Il sentiero del diavolo di Eugenia
Rico, Elliot, 2018
Numero pagine: 149
Lingua originale:
spagnolo
Titolo originale: El camino del diablo
Prima
edizione: 2014
Prima edizione italiana: 2018
Genere: in parte
romanzo storico
Se avete letto qualcosa in questo blog,
sapete già che le streghe mi piacciono; se avete letto un po' di
recensioni, sapete anche che trovare un buon libro di narrativa sulle
streghe non è facilissimo. Ma questa volta ce l'ho fatta. Il
sentiero del diavolo attendeva nel mio lettore già da un po', e
alla fine, ieri notte, nella quiete solitaria di quanto tutte le
incombenze quotidiane sono scivolate via, l'ho iniziato. L'ho chiuso
solo perché ormai erano le due, ma l'avrei finito volentieri (anche
perché è piuttosto breve, pur essendo compiuto in sé stesso).
Non saprei dire a quale genere possa appartenere questo libro, è romanzo storico quando narra di Ana dei Lupi, una ragazzina abbandonata e violata divenuta strega vagante, o dell'eroe, il così detto "avvocato delle streghe", Alonso de Salazar y Frías (già incontrato nel romanzo La ragazza e l'inquisitore di Nerea Riesco), mentre fa da cornice, la voce narrante di una scrittrice tornata nella sua casa d'infanzia sui monti delle Asturie, in una terra in cui gli abitanti ancora conservano le vestigia della magia popolare, dove cerca di trovare un senso, un filo condutture che possa farle capire la storia del sentiero del diavolo, ovvero della caccia alle streghe che portò migliaia, probabilmente milioni di donne al rogo. È una prosa poetica densa e forte nella sua semplicità quella che Eugenia Rico usa per provare a parlare di questa pagina oscura della nostra storia, e lo fa tramite frasi brevi, incisive, raccolte in capitoli corti ma densi di riflessioni azzeccate e dati storici reali, che riecheggiano le teorie di storici e studiosi, nel finale anche quelle di Marjia Gimbutas (anche se non viene mai citata), rendendo chiaro quanto seriamente si sia documentata. Dal Malleus maleficarum all'ultimo rogo spagnolo a Cadice e attraverso i processi di Zugarramurdi, il viaggio a cavallo di una scopa in cui siamo trascinati, ci porta sì fra le streghe e la superstizione, ma temi importanti sono anche quelli del viaggio, dell'importanza e potere della parola scritta, della tolleranza crepata dalla paura, addirittura del femminismo, senza mai scadere in eccessi fantastici, in luoghi comuni sulla stregoneria o in teorie affascinanti ma fantasiose.
Non saprei dire a quale genere possa appartenere questo libro, è romanzo storico quando narra di Ana dei Lupi, una ragazzina abbandonata e violata divenuta strega vagante, o dell'eroe, il così detto "avvocato delle streghe", Alonso de Salazar y Frías (già incontrato nel romanzo La ragazza e l'inquisitore di Nerea Riesco), mentre fa da cornice, la voce narrante di una scrittrice tornata nella sua casa d'infanzia sui monti delle Asturie, in una terra in cui gli abitanti ancora conservano le vestigia della magia popolare, dove cerca di trovare un senso, un filo condutture che possa farle capire la storia del sentiero del diavolo, ovvero della caccia alle streghe che portò migliaia, probabilmente milioni di donne al rogo. È una prosa poetica densa e forte nella sua semplicità quella che Eugenia Rico usa per provare a parlare di questa pagina oscura della nostra storia, e lo fa tramite frasi brevi, incisive, raccolte in capitoli corti ma densi di riflessioni azzeccate e dati storici reali, che riecheggiano le teorie di storici e studiosi, nel finale anche quelle di Marjia Gimbutas (anche se non viene mai citata), rendendo chiaro quanto seriamente si sia documentata. Dal Malleus maleficarum all'ultimo rogo spagnolo a Cadice e attraverso i processi di Zugarramurdi, il viaggio a cavallo di una scopa in cui siamo trascinati, ci porta sì fra le streghe e la superstizione, ma temi importanti sono anche quelli del viaggio, dell'importanza e potere della parola scritta, della tolleranza crepata dalla paura, addirittura del femminismo, senza mai scadere in eccessi fantastici, in luoghi comuni sulla stregoneria o in teorie affascinanti ma fantasiose.
La storia
della caccia alle streghe è soprattutto quella di una delle tante
persecuzione degli oppressi, e in questo romanzo, uno dei pochi
veramente apprezzabili sull'argomento, l'autrice riesce a parlare con
molte voci, non ultima quella della ragione e della speranza che atti
del genere non si verifichino più, grazie ad ognuno di
noi.
Consigliatissimo a tutti gli appassionati dell'argomento ma anche a tutti i lettori per il suo valore letterario e piacevolezza di lettura.
Consigliatissimo a tutti gli appassionati dell'argomento ma anche a tutti i lettori per il suo valore letterario e piacevolezza di lettura.
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