lunedì 22 aprile 2019

Le figlie del Nord

Le figlie del Nord di Sara Hall, Baldini&Castoldi, 2016.
Numero pagine: 256
Titolo originale: The Carhullan Army
lingua originale: inglese
Prima edizione: 2007
Prima edizione italiana: 2016
Genere: romanzo distopico 
Epoca: futuro
Ambientazione: Inghilterra

Questo libro, che ho trovato per caso, si può inserire nel solco di altri qui recensiti, che potremmo chiamare romanzi distopici femministi, in quanto la distopia assume forme particolarmente rilevanti per il mondo femminile, come in Il racconto dell'ancella o Ragazze elettriche.
In questo caso il racconto è ambientato nell'Inghilterra di un futuro più o meno prossimo in cui, in seguito ad una grave crisi ambientale, la crisi economica ha portato il governo a censire e ammassare i cittadini nelle grandi città, controllando anche la riproduzione installando nelle donne dispositivi contraccettivi. Ciò che noi leggiamo, sono le memorie della protagonista, chiamata sempre e solo Sorella, che abbandona la città ed un matrimonio ormai finito, per raggiungere Carhullan, un luogo sui monti gestito da sole donne, improntato all'autoproduzione e che sfugge alle regole governative.
Qui giunta, Sorella dovrà imparare a relazionarsi con le altre donne che abitano Carhullan e con il loro modo di vivere, guidate da Jacks, ex-soldatessa e fondatrice del luogo. La protagonista, e con lei le altre donne, messe alla prova dagli eventi, nel corpo e nel profondo di loro stesse, messe alle strette dal governo, dovranno scegliere se adeguarsi o cercare di spezzare lo status quo.
Anche in questo romanzo come in altri dello stesso genere, l'argomento femminile non è esclusivo, il fulcro tematico è quanto gli oppressi siano disposti a sopportare prima di insorgere, quanto sia ammissibile o meno la violenza e con essa il terrorismo, quali meccanismi contribuiscono alla sottomissione, e come tentare di scardinarli.
Si tratta di un romanzo a tratti forte, crudo, che propone riflessioni rilevanti, eppure l'ho apprezzato meno dei su citati appartenenti al genere, forse anche perché essendo breve non offre la possibilità di approfondire e caratterizzare la distopia, avrei infatti preferito una quadro più ampio e dettagliato del mondo in cui si svolge la storia. Tuttavia, questo pensiero è sicuramente soggettivo, quindi ne consiglio comunque la lettura, in particolare agli appassionati del genere distopico.

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