domenica 21 aprile 2019

Streghe

Streghe di Erica Jong con illustrazioni di Joseph A. Smith, Rizzoli, 1983
Numero pagine: 176
Lingua originale: inglese
Titolo originale: Witches
Prima edizione: 1981
Prima edizione italiana: 1983
Genere: saggio

Erano anni che volevo leggere questo libro, anni e anni: ho letto e apprezzato quasi tutto quello che ha pubblicato la Jong, e questo titolo in particolare mi interessava molto, come si sarà capito dalla mia passione per la figura della strega. Purtroppo però non è di facilissima reperibilità, essendo fuori stampa da anni, se ne può trovare qualche copia usata oppure in qualche biblioteca. Io ho miracolosamente trovato l'e-book in inglese, e pur non essendo una cima in questa lingua, pur di leggerlo finalmente mi sono messa comoda con un dizionario ed ho cominciato. E' chiaramente qualcosa di diverso dagli altri libri dell'Autrice, intanto perché si tratta di un saggio e non di un romanzo, ma l'umorismo, la schiettezza, l'amore per la poesia e la scrittura, l'attenzione alle tematiche femminili che si trovano in tutti i suoi libri sono ben visibili anche qui.
Si apre con un'introduzione poetica, passando poi ad illustrare il significato di witchcraft stregoneria”, e si sofferma su come la nostra società (che noi siamo credenti o meno) ci porti a pensare al divino come un uomo bianco, mentre questa è un'idea relativamente recente nella storia dell'uomo; gli unici modelli femminili in seno alla società occidentale erano la strega cattiva, Maria e Madre Natura. Maria è vergine ed è mero contenitore della divinità maschile, è onorata la madre ma non il suo potere generativo; così entrambi i generi sono squilibrati. Cita anche la teoria di Graves in La Dea Bianca per cui la strega deriva dalle antiche dee, la Dea Bianca appunto di cui parla tutta la vera poesia, che è la musa/amante del poeta. Ciò è vero in senso visionario, non letterario dice la Jong, (Graves sosteneva che fosse per questo che nella storia ci siano state così poche poetesse!). Le poetesse infatti, nel loro processo creativo spesso si identificano con la strega o la Crona, assumono loro stesse la figura mortifera e distruttrice ma anche seduttrice che è la musa stessa, forse anche perché per le donne la creatività poetica era pericolosa, socialmente inaccettabile, infatti non poche si sono suicidate. Studiando la figura della strega si studia la condizione della donna nel patriarcato e la sua relazione con arte, religione, vita.
Tuttavia, dice la Jong, nelle credenze delle streghe accanto alla Dea si trova il Dio cornuto. Con la progressiva presa di potere del cristianesimo il paganesimo è stato prima tollerato, poi assorbito dove inevitabile, ed in fine eradicato: il Dio Cornuto diventa il Diavolo e i suoi seguaci streghe, riprendendo la tesi di Margaret Murray in Le streghe nell'Europa occidentale e in Il Dio delle streghe; l'autrice ne riporta i limiti ma la apprezza per la rottura col passato e le nuove prospettive aperte.
Parla poi della caccia alle streghe, citando la teoria dell'antropologo Marvin Harris (in Cow, Pigs, Wars, and Witches non tradotto in Italia, dove l'autore è più noto per Cannibali e Re) secondo cui questo evento si verifica in quel periodo storico e non in altri (essendo comunque la misoginia ed il sospetto verso la magia di più antica data) perché alla Chiesa e alle classi dirigenti serviva un capro espiatorio per tutte le piaghe sociali e economiche successive alla disgregazione della società medievale. In un capitolo si sofferma anche sulle torture subite dalle presunte streghe durante i processi e cita il Malleus maleficarum, il noto libro guida dell'Inquisizione.
Riporta anche il legame streghe-eretici, parla di come satanismo e stregoneria siano totalmente staccati l'uno dall'altro ai giorni, nostri citando anche Margot Adler ed il suo Drawing down the moon. Illustra le varie correnti di neo-paganesimo e cos'hanno in comune. Passa poi a trattare le caratteristiche delle strega: i famigli, gli strumenti, i vestiti spaziando dal passato al presente. Riporta alcuni rituali e incantesimi contemporanei, parla del Sabbath, dei luoghi delle streghe, dei loro presunti poteri, del rapporto con la cura e le conoscenze delle erbe (citando anche la teoria secondo la quale una delle cause della caccia alle streghe, che spesso erano guaritrici, fu appunto la loro conoscenza al di fuori dell'élite medica del tempo). Cita in ultimo alcune streghe leggendarie. Il volume si chiude con una conclusione e bibliografia con breve spiegazione per ogni testo. Ad inframezzare la trattazione si trovano varie poesie, principalmente dell'autrice, ed i disegni di Smith.
Sembra quasi inutile dire che questo libro mi è piaciuto molto, si tratta di un saggio generale sui diversi aspetti della figura della strega, non particolarmente approfonditi, ma neanche campati per aria o al limite del delirio come succede per alcuni libri incentrati sul neopaganesimo. Lo consiglierei quindi come uno strumento per avvicinarsi all'argomento (tenendo comunque se presente che si tratta di un libro degli anni 80, quindi a tratti datato a livello di studi presi in considerazione) in maniera piacevole, avendo una panoramica del fenomeno della stregoneria sia nei tempi passati che in quelli presenti, tratteggiato con ironia ma con attenzione al lato psicologico, poetico, femminista ed un pizzico di personali considerazioni dell'autrice . Grazie alla illustrazioni tra l'altro si tratta anche di un libro che si può anche solo sfogliare per goderne le figure.
L'unica pecca, nella mia opinione, è che ci sono delle piccole imprecisioni: ad esempio l'autrice parla di Cernunnos come del Dio Cornuto dei Romani, il quale invece apparteneva alle terre celtiche, oppure, citando le feste delle streghe moderne, non parla dell'equinozio d'autunno.

Utilità
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