mercoledì 15 gennaio 2020

La via delle fate

La via delle Fate. Viaggio alla scoperta di un mondo incantato di Hugh Mynne, Sperling&Kumpfer, 1998
Numero pagine: 152
Lingua originale: inglese
Titolo originale: The Faerie Way
Prima edizione: 1996
Prima edizione italiana: 1998
Genere: saggio

Negli anni zero se ti interessavi al neopaganesimo spendevi un sacco di soldi in libri. C'erano una miriade di forum (ai tempi si usavano ancora) in cui non mancava quasi mai una sezione di letture tematiche che spaziavano dal fantasy alla magia con la qualunque oggetto (candele, erbe, cristalli, tarocchi ecc.) fino ai saggi storici sulla caccia alle streghe, ed i pdf scaricabili erano ancora un miraggio. La via delle Fate era uno dei titoli immancabili, così nei giorni scorsi quando l'ho scovato a casa di un'amica, almeno in onore della me stessa adolescente che sbavava su libri che oggi mi appaiono ridicoli, mi sono detta che dovevo proprio leggerlo per vedere finalmente di cosa parlava e se mi ero persa qualcosa.
Immancabilmente la copertina non è proprio sobria, ma questo è un classico dei libri New Age: sembra che gli editori siano convinti che i simpatizzanti del neopaganesimo abbiano una certa vena di cattivo gusto intrinseca (il che in effetti anche se non può essere preso come linea generale non è del tutto falso).
Viene genericamente considerato il saggio fondamentale sulla via feerica o tradizione fatata, quel ramo del neopaganesimo che ruota intorno alla figura della fata e agli appartenenti del Piccolo Popolo del folklore delle isole britanniche (condito poi con elementi presi da culture e tradizioni disparate). Probabilmente è considerato un testo base anche per il non banale motivo che è praticamente l'unico testo disponibile in italiano, se non proprio per il contenuto in sé stesso. 
Questa particolare corrente nasce in California negli anni 70 ad opera della coppia Victor e Cora Anderson e del loro seguace Tom Delong poi noto come Gwydion Pendderwen. Da Anderson è stata iniziata anche Starhawk fondatrice del Reclaiming e Autrice del noto La danza a spirale (del quale si trovano citazioni in La via delle Fate).
L'Autore dopo aver fornito qualche notizia sulla tradizione fatata passa ad esporne i principi:  le fate sono esseri energetici conosciuti fin dalle più antiche civiltà, in particolare quelle matriarcali pre-indoeuropee (e qui cita le teorie di Marjia Gimbutas, che in effetti quand'ero adolescente erano pressoché sconosciute in Italia, quindi ci avrei capito poco), ragion per cui se ne trova traccia ad esempio anche nelle dakini tibetane (e qui cita Donne di saggezza di Tsultrim Allione che ho letto proprio nell'adolescenza, quindi qui Hugh non poteva fregarmi!). Le fate quindi non sono piccole creature leziose né residui di divinità celtiche passate nel folklore ma hanno una loro esistenza energetica, sicché gli UFO altro non sono che la versione moderna degli incontri con le fate che si incontrano nel folklore (sì, hai letto bene, to' Thomas the Rhymer! Non era la Regina delle Fate ma Cthulhu!).
Passata questa parte vagamente trash arriviamo al solito motivo della Dea che è l'unione di chiaro e scuro, positivo e negativo e così anche alla coincidentia oppositorum di maschile e femminile, spirito e materia. Veniamo quindi alle guide o maestri della via feerica che sono: il già citato Thomas the Rhymer o Thomas il veritiero figura storica e protagonista di una ballata popolare in cui incontra la Regina delle Fate e viene portato nel suo regno; Robert Kirk un ministro di culto scozzese del XVII secolo autore di The Secret Commonwealth un trattato sul piccolo popolo ed i regni fatati; il poeta e pittore irlandese A. E. ovvero George William Russell che scrisse anche riguardo al popolo fatato; ed in fine Fiona MacLeod al secolo William Sharp poeta scozzese anch'esso autore di opere sulle fate ed il folklore. Devo dire che questa a mio parere è la parte più interessante (:D scommetto che per il 90% dei lettori sia esattamente il contrario) perché mette in luce Autori interessanti poco noti nel nostro paese.
Arriviamo così alla seconda parte del libro che è costituita principalmente di esercizi di rilassamento, respirazione, visualizzazione e purificazione di base, per poi volgersi a visualizzazioni più impegnative: per trovare i propri ausiliari animali, gli alleati feerici, le quattro città dei Thuatha De Danaan (se ne parla effettivamente nel Libro delle invasioni d'Irlanda e in La Battaglia di Mag Tuired), l'amante feerico, il maestro interiore, il compagno di strada, la quinta città (La Valletta di pietre preziose inesistente nei testi mitologici) ed in fine l'incontro con la Lavandaia al guado (figura del folklore irlandese e scozzese). Se avete un minimo di dimestichezza con il folklore del Piccolo Popolo avrete individuato vari temi letterari fondamentali che sono qui stati convertiti in esercizi, sulla cui efficacia e affidabilità non mi pronuncio.
Nelle Appendici si trovano la traduzione della ballata di Thomas the Rhymer, una stringata narrazione su di lui, un piano di lavoro per eseguire gli esercizi del libro, ed un breve testo su un incontro con la Dea. Chiude il volume una scarna bibliografia (necessariamente datata ma che cita libri ancora oggi molto citati in ambiente neopagano).
Questo il contenuto per sommi cap. Non cercherò di negarlo: mentre leggevo mi sono fatta delle risate!
Si tratta certamente di un minestrone New Age in cui non mancano i riferimenti, fra gli altri, allo sciamanismo, alle tradizioni dei nativi di Nord e Sud America e al neopaganesimo, in cui le fonti sono un optional e le divinità citate sono viste come un misto di archetipo psicologico ed essere energetico, eppure...sarà il fascino delle storie sulle fate ma questo libro per quanto farlocco, ha comunque degli spunti interessanti e qualcosa di suggestivo. Quindi se volete farvi suggestionare. simpatizzate per il neopaganesimo e siete disposti a sorvolare su alcune teorie francamente difficilmente sostenibili potrebbe fare per voi, se no lasciate perdere!

Utilità
L'ultima edizione è del 2003 per Macrolibrasi ma si trova abbastanza facilmente usato.

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