevolmente con il dito e si spalma benissimo. La consistenza dipende anche dalla temperatura esterna, d'estate chiaramente è più morbida, mentre d'inverno solidifica.
Considerate che non se ne usa mai moltissimo, sicché se non avete intenzione di regalarlo tenetevi sulle piccole quantità.
Mettete a sciogliere la cera a pezzettini e l'olio in un pentolino a bagnomaria; il calore non giova agli oli quindi tenete il fuoco basso e non appena la cera si è sciolta completamente mescolate, togliete dalla fonte di calore e versate in barattolini di vetro ben puliti e asciutti. Raffreddandosi l'unguento si solidifica in superficie e a contatto col vetro, prima che sia del tutto solido versate una goccia di vitamina E; quest'ultima è termolabile quindi va aggiunta solo quando la temperatura è scesa, così come la tintura che essendo a base alcolica si guasta alle alte temperature. Se si è fatta una piccola quantità d'unguento si aggiungono solo poche gocce di tintura, in modo che riesca ad emulsionarsi con la cera e gli oli, e si mescola bene per spargerla uniformemente.

Eventualmente si può aggiungere alla cera in via di sciogliemento anche un po' di burro di karitè o di cacao per rendere ancora più morbida e nutriente la miscela. Attenzione però al fatto che il burro di karitè se surriscaldato quando si raffredda si rapprende in piccoli granelli; la cosa non è particolarmente fastidiosa a mio avviso, visto che comunque rimangono amalgamati al resto e si sciolgono quando prelevati con le mani o spalmati. Se però siete dei perfezionisti a livello estetico e la cosa non vi piace, evitate!


Utilizzi
La Calendula ha molto altro a che fare con Giunone, oltre al nome: Iuno era una Dea protettrice delle Donne, associata con la luna crescente e piena, ed i numerosissimi semi della Calendula sono proprio a forma di falce di luna; inoltre da sempre il ciclo lunare è associato con quello femminile, e proprio questa è una delle piante principe(sse) nella cura dei problemi femminili. Infatti in caso di dolori mestruali ed altri disturbi legati al ciclo può giovare un’infuso di questa pianta, come anche un massaggio sul basso ventre e schiena con l’oleolito. Inoltre si può usare l’unguento in caso di candida e irritazioni vaginali come una normale crema.
Ma Iuno era anche chiamata Lucina, la Dea che porta alla luce i bimbi, ed anche in questo campo la Calendula ha vari impieghi: serve per disinfettare e ciccatrizzare l’ombelico, per lenire gli arrossamenti da pannolino e per proteggere la pelle delicata dei bambini piccoli.
Umida, femminile, lunare, così come dorata e solare (basta guardare i suoi fulgidi fiori!) la Calendula aiuta anche in caso di pelle screpolata, arrosata, infiammata e delicata o molto secca come quella delle mani di giardinieri e contadini, sempre immersa nella terra. Giova inoltre per curare punture d’insetto, piccole ferite che fa rimarginare in fretta, duroni, infiammazioni acneiche (applicato localmente), scottature, psoriasi, eczemi.
ATTENZIONE: l'uso interno della Calendula si sconsiglia alle donne in gravidanza.


Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso dell'autrice e senza citarne la fonte.

Vedi anche:
Calendula
Lo Spirito della Calendula
Alcune varietà di Calendula 
Illustrazioni botaniche di Calendule   
La Calendula nell'antichità 
Mitologia della Calendula  
Oleolito di Calendula
Tintura di Calendula

Cautha - Unguento alla Calendula e Iperico
Chryse - Unguento lenitivo di Camomilla, Calendula e Lavanda. 


Aggiornato l'ultima volta il 5 agosto 2015.